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La solitudine della terza età e l'ossessione del sesso:
inseriamo anche i nonni nella pastorale
Pubblicata da Fondazione Exodus Onlus di don Antonio Mazzi
il giorno Martedì 14 giugno 2011 alle ore 0.32. È sempre stato difficile affrontare la vecchiaia o, come si dice oggi, la terza età, con serenità e saggezza. Annusare la morte nel recinto di casa nostra, non è di moda. Gli odori acri piacciono solo agli spinellatori. Accadono però da qualche tempo, nel mondo della terza età, fatti che travalicano di molto la mestizia e la peggior tristezza. La percentuale dei vecchi che esercitano violenza sui bambini, è altissima. Alcune giovanissime prostitute albanesi, dicono che i clienti più affamati e più numerosi sono anziani e benestanti. Chi parte sugli aerei per vivere avventure vergognosamente sessuali, due volte su tre, è ultracinquantenne. Le sale a luci rosse e i programmi porno delle televisioni private, hanno come ascoltatori privilegiati sempre costoro. Quale misterioso malessere attanaglia i nostri nonni? Non è il mio mestiere fare letture psicoanalitiche. L'uomo si sta perdendo, isolato, nella massa cittadina che crede di avere un volto perché ha un vestito o un telefonino. L'incontro tra persone oggi lo si misura dal numero delle carte di credito.
La disgrazia del nostro tempo è tutta racchiusa nell'egoismo, nell'edonismo, nell'apparenza. Quando si diventa vecchi, se non si ha dentro niente da dire, cicatrici da mostrare, grandi amori e grandi dolori segnati dentro gli occhi e le rughe del viso, ci rimangono da esibire solo le smorfie di vergognose passioni compresse per troppo tempo. Ai vecchi dobbiamo insegnare la solitudine, non solo la ginnastica e le bivaccate turistiche. E la solitudine è la cosa più accessibile ad un nonno, è una virtù. Perché ti offre il tempo per cogliere, nello sguardo del nipotino, nel respiro del neonato, nella goccia di rugiada, il silenzio di Dio creatore.
Solo il vecchio pieno della solitudine virtuosa può sentire crescere un fiore, scivolare una nuvola, pulsare un'ape. Nella nostra pastorale di preti, oltre agli adolescenti dobbiamo inserire anche i nostri nonni. Li abbiamo trascurati. Guardando alla tv, gli occhi freddi di alcuni omicidi, più o meno piangenti, mi sono sempre interrogato se anch'io, quando mi avvicino ai disperati, sono da loro colto così. La vecchiaia è come il sale nelle vivande. Ti permette di cogliere il gusto delle piccole cose, del quale ci nutriamo ogni giorno. Non è permesso ad un nonno di essere insipido. O è sale o è veleno, per sé e per gli altri. O se volete una frase meno impegnativa ma altrettanto efficace: il nonno vero è padre due volte!
Fonte: Don Antonio Mazzi facebook.com . Edited by francesina63 - 9/6/2018, 16:06
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