I pesci di Laghi e Fiumi

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francesina63
view post Posted on 22/2/2013, 18:22 by: francesina63     +1   -1
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Insieme in Armonia

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persico_reale

Il Persico Reale



Ordine: Perciformi

Famiglia: Percidi

Il persico reale, che ha carni pregiatissime, è caratterizzato da una pinna dorsale spinosa.

Ha una forma molto elegante anche se un pò tozza e ovaloide, compresso lateralmente, ha una testa robusta con grandi mascelle con piccoli denti conficcati nel palato, presenta squame, su tutto il corpo, rugose e dentellate al tatto. I suoi colori sono, sul dorso,...

dal verde-oliva con sfumature brunastre mentre le parti laterali sono giallo-dorate con bellissime pinne rosso-arancione, presenta delle striature molto simile a quelle del Lucioperca. Pesce gregario che quando diventa adulto di medie dimensioni diventa sempre più solitario, d’estate predilige acque basse e ghiaiose mentre d’inverno frequenta fondali molto più profondi. I posti migliori per insidiare questo predatore sono i fondali con presenza di sassi, grossi massi con anfratti.

Si riproduce nei mesi di aprile e maggio, deponendo le uova su piante acquatiche.

Può raggiungere i 4 chili, ma non nel Garda dove arriva al massimo a 1,5 chili. Vive nei fondali sassosi.

È un pesce molto divertente da pescare e può essere pescato anche a spinning. In questa tecnica, offre una notevole resistenza. Da insidiare con cucchiaini del 2 o dell’1, bianchi o dorati con punti o strisce rosse, oppure con piccoli minnow con paletta lunga che vanno sul fondo, proprio dove il persico staziona.

L’attrezzatura: a livello di canna filo e mulinello potrebbe essere la stessa della trota. Col galleggiante un filo abbastanza robusto 0.20; ami dal 8 al 12 e come esche: il lombrico (verme di terra), gatoss e bigattino, oppure gamberetti.

Inoltre il persico reale può essere pescato con le amettiere da coregoni/cheppie/sarde o studiate appositamente per lui, i colori preferiti delle amettiere sono il nero, il verde, il rosso, il bianco o l’oro.

I luoghi che preferisce sono gli alberi sommersi, i piloni dei ponti in legno e comunque postazioni dove possa sia attaccare al riparo dall’essere visto, che difendersi a sua volta dai predatori.

Fai attenzione ai periodi di divieto di pesca!


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Il Persico Sole

Persico_sole



Ordine: Perciformi

Famiglia: Centrarchidi

Il persico sole ha corpo caratteristico molto alto e arrotondato, compresso ai lati, con il peduncolo caudale molto ristretto.

Il piccolo muso è ottuso e la bocca, di media grandezza, rivolta lievemente verso l’alto; gli occhi sono grandi. Squame quasi lisce rivestono il corpo che sul dorso ha una sola e lunga pinna costituita da due parti ben distinte; la prima è sorretta da raggi duri e spinosi, la seconda è più alta, arrotondata ed elegante, sorretta da raggi molli.

La pinna caudale è grande, con bordi arrotondati ed è bene incisa; anche la pinna anale è grande e ha i primi tre raggi spinosi; piccole sono invece le pinne ventrali e le pettorali.

Ha carni sode ma liscosissime e, per cucinarlo, se ne ricavano filetti. Il persico sole può raggiungere i 20 centimetri di lunghezza.

La livrea del persico sole è fra le più belle tra quelle dei pesci che popolano le nostre acque. La tinta di fondo è verde bronzea con riflessi metallici e striature azzurre sui fianchi; parzialmente giallo rossastra sulle parti inferiori e sull’anale.

Picchiettature scure appaiono sulla parte dorsale e sulla caudale. Sopra l’opercolo c’è una macchia arancione nei maschi, rosso scura e nera nelle femmine.

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Il Salmerino

SALMERINO



Il salmerino è molto simile alla trota come forma, solo un pochino più allungata ed affusolata.

