SANTA LUCIA

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LA FAMIGLIA DI LUCIA

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Sul finire del III secolo (anno 281?) nacque a Siracusa S. Lucia. La città natale era famosa per essere stata fiorente centro di vita greca prima e poi d’importante commercio, intimamente legata alle vicende delle guerre puniche: conquistata da Roma nel 212 a. C. assolse una funzione notevole tra le città della provincia di Sicilia.

Diffusosi il cristianesimo in età apostolica per merito del vescovo S. Marziano, inviato a Siracusa da

S. Pietro stesso secondo la tradizione, ospitò l’apostolo S. Paolo per tre giorni nel viaggio verso Roma, come testimoniano gli Atti degli Apostoli. La fede di Cristo, nonostante le varie persecuzioni, si era potuta diffondere notevolmente: quando nacque S. Lucia la colonia cristiana era assai numerosa con le sue chiese e le sue catacombe cimiteriali.

Secondo la tradizione, la famiglia della nostra santa era di nobile stirpe e ricca di possedimenti terrieri: ci è lasciato il nome della madre: Eutichia; del padre è detto che morì quando Lucia era quinquenne appena. Probabilmente egli poteva chiamarsi Lucio, data la norma romana di porre alle figliuole il nome del padre. Anche la famiglia forse era già cristiana se consideriamo il nome imposto a Lucia, tipicamente cristiano secondo qualcuno, ispirato al testo paolino « siete figli della luce ». Lucia significa senz’altro Luce per il dotto Tillemont.

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LA GIOVINEZZA

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Cresceva bella e buona la bimba siracusana, sotto lo sguardo vigile della madre: soprattutto era bella nella modestia del portamento, onde la madre già pensava per lei la soluzione di un felice matrimonio.

Invece Lucia aveva ben altro proposito nella sua vita: si era consacrata perennemente al Signore con voto di verginità. Neanche la madre fu a conoscenza di questo.

Soltanto un insieme di circostanze fortuite resero manifesta la sua consacrazione al Signore.

Alla vicina città di Catania, ogni anno solevano andare in folla i cristiani per venerare il corpo della vergine martire S. Agata, morta per la fede di Cristo nel 231, durante la persecuzione di Decio. I miracoli, che avvenivano presso il suo sepolcro, ne avevano diffuso la fama in tutta la Sicilia cristiana.

Il 5 febbraio del 301, festa della Santa, tra i pellegrini c’erano anche Lucia ed Eutichia sua madre.

Da oltre quarant’anni Eutichia soffriva di gravi emorragie, per le quali nessun rimedio era stato utile: ormai aveva perduto ogni speranza di guarire.

In quel giorno, durante i sacri misteri, fu letto il tratto evangelico, che narrava l’episodio dell’emoroissa: una malattia identica alla sua. Il testo evangelico fu compreso bene dalle due donne. Una fiducia insperata di poter guarire provò Eutichia e viva fede ebbe Lucia nella potenza miracolosa di S. Agata. L’emoroissa era guarita appena aveva toccato la veste del Signore: la madre di Lucia sarebbe stata risanata se invece avesse toccato il sepolcro della santa martire. Così Lucia suggerì a sua madre.

Sul far della sera, quando tutti ebbero lasciato la chiesa, le due donne rimasero nella penombra in fiduciosa preghiera accanto al sepolcro di S. Agata. Le loro parole alla Santa erano di intensa richiesta di guarigione. A lungo però non poterono pregare ché il sonno ebbe il sopravvento e Lucia si addormentò profondamente lì nella penombra della chiesa, accanto al sepolcro della martire catanese.

Nel sonno le parve di aver presente una visione nitida: schiere e schiere di angeli circondavano la vergine S. Agata, che sorrideva a Lucia e le diceva:

« Lucia sorella mia, vergine di Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi concedere ? Infatti la tua fede ha giovato a tua madre ed ecco che è divenuta sana ».

Quando Lucia si svegliò, rivelò alla madre la visione serena e le parole risanatrici di S. Agata. Era guarita la madre. Inoltre era questo il momento opportuno .di farle conoscere il suo voto di verginità. Così in realtà fece. Nessun rammarico mostrò la donna per questo proposito santo: anzi le disse che ogni sua cosa personale, dopo la morte, le sarebbe stata lasciata.

Il momento era adatto per Lucia per suggerire alla madre propositi di maggiore perfezione, giacché manifestava così vivamente il distacco dai beni della terra; onde la consigliò di vendere tutte le sue sostanze e darle ai poveri.

Per allora Eutichia non fece alcun progetto, ma poi, ritornate, a Siracusa, Lucia riprese ancora a parlarle dell’ideale di perfetta povertà. Ben presto si decise di vendere i suoi beni e distribuire il ricavato ai poveri, seguendo gli esempi della primitiva chiesa di Gerusalemme.

Una tale elargizione se era esemplare nella fervente comunità cristiana di Siracusa, destava senz’altro lo stupore dei pagani, per i quali i beni di questo mondo erano le cose migliori della vita. Ordinariamente un gesto del genere era sintomo evidente di fede cristiana: solo i seguaci di Cristo giungevano a disprezzare i beni della terra al punto da venderli e darli ai poveri. E così pensò uno a cui molto interessavano i beni di Lucia: un giovane del quale la tradizione non ha conservato il nome e che desiderava vivamente di farla sua sposa.

