Atrofia Muscolare Spinale: Storia del Piccolo Gioele Genova morto a soli 4 anni

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view post Posted on 5/12/2012, 09:41     +1   -1
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Parte oggi il piccolo malato di atrofia muscolare spinale. I genitori hanno vinto il primo round legale ottenendo dal Tribunale il permesso di curarlo con le cellule mesenchimali



Gioele ha 13 mesi e vive bloccato in un lettino d’ospedale. Non riesce a stare in piedi, a parlare, a mangiare da solo e nemmeno a respirare. Comunica con mamma e papà soltanto con i suoi enormi occhioni. Da quando è nato lotta con un nemico più grande di lui e spietato, l’atrofia spinale muscolare, la Sma1. Dopo la diagnosi, i medici gli hanno dato pochi mesi di vita. Adesso però, il bambino di Marsala e i suoi genitori hanno una speranza, il trapianto di cellule staminali mesenchimali.

Oggi Gioele verrà trasferito dall’Ospedale pediatrico Giovanni Di Cristina di Palermo agli Spedali Civili di Brescia a bordo di un volo militare. E’ diventata infatti, operativa l’ordinanza del Tribunale di Marsala che obbliga la struttura ospedaliera lombarda a prendere in cura il bambino. Nel quadro delle cure compassionevoli, previste dal decreto ministeriale Turco-Fazio, il giudice del lavoro ha riconosciuto "il diritto alla salute e alla vita individuale" nonché "il diritto all'autodeterminazione individuale" del piccolo paziente e "ordina al legale rappresentante e al responsabile sanitario dell'azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia di procedere immediatamente e senza alcun altro indugio alla presa in carico del piccolo Gioele e di procedere alla somministrazione nei confronti dello stesso di cellule eventualmente prelevate anche da altri pazienti e prodotti secondo la metodologia di 'stamina'".

L’ordinanza del Tribunale si riferisce al metodo praticato in Italia dal professor Davide Vannoni, presidente della onlus Stamina Foundation, l’associazione che è al centro dal 2007 di una inchiesta giudiziaria della Procura di Torino che ha finora impedito a Gioele di accedere a questo trattamento sperimentale. Papà Rosario e mamma Katia doneranno un po’ del loro midollo spinale e quello che risulterà più compatibile, verrà lavorato in laboratorio e inserito nel midollo del bimbo.

“E’ vero – racconta a Tgcom24 Rosario Genova, papà di Gioele – non ci sono ancora prove scientifiche definitive sulla bontà del metodo del professor Vannoni, ma per me vale come un trattato di mille pagine il caso della piccola Celeste Carrer di Venezia. Affetta dalla stessa patologia che tormenta Gioele, dopo cinque sedute di staminali la bambina, prima paralizzata al 100%, è riuscita a stare seduta, a parlare, a respirare senza macchine. Forse Gioele non guarirà ma almeno avremo provato ad alleviare la sua sofferenza e a migliorare il suo tenore di vita”.

Spera Rosario, ma non si illude, anche se è stato proprio lui a lottare perché Gioele potesse ottenere l’unica cura al momento disponibile per un caso grave come quello di Gioele. Sono centinaia le mail, le raccomandate, le telefonate che da padre disperato ha inviato a ospedali, medici, genitori in condizioni analoghe. “Tanti mi hanno sbattuto il telefono in faccia, altri mi hanno persino detto chiaro e tondo di non volere fare di più per il mio caso. Ma non è questo che mi fa male. E’ assurdo che nel nostro Paese per poterti curare devi passare dal tribunale, minacciare denunce, pagare gli avvocati, sperare di trovare un giudice sensibile”. Cosa sta dietro questo muro di burocrazia e insensibilità? “Ho il sospetto – conclude con amarezza Rosario – che le case farmaceutiche temano un decollo delle terapie a base di staminali. Tante malattie oggi quasi incurabili potrebbero scomparire e tante medicine, quindi non servire più”.

