I The kolors sono stati protagonisti, oggi 30 ottobre 2015, della rassegna “Incontri d’autore” alle 15.30 alla Fiera del Levante di Bari dove si sta svolgendo la 5° edizione del Medimex, mentre domani sabato 31 ottobre alle 17.30 ritireranno il premio come Artista Rivelazione del 2015 durante la puntata speciale di Webnotte Live dal Medimex con Gino Ernesto Assante Castaldo.
Uno degli "Incontri d' autore" più attesi quello dei The Kolors accolti da una folla di fan in delirio. Capitanati da Stash ancora con il ciuffo blu, parlano delle loro origini conquistati dalla musica dei Pink Floyd e dei Queen. Hanno rinunciato a fare i calciatori come volevano da piccoli e per il pubblico hanno fatto bene.
L'idea di avere il ciuffo l'ha assorbita da David Bowie, Elvis, i The Cure, per Stash il look rappresenta il 30% del successo.
Renato Zero è stato l' idolo dell' infanzia di Stash e racconta che Maria de Filippi ha apprezzato ai provini il modo in cui lui canta Michael Jackson.
Per quanto riguarda l' inglese Stash aveva ottimi voti in questa materia sulle sue pagelle così decide di andare in Inghilterra per approfondire la conoscenza della lingua e dice che «L'inglese è un limite "italiota", con un tweet arrivi ovunque».
Infine hanno annunciato che a Novembre partiranno per l' America e precisamente per la California.
Ma vediamo insieme come si è svolto l' incontro e le parole di Stash che come frontman della banda ha parlato per tutti e tre.
Tra i più applauditi del pubblico della 5° edizione del Medimex sicuramente i The Kolors. Gli unici per cui si è dovuta approntare una transenna nel salone dell'incontro per contenere l'entusiasmo dei fan e al tempo stesso permettere agli stessi di stare sotto il palco come fossero a un concerto. Loro arrivano e le ragazzine scattano in piedi, precipitandosi sotto al palco a caccia di foto giuste da postare su Facebook.
«Ragazze ci dicono che dovete sedervi,
anche se a me non m’è mai piaciuto vedere la gente seduta»,
ordina Stash col suo savoir-faire da star navigata, nonostante all’«ampio» successo ci siano arrivati tutti e tre da molto poco. E così tra un grido di gioia e l'altro dei ragazzi che li ascoltavano adoranti, Stash e soci si sono raccontati. Dimostrando di avere alle spalle un percorso di crescita fatto di maturazione sui dischi dei genitori ("Sono cresciuto con "The Wall" e la prima canzone che ho imparato è stata "Shine On You Crazy Diamond") e gavetta nei locali. Sul palco, però, i ragazzi dimostrano di saperci fare sempre, sia quando suonano, sia quando parlano, come in questo caso.
«Noi ovviamente non potevamo sapere se e dove saremmo arrivati,
ma ci credevamo tantissimo,
anche perché se non si crede nel progetto
che si porta avanti non si può essere credibili»,
esordiscono. Fino ad arrivare ad "Amici" che ha fatto da catalizzatore facendo esplodere una band che aveva già tutti i numeri per farlo.
«Non abbiamo mai pensato di partecipare a un talent prima
perché prima non erano ammesse le band:
nel momento in cui hanno aperto ai gruppi abbiamo provato.
Per noi è importante comunicare non solo con i testi
ma anche a livello di sound e non abbiamo visto
l’andare in Tv come una cosa “anti rock ‘n’ roll”,
perché per noi il rock ‘n’ roll non sta nei luoghi ma nelle teste.
La prima selezione ad Amici fu una chiavica totale»,
racconta.
«Cantammo In ginocchio da te di Morandi,
i Coldplay e infine un pezzo nostro.
Che poi è quello che Maria ha captato subito, entusiasta.
Si è alzata e ci ha detto:
“Se entrerete in questa scuola questo dovrete fare,
cioè quello che siete e che è giusto per voi”.
Ecco perché per me Maria è “rock ‘n’ roll":
è riuscita a fottersene a tal punto dell’idea di “spettatore medio”
da riuscire a far piacere allo spettatore medio pure
qualcosa che prima era etichettato come “alternative”».
