I pesci di Laghi e Fiumi

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view post Posted on 16/2/2013, 18:42     +1   -1
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In occasione dell' apertura della stagione di pesca sportiva conosciamo meglio i pesci di laghi e fiumi.

Le specie più importanti sono:


AGONE O SARDELLA

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L’agone viene chiamato sul Garda con quattro nomi a seconda della sua età:

Scarabina, la più giovane
Sardena, la mezzana
Agone, la più vecchia
Cepa (cheppia), quella di immigrazione

Al pari dell’ alborella è molto apprezzata dai gardesani per la sua carne saporita e per la facilità nel pescarla, data la sua abitudine a muoversi in gruppi numerosi. Si nutre di plancton e si riproduce nel mese di giugno deponendo le uova vicino alla riva in fondali profondi. Viene pescata sia da barca che da riva con amettiere a 5 ami con imitazioni di mosche. La quantità massima di catture è di cinque chili.

Morfologia

•Forma allungata e compressa lateralmente
•Colorazione verde-azzurra sul dorso e argentata sui lati e sul ventre
•Una serie di macchie scure sul dorso
•Profilo ventrale pungente
•Una membrana trasparente di natura adiposa ricopre la parte anteriore e posteriore dell’occhio
•Il bordo inferiore del ventre è caratterizzato dalla presenze di dentelli prominenti e acuminati (carenatura ventrale)

Taglia

Può superare i 30 centimetri. Mediamente misura 25 centimetri, con un peso di circa 50-60 grammi.

Distribuzione

Grandi laghi prealpini. È stato introdotto anche nei grandi laghi dell’Italia centrale (Bolsena, Vico e Bracciano).

Habitat

Specie gregaria di origine marina con abitudini migratorie; è divenuta sedentaria tipicamente nei grandi bacini lacustri subalpini (Lugano, Maggiore, Como, Iseo, Garda), dove vive in banchi nelle acque pelagiche; è tuttavia presente anche nel lago di Mergozzo, bacino lacustre di piccole dimensioni (superficie due chilometri quadri; profondità massima 70 metri), situato ad ovest del Bacino Borromeo del Lago Maggiore.

Alimentazione

Principalmente a base di organismi zooplanctonici, ma anche di insetti (larve ed adulti) e, più raramente, di pesci (soprattutto giovani alborelle).

Riproduzione

Maggio-giugno con temperature dell’ acqua comprese tra 15 e 25 °C. Le zone di riproduzione sono preferenzialmente le acque basse con fondali sabbiosi in prossimità delle foce dei fiumi immissari. Le uova sono di piccole dimensioni (1,6 millimetri) e si schiudono in 2-8 giorni. La maturità sessuale è raggiunta a 2-3 anni per i maschi e a 3-4 anni per le femmine.

Valore economico

Localmente ha un modesto valore commerciale.

Note

Per tradizione viene conservato salato, dopo disseccamento al sole. L’agone o sarda è un pesce presente nel lago di Garda e viene pescato nel periodo di maggio-giugnoaggio, quando viene verso riva per riprodursi.


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Alburnus alburnus - ALBORELLA

Alborella



Famiglia

Cyprinidae

Ordine

Cypriniormes

L’alborella è un piccolo pesce molto conosciuto dalle genti del lago per la sua abbondanza. Vive in branco, accostandosi alla riva è facilmente individuabile.

La sua lunghezza non supera i 20 centimetri e la sua dieta è composta di plancton. Si riproduce in estate nel mese di maggio-giugno deponendo le uova non lontano dalla riva in bassi fondi, su piante o su fondi sabbiosi o ghiaioso e di notte. Dalle squame si estrae l’essenza d’oriente, adoperata per la costruzione delle perle artificiali.

Morfologia

•Forma allungata e compressa lateralmente
•Colorazione verde con riflessi argentei
•Bocca leggermente rivolta verso l’alto

Taglia

Può raggiungere i 20 centimetri.

Distribuzione

Corsi d’acqua e bacini lacustri di piccole e grandi dimensioni su tutto il territorio italiano; manca nelle isole. In Umbria è una specie introdotta.

Habitat

Vive sia nelle acque stagnanti sia nei tratti di pianura dei corsi d’acqua (zona a ciprinidi).

Comportamento

Vive in branchi numerosi, prevalentemente nella zona superficiale dell’acqua.

Alimentazione

Zooplancton, larve d’insetti, insetti adulti, detrito vegetale.

Riproduzione

Da giugno ad agosto, su bassi fondali sabbiosi e ghiaiosi. La schiusa delle uova avviene in 4-5 giorni alla temperatura di 20°C.

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ANGUILLA

Anguilla



Famiglia:

Anguillidi

Ordine:

Anguilliformi

Morfologia:

La caratteristica principale dell’anguilla è il tipico corpo serpentiforme allungato, cilindrico e schiacciato verso la coda, ricoperto di uno spesso strato di muco dovuto alla secrezione delle ghiandole mucipare di cui l’epidermide è ricca, fatto che ne determina una notevole viscidità. Essa possiede una bocca di piccole dimensioni corredata di piccoli denti conici. Ha narici tubolari, la mandibola prominente ed occhi di piccole dimensioni. Le diverse pinne presenti sul corpo sono unite tra loro in un’unica struttura. La colorazione è brunastra con tinte che variano dal grigio al verde, ad eccezione del ventre che è di colore bianco tendente al giallo. Non esiste differenza morfologica tra i due sessi della specie. I maschi sono però di norma di dimensioni più ridotte delle femmine. Il peso di queste ultime si aggira normalmente intorno ai due chilogrammi, ma in alcuni casi ne può raggiungere addirittura cinque.

Taglia:

Gli esemplari di sesso maschile di norma non superano i cinquanta centimetri, mentre quelli di sesso femminile posso superare il metro di lunghezza.

Distibuzione:

L’anguilla è un pesce molto diffuso nei corsi d’acqua e nei laghi europei e baltici, nonché lungo le coste del Mar Mediterraneo e Baltico.
In Italia la specie è autoctona, presente nelle acque dolci di tutta la penisola, dal livello del mare fino ad una quota di circa 1.500 m, nonché nelle acque marine.