Giuliana Grimaldi


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Fonte:
tgcom24.mediaset.it


Edited by francesina63 - 27/12/2015, 13:47
 
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L' atrofia muscolare spinale (SMA)



Introduzione

L'atrofia muscolare spinale (SMA) affligge l' umanità da generazioni. Nel 1850, la prima forma di questa affezione fu identificata negli adulti da due medici francesi, François- Amilcar Aran e Guillaume Duchenne. Verso la fine del 19° secolo, due medici tedeschi, Guido Werdnig e Johann Hoffmann, descrissero la malattia nei bambini. Intorno al 1950 altri due medici svedesi, Eric Klas Henrik Kugelberg e Lisa Welander, identificarono un'altra forma della malattia.

Che cos'è l'atrofia muscolare spinale?

Atrofia muscolare spinale è un termine che indica un gruppo di malattie neuromuscolari ereditarie. Tutte queste forme della malattia colpiscono particolari cellule nervose chiamate motoneuroni, destinate al controllo dei movimenti dei muscoli volontari. La SMA causa la degenerazione dei motoneuroni alla base del cervello e lungo il midollo spinale, impedendo il corretto trasferimento degli impulsi elettrici e chimici ai muscoli, necessario per il normale funzionamento degli stessi.
I muscoli involontari, come ad esempio quelli che controllano le funzioni della vescica e dell'intestino, non sono colpiti dalla malattia. Anche l'udito e la vista non sono colpiti e l'intelligenza è normale o al di sopra della media. I ricercatori hanno infatti notato un livello molto elevato di intelligenza nei bambini affetti dalla SMA.

Quali sono le differenti forme della malattia?

Le tre principali forme di SMA sono comunemente chiamate tipo 1, tipo 2 e tipo 3. I tipi 1 e 3 sono talvolta riferiti al nome degli scienziati che per la prima volta li descrissero: così malattia di Werdnig-Hoffmann indica la SMA tipo 1 e malattia di Kugelberg-Welander quella di tipo 3.
Tutte tre le forme sono conosciute come SMA autosomica recessiva, dal modo in cui sono ereditate: infatti entrambi i genitori devono presentare il difetto genetico affinchè i figli possano ereditare la malattia.
I tipi 1, 2 e 3 sembrano essere delle varianti della stessa condizione fisica, in quanto derivano tutte da un difetto dello stesso gene sul cromosoma 5 che codifica per la proteina SMN (survival of motoneurons cioè fattore di sopravvivenza dei motoneuroni). Tale proteina sembra ricoprire un ruolo significativo nelle funzioni del nucleo delle cellule nervose. Le alterazioni in questione sono riconducibili a delezioni (cancellazioni) di tratti di lunghezza variabile di codice genetico relative al suddetto gene. In alcuni casi le delezioni possono coinvolgere un altro gene, chiamato NAIP e situato in prossimità del SMN, il cui interessamento è considerato come elemento aggravante della malattia. Ad ogni modo la compromissione di questi geni, in particolar modo del SMN, provoca la degenerazione dei motoneuroni che trasmettono il segnale ai muscoli volontari.
Occasionalmente la SMA è ereditata in forma autosomica dominante. In questi casi basta che soltanto uno dei genitori presenti il difetto genetico perchè la malattia appaia anche nei figli.
Inoltre c'è una forma della malattia conosciuta come atrofia muscolare spinale-bulbare (SBMA), oppure come malattia di Kennedy, che risulta da un difetto nel gene del recettore androgeno individuato sul cromosoma X.
Alcuni medici usano il termine SMA tipo 4 per la forma dell'età adulta, nonostante le modalità di trasmissione ereditaria.

In che cosa differiscono le varie forme della malattia?