Dalla madre di Lucia volle sapere perché la figliuola vendeva le vesti preziose e gli ornamenti; per quale ragione distribuiva il ricavato ai poveri, alle vedove ed ai ministri del culto cristiano. Eutichia diede una risposta evasiva, che per il momento lo rese tranquillo.

Ma in seguito il sospetto che Lucia fosse cristiana divenne certezza: visto fallire il suo desiderio di averla come sposa, poiché ella lo aveva respinto, decise di denunciarla al prefetto della città come cristiana e di conseguenza fossero applicati a lei i decreti imperiali.

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LA PERSECUZIONE DI DIOCLEZIANO

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Allora per la chiesa cattolica non erano tempi tranquilli: l’imperatore Diocleziano nel vano tentativo di arrestare l’inevitabile crisi dell’Impero romano stava attuando varie riforme, da quella amministrativa a quella economica, fiducioso di riportare lo Stato romano ai tempi migliori. Nel suo vasto piano di rinnovamento generale, anche la riforma religiosa doveva avere la sua importanza, come riforma delle coscienze: il culto imperiale doveva essere il veicolo di penetrazione interiore del senso della romanità e della potenza dell’impero. Approfittando di un complesso di circostanze, emanò i suoi editti di persecuzione contro i cristiani il 24 febbraio del 303. Fu la più feroce persecuzione la sua, soprattutto nelle province, dove funzionari zelantissimi la applicarono ciecamente. Lattanzio (de mort. persec. 10) ha scritto pagine celebri sulla furia di codesta persecuzione.

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IL DIALOGO CON PASCASIO

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A Siracusa era prefetto della città (meglio era correttore) Pascasio, succeduto da pochi mesi a Calvisiano, che nell’agosto del 303 aveva condannato a morte il vescovo S. Euplo.

Quando Lucia gli fu portata innanzi sotto l’imputazione di essere cristiana, egli le ordinò di sacrificare agli dei. Allora Lucia disse: Sacrificio puro presso Dio consiste nel visitare le vedove, gli orfani e i pellegrini, che versano nell’afflizione e nella necessità, ed è già il terzo anno da che io offro a Cristo Dio tali sacrifici erogando tutto il mio patrimonio.

Pascasio l’interruppe con senso d’ironia: Va a contare queste ciance agli stolti come te, poiché io eseguo i comandi dei Cesari e perciò non posso udire siffatte stoltezze.

Lucia disse: Tu osservi i decreti dei Cesari come anch’io curo la legge del mio Dio giorno e notte; temi pure le loro leggi, mentre io riverisco il mio Dio: tu non vuoi mancare di rispetto a quelli ed io come mai oserò di contraddire il mio Dio? Tu t’ingegni di piacere a loro ed io mi ingegno di piacere a Dio: tu dunque fa come credi ti torna comodo ed io opero secondo è grato all’animo mio.

Pascasio continuò: Tu hai prodigato le tue sostanze ad uomini vani e dissoluti.

Presso i pagani, secondo quanto testimoniano le apologie di Minucio Felice e Tertulliano, vigeva l’accusa che i cristiani praticassero riti dissoluti come si notavano in altri culti misterici. Ma Lucia subito smentisce Pascasio dicendogli: Io ho riposto al sicuro il mio patrimonio e la mia persona non ha gustato la dissolutezza.

Pascasio soggiunse: Tu sei la stessa dissolutezza in anima e corpo.

Lucia rispose: Siete voi che costituite la corruzione del mondo.

Pascasio disse: Cessi la tua loquacità; passiamo ai tormenti.

Lucia replicò: E’ impossibile porre silenzio ai detti del Signore.

Pascasio riprese: Tu adunque sei Dio?



Lucia rispose: Io sono serva del Dio eterno, poiché Egli ha detto: quando sarete dinanzi ai re ed ai principi non vi date pensiero del come o di ciò che dovete dire, poiché non siete voi che parlate ma lo Spirito Santo che parla in voi.

Pascasio disse: Dentro di te c’è adunque lo Spirito Santo?

Lucia rispose: Coloro che vivono castamente e piamente sono tempio di Dio e lo Spirito Santo abita in essi.

Pascasio disse: Ti farò condurre in un luogo turpe e così fuggirà da te lo Spirito Santo.

Anche per piegare altre vergini cristiane il giudice romano spesso era ricorso a simili mezzi: tant’è vero che Tertulliano scriveva, con i suoi tipici giuochi di parole, che esse temevano più il lenone che il leone: la prova cioè contro la loro virtù piuttosto che le belve feroci.

Innanzi alla fermezza della santa di non piegare agli ordini di Pascasio, questi raduna della gentaglia per costringere Lucia ad obbedirgli. Ogni suo tentativo riesce vano: neppure i soldati, neppure le paia di buoi riescono a smuovere Lucia che sta immobile come una roccia (l’episodio è narrato, tra gli altri, con potenza d’arte da Lorenzo Bassano in una pala della Basilica di S. Giorgio Maggiore di Venezia).

Tutti codesti prodigi furono ritenuti da Pascasio opera di magia, onde ordina che attorno a lei si prepari il rogo e sì accenda la fiamma, secondo quanto si usava contro i sospetti di arti magiche.