Habitat:

Laghi collinari e di fondovalle, stagni, fiumi di pianura e pedemontani.
L’anguilla durante il giorno si nasconde in tane conosciute con il nome di “forami”, cavità che pratica nella sabbia del fondale, riconoscibili per via di forellini facilmente visibili che consentono all’acqua di filtare all’interno. L’anguilla predilige uscire nelle ore notturne per dar vita alla propria attività predatoria.

Comportamento:

Si tratta di un pesce dalle ottime capacità predatorie, vorace ed assai aggressivo, che vive prevalentemente sul fondale. Nella stagione invernale si nutre pochissimo, preferendo starsene infossato nel fondo. Questo è il comportamento tenuto di norma nelle acque dolci; in acque salate esso si modifica significativamente, dato che si muove anche di giorno, specialmente in caso di acqua torbida, anche nella stagione invernale.
L’anguilla tollera senza particolari problemi le variazioni di salinità, temperatura e pressione.

Alimentazione:

L’anguilla ha ottime capacità di adattamento in diversi tipi di ecosistema, colonizzando ogni tipo di ambiente acquatico. Si ciba prevalentemente di invertebrati di fondo, vermi, piccoli pesci e loro uova, nonché insetti.

Riproduzione:

La specie è migratrice catadroma e al termine dell’autunno o all’inizio dell’inverno, ma a volte anche in primavera, le anguille adulte vanno in mare percorrendo quotidianamente dai 15 ai 40 chilometri, migrando fino al mar dei Sargassi. Qui avviene il ciclo riproduttivo ad una profondità compresa tra i 200 ed i 400 metri. Al termine della deposizione delle uova, avviene il decesso dei soggetti riproduttori. Alla schiusa delle uova, le larve danno inizio ad un percorso a ritroso che le condurrà alle acque originariamente abitate dai genitori. Nel corso del lungo viaggio il corpo subisce una guaduale ma radicale trasformazione, fino a raggiungere la caratteristica e definitiva forma serpentiforme.

Pesca:

L’anguilla viene pescata in via principale con la pesca a fondo con il verme, ma è anche preda di pescatori sportivi subacquei. Nel passato veniva pescata con il forone, la fiocina, il tamburello ed ovviamente con le reti.


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LA BOTTATRICE

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Ordine:

Gadiformi
Famiglia:

Gadidi

La bottatrice vive nella profondità del lago avvicinandosi alla riva dopo il tramonto per nutrirsi.

Pesce voracissimo usa come esca il bardiglio che si trova sotto il mento per attirare le sue prede.

Si nutre principalmente di piccoli di pesce persico, trota e coregone, insetti, vermi e uova.

Si riproduce nel periodo invernale tra dicembre e marzo aggregandosi in folti branchi. Le sue carni sono molto ricercate per la bontà e per l’assenza di lische.

Pesce dall’ aspetto piuttosto brutto vive principalmente nei laghi del nord Italia e nella parte finale dei loro immissari e quella iniziale degli emissari, ha la testa piatta e larga mentre il corpo e tondeggiante molto robusto appiatendosi verso la coda...

Ha la bocca grande ed è armata di piccoli denti a uncino ricurvi all’indietro in modo che quando afferra la preda non possano sfuggire dalle fauci. La livrea e mimetica verde-giallastro con ampie macchie striate tendenti al marrone scuro, invece il ventre è bianco-giallastro, la sua pelle e viscida come quelle delle anguille. Vive preferibilmente nei grandi fondali dei laghi essendo lucifuga (odia la luce), come l’anquilla si muove principalmente al tramonto avvicinandosi alle rive dove trova più facilmente del cibo.


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Barbus plebejus - IL BARBO

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FAMIGLIA

Cyprinidae

ORDINE

Cypriniformes

Il barbo vive in branco in acque fonde e ossigenate ad una temperatura tra i 12 e i 18 gradi. Si nutre di vermi, molluschi, insetti, uova di pesce e piccole trotelle.

La sua struttura è tipoca dei pesci di fondo della famiglia dei Ciprinidi con dimensioni medie. Presenza un corpo affusolato ed allungato, con ventre rettilineo ed il dorso molto incurvato, la testa è grande e termina con una protuberanza carnosa “naso”. La bocca è in posizione ventrale, le labbra sono carnose con accanto due paia di barbigli per lato, da cui prende il nome la specie e, che utilizza come organi sensoriali per procurarsi il cibo. Gli occhi sono piccoli.
Sul corpo ha scaglie di medie dimensioni, mentre la livrea fulva si presenta di colore bianco-gialla sul ventre, a volte con piccole macchie nere. Le pinne inferiori sono di colore bianco-arancioni, quelle dorsale, invece, di colore grigio scuro sempre con piccole macchie nere, e mostra una caudale ampia e biforcuta con riflessi rossastri.
Può raggiungere eccezionalmente i 60 cm di lunghezza ed un peso di oltre 4 Kg, ma le dimensioni, in casi normali sono molto ridotte.

Riproduzione

Si riproduce tra metà aprile e metà giugno fissando le uova sulle pietre. Durante l’inverno riduce al minimo la sua attività adagiandosi in branco su fondi tranquilli.

Consigliamo la tecnica pesca a striscio per la pesca del barbo.

Questa tecnica di pesca sfrutta l’istinto alla caccia del pesce, usando esche naturali come gatoss, portasassi, e verdine, di cui lo stesso barbo ne va a caccia scandagliando tutto il fondo, ma è possibile usarne anche altre come il bigattino (la più utilizzata), lombrichi, pane e molti diversi tipi di esca, visto che si tratta di una specie onnivora.
L’azione di pesca è quella di lanciare e recuperare nuovamente l’esca, cercando di gestire il comportamento con la canna ed il mulinello, considerando le profondità.

In inverno è molto faticoso trovarlo perché va ad intanarsi nelle buche più profonde, invece, in primavera e d’estate lo si incontra più facilmente.
È una preda apprezzata dai pescatori per la tenacia con cui si difende, in particolar modo le specie più grandi.
Le carni sono molto buone ma particolarmente liscose.