Differiscono essenzialmente per l'età di insorgenza dei primi sintomi e per la severità della progressione. Tutte le forme colpiscono i muscoli scheletrici del tronco e degli arti; in generale i muscoli più vicini al centro del corpo sono i più colpiti rispetto a quelli più distali.
La SMA tipo 1 e la SBMA interessano maggiormente i neuroni che controllano i muscoli della bocca e della gola e quindi comportano maggiori problemi nella masticazione e deglutizione del cibo.
I muscoli respiratori sono coinvolti in misura variabile in tutte le forme della malattia.
Nella SMA tipo 1, la forma più grave, l'età di esordio della malattia è solitamente entro i primi 6 mesi di vita del bambino. I bambini affetti da tale forma non sono capaci di mantenere la posizione seduta senza sostegno e il decorso è spesso fatale entro i primi anni di vita a causa di insufficienza respiratoria o infeioni broncopolmonari.
La SMA tipo 2 è una forma intermedia della malattia. L'età di esordio varia tra i 7 e i 18 mesi. I bambini affetti da tale forma riescono a mantenere la posizione seduta senza sostegno ma usualmente non si alzano in piedi nè camminano senza un aiuto. La durata della sopravvivenza dipende in larga parte dalla gravità dei problemi respiratori.
La SMA tipo 3 è la forma più lieve della malattia. L'età di esordio è successiva ai 18 mesi di vita e molto spesso varia tra i 5 e i 15 anni. Difficoltà nella masticazione e deglutizione sono rare e i problemi respiratori non sono così severi come nelle prime due forme.
E' importante notare che la divisione in queste categorie è alquanto arbitraria. Bambini con età di esordio precoce possono anche vivere più a lungo.
SMA tipo 4 è un termine talvolta usato per indicare la forma di SMA dell'età adulta.
Le forme autosomiche dominanti di SMA differiscono dai tipi 1, 2 e 3 per le modalità di trasmissione e spesso anche per tipi di cellule nervose e muscoli colpiti. Interessano principalmente alcuni gruppi muscolari e ne risparmiano altri.
L'atrofia muscolare spinale-bulbare (SBMA) è una forma molto rara e colpisce solamente i maschi. Inizia in età adulta e comporta un difetto sul cromosoma X che modifica il modo con cui le cellule utilizzano gli androgeni, ormoni maschili. L'esatta relazione tra androgeni e danno ai motoneuroni non è stata ancora chiarita.

Come sono diagnosticate le atrofie muscolari spinali?

Un medico esperto può porre la diagnosi anche soltanto con un'attenta valutazione della storia medica del paziente e un'accurata visita medica. La diagnosi clinica è poi confermata da una serie di esami di laboratorio.

E' importante la storia medica familiare?

Sì. Le atrofie muscolari spinali sono malattie genetiche ereditarie che possono essere trasmesse da generazione in generazione. Ecco perchè è importante per il medico conoscere tutti i dettagli della storia clinica della famiglia.

E se la diagnosi è dubbia?

Talvolta è difficile distinguere tra SMA e altre malattie neuromuscolari. In questi casi i medici utilizzano dei test diagnostici per arrivare a una conclusione.

Quali sono i più comuni test diagnostici?

Lo studio di un pezzettino di tessuto muscolare prelevato dal paziente con una biopsia spesso consente al patologo di determinare se si tratta di un'atrofia muscolare spinale.
Un altro esame è l'elettromiogramma (EMG): collocando dei piccoli elettrodi nel muscolo questo esame produce un grafico della contrazione muscolare.
Gli esami ematochimici consentono di valutare il livello di certi enzimi, aiutando così a distinguere le atrofie muscolari spinali da altre malattie neuromuscolari.
Test genetici su campioni di sangue possono infine identificare esattamente il difetto genetico nei pazienti affetti e nei portatori sani.

Esiste una cura per la SMA?

Al momento non esiste alcun tipo di trattamento che consenta di arrestare o far regredire la malattia.

Può essere fatto qualcosa per attenuare i sintomi?

Sì. Fisioterapia e presidi ortopedici possono aiutare i pazienti a preservare più a lungo la possibilità di deambulare. Presidi ortopedici e trattamenti chirurgici possono inoltre correggere o prevenire scoliosi e deformazioni della colonna vertebrale.

La SMA è contagiosa?

No. Le malattie genetiche non sono contagiose.

Che cosa causa la SMA?

Tutte le atrofie muscolari spinali sono causate da uno o più difetti genetici. Il corredo genetico umano conta circa 100.000 geni.

Come può il difetto genetico causare la malattia?

