Una nanoparticella biodegradabile e iniettabile contenente il glutine per contrastare la Celiachia

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 28/10/2019, 15:28     +1   -1
Avatar

Insieme in Armonia

Group:
Administrator
Posts:
185,096
Reputation:
+776

Status:


celiachia-700x400

divisori31d_1

una nanoparticella

biodegradabile e iniettabile

contenente il glutine

per contrastare la Celiachia


divisori31d_1



La celiachia è una delle malattie croniche legate all’alimentazione più diffuse a livello globale e può comparire a qualsiasi età. Attualmente si stima che la celiachia interessi circa l’1% della popolazione generale e che sia più frequente tra le donne (3 volte più che negli uomini).

La celiachia è una malattia multifattoriale. Il suo sviluppo è principalmente dovuto a fattori ambientali, ovvero una dieta con cereali contenenti glutine e fattori genetici, ovvero la presenza di specifiche sequenze nei geni che definiscono la struttura con cui le nostre cellule immunitarie riconoscono i diversi elementi che vengono a contatto con esse.

I sintomi con cui la malattia si presenta possono essere molto vari, a carico di diversi organi e con differente gravità. A lungo andare, la reazione autoimmune scatenata dal glutine nei soggetti celiaci produce un’infiammazione che danneggia il rivestimento dell’intestino tenue e impedisce l’assorbimento di alcuni nutrienti.

Le cellule del sistema immunitario, innescate dal contatto con il glutine, attaccano infatti la mucosa dell’intestino tenue distruggendo i villi, piccole protuberanze responsabili dell’assorbimento dei vari nutrienti e minerali.

Grazie a una innovativa terapia sperimentale - una nanoparticella biodegradabile e iniettabile contenente il glutine - pazienti con celiachia hanno potuto mangiare glutine per 2 settimane senza risentirne a livello intestinale. È il risultato ottenuto in una sperimentazione clinica di fase II condotta presso la Northwestern Medicine che sarà resa nota in occasione della conferenza "European Gastroenterology Week" in corso a Barcellona.

Con la nuova terapia l'organismo riconosce il glutine come una sostanza innocua - Attraverso il "nanodispositivo" il paziente impara a riconoscere il glutine come una sostanza innocua e in questo modo evita reazioni autoimmuni. La celiachia è una malattia autoimmune: il sistema immunitario dei pazienti riconosce come "nemico" la principale componente proteica del grano, il glutine, e sferza una reazione autoimmune che danneggia le pareti intestinali. La nanoparticella presentata dalla Northwestern Medicine si comporta come un “cavallo di Troia”: nascondendo l’allergene in un “guscio amico”, per convincere il sistema immunitario a non attaccarlo. Una volta iniettato nel sangue, il nanodispositivo viene infatti captato da cellule immunitarie, i macrofagi, che lo fagocitano e avvertono altre cellule immunitarie della sua innocuità, in modo da prevenire la reazione al glutine.

Numero di celiaci in crescita - Secondo quanto riferito di recente in occasione del Convegno Annuale "The Future of Celiac Disease" dell'Associazione Italiana Celiachia, un nuovo studio italiano indica che il numero di pazienti è in crescita, specialmente in alcune aree metropolitane, e sta sfiorando il 2%, portando il numero complessivo dei casi vicino ad un milione. Alla luce dei nuovi dati, i casi diagnosticati a oggi sarebbero appena il 20% del totale. Mancano all'appello molti pazienti che avendo sintomi meno evidenti si trascinano per anni senza una diagnosi corretta: infatti, se da un lato nei bambini con sintomi classici la diagnosi può arrivare anche prima di due anni di vita, in molti adulti con segni meno usuali si può aspettare anche più di 6 anni. A oggi, di fatto, chi soffre di celiachia può tenere a bada la malattia solamente evitando di ingerire cibi contenenti glutine.

Test promettono una nuova cura risolutiva - Il nuovo studio Usa promette invece una cura risolutiva. Gli esperti hanno creato questa nanoparticella che si comporta come un cavallo di Troia: iniettata nel sangue dei pazienti, mette specifiche cellule immunitarie - i macrofagi - a contatto con il glutine che custodisce al suo interno; i macrofagi, poi, a loro volta avvertono altre cellule immunitarie dell'innocuita' della proteina del grano, e ciò evita reazioni avverse. In pratica si crea tolleranza immunologica al glutine (o desensibilizzazione). Nei test clinici i pazienti trattati hanno potuto consumare glutine per 14 giorni senza avere nessuna reazione infiammatoria autoimmune nell'intestino, come avviene invece ogni qualvolta un soggetto celiaco consuma glutine.

L'esperto: "Metodo innovativo" - "È uno studio del tutto innovativo - afferma in un commento Giovanni Cammarota, associato di Gastroenterologia del Dipartimento di Medicina Interna e Gastroenterologia della Fondazione Policlinico A Gemelli IRCCS, Università Cattolica di Roma - una specie di desensibilizzazione al glutine, simile all'approccio in uso oggi con alcune allergie. È chiaro che questo è uno studio pilota che andrà ulteriormente verificato su più pazienti e per una durata maggiore del follow up (14 giorni sono pochi) - continua Cammarota - bisognerà vedere se l'approccio potrà funzionare nella pratica clinica, ma di certo - ribadisce l'esperto in conclusione - si tratta di metodo innovativo, e rappresenta senz'altro un modo alternativo alla modalità attuale di trattamento che è la dieta priva di glutine".


celiachia_nanoparticella



Fonti:
biomedicalcue.it - tgcom24.mediaset.it
 
WWW  Top
0 replies since 28/10/2019, 15:28   36 views
  Share