MORFOLOGIA

- Corpo fusiforme
- Bocca protrattile in posizione infera con labbra sviluppate e carnose
- Colore bruno o verdastro sul dorso che si schiarisce proseguendo verso il ventre.
- Pinne rossastre, ad esclusione della dorsale e della caudale.

TAGLIA

In alcuni casi particolari può raggiungere i 60 cm di lunghezza con un peso di 4 kg ma, le misure medie del pesce adulto sono di norma circa 30 cm di lunghezza e 2 kg di peso.

DISTRIBUZIONE

E’ diffuso nell’Italia settentrionale, è si può trovare in quasi tutti i fiumi e torrenti ma difficilmente nei laghi.
Predilige acque correnti e limpide, con fondi ghiaiosi.
Una conseguenza delle immissioni ha portato il pesce ad essere presente anche in Italia centrale e meridionale, ed assente nelle isole.

HABITAT

Predilige i fiumi pedemontani e torrenti di fondovalle.

COMPORTAMENTO

Questa specie è gregaria ma, una volta raggiunte le maggiori dimensioni tende ad isolarsi. Nel periodo invernale diminuisce la propria attività, tanto da trascorrere i periodi più freddi in semi-letargo, nascondendosi sul fondo.

ALIMENTAZIONE

Si nutre quasi esclusivamente di invertebrati come anellidi, alghe, larve di insetti, molluschi e pesci piccoli, ricercandoli fra gli anfratti del fondo.

RIPRODUZIONE

Ha un periodo riproduttivo, in base alle condizioni ambientali, che si protrae da aprile a giugno. Le uova, di cui ne vengono espulse centinaia, presentano un diametro di 1,5-2 mm e vengono deposte fra sabbia e ghiaia lungo i corsi d’acqua, schiudendosi entro 10-15 giorni. La loro maturità sessuale viene raggiunta ad un età che va da 2-4 anni per i maschi e 4-5 anni per le femmine.
La crescita è piuttosto lenta e, ad oggi non se ne hanno ben chiaro tutti i particolari.


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BLACK BASS o PERSICO TROTA o BOCCALONE

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Dove vive il black bass

Il suo habitat preferito è caratterizzato da acque stagnanti o a corso lento, poco profonde e con fondali di fango e torba, ricche di vegetazione e possibilmente con temperatura dell’acqua compresa tra i 7 e i 32 gradi.
Si è diffuso in poco tempo in tutta Italia grazie alla sua resistenza e alla grandissima capacità di adattarsi. Il persico trota, infatti, è un predatore estremamente robusto e dotato di buona tolleranza all’inquinamento ambientale.

Se la specie sa cavarsela così bene, però, è anche grazie al fatto che i black bass sono dei genitori modello e riservano alla prole molte di quelle attenzioni che gli studiosi definiscono “cure parentali”.

A primavera, solitamente durante i mesi di maggio e giugno a seconda delle condizioni climatiche, quando la temperatura dell’acqua raggiunge approssimativamente i 20°C, il maschio si prepara un nido con del materiale vegetale per permettere alla femmina, quasi sempre riconoscibile per la taglia maggiore, di deporre poche migliaia di uova.

Dopo averle fecondate, il maschio resta a sorvegliare le uova fin dopo la schiusa e oltre, ai primi stadi degli avannotti.
Questo comportamento assicura alla specie un grandissimo successo riproduttivo e, tutto sommato, una bassa mortalità giovanile rispetto ad altri pesci.

I giovani black bass, dai cinque centimetri in su, stanno di solito in mezzo alla vegetazione del sottoriva dove si nutrono di piccoli vertebrati, pesciolini, girini, anfibi, serpentelli d’acqua, crostacei, insetti e larve, mentre gli adulti nuotano in acque più fonde e la loro dieta è costituita principalmente da crostacei d’acqua dolce, pesci, rane, piccoli mammiferi, invertebrati in genere e grossi insetti.

Migrazioni stagionali

Il mutamento delle stagioni portano il black bass a diversi livelli di profondità, cambiando le postazioni di caccia e modificando le abitudini alimentari.

In base alle condizioni climatiche il persico trota può agire in superficie, a mezz’acqua o sul fondale, scendendo in inverno nelle buche più profonde, dove l’acqua è meno fredda che in superficie, per risalire durante il periodo primaverile quando la temperatura inizia ad attestarsi intorno a valori di 13-15 gradi.

Inizia così una lenta ascesa verso le zone più superficiali, fino a raggiungere gli appostamenti del sottoriva che manterrà per tutta l’estate, periodo che, fino all’inizio dell’autunno, coincide con la massima attività biologica del pesce. Poi si ripeterà il ciclo, con la lenta discesa verso le profondità di laghi e fiumi dove il bass rallenterà la propria attività metabolica per prepararsi a trascorrere l’inverno.

Posizioni di caccia

Le posizioni predilette nel periodo di massima attività, cioè dalla primavera all’autunno, sono tutte quelle zone, a maggiore o minore distanza da riva, dove la presenza di vegetazione o altri ostacoli fornisca al pesce buoni nascondigli da cui tendere agguati( pontili e relitti affondati o parzialmente affondati, foglie di ninfee, alberi e ramaglie affioranti o sommersi, legnaie e rocce, canneti e vegetazione acquatica e di riva in genere ed infine costoni rocciosi, specialmente se frastagliati e con cavità).

Inoltre bisogna anche tenere conto del fatto che è un predatore, quindi i posti ricchi di pesce foraggio sono ottimi spot di pesca.

Attenzione ai periodi di divieto di pesca!

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Fonte:
pescaok.it


Edited by francesina63 - 15/1/2018, 17:30
 
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carpa

La Carpa



Carpa:
Cyprinus carpio, (carpa comune); pesce d’acqua dolce

Famiglia:

Ciprinidi

Ordine:

Cipriniformi

Morfologia:

Corpo allungato completamente rivestito da grandi scaglie; testa
larga, con muso corto e largo, bocca con mandibola appena sporgente e priva di barbigli, corredata di uno sviluppato apparato masticatore formato da una doppia fila di denti faringei, idonei alla triturazione dei vegetali d’acqua. La pinna dorsale è lunga e conta tra i 18 ed i 24 raggi; quella anale è piuttosto grande. I lobi delle pinne pettorali e ventrali risultano essere arrotondati; la coda è forcuta. La colorazione è prevalentemente argentea con sfumature dorate in corrispondenza dei fianchi; il ventre è giallastro.

