Lecce e il barocco

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*luis1005
view post Posted on 22/12/2012, 14:23     +1   -1




Uno degli itinerari più usuali, ma che può riservare sempre sorprese è
quello del barocco leccese. Di certo si parte da Lecce “Firenze delle
Puglie” capitale del barocco. Se si mettessero in fila le chiese di
Lecce si otterrebbe la strada più bella del mondo, si è detto tanto
tempo fa. In effetti, la “riforma di Lecce barocca” dona alla città una
veste scenografica dalla bellezza incomparabile. Si tratta di osservarla
come se si trattasse di un unicum, della scenografia ideata non da un
singolo genio, ma da tanti piccoli apporti a volte celebri, altre volte
popolari.

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Così, se la Chiesa di San Matteo gioca con i pieni ed i vuoti,

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Santa Croce, composta a più mani in maniera corale, strabilia per le sue
festose decorazioni ed incanta con i suoi altari. Ma non c’è tempo di
prendere fiato perché

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Palazzo dei Celestini ne moltiplica l’effetto scenografico, giocando di rimando
col bugnato di Palazzo Adorno. Superata Piazza Sant’Oronzo (con
l’anfiteatro romano e la colonna terminale della via Appia

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(su cui svetta la statua di S. Oronzo) fa capolino la

Chiesa di Santa Irene (antica patrona della città) sulla cui facciata compare
la lupa col leccio. All’interno, il suo altare ubriaca con l’intrico
delle formelle decorate.

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Piazza Duomo si apre, splendida, con la Chiesa della Vergine Assunta, dalla
doppia facciata che gioca al rimando con il Vescovado e spinge la vista
verso l’imponente campanile di ben sessantotto metri innalzato da
Giuseppe Zimbalo. Osservando attentamente la piazza, guardando la
disposizione dell’immagine urbana, si scoprono altri segreti. Il gioco
delle facciate dei monumenti religiosi è moltiplicato dagli edifici
civili; in tal modo, intere strade e piazze sembrano essere interni,
invece che esterni, tanto sono decorate, simmetriche, eleganti. Il
bugnato gigante del seminario, inganna la vista, fa sembrare le facciate
del Duomo pareti decorate e l’ingresso della piazza sembra voler
introdurre in uno spazio coperto ed accogliente. Le mensole che reggono
le grandi balconate dei palazzi gentilizi, sono tutte rivolte verso lo
sguardo dello strabiliato passante. Gli altari delle chiese di Lecce
confondono e commuovono nello stesso tempo, come quello di San Francesco
di Paola in Santa Croce dove Antonio Zimbalo, uno dei maestri del
barocco leccese, ha giocato con le prospettive e scolpito una trama di
bassorilievi che, nella tenerissima pietra leccese, narrano le storie
della vita del Santo. In San Matteo, Placido Boffelli, Il “Fidia del
Barocco leccese”, scolpisce l’altare con i dodici apostoli pensando ad
uno spazio scenico in cui i Santi si muovono come attori: gruppi di
statue si guardano e si affrontano in un continuo movimento, come se, in
qualsiasi momento, dovesse accadere qualcosa.

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Campanile del Duomo

Certo, il barocco, in sé, nasce dallo stile controriformista, ideato per
schiacciare la riforma luterana e dimostrare la grandezza e la
monumentalità della Chiesa cristiana. Ma poi evolve in senso decorativo
giocando con la luce, le superfici, i pieni ed i vuoti fino ad
incontrare questa terra. Qui si modifica, diviene il “Barocco leccese” o
“barocchetto” (come dicevano i libri di storia dell’arte fino agli anni
’70), che è una scusa per liberare un’energia compressa. L’estro e la
gioia di vivere pugliesi hanno, finalmente, la possibilità di
esprimersi. Racchiusi in raffigurazioni arditissime, si vedono i Santi
incontrare motivi floreali ed antichi animali simbolici. Dalla
tradizione popolare riemergono antiche figure apotropaiche, simboli
beneaugurati mai abbandonati da queste popolazioni. Complice anche la
tenera pietra delle località di Cursi e Melpignano, le chiese divengono
merletti e trafori, le città si dispongono, quasi quinte teatrali,
appunto, ad accogliere il visitatore. Ancora oggi, provate a fare un
giro in Piazza Duomo a Lecce riflettendo sulla veste scenografica: come
fondali di cartapesta vi sembrerà di muovervi in scenari cangianti
all’interno di un teatro. E’ un modo diverso di guardare Lecce per
comprendere quanto sia forte la spinta e l’attenzione verso il
visitatore, il passante, un valore che oggi Lecce dovrebbe recuperare e
valorizzare.

Fonte: Web

Edited by francesina63 - 7/4/2015, 01:45
 
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view post Posted on 22/12/2012, 14:47     +1   -1
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Bellissima Lecce!!

:thankyou:

 
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