In ricordo di Giorgio Gaber, parole che restano: 10 frasi indimenticabili

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view post Posted on 3/1/2013, 13:07     +1   -1
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Insieme in Armonia

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Giorgio-Gaber



Basterebbe anche solo un caffè. Di fronte a quel volto, quel naso; la sigaretta in bocca. Basterebbero pochi minuti a tu per tu con Giorgio Gaber, lontano da dieci lunghi e faticosi anni. Basterebbero e servirebbero. A chi non l'ha visto a teatro, a chi è nato troppo tardi, a quelli che l'hanno scoperto quando ormai non c'era più. A tutti.

A coloro che lo amano profondamente, di un amore interiore, profondo, viscerale. Come quello che si riserva a un padre, a un genio. A un maestro. Anzi di più, perché lui di lezioni non ne ha mai date: mai una morale, mai un predica. Sul palco e nelle note che trasmettono ora cd ed mp3 c'è un uomo che si spoglia, uno come tanti, come te. E in quel percorso denuda anche chi lo ascolta, senza ipocrisie, sentenze o facili risposte. Perché di risposte proprio non ce n'è, non ce ne sono mai state. Ci sono dubbi, domande e un'ironia sagace, furba, violenta. In questo percorso ci si immerge, si nuota, ci si perde e ci si ritrova. Un viaggio nudi nel nostro presente, che - nonostante i dettami del tempo, di ogni tempo - assume i contorni di un uomo che, ci piaccia o no, è poi sempre lo stesso da decenni e decenni.

Basterebbe e servirebbe quel caffè, anche se non fosse una cosa privata. Ci vorrebbe per la sua ferocia, il suo coraggio, la sua tensione. Oggi come allora, caro Gaber, vorremmo che la tua scuola fosse ancora aperta. Ci spoglieremo volentieri insieme a te, da soli non ne sembriamo proprio capaci. I nostri tentativi risultano goffi e poco concreti, abbiamo troppe cose addosso.

Ma se un fardello resta, è a quello a cui ci aggrappiamo, perché la tua esperienza non si è mai esaurita in uno spettacolo di due ore e nemmeno in una vita intera. Così riecheggiano parole e note di quel lungo e preziosissimo teatro-canzone. A noi, che restiamo orfani e un po' più soli, non rimane che ricercarne l'eco.

In queste dieci - come gli anni che ci separano - parole che proponiamo sotto, c'è un'immagine di te che oggi vogliamo ricordare. Perché leggendole ci daranno perlomeno l'illusione di averti davvero davanti a quel caffè e poterti chiedere di questo nostro presente: Cosa pensi del ritorno di Berlusconi? E Monti come lo dipingeresti? O molto più semplicemente parlarti dell'ultima donna che ci ha fatto soffrire, "un attimo, solo un attimo, prima che lo facessimo noi".

Forse le tue risposte ce le hai già date tutte, perdonaci, è che siamo un po' duri e tu lo sai. Proveremo a ritrovarle in questi aforismi che ci portiamo (sempre) dietro. Ma devi capirci se non ci rassegniamo a lasciarti riposare in pace: recitate da te, avevano proprio tutto un altro valore.

IDEA

"Un'idea, un concetto, un'idea, finché resta un'idea è soltanto un'astrazione. Se potessi mangiare un'idea, avrei fatto la mia rivoluzione".
Un'idea

LIBERTA'

"Come sono geniali gli americani!
Te la mettono lì, la libertà è alla portata di tutti, come la chitarra.
Ognuno suona come vuole e tutti suonano come vuole la libertà".
L'America

APPARTENENZA

"L'appartenenza non è lo sforzo di un civile stare insieme, non è il conforto di un normale voler bene. L'appartenenza è avere gli altri dentro di sé".
Canzone dell'appartenenza

REALTA'

"Non ci sono buoni e cattivi nella politica. È sempre stata e sarà sempre una questione di rapporti di forza, un volgarissimo gioco di potere, che quasi mai c’entra con la vita vera.
Ma è possibile che la nostra visione del mondo non vada oltre a queste miserie, a queste opinioni interessate, a questo chiacchiericcio inutile, a questi bisticci isterici e senza senso. Forse tutto quello che ci circonda è soltanto una specie di grande confusione deviante, dove ogni soggetto, ogni aggregazione, ogni cultura, ormai non riesce più a pensare, né a vedere, né a parlare, se non col linguaggio di quella confusione deviante, che non ci permetterà mai di capire il vero valore delle cose e che noi, abusivamente, continuiamo a chiamare realtà".
La realtà è un uccello

RIFIUTO

"Bisogna assolutamente trovare il coraggio di abbandonare i nostri meschini egoismi e cercare un nuovo slancio collettivo, magari scaturito proprio dalle cose che ci fanno male, dai disagi quotidiani, dalle insofferenze comuni, dal nostro rifiuto! Perché un uomo solo che grida il suo no, è un pazzo. Milioni di uomini che gridano lo stesso no, avrebbero la possibilità di cambiare veramente il mondo".
Mi fa male il mondo

COSCIENZA

"La coscienza è come l'organo sessuale, o fa nascere la vita o fa pisciare".
La coscienza

DIO

"Io se fossi Dio,
non sarei così coglione
a credere solo ai palpiti del cuore
o solo agli alambicchi della ragione".
Io se fossi Dio

DONNA

"Secondo me la donna e l'uomo sono destinati a rimanere assolutamente differenti, e contrariamente a molti io credo che sia necessario mantenerle, se non addirittura esaltarle, queste differenze. Perché è proprio da questo scontro-incontro tra un uomo e una donna che si muove l'universo intero. All'universo non gliene importa niente dei popoli e delle nazioni, l'universo sa soltanto che senza due corpi differenti, e due pensieri differenti, non c'è futuro".
Secondo me la donna

AMORE

"Quando sarò capace di amare mi piacerebbe un amore che non avesse alcun appuntamento col dovere, un amore senza sensi di colpa, senza alcun rimorso, egoista e naturale come un fiume che fa il suo corso".
Quando sarò capace d'amare

MORTE

"C'è una fine per tutto. E non è detto che sia sempre la morte".
Il suicidio

Guido Di Santo


Gaber



Fonte:
teatro.lospettacolo.it


Edited by francesina63 - 21/5/2018, 17:44
 
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