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Dopo 18 anni Al Bano si è arreso. Dopo aver inseguito false piste, improbabili scoop e qualche illusione sulla tragica fine della primogenita avuta da Romina Power, il cantante di Cellino San Marco ha presentato al Tribunale di Brindisi l'istanza per la dichiarazione di morte presunta della figlia Ylenia, scomparsa a New Orleans, negli Usa, il 31 dicembre del 1994 in circostanze misteriose. «Non avrei mai voluto farlo - dice Al Bano all'ANSA - e difatti ho aspettato dieci anni in più del previsto. Mi hanno convinto, per ragioni tecniche, a presentare istanza».
L'avviso del Tribunale di Brindisi è stato pubblicato oggi sulla Gazzetta del Mezzogiorno: i giudici, con provvedimento del 9 novembre 2012, hanno ordinato la pubblicazione sul quotidiano della richiesta di morte presunta della donna che oggi avrebbe 42 anni. L'istanza con la quale si chiede una sentenza che riconosce il decesso, anche quando non si è avuta prova della morte naturale, può essere proposta nel caso in cui siano trascorsi dieci anni dal giorno cui risalgono le ultime notizie della persona scomparsa.
Nell'avviso del Tribunale si indica la data di nascita, la data e il luogo della scomparsa e l'ultima residenza, in contrada Bosco a Cellino San Marco, nel brindisino: «Con invito - si legge nell'avviso pubblico - a chiunque abbia notizie a farle pervenire al Tribunale entro sei mesi dall'ultima pubblicazione». In calce alle poche righe c'è la firma dell'avvocato Sandro Caforio, legale che ha curato la questione nell'interesse del cantante Al Bano. «Si badi bene, si parla di morte presunta. Il che significa - aggiunge il cantante - che un barlume di speranza resta comunque, nonostante tutto». Proprio alla speranza che Ylenia fosse viva Al Bano e Romina si sono aggrappati per tutti questi anni.
Ma mentre Romina Power crede ancora che la figlia sia in vita, Al Bano si è invece convinto che Ylenia sia annegata nelle acque del Mississipi. «Ho nutrito per anni la speranza, ma oggi so che la mia piccola se n'è andata tra le acque di quel fiume», ha scritto il cantante nella sua autobiografia 'È la mia vità, pubblicata nel 2006 da Mondadori. Prima di trattare il capitolo dedicato alla scomparsa di Ylenia - raccontò Al Bano - «ho bevuto fino a stordirmi, poi ho chiamato il giornalista che ha collaborato con me alla stesura del libro e ho dettato il capitolo. Non ho neppure voluto rileggerlo».
Forse a convincere il cantante della morte di Ylenia sono stati anche i risultati delle indagini dell'Interpol che qualche tempo dopo la scomparsa della giovane accertò che l'ultima persona ad aver visto Ylenia in vita era stato il guardiano dell'Acquario, che su un molo del Mississipi aveva visto una ragazza in stato confusionale, un pò intontita.
Non era in sè, forse per effetto di stupefacenti, disse il capo dell'Interpol Enzo Portaccio. Il guardiano cercò di avvicinare la giovane per chiederle come stava e lei rispose: «L'acqua è la mia vita, io appartengo all'acqua». Sempre secondo questa testimonianza raccontata da Portaccio, Ylenia si sarebbe tuffata, ma mentre nuotava, era passata una grossa imbarcazione che aveva provocato delle onde, lei era andata sott'acqua e non era più riemersa.
Secondo gli accertamenti dell'Interpol, Ylenia era solita usare l'espressione: «Io appartengo all'acqua». Inoltre, i vestiti descritti dal guardiano erano simili a quelli di Ylenia. La ragazza all'epoca viveva in albergo assieme ad un musicista di strada, di colore, Alexander Masakela, uno sbandato che faceva uso di droghe e che le cedeva alle persone a cui si accompagnava.
Qualche giorno dopo la scomparsa di Ylenia, Masakela tentò di pagare il conto dell'albergo con i travellers cheque della ragazza, mostrando anche il passaporto di Ylenia. Ma il pagamento non fu accettato perchè i travellers cheque non erano controfirmati.
Fonte: Edited by francesina63 - 4/8/2015, 23:07 |
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