Taglia:

La lunghezza può variare dai 30 ai 60-65 centimetri. Il peso di norma è compreso tra i 3 e i 30 chili. In casi assolutamente eccezionali può raggiungere i 40 chilogrammi di peso e i 130 centimetri di lunghezza. E’ uno dei pesci più longevi che si conosca, tanto da poter raggiungere addirittura i cento anni di età.

Distribuzione:

E’ un pesce d’acqua dolce che proviene originariamente dell’Europa, che ha però raggiunto una diffusione nelle acque dolci di tutto il mondo, salvo che nei luoghi più rigidi come i poli e l’Asia settentrionale. E’ stato introdotto come pesce commestibile per via della sua predisposizione a vivere in acque povere di ossigeno e stagnanti. La carpa selvatica è presente attualmente solo in limitati tratti del fiume Danubio.
La carpa predilige i tratti d’acqua dolce tranquilli e con una ricca vegetazione che ne possa facilitare la riproduzione.

Habitat:

Vive nei fiumi a corso lento e nei laghi, ma si adatta molto bene in qualsiasi habitat, anche in quelli soggetti ad inquinamento organico. Preferisce i fondali profondi, melmosi, con vegetazione sommersa o fondali cosparsi di detriti ingombranti, con tronchi d’alberi abbarbicati o depositati sul fondo. Predilige le acque calde (la temperatura ideale è compresa tra i 15 e i 25 °C). Vive normalmente ad una profondità compresa tra 1,5 e 3 metri. Si può trovare nel tratto inferiore dei fiumi, nei laghi, negli stagni e nei canali di bonifica. Non necessita di grandi spazi d’acqua, potendo adattarsi tranquillamente in piccoli laghetti o addirittura in pozze. Talvolta viene allevata in paludi o risaie.

Comportamento:

Specie dall’indole gregaria, soprattutto in giovane età, che si muove normalmente in branchi di piccole dimensioni. Da adulta predilige però la vita solitaria. Nel periodo invernale, la sua attività alimentare e motoria si riduce drasticamente, per poi riprendere gradualmente da febbraio ad aprile. Da maggio ad agosto, la carpa diviene molto mobile, raggiungendo talvolta le correnti vive.

Alimentazione:

Si tratta di un pesce onnivoro che ricerca spesso il cibo alla superficie e nei sedimenti di fondo, specialmente nel corso della notte. La specie si alimenta prevalentemente filtrando sostanza organica e microrganismi dai sedimenti del fondo.

Riproduzione:

La specie raggiunge la maturità sessuale in un’età compresa tra i due ed i quattro anni. Si riproduce deponendo circa 2-300.000 uova in un periodo che va dalla tarda primavera alla prima parte dell’estate. I banchi di carpe in questo periodo si spostano in acque basse vicino a canneti ed erbai. Quando nascono, i piccoli si nascondono nel fogliame e si nutrono di microorganismi; al raggiungimento di circa 2 cm di lunghezza si allontanano incominciando la loro vita adulta.

Pesca:

A causa delle sue notevoli dimensioni, la carpa è uno dei pesci maggiormente ricercati per la pesca sportiva tramite l’utilizzo della pesca a fondo, con l’impiego di esche vegetali.

Tra i vari tipi di Carpa possiamo citare:

Si distinguono tre varietà di carpa comune più altri due tipi di carpa assai rare:

•Comune o Regina: completamente ricoperta di scaglie
•Specchio: con presenza di poche ma grosse scaglie
•Carpa Koi: carpa colorata utilizzata molto spesso in acquari e laghetti.
•Fully Scaled
•Linear Carp



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Il Carpione

carpione



CARPIONE - Salmo trutta carpio

ORDINE: Cupleiformi

FAMIGLIA: Salmonidi

Il carpione vive esclusivamente nelle profonde e purissime acque del lago di Garda.

Per diverse cause, la pescosità di questo esemplare è attualmente molto scarsa.

La sua carne la si può gustare solo in qualche rinomato ristorante.

Il carpione ha due periodi riproduttivi: uno in inverno da dicembre a gennaio; l’altro in estate da luglio ad agosto.

Può raggiungere un peso tra uno e due chili. La sua dieta à composta di plancton.

Molto assomigliante ad una Trota Fario o al Salmerino con una livrea molto simile alla Trota lacustre, con il dorso color bruno-rossastro, il ventre di color argenteo-bianco. La pesca del Carpione e soprattutto fatta da pescatori di professione posizionandosi al centro del lago dove in profondità vi sono delle correnti in cui il pesce vaga sempre a caccia di cibo. La tecnica più diffusa e la Tirlindana e consiste in un grosso rocchetto su cui e avvolta la lenza lunghissima fino alla profondità di 50-80 m, alla fine di questa lenza vengono attaccati diversi cucchiaini del tipo ondulante e vagando con la barca con un tecnica che i più esperti pescatori conoscono, e sicuramente qualche Carpione attaccherà l’esca artificiale


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Il Cavedano

Cavedano



Cavedano
Leuciscus cephalus (Linneo. 1758)

Famiglia:

Ciprinidi

Ordine:

Cipriniformi

Morfologia:

Il cavedano ha un corpo slanciato a sezione ovoidale con dorso grigio bluastro o verdastro, i fianchi di tonalità argentea, pinne grigiastre e ventre bianco. Presenta squame punteggiate di nero ai margini, di dimensioni abbastanza grandi. Le pinne sono di color grigio scuro e la caudale è bilobata.
Possiede una bocca terminale ed ampia priva di barbigli.

Taglia:

La lunghezza massima che può raggiungere un cavedano è pari a circa 50 – 55 centimetri, mentre il peso difficlmente supera i 2 chilogrammi, ma può raggiungere al massimo poco più di 3 Kg.