Quando i geni presentano dei difetti, essi sono incapaci di produrre correttamente le proteine necessarie al funzionamento della cellula. Quando una proteina è assente, presente in quantità ridotta o troppo elevata, oppure non funziona correttamente per qualche motivo, allora si innesca una catena di eventi dannosi per le cellule. Nel caso dell'atrofia muscolare spinale le anomalie della proteina impediscono il normale funzionamento dei motoneuroni, portando al loro deterioramento e alla degenerazione del tessuto muscolare.
Nel 1995, un gruppo di ricerca con a capo Alex MacKenzie del Children's Hospital di Ottawa, Canada, scoprì una correlazione tra il difetto di un gene sul cromosoma 5 e la SMA. Lo chiamarono gene della proteina inibitoria dell'apoptosi neuronale o NAIP. La loro ipotesi è che tale proteina concorra a proteggere le cellule nervose da un particolare tipo di morte cellulare nota come apoptosi.
Nello stesso tempo un gruppo francese sotto Arnold Munnich e Judith Melki all'INSERM di Parigi identificava il difetto in un altro gene della stessa regione del cromosoma 5 che sembrava giocare un ruolo significativo nella causa della SMA. I francesi diedero alla loro scoperta il nome di gene SMN, ovvero fattore di sopravvivenza dei motoneuroni (survival motor neuron gene). L'assenza del gene SMN comporta la difficoltà della cellula nella produzione della relativa proteina.
La causa dell'atrofia muscolare spinale-bulbare è stata identificata in un difetto del gene per un recettore androgeno. Questo gene, che si trova sul cromosoma X, contiene le informazioni per la produzione della proteina di un recettore androgeno. Come questo possa portare alla malattia (SBMA) non è ancora noto.

In che modo viene trasmessa la SMA?

L'uomo ha 23 paia di cromosomi, 22 paia di autosomi, che sono identici in entrambi i sessi, e un paio di cromosomi legati al sesso. Le femmine hanno due cromosomi X mentre i maschi hanno un cromosoma X e un cromosoma Y. La malattia è detta "autosomica" quando è ereditata attraverso uno dei 22 cromosomi non legati al sesso. E' invece correlata al sesso se è trasmessa con il cromosoma X o Y.
Le SMA tipo 1, 2 e 3 sono trasmesse su base autosomica recessiva. Questo significa che l'ereditarietà non è legata al sesso, cioè non attraverso i cromosomi X o Y. Il termine "recessiva" significa che entrambi i geni ereditati dai genitori devono essere difettosi affinchè si manifesti la malattia.
La SMA autosomica dominante è ugualmente ereditata attraverso un cromosoma diverso da X o Y, tuttavia - diversamente dalle forme recessive - basta che uno solo dei due geni trasmessi dai genitori sia difettoso perchè la malattia si manifesti.
La SBMA viene trasmessa attraverso il cromosoma X e colpisce usualmente soltanto i maschi. Infatti le femmine sono fornite di due copie del cromosoma X, una delle quali solitamente presenta il gene normale. Gli uomini hanno soltanto un cromosoma X per cui gli effetti di un difetto su tale cromosoma non sono compensati da una versione normale del gene sul secondo cromosoma. Le donne talvolta sviluppano una forma leggera di tali affezioni legate al cromosoma X.

Esistono dei test per identificare i portatori sani della malattia?

Sì. Esistono centri specializzati e laboratori d'analisi che eseguono test genetici su pazienti e portatori sani di SMA tipo 1, 2 e 3 e di SBMA.


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Fonte:
ricercasma.it


Edited by francesina63 - 13/7/2015, 15:05
 
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Natale di speranza per il piccolo Gioele
Il papà a Tgcom24: "Ha mosso l'alluce"


Ha solo 15 mesi ed è affetto da atrofia spinale muscolare. Dopo una lunga battaglia i genitori sono riusciti a fargli fare una prima somministrazione di cellule staminali. Noi li abbiamo raggiunti



Un alluce che si muove può fare miracoli. O almeno convincerti che nei miracoli puoi crederci. Di questo si nutre la speranza dei genitori di Gioele, il piccolo di Marsala di 15 mesi affetto da atrofia spinale muscolare, la Sma1. Li abbiamo lasciati in viaggio, venti giorni fa: dall'Ospedale pediatrico Giovanni Di Cristina di Palermo agli Spedali Civili di Brescia per la prima somministrazione di cellule staminali. Li abbiamo ritrovati oggi, pieni di fiducia: “Dopo tre giorni – racconta felice a Tgcom24 Rosario Genova, il papà del piccolo – abbiamo notato che Gioele strofinava le gambe e muoveva un alluce”. Una gioia che ti spiazza, una fede che non si può capire. Sembra poco, ma è moltissimo per un bimbo completamente paralizzato. E i suoi genitori lo sanno.

