|
|
|
Era il 1957, la tv in bianco e nero e subito dopo ci mandavano a letto. Calimero, Totò, la Loren: i mitici spot che hanno fatto storia. Portavamo i grembiuli a scuola, la tv era ancora in bianco e nero e ci mandavano a letto dopo "Carosello". Oggi in classe si usano i computer, i canali sono centinaia e multicolori, la pubblicità è "spalmata" ovunque. Eppure un forte legame ci unisce a quell’epoca, perché ne siamo figli, la civiltà dei consumi nacque allora e se vogliamo capire cosa era l’Italia - o meglio, cosa voleva essere - quell’irrinunciabile appuntamento della sera può aiutarci più di tanti libri e ricostruzioni storiche perché rivela i sogni del tempo, l’ambizione al benessere di una generazione uscita dal dopoguerra, la curiosità per altri modelli di vita - che arrivavano dagli Stati Uniti - cui tutti volevamo uniformarci.
OTTIMISMO — E allora vai con la carne in scatola perché "Simmental...mente buona", il brodo in dado perché dava "condimento, gusto e sapore", la voglia e la scoperta di nuovi gusti (la Nutella la scoprimmo in tv e non ce ne siamo più separati) la nascita di slogan indimenticabili ("il signore sì che se ne intende"). Un’Italia che sorrideva, pervasa da un eterno ottimismo, ormai ricostruita dalle macerie, che affollava i primi supermercati, si metteva in Cinquecento, e grazie all’Autostrada del Sole abbatteva distanze siderali. A unificare il linguaggio ci pensò invece la televisione con il Primo e il Secondo canale, come si chiamavano allora. Alla fine degli anni Cinquanta un lusso per pochi, poi a disposizione di tutti.
ATTORI E PUPAZZI — Non c’era ancora l’Auditel, eppure gli ascolti furono subito spaventosi, finire una sola volta in tv garantiva l’ingresso nella storia. E così la popolarità di «Carosello» diventò quasi subito quella dei prodotti che promuoveva. Non veri e propri spot, come li concepiamo oggi, semplici messaggi, affidati ad attori popolarissimi (da Ugo Tognazzi a Raimondo Vianello, da Totò, alla Loren ad Alighiero Noschese), altri lo diventarono grazie alla trasmissione come Ernesto Calindri, allora noto solo a teatro, poi identificato come l’uomo seduto in mezzo al traffico che bevendo un aperitivo dimenticava il «logorio della vita moderna», per non parlare dei tanti antesignani del Gabibbo, maschere o pupazzi creati per la pubblicità come il canarino Titti, la mucca Carolina, Calimero, Gringo che vissero poi di vita autonoma.
IL SIPARIO — "Carosello" ha regalato speranze, notti serene prive di incubi, promesse di una vita migliore, squarci di vita familiare. E una sigla mutuata da una marcetta, che cominciava trionfante, scandiva i 5 episodi e poi si trasformava nella dolce ninna nanna che chiudeva la giornata dei piccoli. Arrivato nelle nostre vite al momento giusto «Carosello» ha scelto con tempismo anche il momento del congedo, arrivato nel 1977. Cominciavano gli anni di «piombo» del terrorismo e l’Italia scopriva di non avere più nulla per cui sorridere.
Fonte: Edited by francesina63 - 25/8/2022, 15:59
|
| |