Ha una colorazione scura a macchie tonde più chiare, le pinne e la pancia hanno dei riflessi rosati, ha mascelle molto forti e carni bianchissime. Alcuni le ritengono più saporite di quelle della trota.

Vive principalmente in acque profonde e pulite su fondi rocciosi, laghi (come il lago di Tovel nel Trentino) e torrenti montani. Lo troviamo anche in alcuni torrenti, magari immesso dall’uomo (più comunemente, il salmerino di fonte).

Si nutre di sostanze planctoniche, larve, insetti, molluschi; in età adulta anche di altri pesci. È un predatore.

Ha abitudini molto simili a quelle della trota e valgono le stesse modalità per pescarlo, spinning, al tocco, al galleggiante. Si riproduce da novembre a gennaio, risalendo dalle profondità per deporre le uova.

Per la tecnica di pesca, è la stessa della trota (ottimi risultati anche a spinning).

Il salmerino alpino è un pesce molto difficile da catturare. Ho notato i piccoli sputare l’artificiale e anche i grandi tirare dritto contro l’artificiale. Fa molto piacere catturarne uno, vista la difficoltà di prendere dei belli esemplari. È divertente da pescare perché offre una bella resistenza.

Salmerini alpini e trote vivono praticamente nello stesso ambiente e quindi mangiano le medesime cose.

Il salmerino è un pesce molto forte e robusto dai colori molto forti.

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La Tinca

tinca



Tinca:

Tinca tinca (Linnaeus 1758)

Ordine:

Cipriniformi

Famiglia:

Ciprinidi

Morfologia:

La forma del corpo è massiccia e lievemente compressa lateralmente nella parte posteriore; presenta una squamatura piccola ed una superficie corporea ricoperta di muco, bocca terminale con labbra carnose dotate di due barbigli. Ha brevi pinne arrotondate, pinna caudale priva di concavità ed una grande coda con margine posteriore quasi rettilineo. La colorazione della livrea è verde, più scura sul dorso e gialla-arancio sul ventre.

Taglia:

Mediamente la lunghezza è compresa tra i 25 ed i 30 cm, raramente raggiunge e supera i 50 cm; il peso medio si aggira intorno ai 2 Kg e può raggiungere al massimo i 4 Kg.

Distribuzione:

È diffusa in tutte le acque dolci europee a corso lento: laghi, fiumi, stagni, canali. Negli ultimi anni in Italia la specie ha avuto una riduzione nel numero di esemplari in concomitanza alla diffusione di specie alloctone quali il pesce gatto ed il il carassio.

Habitat:

La tinca predilige le acque ferme o a corso lento, con fondali molli e con temperature estive piuttosto alte. La specie popola stagni, paludi, fossati, laghi e fiumi. Si spinge talvolta in acque di risorgiva e si trova acclimatata anche in laghi di aree collinari o montane. Le fosse strette e profonde sono assai gradite alla tinca, che si trattiene ai bordi di canneti e nelle aree dalla vegetazione particolarmente ricca. E’ un pesce che presenta una spiccata resistenza agli sbalzi termici e alle carenze d’ossigeno in acqua. Resiste per lunghi periodi all’asciutto ed ha la capacità di sopravvivere in ambienti in cui altri pesci non possono resistere.

Comportamento:

La tinca è un pesce gregario che vive in piccoli branchi. Si tratta di una specie stanziale che non ama vagare ed effettua rari spostamenti, senza allontanarsi molto dal suo territorio abituale. I periodi di più elevata attività coincidono con le ore crepuscolari e notturne. Nei lunghi periodi di inattività rimane affossata nel limo del fondo. Ciò avviene specialmente nel periodo invernale, quando le tinche si affondano nella melma in uno stato di quasi assoluto letargo.

Alimentazione:

La tinca si ciba sempre e solo sul fondo, anche durante la condizione di avannotto. La dieta è onnivora e comprende alghe, macrofite acquatiche, molluschi, crostacei, molluschi, larve di insetti acquatici ed altre sostanze di origine vegetale. Ama le lumache in modo particolare. Per nutrirsi la tinca preleva il limo separando la sostanza terrosa, che scarta, da quella organica.