Vengono tosto portate pece e resina, legname ed olio; tutto viene gettato contro la Santa. Divampano le fiamme,. ma lei non ne è toccata. Anzi dice a Pascasio: Pregherò il mio Signore perché questo fuoco non si impadronisca di me.

Pascasio non si conteneva più dall’ira. Allora alcuni dei suoi amici per impedire che fosse ancor più deriso dalla Santa e gli sforzi suoi risultassero del tutto vani, tirarono giù Lucia dal rogo perché fosse finita con la spada.

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IL MARTIRIO

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Lucia comprese che ormai era giunto il momento di confessare Cristo con il martirio: si pose in ginocchio pronta a ricevere il colpo mortale.

Prima però volle parlare alla gran folla che nel frattempo si era radunata attorno a lei: disse che la persecuzione contro i Cristiani stava terminando e la pace per la Chiesa era imminente con la caduta dell’imperatore Diocleziano. Ricordò loro che Siracusa l’avrebbe sempre onorata così come la vicina Catania aveva in venerazione S. Agata. Quando ebbe terminato di parlare, venne il colpo mortale che le recise il capo consacrandone la verginità con il martirio.

Era il 13 dicembre del 304, secondo quanto narra la tradizione.

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STORIA DEL SUO CULTO

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Deposto il suo corpo nelle catacombe, che da lei presero il nome, divenne il suo sepolcro ben presto famoso richiamando i fedeli che ne ricevevano grazie abbondanti. Fu subito la Santa per eccellenza dei siracusani. In iscrizioni greche delle catacombe siracusane, anche dopo un secolo dal martirio è detto «la nostra santa Lucia ». Soprattutto è rimasta famosa la iscrizione di Euschia venuta alla luce nel 1894 in escavi archeologici. Essa dice «Euschia la irreprensibile, vissuta buona e pura per anni circa 25, morì nella festa della mia Santa Lucia per la quale non vi ha elogio condegno: (fu) cristiana, fedele, perfetta, grata al suo marito di morta gratitudine».

All’inizio del V secolo, data dell’iscrizione, la Santa era ormai popolare: Euschia, questa donna, muore giovane nel giorno festivo della sua patrona, che nessuno può elogiare in maniera conveniente giacché ormai tutti ne conoscevano vita, virtù e prodigi. Secondo il breviario Gallo-Siculo sopra il sepolcro di S. Lucia sarebbe stata innalzata una basilica nel 310: addirittura sette anni dopo il martirio !

Se la notizia è discutibile per questa data, si può peraltro ammettere che la basilica sia stata eretta non molto tempo dopo la sua morte: comunque prima della citata iscrizione di Euschia.

Il suo culto ben presto si diffuse fuori della Sicilia stessa come documentano le stratificazioni più antiche del martirologio Geronimiano: prova ne siano l’inserzione del nome della Santa nel Canone della Messa da parte di papa S. Gregorio Magno ( 604), la devozione in Roma stessa, dove le vennero dedicate una ventina di chiese e nell’Italia settentrionale, dove la troviamo effigiata a Ravenna in S. Apollinare Nuovo nella processione delle vergini, in Inghilterra, nella chiesa Greca, dove il Damasceno stesso compose la liturgia in onore della Santa. Dopo le scoperte geografiche del secolo XV, il suo culto si estende particolarmente nell’America Latina, nell’Africa, in alcuni luoghi dell’America del Nord. Nella devozione popolare la sua vita si arricchisce di particolari leggendari: il più famoso è quello di credere che la santa stessa si sia levata gli occhi inviandoli in un bacile di argento al giovane, che si era innamorato del loro splendore affascinante oppure, secondo la versione, accettata fra l’altro anche dall’umanista Battista Mantovano, li abbia mandati a Pascasio stesso, ma subito le siano stati rimessi con improvviso miracolo, poiché S. Raffaele sarebbe sceso da cielo a compierlo.

Non sappiamo quando sia nata la leggenda (ma è probabile di età umanistica), che presenta una particolare somiglianza con episodi consimili verificatisi nella favolistica indiana: forse si è dato il caso di omonimia con un’altra Santa, che si sarebbe tolta gli occhi per liberarsi da un’incauta persona, o meglio per un processo di etimologia popolare del nome ravvisando il rapporto: Lucia = luce, oppure come suggerisce il Delehaye, quale ex-voto di devoto guarito. Di conseguenza, in base ai principi della pietà popolare, S. Lucia fu invocata per proteggere la luce degli occhi, cioè la vista. Forse, secondo quanto insinua il dotto Garana, codesto rapporto è antichissimo, come può risultare dall’iscrizione di Euschia del IV secolo, nella quale il nome della devota nel valore di « ombrosa » può alludere ad affezione morbosa della vista. Certo nell’appendice miracolistica, annessa al racconto della traslazione veneziana del 1280 (ma giuntaci in un testo quattrocentesco), sono documentati alcuni miracoli di vista riacquistata. Una prova ulteriore è data da quanto la tradizione afferma di Dante Alighieri, almeno stando ai dati del figlio Jacopo, per cui il poeta sarebbe guarito da grave danno alla vista subito per le lagrime sparse in morte di Beatrice, dopo di aver invocato spesso S. Lucia durante il male, onde l’ha collocata nel secondo canto dell’Inferno, nel nono del Purgatorio e nel trentatreesimo del Paradiso: non più dunque in sola funzione allegorica, quanto invece come gesto di riconoscenza devota.