Distribuzione:

Il Cavedano è presente nel nostro paese nelle acque del Nord, del Centro ed anche quelle del Sud, dove si spinge fino al fiume Crati (Calabria). Da poco tempo è stata scoperta l’esistenza nell’Italia centrale di una specie molto simile al Cavedano, finora erroneamente scambiata per lo stesso pesce: il suo nome è Cavedano etrusco (Leuciscus lucumonis Bianco), le cui caratteristiche sono al momento ancora poco note.

Habitat:

Quella del cavedano è una specie che colonizza ambienti assai diversi tra loro. Nei fiumi caratterizza la zona a Barbo (corso pedemontano), ma è presente anche nella zona a Ciprinidi (corso di pianura). Ha una spiccata capacità di resistenza all’inquinamento.

Comportamento:

E’ una specie reofila, che colonizza le acque dei corsi di media e fondo valle con fondali ghiaiosi, dove condivide l’habitat con il barbo e con la lasca. La sua duttilità fa sì che la si rinvenga anche nella parte terminale dei fiumi e nelle acque ferme dei laghi e dei canali. I giovani formano branchi di decine di soggetti, mentre gli individui adulti sono solitamente solitari. Dall’inizio dei primi freddi fino a primavera, i cavedani rimangono sul fondo e sono attivi solo nelle ore centrali della giornata, normalmente dalle 11 del mattino fino alle 15 del pomeriggio.

Alimentazione:

Si tratta di una specie onnivora, che si ciba principalmente di invertebrati acquatici, pesci e loro uova, insetti, vegetali, piccoli anfibi, girinini e tritoni, materiali organici di ogni tipo. Gli esemplari giovani si nutrono di organismi planctonici, crostacei, alghe filamentose, insetti e loro larve, girini, semi e molluschi.

Riproduzione:

Il cavedano raggiunge la maturità sessuale in un’età che va dai due ai quattro anni: i soggetti di sesso maschile maturano prima di quelli di sesso femminile. La frega avviene in un periodo compreso tra aprile e luglio, in base all’habitat in cui la specie si trova a vivere. La deposizione delle uova avviene nel corso della notte in acque basse e su fondali ghiaiosi. Le uova hanno proprietà adesive e sono di un diametro di circa 1,5-2 mm; esse vengono deposte sulla vegetazione nei pressi della riva, ma occasionalmente anche su sabbia, pietre e ghiaia. Le femmine sono in grado di deporre anche l’incredibile numero di 50.000 uova per un peso totale di circa un chilogrammo. Le uova si schiudono dopo circa 10-12 giorni. Gli avannotti misurano circa 4 mm alla schiusa.

Pesca:

Il periodo della pesca al cavedano va da maggio a dicembre. E’ la specie d’acqua dolce più pescata in Italia dai pescatori sportivi.
Le sue carni sono di gusto piacevole, ma ricche di spine, per cui il valore economico di questa specie è pressochè nullo.

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Il Coregone lavarello

Coregone


Coregone lavarello

Coregonus lavaretus

FAMIGLIA

Salmonidi

ORDINE

Salmoniformes.

In Italia il Coregone è diffuso nei laghi del Lazio e nei grandi laghi delle prealpini.
Il Coregone lavarello è diffuso nelle acque dolci della Gran Bretagna, nel Nord Europa, nella Francia, nella Svizzera ed in Italia ma, anche nel Mar Baltico e nel Mare del Nord, ed in Iran sono stati ritrovati anche alcuni esemplari.

L’alimentazione è composta per la maggior parte di plancton.

E consigliata la pesca dalla barca o pesca a fondo.
Per pescare il Coregone, bisogna munirsi di un buon mulinello, che contenga molto nylon, necessario per i lanci lontani, e la canna deve sopportare piombi di dimensioni di 25-30 grammi.
Utilizzare il guadino in questo caso vi agevolerà sicuramente nella pesca.

Viene ricercato per la sua carne dall’ottimo sapore.

MORFOLOGIA

- Corpo fusiforme e allungato
- Capo piccolo e appuntito
- Le pinne sono ben sviluppate
- Il suo colore è argenteo

Il coregone lavarello è in media lungo 50 centimetri, ha un corpo fusiforme e allungato ed il capo è piccolo e appuntito, L’occhio è abbastanza grande con la pupilla di una forma caratteristica, che termina con un angolo, da cui prende il nome, infatti, Coregonus significa “pupilla ad angolo”.
Presenta due pinne dorsali di cui la prima è fornita di raggi ossei, al contrario della seconda che è una pinna adiposa. Questa è la ragione che fa rientrare i Coregoni nel gruppo dei Salmonidi, pur manifestando alcune caratteristiche diverse come la bocca, piccola e quasi priva di denti, tutto il corpo è rivestito da scaglie cicloidi molto grandi e, non presenta macchie scure lateralmente nel periodo giovanile. Le specie Coregonus è l’unico presente in Italia, ed è molto difficile riconoscerli, visto che si tratta di una forma ibrida derivata dall’incrocio di specie diverse.
Si presenta con un dorso grigio-azzurro, i fianchi sono argentei ed il ventre bianco con pinne di colore grigio-chiaro.

TAGLIA

Può raggiungere i 70 cm di lunghezza, ma la taglia più comune è di 30-50 cm.

DISTRIBUZIONE

Riscontriamo la presenza del Coregone lavarello in Italia come conseguenza alla introduzione in alcuni laghi settentrionali di specie diverse, del genere Coregonus, originari dalla Svizzera. Queste specie, nelle nostre acque, hanno dato origine ad una nuova forma ibrida, il Coregone lavarello. In seguito, questa nuova varietà, è stato diffuso in tantissimi altri laghi.

HABITAT

Tutte le varie specie appartenenti al genere Coregonus, Lavarello incluso, si ritrovano nelle profondità delle acque. prediligono acque limpide e bene ossigenate.

COMPORTAMENTO

Si tratta di una specie gregario, quindi è propenso a formare branchi di numerosi individui. Vive a molti metri di profondità, nelle zone aperte dei laghi. Tende ad avvicinarsi verso la rive solo quando è nel periodo della riproduzione.

ALIMENTAZIONE

Il Coregone lavarello è principalmente planctofago, ma si nutre anche di piccoli crostacei, molluschi e larve di insetti che possono variare la sua dieta.