Alternative e con grandi potenzialità internazionali, sostenute da un inglese masticato con scioltezza.
«A novembre voleremo in California
perché Live Nation sembra interessata a noi.
Sarebbe un sogno anche solo andare a fare la spalla in tour
con Maroon 5 o i One Republic,
noi ci sentiamo già molto fortunati nel poter
solo pensare una cosa del genere...»
dicono. Una situazione che è cresciuta a dismisura nel giro di pochi mesi e che, proprio per questo, Stash cerca di guardare con distacco e con i piedi per terra.
"Non siamo un fenomeno - dice -.
Il nostro tempo, per via del talent,
è qualcosa che si brucia prima del disco di un qualsiasi altro big.
Quindi non ci soffermiamo troppo sui concetti di album,
anche se sogno da sempre di fare un concept.
Mi rendo conto che le persone che alimentano il nostro fuoco
hanno bisogno di emozioni più veloci".
Ma proprio perché loro sono cresciuti ascoltando i classici del passato e non playlist in streaming, un piccolo cruccio rimane.
"Per una band come la nostra, che ha le nostri radici,
questo è il lato triste.
Se facessimo una canzone come Shine On You Crazy Diamond,
sono sicuro che alcuni fan ci direbbero
"ma perché non inizi a cantare prima?".
Tra una citazione e l'altra di artisti che per loro hanno rappresentato qualcosa ("Renato Zero devo ringraziarlo perché ha portato in Italia la disco-funk. Lui è stato sempre l'icona piu affine alle band che più ci hanno influenzato. Pino Daniele aveva la cazzimma: nei suoi primi dischi c'è il fink nero"), Stash e soci raccontano come hanno iniziato e perché da Napoli sono arrivati a Milano.
"L'ho scelta perché c'era l'Accademia di Brera,
e io avevo fatto il liceo artistico di Napoli.
In realtà avevo cercato su Google le case discografiche italiane
ed erano tutte a Milano: ho usato l'Accademia come scusa per i miei...".
A Milano muovono i primi passi e si fanno notare:
"Dobbiamo dire grazie a Francesco Sarcina,
che ci ha visti suonare a Milano e ci ha segnalato ad Amici".
Per capire come dietro la crescita dei The Kolors ci siano grande lavoro e determinazione Stash racconta un episodio che riguarda il tastierista Daniele Mona.
"Lui è stato il nostro primo batterista
ma a un certo punto lo abbiamo mandato via
- dice -
Aveva una ragazza e non veniva alle prove
per stare con lei a mangiare il Ciobar a casa.
Questo è ANTI-KOLORS!
Poi si è lasciato con la tipa e lo abbiamo ripreso".
Una ragazzina del pubblico chiede timidamente da dove venga loro l’ispirazione per le canzoni.
«Il miglior posto è sempre stato “quello”», ridono.
«Quando qualche volta ci scappa, ma c’è Stash in bagno,
diciamo “meglio non disturbarlo, che magari sta scrivendo”».
E se qualcuno dovesse pensare che quella dei The Kolors è solo una storia destinata a fare da trampolino alla carriera solista di Stash, lui mette subito le cose in chiaro:
"Non faremo come i Dear Jack,
nessuno di noi soffre né io avverto l’esigenza di fare qualcosa da solo
e io non chiedo altro.
Io - dice indicando i due compagni - sono questo".
Scopriamo infine che il gruppo è tornato in studio per lavorare su un nuovo singolo!!
Queste novità (singolo e viaggio in California) hanno riempito di orgoglio non solo i fan presenti, ma anche quelli in Rete, che hanno iniziato a congratularsi con la band: “Sono fiera di voi”, “Un pezzetto del mio cuore sarà con voi in California! Buona fortuna“, questi solo alcuni dei commenti apparsi su Twitter.
L’eco del successo dei The Kolors si è infatti spinto ben oltre i confini italici attraversando pure l’Oceano Atlantico. Il modo di far musica fresco ed internazionale di Stash e compagni sembra aver incuriosito non poco in America, tanto che una radio di Los Angeles sta da tempo facendo girare le canzoni della band e la sezione americana della Live Nation – agenzia di produzione e concerti internazionali – si è dichiarata interessata a portare i The Kolors in tour negli Stati Uniti!