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ICONOGRAFIA DELLA SANTA

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Il culto veneziano della Santa è provato tra l’altro dal Kalendarium Venetum del XI secolo, e poi nei Messali locali del secolo XV, nonché nel Memoriale Franco e Barbaresco dell’inizio del 1500, dove è considerata festa di palazzo, cioè festività civile.

Sin dal 1107 sorgeva una chiesa in suo onore all’estremità occidentale del Canal Grande, forse parrocchia nel 1182, dove poi nel 1313 riscontriamo con sicurezza il corpo della Santa. In essa esisteva la scuola a lei intitolata sin dal 1323, a cui nel 1703 fu aggiunto un sovvegno. Ma in nessun’altra chiesa veneziana notiamo scuole in suo onore, tranne a 5. Moisè, poiché qui sin dal 1313 esisteva una scuola per i ciechi, onde fu naturale il culto alla Santa patrona della vista.

Prova più vasta dell’importanza della Santa nella pietà veneziana è pure desumibile dalla sua iconografia in pale d’altare, per buona parte di origine e sviluppo post-tridentino. Così si veda a S. Marco (mosaici dei secoli XVI e XVII); nella pala con la Vergine e Santi, di Giovanni Bellini a S. Zaccaria; a S. Giovanni in Bragora in polittico di Iacobello del Fiore; in quella di S. Nicolò, del Lotto ai Carmini; a S. Giovanni Crisostomo, nella pala di Sebastiano del Piombo; a S. Martino; a S. Elisabetta del Lido; a S. Stefano nella pala dell’Immacolata, del Menescardi; a S. Giorgio Maggiore, di Leandro Bassano; ai Tolentini, del Peranda; ai SS. Apostoli, di Giambattista Tiepolo, ma soprattutto in chiesa, ora, a S. Geremia in tele della demolita chiesa di S. Lucia.

Tralascio le altre documentazioni iconografiche nei musei e raccolte private veneziane, poiché ora non sono più oggetto di culto; alla pari accenno solo al vasto repertorio iconografico nella pittura veneziana e veneta, fuori di Venezia, come, per fare un nome, in Cima da Conegliano. Nell’ambito della diocesi, si notino le storie della Santa in affresco del duomo di Caorle, navata destra, di anonimo trecentesco, e la Santa in pala di altare laterale nella chiesa di Oriago, di anonimo settecentesco; in altare laterale nella chiesa di Chirignago di anonimo neoclassico.

Il tipo iconografico, sino al periodo post-tridentino, non sempre la dà con gli occhi in mano: a volte, come in Cima, tiene la lampada verginale fra le mani (poittico di Olera; pala di Lisbona); il motivo degli occhi sul bacile di argento, sebbene sia presente anche in fase pre-tridentina, è poi costante in quella post-tridentina.

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STORIA DELLE SUE RELIQUIE

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Il corpo di S. Lucia rimase in Siracusa per molti secoli: dalla catacomba, dove fu sepolto, fu poi portato nella basilica eretta in suo onore, presso la quale, all’inizio del VI secolo, fu costruito un monastero. Nella minaccia araba per il suo sepolcro nell’878, dopo la conquista islamica della Sicilia, il suo corpo fu nascosto in un luogo segreto. Nel 1039, appena Maniace, generale di Bisanzio, riuscì a strappare Siracusa agli Arabi, condusse le reliquie a Costantinopoli, o come preda di guerra o, secondo l’affermazione della Cronaca del doge Andrea Dandolo, su preciso ordine degli imperatori Basilio e Costantino. Invece secondo la tradizione francese, il corpo della Santa fu levato da Siracusa nel corso del secolo VIII da Feroaldo, duca di Spoleto, dopo la conquista della città che lo recò a Corfinio, donde il vescovo di Metz lo avrebbe trasferito nella sua città episcopale. Indubbiamente qui si sviluppò un culto attorno a codèste reliquie, sebbene, viene notato giustamente, si tratti di un’altra martire siracusana, di nome Lucia e confusa per omonimia con la nostra Santa. La linea maestra della tradizione afferma che il suo corpo fu tolto da Costantinopoli nel 1204 dal doge veneziano Enrico Dandolo, dove lo aveva trovato assieme a quello di S. Agata, ed inviato a Venezia. Invece secondo una variante, documentata dal codice secentesco, o Cronaca Veniera, della Biblioteca Marciana di Venezia (It. VII, 10 (= 8607) f. 15 v.), esso sarebbe stato portato a Venezia, assieme a quello di S. Agata, nel 1026, sotto il dogado di Pietro Centranico. Non sappiamo l’origine della notizia e se derivi da una fonte anteriore, per quanto un fondato sospetto induca ad un errore meccanico di amanuense, che ha letto 1026 per 1206, cioè gli anni della traslatio ufficiale. E nella Cronaca Veniera lo si accettò, armonizzando il fatto con il doge dell’epoca. Certo è difficile una precisazione storica di codeste reliquie, esente da qualsiasi sospetto, almeno allo stato attuale delle cose; per noi è prudenza elementare prendere atto della presenza del suo corpo in Venezia sin dal 1204. Ma si noti che in Venezia esisteva già una chiesa dedicata alla martire nel 1167 e 1182, come lo provano inequivocabili documenti, per cui è probabile che la determinazione di trasferire le reliquie nelle lagune sia stata originata dalla necessità di arricchire una chiesa veneziana, come d’altronde si verificò per altri casi consimili.