RIPRODUZIONE

La riproduzione Coregone lavarello avviene in autunno-inverno e le uova sono di circa 2,5-3 mm di diametro. Queste vengono deposte in acque non molto profonde, adagiati su fondi ghiaiosi e sabbiosi. Le uova si schiudono dopo un periodo di 2-3 mesi.
Il periodo riproduttivo è caratterizzato dalla comparsa su tutto il corpo dei tubercoli nuziali, particolarmente sviluppati nei maschi rispetto alle femmine.
La maturità sessuale viene rapidamente, tanto che, già ad un anno di età è in grado di riprodursi.
L’accrescimento è condizionato dalla disponibilità del cibo e da fenomeni di competizione e, quando le condizioni ambientali sono sfavorevoli alla crescita, si possono verificare fenomeni di nanismo, facendoli pesare non più di di 3 Kg.

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Il Luccio

Luccio



Famiglia

Esocidi

Specie

Esox Lucius L.

Nome nelle principali lingue

•Inglese: Pike
•Francese: Brochet
•Spagnolo: Lucio
•Tedesco: Hecht

Morfologia

Il luccio ha corpo allungato e sottile coperto di piccole squame di colore bruno verdiccio a macchie gialle e ventre argenteo bianco giallastro. La pinna dorsale è spostata verso la fine della coda sovrapposta a quella anale per consentire al luccio uno scatto più potente che non lascia scampo alle sue prede. Grazie alla sua bocca piena di denti il luccio è un predatore voracissimo. Può raggiungere i 130 centimetri di lunghezza e oltre i 20 chilogrammi di peso.

Riproduzione

La maturità sessuale viene raggiunta dai maschi a torno agli 1-2 anni, mentre nelle femmine del luccio arrivaverso i 2-3 anni, queste possono produrre dalle 20.000 alle 30.000 uova per chilo di peso. Le uova hanno diametro tra i 2-3 millimetri, sono adesive e alla temperatura di 12-16°C impiegano 8-10 giorni per schiudersi. Si riproduce nel periodo primaverile, tra febbraio e maggio, vicino alle rive in acqua bassa, ombreggiata, con fondo melmoso o erboso.

Il luccio è uno stupendo predatore, la sua colorazione è criptica per ben confondersi con l’ambiente;
È uno di quei pesci più ambito dai pescatori.

Le carni

In cucina il luccio è molto apprezzato per le sue carni gustose, anche se un po’ liscose, ma buone bianche e sode.

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Fonte:
pescaok.it


Edited by francesina63 - 15/1/2018, 17:29
 
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view post Posted on 22/2/2013, 18:22     +1   -1
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Il Persico Reale



Ordine: Perciformi

Famiglia: Percidi

Il persico reale, che ha carni pregiatissime, è caratterizzato da una pinna dorsale spinosa.

Ha una forma molto elegante anche se un pò tozza e ovaloide, compresso lateralmente, ha una testa robusta con grandi mascelle con piccoli denti conficcati nel palato, presenta squame, su tutto il corpo, rugose e dentellate al tatto. I suoi colori sono, sul dorso,...

dal verde-oliva con sfumature brunastre mentre le parti laterali sono giallo-dorate con bellissime pinne rosso-arancione, presenta delle striature molto simile a quelle del Lucioperca. Pesce gregario che quando diventa adulto di medie dimensioni diventa sempre più solitario, d’estate predilige acque basse e ghiaiose mentre d’inverno frequenta fondali molto più profondi. I posti migliori per insidiare questo predatore sono i fondali con presenza di sassi, grossi massi con anfratti.

Si riproduce nei mesi di aprile e maggio, deponendo le uova su piante acquatiche.

Può raggiungere i 4 chili, ma non nel Garda dove arriva al massimo a 1,5 chili. Vive nei fondali sassosi.

È un pesce molto divertente da pescare e può essere pescato anche a spinning. In questa tecnica, offre una notevole resistenza. Da insidiare con cucchiaini del 2 o dell’1, bianchi o dorati con punti o strisce rosse, oppure con piccoli minnow con paletta lunga che vanno sul fondo, proprio dove il persico staziona.

L’attrezzatura: a livello di canna filo e mulinello potrebbe essere la stessa della trota. Col galleggiante un filo abbastanza robusto 0.20; ami dal 8 al 12 e come esche: il lombrico (verme di terra), gatoss e bigattino, oppure gamberetti.

Inoltre il persico reale può essere pescato con le amettiere da coregoni/cheppie/sarde o studiate appositamente per lui, i colori preferiti delle amettiere sono il nero, il verde, il rosso, il bianco o l’oro.

I luoghi che preferisce sono gli alberi sommersi, i piloni dei ponti in legno e comunque postazioni dove possa sia attaccare al riparo dall’essere visto, che difendersi a sua volta dai predatori.

Fai attenzione ai periodi di divieto di pesca!


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Il Persico Sole

Persico_sole



Ordine: Perciformi

Famiglia: Centrarchidi

Il persico sole ha corpo caratteristico molto alto e arrotondato, compresso ai lati, con il peduncolo caudale molto ristretto.

Il piccolo muso è ottuso e la bocca, di media grandezza, rivolta lievemente verso l’alto; gli occhi sono grandi. Squame quasi lisce rivestono il corpo che sul dorso ha una sola e lunga pinna costituita da due parti ben distinte; la prima è sorretta da raggi duri e spinosi, la seconda è più alta, arrotondata ed elegante, sorretta da raggi molli.

La pinna caudale è grande, con bordi arrotondati ed è bene incisa; anche la pinna anale è grande e ha i primi tre raggi spinosi; piccole sono invece le pinne ventrali e le pettorali.

Ha carni sode ma liscosissime e, per cucinarlo, se ne ricavano filetti. Il persico sole può raggiungere i 20 centimetri di lunghezza.

La livrea del persico sole è fra le più belle tra quelle dei pesci che popolano le nostre acque. La tinta di fondo è verde bronzea con riflessi metallici e striature azzurre sui fianchi; parzialmente giallo rossastra sulle parti inferiori e sull’anale.

Picchiettature scure appaiono sulla parte dorsale e sulla caudale. Sopra l’opercolo c’è una macchia arancione nei maschi, rosso scura e nera nelle femmine.