Riproduzione:

La maturità sessuale si compie normalmente a 2 anni nei maschi, ed a 3-4 anni nelle femmine. La frega avviene dalla tarda primavera a metà estate e talvolta si prolunga fino ad agosto. Nel periodo della riproduzione scende in acque basse, e la femmina, seguita da due o più maschi, rilascia le uova che aderiscono alla vegetazione. Una femmina di medie dimensioni depone all’incirca 300 mila uova, per cui la tinca può essere considerata un pesce assai prolifico. La schiusa avviene dopo 4-8 giorni. Alla nascita i piccoli esemplari rimangono attaccati alla vegetazione per 10 giorni circa, fino al riassorbimento del sacco vitellino; nei primi mesi permangono a media profondità e solo in seguito le giovani tinche acquistano definitivamente l’attitudine alla vita sul fondo.

Pesca:

È un pesce dalle carni molto gradite, ricercato dai pescatori sportivi e non, oggetto anche di allevamento. Per la pesca si utilizzano le canne bolognesi da fondo e fisse con montature medio-pesanti. Le esche ideali sono di origine animale come il lombrico ed il bigattino.

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La Trota

trota



La trota è un pesce sia di lago che di fiume – sul Garda è detta la regina del lago per le sue carni molto saporite – vive lontano dalla costa ad una temperatura che oscilla tra i 15 e i 20°.

Si riproduce nei mesi di novembre e dicembre in bassi fondali ghiaiosi, il maschio assume un colorito più scuro, con il ventre più o meno nerastro, l’estremità del mascellare inferiore è più marcatamente ricurva a forma di uncino. Raggiunge il peso di 4-6 chili e la sua dieta è composta quasi esclusivamente di altri pesci.

Dove la troviamo

Nei vari ambienti, la trota può stazionare in diversi punti:
•Parlando di torrente di montagna, le trote sono rintanate dietro i sassi, in attesa della preda, oppure, se sono in caccia, le trovi ovunque. In torrente la trovi dove l’acqua fa la schiumetta: lì si ossigena ed aspetta il nutrimento.
•Parlando di laghi, la trota, a seconda della stagione, ama stazionare dove l’acqua è più fresca, d’inverno più verso la superficie e d’estate più sul fondo.

L’esca preferita

Sicuramente l’esca preferita dalla trota è la stessa che lei può trovare nel suo ambiente naturale, ma per fare un elenco potrei dire che la peschiamo con:

Vermi

Camole del miele

Cavallette

Piccoli pesci

Ragni d’acqua

Si usa pescarla anche con la tecnica dello spinning e della pesca a mosca.

Ci sono varie trote:

Lacustre

Fario

Iridea (nei laghetti viene detta anche Salmonata)

Marmorata

La Trota Lacustre

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La troviamo nei grandi laghi, il Garda, Levico, Caldonazzo. La sua alimentazione è prevalentemente composta di pesciolini. Vive in branchetti da piccola e poi più solitaria da grande. La carne è molto pregiata e raggiunge considerevoli dimensioni. La colorazione è grigio argentea e la livrea è coperta da sporadici puntini neri.

La Trota Fario: Regina del Torrente

Trota_fario



La trota fario la troviamo nei torrenti di montagna e in alcuni fiumi. È una trota molto bella con una pigmentazione rossa e nera che la rende un pesce bellissimo da vedere.

La carne è molto pregiata e saporita, a seconda dell’ambiente raggiunge buone dimensioni. Sicuramente in torrente con acqua fredda la crescita è molto rallentata.
Ha una vitalità fantastica, si muove velocissima e dà grandi soddisfazioni quando la teniamo in canna.

La Trota Iridea

trota_iridea



La troviamo nei fiumi e nei laghi. Molto simile alla lacustre, ma sulla livrea ha molti più punti neri.
È la trota che da più soddisfazioni alla pesca, la più vigorosa la più combattiva,
raggiunge ottime dimensioni.