Comunque a Venezia il suo corpo fu collocato nella chiesa di S. Giorgio Maggiore e determinò un flusso di pellegrinaggi, che nel giorno d’ella festa (13 dicembre) assumeva proporzioni impressionanti, nell’andirivieni di imbarcazioni. Il 13 dicembre 1279 accaddero tragici fatti. Alcuni pellegrini morirono annegati in seguito al capovolgimento delle imbarcazioni per l’insorgere di un turbine improvviso.

Il Senato, ai fini di evitare ancora consimili dolorosi incidenti, decise che il corpo della Santa fosse portato in una chiesa di città. Fu scelta la chiesa di S. Maria Annunziata o della « Nunciata » nell’estremo sestiere di Cannaregio, dove furono poste le preziose reliquie trasferite da S. Giorgio il 18 gennaio 1280 con una solenne processione.

Nel 1313 fu consacrata una nuova chiesa dedicata a S. Lucia, nella quale le reliquie della Santa furono deposte definitivamente.

Nel 1441 papa Eugenio IV dava questa chiesa, che era piccola parrocchia, in commenda alle monache del vicino monastero del Corpus Domini; nel 1478 invece papa Sisto IV, dopo una vivace contesa tra il monastero della Nunciata e la parrocchia, che a volte assunse fasi davvero ridicole, concedeva chiesa e parrocchia alle monache del monastero della Nunciata, che avanzavano diritti contro quelle del Corpus Domini sul possesso del corpo della Santa: la lite insorta fra i due monasteri fu risolta in favore di quello della Nunciata, come si è visto: però esso doveva sborsare ogni anno 50 ducati a quello del Corpus Domini.

Nel 1579 passando per il Dominio veneto l’imperatrice Maria d’Austria, il Senato volle farle omaggio di una reliquia di S. Lucia. Con l’assistenza del patriarca Trevisan fu levata una piccola porzione di carne dal lato sinistro del corpo della Santa.

Altre reliquie della Santa si trovavano a Siracusa, recate nel 1556 da Eleonora Vega, che le ottenne a Roma dall’ambasciatore di Venezia’ così pure avvenne per alcuni frammenti di braccio sinistro, recati ivi nel 1656 da Venezia, dal cappuccino Innocenzo da Caltagirone. Reliquie ancora sono possedute a Napoli, Roma, Milano, Verona, Padova, Montegalda di Vicenza e a Venezia stessa, nelle chiese di S. Giorgio Maggiore, dei SS. Apostoli, dei Gesuiti, dei Carmini.

All’estero sono documentate a Lisbona nel 1587, con una reliquia ricevuta da Venezia; in chiese del Belgio nel 1676; a Nantes, in Francia, nel 1667. Nel 1728 una parte dell’urna fu donata a papa Benedetto XIII.

Una nuova chiesa, al posto di quella antica, fu costruita tra il 1609 e il 1611, su schemi palladiani, riecheggiante l’attuale delle Zitelle, con due torri campanarie in facciata.

Per completarla, giravano per la città alcuni incaricati dalle monache a raccogliere le offerte dei fedeli con la cassella concessa dal Magistrato della Sanità.

Il 28 luglio del 1806, in seguito alla soppressione napoleonica, chiesa e monastero furono chiusi e le monache si rifugiarono in S. Andrea della Zirada, portando con sé le reliquie della Santa. Poco dopo, non potendo rimanere lì per ragioni di spazio, con il consenso del Ministero del culto ritornavano ancora all’antica sede insieme con il corpo di S. Lucia.

Nel 1813 il convento di S. Lucia veniva donato dall’imperatore d’Austria alla b. Maddalena di Canossa, che vi abitò fino al 1846, quando si iniziarono i lavori per la stazione ferroviaria e per la demolizione del convento. Per il momento la chiesa non fu toccata. Invece nel 1860 dovendosi ampliare la stazione ferroviaria, nella stolida furia distruttiva dell’epoca, fu abbattuta anche la chiesa di 5. Lucia seguendo la triste sorte di tante altre chiese veneziane. Vero è che minacciava rovina, fatiscente ormai di secoli e di umane malizie. Si sarebbe potuto ripararla e risolvere diversamente le esigenze della stazione ferroviaria. Invece presi accordi con l’Autorità Ecclesiastica, si decise di trasportare il corpo della Santa nella vicina parrocchiale di S. Geremia. Per la traslazione, avvenuta l’11 luglio 1860, intervenne il patriarca Ramazzotti con tutto il Clero e popolo della città: sette giorni rimase il sacro corpo sull’altar maggiore, poi fu posto su un altare laterale in attesa di costruire la nuova cappella. Tre anni dopo, l’11 luglio 1863, il patriarca Trevisanato la inaugurava: essa era stata costruita con il materiale del presbiterio della demolita chiesa di S. Lucia su gusti palladiani. Finalmente per la generosità di Mons. Sambo, parroco di quella Chiesa (che nel frattempo venne ad assumere la denominazione « dei Ss. Geremia e Lucia ») su disegno dell’arch. Gaetano Rossi veniva preparato alla Santa un più degno altare in broccatello di Verona con fregi di bronzo dorato. Il 15 giugno del 1930 il servo di Dio patriarca La Fontaine lo consacrava e collocava il corpo incorrotto della Santa nella nuova urna in marmo giallo ambrato, che lo sovrasta. Nel 1955 il patriarca Angelo Roncalli, poi papa Giovanni XXIII, volle che fosse data più condegna importanza alle sacre reliquie, suggerendo l’esecuzione di una maschera d’argento, curata dal parroco di allora don Aldo Da Villa.