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Il Salmerino

SALMERINO



Il salmerino è molto simile alla trota come forma, solo un pochino più allungata ed affusolata.

Ha una colorazione scura a macchie tonde più chiare, le pinne e la pancia hanno dei riflessi rosati, ha mascelle molto forti e carni bianchissime. Alcuni le ritengono più saporite di quelle della trota.

Vive principalmente in acque profonde e pulite su fondi rocciosi, laghi (come il lago di Tovel nel Trentino) e torrenti montani. Lo troviamo anche in alcuni torrenti, magari immesso dall’uomo (più comunemente, il salmerino di fonte).

Si nutre di sostanze planctoniche, larve, insetti, molluschi; in età adulta anche di altri pesci. È un predatore.

Ha abitudini molto simili a quelle della trota e valgono le stesse modalità per pescarlo, spinning, al tocco, al galleggiante. Si riproduce da novembre a gennaio, risalendo dalle profondità per deporre le uova.

Per la tecnica di pesca, è la stessa della trota (ottimi risultati anche a spinning).

Il salmerino alpino è un pesce molto difficile da catturare. Ho notato i piccoli sputare l’artificiale e anche i grandi tirare dritto contro l’artificiale. Fa molto piacere catturarne uno, vista la difficoltà di prendere dei belli esemplari. È divertente da pescare perché offre una bella resistenza.

Salmerini alpini e trote vivono praticamente nello stesso ambiente e quindi mangiano le medesime cose.

Il salmerino è un pesce molto forte e robusto dai colori molto forti.

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La Tinca

tinca



Tinca:

Tinca tinca (Linnaeus 1758)

Ordine:

Cipriniformi

Famiglia:

Ciprinidi

Morfologia:

La forma del corpo è massiccia e lievemente compressa lateralmente nella parte posteriore; presenta una squamatura piccola ed una superficie corporea ricoperta di muco, bocca terminale con labbra carnose dotate di due barbigli. Ha brevi pinne arrotondate, pinna caudale priva di concavità ed una grande coda con margine posteriore quasi rettilineo. La colorazione della livrea è verde, più scura sul dorso e gialla-arancio sul ventre.

Taglia:

Mediamente la lunghezza è compresa tra i 25 ed i 30 cm, raramente raggiunge e supera i 50 cm; il peso medio si aggira intorno ai 2 Kg e può raggiungere al massimo i 4 Kg.

Distribuzione:

È diffusa in tutte le acque dolci europee a corso lento: laghi, fiumi, stagni, canali. Negli ultimi anni in Italia la specie ha avuto una riduzione nel numero di esemplari in concomitanza alla diffusione di specie alloctone quali il pesce gatto ed il il carassio.

Habitat:

La tinca predilige le acque ferme o a corso lento, con fondali molli e con temperature estive piuttosto alte. La specie popola stagni, paludi, fossati, laghi e fiumi. Si spinge talvolta in acque di risorgiva e si trova acclimatata anche in laghi di aree collinari o montane. Le fosse strette e profonde sono assai gradite alla tinca, che si trattiene ai bordi di canneti e nelle aree dalla vegetazione particolarmente ricca. E’ un pesce che presenta una spiccata resistenza agli sbalzi termici e alle carenze d’ossigeno in acqua. Resiste per lunghi periodi all’asciutto ed ha la capacità di sopravvivere in ambienti in cui altri pesci non possono resistere.

Comportamento:

La tinca è un pesce gregario che vive in piccoli branchi. Si tratta di una specie stanziale che non ama vagare ed effettua rari spostamenti, senza allontanarsi molto dal suo territorio abituale. I periodi di più elevata attività coincidono con le ore crepuscolari e notturne. Nei lunghi periodi di inattività rimane affossata nel limo del fondo. Ciò avviene specialmente nel periodo invernale, quando le tinche si affondano nella melma in uno stato di quasi assoluto letargo.

Alimentazione:

La tinca si ciba sempre e solo sul fondo, anche durante la condizione di avannotto. La dieta è onnivora e comprende alghe, macrofite acquatiche, molluschi, crostacei, molluschi, larve di insetti acquatici ed altre sostanze di origine vegetale. Ama le lumache in modo particolare. Per nutrirsi la tinca preleva il limo separando la sostanza terrosa, che scarta, da quella organica.

Riproduzione:

La maturità sessuale si compie normalmente a 2 anni nei maschi, ed a 3-4 anni nelle femmine. La frega avviene dalla tarda primavera a metà estate e talvolta si prolunga fino ad agosto. Nel periodo della riproduzione scende in acque basse, e la femmina, seguita da due o più maschi, rilascia le uova che aderiscono alla vegetazione. Una femmina di medie dimensioni depone all’incirca 300 mila uova, per cui la tinca può essere considerata un pesce assai prolifico. La schiusa avviene dopo 4-8 giorni. Alla nascita i piccoli esemplari rimangono attaccati alla vegetazione per 10 giorni circa, fino al riassorbimento del sacco vitellino; nei primi mesi permangono a media profondità e solo in seguito le giovani tinche acquistano definitivamente l’attitudine alla vita sul fondo.

Pesca:

È un pesce dalle carni molto gradite, ricercato dai pescatori sportivi e non, oggetto anche di allevamento. Per la pesca si utilizzano le canne bolognesi da fondo e fisse con montature medio-pesanti. Le esche ideali sono di origine animale come il lombrico ed il bigattino.

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La Trota

trota



La trota è un pesce sia di lago che di fiume – sul Garda è detta la regina del lago per le sue carni molto saporite – vive lontano dalla costa ad una temperatura che oscilla tra i 15 e i 20°.

Si riproduce nei mesi di novembre e dicembre in bassi fondali ghiaiosi, il maschio assume un colorito più scuro, con il ventre più o meno nerastro, l’estremità del mascellare inferiore è più marcatamente ricurva a forma di uncino. Raggiunge il peso di 4-6 chili e la sua dieta è composta quasi esclusivamente di altri pesci.