La Trota Marmorata

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È la trota che raggiunge le dimensioni più grandi. Ha una colorazione molto particolare a macchie disontinue nere, la riconosci subito, ha mascelle molto forti e la trovi nei torrenti ed alcuni fiumi. Una preda ambita e difficile da catturare.

Guarda il video della cattura d’una trota iridea di due chili in Adige a Verona.


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Il Vairone

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VAIRONE (Leuciscus souffia muticellus)

Ordine: Cypriniformes

Famiglia: Cyprinidae

Il vairone vive in branchi numerosi in acque pulite e sane su fondi di consistenza ghiaiosa.

Si nutre di insetti, vermi, molluschi, uova ed anche di animali morti.

Si riproduce nei mesi di aprile e maggio lungo le rive su fondo sabbioso o ghiaioso, spesso su fondo erboso.

Il maschio assume tinte più brillanti durante la fecondazione delle uova.

E’ diffuso nell’Europa centro orientale. In Italia e soprattutto presente nel centro-nord Italia. Ha il corpo un po’ cilindrico, allungato, con muso corto, la mascella superiore leggermente più lunga di...

quella inferiore, la sua livrea è di color nero verdastro sul dorso e bianco argenteo lateralmente sul ventre, le sue pinne pettorali sono rossicce all’attacco, che lo rendono inconfondibile. Si può benissimo pescare con canna fissa con galleggiante da 1 gr., anche senza galleggiante con piombi raggruppati sulla parte finale, continuando a tenere in tensione la lenza e movendola in continuazione contro corrente con dei colpetti piccoli ma decisi, sicuramente su questi movimenti sentiremo in pesce abboccare.


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Pesce Siluro



Pesce siluro - Silurus glanis (Linneo 1758)

Famiglia:

Siluridae

Ordine:

Siluriformes

Morfologia:

Il pesce siluro ha occhi piccoli e corpo di forma cilindrica. Verso la coda diviene via via più sottile, caratteristica che gli ha fatto guadagnare il nome di pesce siluro. È provvisto di una bocca larga con tre paia di barbigli, due sulla mascella e due sulla mandibola. La funzione di questi organi è quella di aiutare l’animale a cercare il cibo. Il colore della livrea è chiaro; sui fianchi diventa più scura (bruna). Non ha squame ed è ricoperto di muco.

Taglia:

La lunghezza varia da circa 140 cm a un massimo di 280 cm, dimensioni che raggiunge nel corso dei fiumi Danubio, Po ed Ebro.

Distribuzione:

Il Cavedano è presente nel nostro paese nelle acque del Nord, del Centro ed anche quelle del Sud, dove si spinge fino al fiume Crati (Calabria). Da poco tempo è stata scoperta l’esistenza nell’Italia centrale di una specie molto simile al Cavedano, finora erroneamente scambiata per lo stesso pesce: il suo nome è Cavedano etrusco (Leuciscus lucumonis Bianco), le cui caratteristiche sono al momento ancora poco note.

Habitat:

Originario dell’Europa dell’Est (bacino del Danubio), si trova in tutta l’Europa centro-orientale. Lo troviamo dai ghiacci della Finlandia fino alle terre assolate della Grecia e della Turchia europea. È entrato abbastanza di recente in Italia – da circa cinquant’anni – e si può pescare nel Po e nell’Adige, ma anche nell’Arno e nel Tevere. Vive nei grandi fiumi, ma anche in paludi, stagni laghi.

Comportamento:

Si nasconde tra rami e fanghiglia, dove riposa per gran parte del giorno. Si nutre dopo il calar del sole, spingendosi verso la superficie dell’acqua.

Alimentazione:
S
i tratta di un grande predatore di fiume. Mangia pesci vivi e morti, vermi, larve e tutto quel che riesce a trovare sul fondo.

Riproduzione:

Accoppiatosi in acque dalla temperatura mite (20°), il maschio si prende cura delle uova deposte dalla femmina finché gli avannotti non raggiungono l’autonomia.

Pesca:

Il periodo per la pesca al siluro va da marzo fino ad autunno inoltrato (novembre).


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Fonte:
pescaok.it


Edited by francesina63 - 15/1/2018, 18:08
 
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