Infine, nell’anno 1968, per iniziativa del parroco prof. don Aldo Fiorin e la generosità di benefattori, la Cappella e l’Urna sono state completamente restaurate.

E nel suo tempio ancor oggi riposa la Martire, meta venerata di tanti pellegrinaggi, con l’augurio inciso nella bianca curva absidale, che si specchia sulle acque del Canal Grande:

LUCIA

VERGINE DI SIRACUSA

MARTIRE DI CRISTO

IN QUESTO TEMPIO

RIPOSA

ALL’ITALIA AL MONDO

IMPLORI

LUCE PACE


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Fonte: Web

Edited by francesina63 - 12/12/2015, 21:23
 
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Preghiere a Santa Lucia

O gloriosa Santa Lucia,
che alla professione della fede,
associasti la gloria del martirio,
ottienici di professare apertamente
le verità del Vangelo e di camminare con
fedeltà secondo gli insegnamenti del Salvatore.
O Vergine Siracusana,
sii luce alla nostra vita e
modello di ogni nostra azione, cosicché,
dopo averti imitato qui in terra, possiamo,
assieme a Te godere della visione del Signore.
Amen.

(composta da Angelo Roncalli Patriarca di Venezia divenuto poi papa Giovanni XXIII)

NwyXibi

O Santa, che dalla luce hai nome,
a Te piena di fiducia ricorriamo
affinché ne impetri una luce sacra,
che ci renda santi,
per non camminare nelle vie del peccato
e per non rimanere avvolti nelle tenebre dell'errore.
Imploriamo altresì, per tua intercessione,
il mantenimento della luce negli occhi
con una grazia abbondante per usarli sempre s
econdo il divino beneplacito,
senza alcun detrimento dell'anima.
Fa, o Santa Lucia,
che dopo averti venerata e ringraziata,
per il tuo efficace patrocinio, su questa terra,
arriviamo finalmente a godere con Te in paradiso
della luce eterna del divino Agnello,
il tuo dolce sposo Gesù.
Amen

(composta da papa Pio X)

NwyXibi

Preghiera dei bambini a S.Lucia

Ci rivolgiamo a te con fiducia, o Santa Lucia,
ascolta le nostre preghiere.
Proteggi i nostri genitori e quanti ci vogliono bene.
Aiutaci a crescere puri e nell'amicizia di Dio.
Insegnaci a pregare come tu hai pregato.
Insegnaci ad essere buoni e generosi come te.
O santa Lucia, prendici per mano,
aiutaci ad amare Gesù come tu lo hai amato,
e guidaci verso di Lui. Amen!

NwyXibi

Inno a Santa Lucia

O Vergine e martire Lucia
sposa casta e fedele del Signore
sii tu la luce che illumina la via
che ci conduce al Ciel.

Col tuo martirio hai difeso la fede
offrendo al Signore la tua giovinezza
quale fedele discepola di Cristo
con cui regni beata.

Rit. Noi ti imploriamo o Vergine Lucia
ottienici da Dio la lue della fede
custodisci il dono della vista
prega per quelli che ricorrono a te.

Nel giorno della tua nascita al Ciel
in questo tempio noi tutti accorriamo
fiduciosi della tua intercession
difendici dal mal.

Sii tu per noi luce di santità
guidaci sempre sulla retta via
per congiungerci a Cristo Salvator
qual testimoni d'amor.

Rit. Noi ti imploriamo o Vergine Lucia
ottienici da Dio la lue della fede
custodisci il dono della vista
prega per quelli che ricorrono a te.

(composto da Di Criscito Vincenzo per il santuario di S.Lucia a mare - Napoli)


NwyXibi



Edited by francesina63 - 10/9/2017, 15:15
 
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Santa Lucia bella

Santa Lucia bella
dei bimbi sei la stella,
tu vieni a tarda sera
quando l'aria si fa nera.
Tu vieni con l'asinello
al suon del campanello,
e le stelline d'oro
che cantano tutte in coro:
"Bimbi, ora la Santa é qui
ditele così:
cara Santa Lucia
non smarrir la via
trova la mia porticina
quella é la mia casina!"
E giù tanti doni.

dKiMobz

Un elenco per Santa Lucia

Lungo é l'elenco
che vogliamo fare,
ma scegli tu cosa portare:
per il nonno un caldo cappello,
un rospo in tasca a mio fratello,
una fidanzata per il mio cane,
ai passerotti tanto pane;
chicchi di riso per la minestra,
un po' di pazienza per la maestra,
una nuova scopa per la Befana,
un giorno in più alla settimana;
una sciarpa al pupazzo di neve,
per i miei amici una storia breve.
Fino ad ora abbiamo scherzato
e con le parole abbiamo giocato.
Tu però non dimenticare,
due cose che devi portare:
un sorriso per chi non ce l'ha
e per tutti tanta bontà.


dKiMobz



Edited by francesina63 - 10/9/2017, 15:15
 
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Quella tra il 12 e il 13 dicembre è una notte magica per i bambini
perché arriva Santa Lucia e porta doni e leccornie per i piccoli
che si sono comportati bene con mamma e papà.