Dove la troviamo

Nei vari ambienti, la trota può stazionare in diversi punti:
•Parlando di torrente di montagna, le trote sono rintanate dietro i sassi, in attesa della preda, oppure, se sono in caccia, le trovi ovunque. In torrente la trovi dove l’acqua fa la schiumetta: lì si ossigena ed aspetta il nutrimento.
•Parlando di laghi, la trota, a seconda della stagione, ama stazionare dove l’acqua è più fresca, d’inverno più verso la superficie e d’estate più sul fondo.

L’esca preferita

Sicuramente l’esca preferita dalla trota è la stessa che lei può trovare nel suo ambiente naturale, ma per fare un elenco potrei dire che la peschiamo con:

Vermi

Camole del miele

Cavallette

Piccoli pesci

Ragni d’acqua

Si usa pescarla anche con la tecnica dello spinning e della pesca a mosca.

Ci sono varie trote:

Lacustre

Fario

Iridea (nei laghetti viene detta anche Salmonata)

Marmorata

La Trota Lacustre

trota_lacustre



La troviamo nei grandi laghi, il Garda, Levico, Caldonazzo. La sua alimentazione è prevalentemente composta di pesciolini. Vive in branchetti da piccola e poi più solitaria da grande. La carne è molto pregiata e raggiunge considerevoli dimensioni. La colorazione è grigio argentea e la livrea è coperta da sporadici puntini neri.

La Trota Fario: Regina del Torrente

Trota_fario



La trota fario la troviamo nei torrenti di montagna e in alcuni fiumi. È una trota molto bella con una pigmentazione rossa e nera che la rende un pesce bellissimo da vedere.

La carne è molto pregiata e saporita, a seconda dell’ambiente raggiunge buone dimensioni. Sicuramente in torrente con acqua fredda la crescita è molto rallentata.
Ha una vitalità fantastica, si muove velocissima e dà grandi soddisfazioni quando la teniamo in canna.

La Trota Iridea

trota_iridea



La troviamo nei fiumi e nei laghi. Molto simile alla lacustre, ma sulla livrea ha molti più punti neri.
È la trota che da più soddisfazioni alla pesca, la più vigorosa la più combattiva,
raggiunge ottime dimensioni.

La Trota Marmorata

trota_marmorata



È la trota che raggiunge le dimensioni più grandi. Ha una colorazione molto particolare a macchie disontinue nere, la riconosci subito, ha mascelle molto forti e la trovi nei torrenti ed alcuni fiumi. Una preda ambita e difficile da catturare.

Guarda il video della cattura d’una trota iridea di due chili in Adige a Verona.


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Il Vairone

vairone



VAIRONE (Leuciscus souffia muticellus)

Ordine: Cypriniformes

Famiglia: Cyprinidae

Il vairone vive in branchi numerosi in acque pulite e sane su fondi di consistenza ghiaiosa.

Si nutre di insetti, vermi, molluschi, uova ed anche di animali morti.

Si riproduce nei mesi di aprile e maggio lungo le rive su fondo sabbioso o ghiaioso, spesso su fondo erboso.

Il maschio assume tinte più brillanti durante la fecondazione delle uova.

E’ diffuso nell’Europa centro orientale. In Italia e soprattutto presente nel centro-nord Italia. Ha il corpo un po’ cilindrico, allungato, con muso corto, la mascella superiore leggermente più lunga di...

quella inferiore, la sua livrea è di color nero verdastro sul dorso e bianco argenteo lateralmente sul ventre, le sue pinne pettorali sono rossicce all’attacco, che lo rendono inconfondibile. Si può benissimo pescare con canna fissa con galleggiante da 1 gr., anche senza galleggiante con piombi raggruppati sulla parte finale, continuando a tenere in tensione la lenza e movendola in continuazione contro corrente con dei colpetti piccoli ma decisi, sicuramente su questi movimenti sentiremo in pesce abboccare.


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Pesce Siluro



Pesce siluro - Silurus glanis (Linneo 1758)

Famiglia:

Siluridae

Ordine:

Siluriformes

Morfologia:

Il pesce siluro ha occhi piccoli e corpo di forma cilindrica. Verso la coda diviene via via più sottile, caratteristica che gli ha fatto guadagnare il nome di pesce siluro. È provvisto di una bocca larga con tre paia di barbigli, due sulla mascella e due sulla mandibola. La funzione di questi organi è quella di aiutare l’animale a cercare il cibo. Il colore della livrea è chiaro; sui fianchi diventa più scura (bruna). Non ha squame ed è ricoperto di muco.

Taglia:

La lunghezza varia da circa 140 cm a un massimo di 280 cm, dimensioni che raggiunge nel corso dei fiumi Danubio, Po ed Ebro.

Distribuzione:

Il Cavedano è presente nel nostro paese nelle acque del Nord, del Centro ed anche quelle del Sud, dove si spinge fino al fiume Crati (Calabria). Da poco tempo è stata scoperta l’esistenza nell’Italia centrale di una specie molto simile al Cavedano, finora erroneamente scambiata per lo stesso pesce: il suo nome è Cavedano etrusco (Leuciscus lucumonis Bianco), le cui caratteristiche sono al momento ancora poco note.

Habitat:

Originario dell’Europa dell’Est (bacino del Danubio), si trova in tutta l’Europa centro-orientale. Lo troviamo dai ghiacci della Finlandia fino alle terre assolate della Grecia e della Turchia europea. È entrato abbastanza di recente in Italia – da circa cinquant’anni – e si può pescare nel Po e nell’Adige, ma anche nell’Arno e nel Tevere. Vive nei grandi fiumi, ma anche in paludi, stagni laghi.

Comportamento:

Si nasconde tra rami e fanghiglia, dove riposa per gran parte del giorno. Si nutre dopo il calar del sole, spingendosi verso la superficie dell’acqua.

Alimentazione:
S
i tratta di un grande predatore di fiume. Mangia pesci vivi e morti, vermi, larve e tutto quel che riesce a trovare sul fondo.

Riproduzione:

Accoppiatosi in acque dalla temperatura mite (20°), il maschio si prende cura delle uova deposte dalla femmina finché gli avannotti non raggiungono l’autonomia.

Pesca:

Il periodo per la pesca al siluro va da marzo fino ad autunno inoltrato (novembre).


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Fonte:
pescaok.it


Edited by francesina63 - 15/1/2018, 18:08
 
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