L’ultima volta che ci siamo sentiti eravate in viaggio verso Brescia, per la prima somministrazione di cellule staminali a Gioele. Com’è andata?

“All'inizio è stato un incubo – ci spiega il suo papà - Gioele è stato malissimo, ha preso un virus polmonare e ha rischiato di morire. Il viaggio un incubo: nonostante l’ossigeno aveva di continuo crisi respiratorie. Ha anche smesso di respirare, abbiamo temuto il peggio. Sono stati 15 giorni d’inferno. Per fortuna poi le sue condizioni sono migliorate e ha potuto fare la prima infusione”.

E avete notato qualcosa?

“Sì. Dopo tre giorni durante una crisi di pianto Gioele ha strofinato le gambe. Per un bimbo paralizzato è tantissimo. Io l’ho notato ma non l’ho detto a nessuno, non volevo mi scambiassero per un matto che aveva avuto allucinazioni. Nemmeno a mia moglie ho detto niente. E’ stata lei a chiedermi se avevo notato qualcosa e anche lei, come me, non aveva il coraggio di dirlo”.

Tra quanto tempo la prossima infusione?

“Tra due mesi. Aspettiamo fiduciosi sperando che il viaggio non sia così traumatico come quello dell’andata. Anche se, sarà un caso, ma dopo il trattamento il ritorno è stato molto più tranquillo per Gioele. Nessuna crisi respiratoria, era più lucido”.

Ma non c’è modo di evitare almeno questo stress al piccolo?

“Purtroppo no. Per fare quel trattamento serve un laboratorio adeguato e per ora l’unica struttura in tutta Italia è lì a Brescia. Se almeno ce ne fosse qualcun’altra, almeno un una in Sicilia e un’altra al centro sarebbe già un successo. Ma la burocrazia blocca tutto, come sempre”.

La storia di Gioele, la vostra battaglia, è piena di amore e di coraggio. Avete avuto qualche manifestazione di solidarietà da parte della società, delle istituzioni?

“Niente in particolare. Abbiamo preso contatti con altre famiglie che vivono il nostro stesso problema. Possiamo dare qualche consiglio. Mi auguro che la nostra battaglia renda il loro percorso più semplice”.

E il vostro percorso com’è? E’ questa la strada giusta?

“E’ l’ unica strada per noi. Ci crediamo soprattutto perché ci credono i nostri medici. Il professor Vannoni si entusiasma quanto noi e si vede che lo fa solo dal punto di vista umano. Non specula, non gli interessa la notorietà, ma solo la salute di Gioele, per questo merita fiducia”.

Purtroppo non tutti la pensano così…

“La nostra è una dura battaglia, lo sappiamo. Siamo pronti a incassare e a reagire. Ma di certo non ci fermeremo” .

Manuela D'Argenio


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Fonte:
tgcom24.mediaset.it


Edited by francesina63 - 13/7/2015, 15:06
 
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"Un aquilone per un bambino"
contro l'atrofia muscolare spinale



ROMA - È partita la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi "Un aquilone per un bambino" organizzata dall'Associazione Famiglie SMA Onlus. Per contribuire alla ricerca, il 5 e il 6 ottobre si potrà acquistare un aquilone nelle piazze italiane e si possono già donare, fino al 12 ottobre, 2 o 5 euro via SMS o chiamando da numero fisso.

Centinaia le famiglie coinvolte. L'Atrofia Muscolare Spinale (SMA) colpisce prevalentemente i bambini, disabilitando alcune cellule nervose del midollo spinale che limita o impedisce attività quali gattonare, camminare, controllare il collo e la testa e deglutire. Famiglie SMA è una Onlus costituita da genitori di bambini e da adulti affetti dalla malattia, il cui obiettivo è contribuire ad una maggiore informazione sulla malattia e stimolare la ricerca. Dal 2001 ad oggi l'Associazione è cresciuta fino a raccogliere alcune centinaia di famiglie, divenendo un punto di riferimento in Italia e all'estero tra quanti si occupano di SMA. L'associazione ha già raccolto, sinora, più di un milione di euro per finanziare la ricerca. I progressi nel campo della clinica hanno reso verosimilmente auspicabile che venga identificata una cura nei prossimi anni.