Ogni bambino correrà a letto presto e aspetterà la mattina dopo
per scoprire tutte le meraviglie che Santa Lucia ha portato:
si tratta di un tradizione viva in alcune regioni italiane
ed è anche usanza lasciare alla Santa ed al suo asinello
del latte e dei biscotti, oltre ad un disegno o una poesia.

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Alcune poesie e filastrocche dedicate

a Santa Lucia

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Questa è la Notte di Santa Lucia


Questa é la notte di Santa Lucia
senti nell’aria la sua magia.
Lei vola veloce col suo asinello
atterra davanti ad ogni cancello.
Ad ogni finestra un mazzolin di fieno
e l’asinello ha già fatto il pieno.
Santa Lucia con il suo carretto
lascia a tutti un gioco e un dolcetto.
porta ai bambini tanti regali
tutti belli, tutti speciali.

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Vieni Santa Lucia

Santa Lucia, Santa Lucia,
Vuoi passar da casa mia?
Io ti aspetto impaziente:
mi sei sempre nella mente!
Tu che giri tutto il mondo
così grande, così tondo;
tu che porti i tuoi bei doni
a noi bimbi così buoni,
sei per tutti una speranza
di amore e fratellanza!

Jolanda Restano

fw4ZB49

Il più bel dono di Santa Lucia

Santa Lucia fra poco arriverà,
ai bimbi buoni un dono porterà!
Ma i bimbi buoni un dono hanno già:
dentro, nei cuori, la loro bontà!
Oh bimbo buono, contento tu sei già:
porti il tuo amore a chi non ce l’ha!
Santa Lucia di notte ti vedrà:
splende il tuo cuore di tanta bontà!
Al tuo risveglio i doni sono qua:
cuori ripieni d’amore e di bontà!
Dolci e balocchi non servono lassù:
il Paradiso lo devi fare tu!
Santa Lucia tu prega per noi:
manda nei cuori i doni che vuoi tu!

fw4ZB49

Santa Lucia

Nei lor candidi lettini,
questa notte,
come sognano i bambini!
Per la grande via d’argento.
ecco, vien Santa Lucia:
viene carica di doni
per i bimbi bravi e buoni.
Ahi, barcolla, ahimè, s’intoppa.
sotto il peso, l’asinello!
Giunge alfine;
ecco scricchiola la toppa,
s’apre l’uscio; e lei, bel bello,
trombe, bambole, scarpine
mette giù, quanti balocchi!
Che delizia, o Dio, per gli occhi!

V. Bòsari

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Santa Lucia

M’han detto che quest’oggi
la giornata sarà breve,
che magari farà brutto,
ci sarà pure la neve.
E’ per questo che al balcone
hanno messo una candela
per far luce nella sera
e per farla meno nera.
Così quando sarà notte,
la più lunga che ci sia,
se sarò davvero bravo
passerà Santa Lucia.

Michele Ottone


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Edited by francesina63 - 10/9/2017, 15:16
 
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view post Posted on 12/12/2016, 15:10     +1   -1
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santa_lucia_13_dicembre_preghiera

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Preghiera a Santa Lucia

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Santa Lucia,
che hai nel tuo nome e nella tua vita la luce,
siamo davanti a te per chiedere la luce degli occhi,
del cuore e della vita.

La luce della vita

Prega per noi il Signore perché tutte le nostre azioni
siano illuminate dalla tua grazia e siano portatrici
di luce e speranza a chi ci circonda.
La vita diventa luce quando viviamo davanti a te.
Solo tu ci illumini, ci fai splendere.
Purifica le nostre zone d'ombre,
lava le nostre cattiverie,
risana i rancori.
Allora ogni gesto diverrà raggio della tua luce.

Santa Lucia, Prega per noi.

La luce del cuore

Il cuore è spesso appesantito da tristezze e dubbi,
non brilla la tua luce.
Illumina il nostro cuore con la certezza
di essere da te amati, ricercati, attesi.
Pieni di questo affetto potremo distribuirlo a piene mani,
con il sorriso e l'accoglienza.
La vera luce viene da dentro e l'accendi tu.
Illumina ogni affetto,
ogni desiderio,
ogni progetto di vita.

Santa Lucia, prega per noi.

La luce degli occhi

Siamo qui per chiedere di vedere le tue meraviglie, Signore,
con gli occhi che ci hai dato.
Come possiamo vedere se il nostro occhio è impedito?

Per intercessione di Santa Lucia,
ti chiediamo il dono della vista.
Vedendo le tue creature potremo lodarti in ogni bellezza.
Vedendo i nostri fratelli potremo lodarti insieme.
Vedendo il nostro lavoro potremo costruire per te
un mondo di pace e amore.
Esaudisci le nostre preghiere, Signore,
per intercessione della Santa che
ti diede gli occhi ed il cuore.