L'iniziativa. Sabato 5 e domenica 6 ottobre Famiglie SMA sarà in piazza con l'iniziativa "Un aquilone per un bambino", per raccogliere fondi. L'iniziativa vuole sensibilizzare il grande pubblico sui problemi che tale malattia comporta e far capire che anche i bambini con la SMA possono far volare i loro desideri e la loro vita. In 50 piazze d'Italia sarà possibile trovare i punti volo con gli aquiloni e contribuire con una donazione minima di 7 € a finanziare la ricerca, promuovendo l'organizzazione nel nostro Paese di sperimentazioni cliniche di farmaci e terapie per aiutare i bambini che, a causa della malattia, non possono camminare.

Il testimonial. Inoltre, per dare il proprio contributo è possibile, fino al 12 ottobre, inviare un SMS al numero 45501 e donare 2 euro dai telefoni cellulari, oppure 2 o 5 euro con chiamata dalla rete fissa a sostegno del progetto SMArt che si pone l'obiettivo di aiutare i tanti bambini e le loro famiglie che non abitano nelle grandi città, attraverso la creazione di una rete di centri regionali in cui verrà garantita assistenza medica e supporto informativo e psicologico. Testimonial dell'iniziativa è il campione di bike trial e noto personaggio televisivo Vittorio Brumotti, che ogni giorno affronta sfide sulle due ruote.


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Fonte:
repubblica.it


Edited by francesina63 - 13/7/2015, 15:06
 
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view post Posted on 27/12/2015, 13:02     +1   -1
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GNOfveh

Il piccolo Gioele

non è più con noi

aveva solo 4 anni


GNOfveh



Gioele Genova, al centro di battaglie legali e polemiche per il caso Stamina, è morto all'età di quattro anni in un ospedale di Palermo dove era stato ricoverato il giorno di Natale. La notizia è stata data dal padre Antonio con questo commovente messaggio sul suo profilo Facebook:

"Il tuo nome amore mio a fatto tremare un Italia intera.
Hai dato in solo 4 anni di vita più di un uomo vissuto 100 anni.
IL NOSTRO PICCOLO PRINCIPE GUERRIERO HA SMESSO DI LOTTARE.
IL NOSTRO GIOELE, LA NOSTRA RAGIONE DI VITA SI È SPENTO,
E' VOLATO VIA E CON LUI HA PORTATO VIA
ANCHE LA NOSTRA VOGLIA DI VIVERE
Amore mio che dolore grande che ci hai lasciato
Ci hai onorato permettendoci di essere
i tuoi genitori PER SEMPRE.
Ho fallito come padre e non merito pace.
RICORDATELO COME IN QUESTA FOTO.
NELLA SUA INFINITA DOLCEZZA."



Gioele era affetto da Sma1, atrofia muscolare spinale. Il suo caso è noto alle cronache per la lunga battaglia dei genitori per imporre agli Spedali Civili di Brescia la cura con il metodo Stamina di Davide Vannoni.

Il 15 aprile 2014, la richiesta dei Genova fu accolta in primo grado dal giudice di Marsala, Antonio Genna, ma circa 40 giorni dopo lo stesso Tribunale della città siciliana, con decisione collegiale, ribaltò la scelta, accogliendo il ricorso con cui gli Spedali Civili si opposero all'ordinanza. Il 2 ottobre 2014 vengono resi noti i pareri della commissione che ritiene, con parere unanime, che non vi siano i presupposti per una sperimentazione del metodo. Un iter che a sua volta si lega ai procedimenti tenutisi presso il Tribunale di Marsala, sancendo per Gioele l’impossibilità di riprendere le cure con il metodo Stamina.

Proprio nel giorno di Natale, una nuova crisi ha comportato l’ultima corsa della famiglia Genova verso l’ospedale di Palermo. Ma stavolta, per Gioele, non c’è stato nulla da fare.

GNOfveh



Riposa in Pace Piccolo Gioele

Condoglianze alla Famiglia.



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Fonte:
tgcom24.mediaset.it - itacanotizie.it


Edited by francesina63 - 25/4/2018, 15:49
 
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