Santa Lucia, prega per noi.


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Fonte:
borgopiave.diocesi.it


Edited by francesina63 - 10/9/2017, 15:17
 
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view post Posted on 12/12/2019, 14:03     +1   -1
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PREGHIERA

A SANTA LUCIA


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O gloriosa Santa Lucia,

vergine e martire,

che morendo hai preannunciato

il trionfo della Chiesa Cattolica,

ottienile da Dio pace e unità. A noi

che fiduciosi ti invochiamo,

ottienici un aumento di fede,

di speranza e di carità

verso Dio e verso il prossimo.

Soccorri la nostra patria,

le nostre famiglie,

la nostra società,

bisognosa soprattutto della luce del Vangelo.

Fà che la pace di Cristo regni sempre

nei nostri cuori.

O Santa della luce,

protettrice della vista,

donaci occhi sani e limpidi

e purezza di costumi.

Sostienici nella lotta contro il male

e conservaci sempre

la vista del corpo e quella dell'anima,

cioè la fede.

Amen.


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Fonte:
lagioiadellapreghiera.it
 
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view post Posted on 12/12/2020, 23:54     +1   -1
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Novena

a Santa Lucia


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1° giorno.

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O gloriosa Santa Lucia,
che fin dalla vostra prima età
corrispondeste docilmente all'educazione cristiana,
che vi diede la piissima madre vostra,
otteneteci di apprezzare,
fra le tenebre dell'attuale mondo pagano,
il gran dono della fede.

Gloria al Padre...

Santa Lucia, prega per noi.

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2° giorno.

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O gloriosa Santa Lucia,
che meritaste di godere durante l
e vostre preghiere dell'apparizione di Sant'Agata,
ottenete a noi pure di ricorrere
con uguale fiducia al patrocinio dei Santi
ed al vostro in particolare e
godere così gli effetti della vostra intercessione.

Gloria al Padre...

Santa Lucia, prega per noi.

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3° giorno.

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O gloriosa Santa Lucia,
che rinunciaste in favore dei poveri
alla ricca eredità paterna,
otteneteci di vivere staccati dai beni del mondo
e di aiutare con generosità
tutti i fratelli che soffrono.

Gloria al Padre...

Santa Lucia, prega per noi.

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4° giorno.

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O gloriosa Santa Lucia,
che rinunziando alle nozze terrene,
consacraste la vostra verginità
allo Sposo celeste, Gesù Cristo,
otteneteci di vivere sempre uniti al Signore,
seguendo gli insegnamenti del santo Vangelo.

Gloria al Padre...

Santa Lucia, prega per noi.

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5° giorno.

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O gloriosa Santa Lucia,
per quella fede ammirabile mostrata
quando diceste davanti al tiranno
che nessuno avrebbe potuto togliervi
lo Spirito Santo che abitava
nel vostro cuore come un tempio,
otteneteci dal Signore di vivere sempre
nella sua Grazia e di fuggire tutto quello
che potrebbe causarci una perdita così grave.

Gloria al Padre...

Santa Lucia, prega per noi.

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6° giorno.

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O gloriosa Santa Lucia,
per quell'amore che ebbe per voi
il vostro sposo Gesù Cristo,
quando con un miracolo vi rese immobile,
malgrado tutti gli sforzi dei vostri nemici
per trascinarvi in luogo di peccato e di infamia,
otteneteci la grazia di non cedere mai
alle tentazioni del mondo, del Demonio e della carne,
e di combattere i loro assalti
con la mortificazione e l'unione con Dio.

Gloria al Padre...

Santa Lucia, prega per noi.

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7° giorno.

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O gloriosa Santa Lucia
che aveste la grazia di prevedere
la vittoria della Chiesa
dopo le persecuzioni dei primi secoli,
otteneteci che la santa Chiesa ed il Papa,
fatti ancora oggi segno di terribili lotte,
riportino gloriosa vittoria su tutti i nemici di Dio.

Gloria al Padre...

Santa Lucia, prega per noi.

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8° giorno.

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O gloriosa Santa Lucia
per quell'ardente amore che aveste verso Gesù
quando sacrificaste la vostra vita,
come martire,
quando vi furono cavati gli occhi,
otteneteci la grazia di un perfetto amore
al Signore e di sostenere ogni avversità
piuttosto che diventare infedeli
al nostro divin Redentore.

Gloria al Padre...

Santa Lucia, prega per noi.

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9° giorno.

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O gloriosa Santa Lucia,
che ora godete in Cielo il volto splendente di Dio,
ottenendo grandi grazie a chi vi invoca con fiducia,
ottenete a tutti noi non solo la protezione
per gli occhi del corpo,
ma specialmente la vera luce
agli occhi dello spirito.

Gloria al Padre...

Santa Lucia, prega per noi.

Prega per noi, gloriosa Santa Lucia
perché siamo fatti degni
delle promesse di Cristo.
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Preghiamo

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Riempi di gioia e di luce il tuo popolo,
o Signore, per l'intercessione gloriosa
della santa vergine e martire Lucia,
perché noi,
che festeggiamo la sua nascita al cielo,
possiamo contemplare
con i nostri occhi la tua gloria.

Per Cristo nostro Signore.

Amen


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