Malattia di Anderson-Fabry

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 27/2/2013, 17:31     +1   -1
Avatar

Insieme in Armonia

Group:
Administrator
Posts:
185,042
Reputation:
+776

Status:


malattia_anderson_fabry



La Malattia di Anderson-Fabry fu descritta per la prima volta nel 1898 indipendentemente da due medici, Anderson in Inghilterra e Fabry in Germania. Ad oggi si ritiene che questa malattia da accumulo lisosomiale, presente in tutte le etnie, abbia un'incidenza pari a 1 su 40.000 maschi.

La Malattia di Anderson-Fabry è legata al cromosoma X. Le madri, ad ogni concepimento, hanno una probabilità del 50% di trasmettere il gene difettoso ai propri figli, siano essi di sesso maschile o femminile. I padri con la Malattia di Anderson-Fabry non trasmettono il gene difettoso ai propri figli maschi, ma solamente alle figlie femmine. In funzione di un complesso meccanismo genetico noto come inattivazione del cromosoma X, i soggetti eterozigoti sviluppano la malattia in forma lieve, moderata oppure classica. Gli esperti non concordano sulla casualità dell'inattivazione del cromosoma X nei soggetti eterozigoti con forma grave della malattia.

La Malattia di Anderson-Fabry è un raro disordine genetico provocato dalla carenza dell’enzima lisosomiale α-galattosidasi A. La carenza di questo enzima porta all’accumulo progressivo di glicosfingolipidi, in particolare globotriaosilceramide (GL-3), nei tessuti viscerali e nell’endotelio vascolare di tutto l’organismo.

La carenza enzimatica ed il conseguente accumulo progressivo di GL-3 (la causa fondamentale della Malattia) porta al coinvolgimento vascolare essenzialmente a livello renale, cardiaco e del sistema nervoso centrale. I pazienti affetti da questa patologia possono andare incontro ad un peggioramento della qualità di vita a causa di complicanze di natura renale, cardiaca, cerebrovascolare o ad una combinazione di esse; tali complicanze possono portare, intorno alla quarta o quinta decade di vita, ad una morte prematura.

L’età di insorgenza dei segni e sintomi della Malattia di Anderson-Fabry può variare, come pure i sintomi ed il decorso clinico. Generalmente la malattia si manifesta nel periodo infantile con dolore alle estremità, stato febbrile, ipoidrosi, astenia ed intolleranza all’esercizio fisico. La non specificità di questi segni e sintomi fa si che spesso la diagnosi corretta sia misconosciuta fino all’età adulta, quando ormai gli organi possono aver subito danni spesso irreversibili. Una diagnosi precoce ed un appropriato trattamento possono al contrario contribuire al miglioramento dei sintomi e ad una migliore qualità di vita.

Manifestazioni Neurologiche

Acroparestesie, caratterizzate da fastidio e dolore cronico, urente, ad accessi più o meno lunghi, ai palmi delle mani e alle piante dei piedi
“Crisi di Fabry”, caratterizzate da episodi di dolore agonico, invalidante; di frequente hanno origine alle estremità da dove poi si irradiano alle strutture più profonde; possono durare minuti o settimane e sono spesso indotte da stress emotivo, variazioni di temperatura, esercizio fisico.

Astenia (colpisce circa il 10% delle femmine e dei maschi)

Intolleranza al caldo, al freddo e all’esercizio fisico

Perdita di udito e tinnito auricolare

Manifestazioni Dermatologiche

Angiocheratomi: cicatrici cutanee rosso-violacee che non tendono a schiarire con la pressione, distribuite principalmente nella zona tra ombelico e ginocchia

Ridotta sudorazione: ipoidrosi o addirittura anidrosi

Manifestazioni Gastrointestinali

Dolore post-prandiale, crampi addominali, nausea e diarrea

Altri segni di sofferenza gastrointestinale

Manifestazioni Oculari

Cornea verticillata: opacità corneali “a elica”, che non compromettono la corretta visione (presenti circa nel 70% delle femmine)

Lesioni dei vasi congiuntivali e retinici ed opacità lenticolari

Manifestazioni Cerebrovascolari

Ictus precoce

Trombosi

Attacchi ischemici transitori

Emiparesi

Vertigini/senso di instabilità

Manifestazioni Cardiache

Ipertrofia ventricolare sinistra

Difetti della conduzione

Aritmie

Ipertensione atriale

Coronaropatie

Angina Pectoris

Valvulopatie (soprattutto insufficienza mitralica)

Dispnea

Infarto miocardico

Manifestazioni Renali

Insufficienza renale

Proteinuria e isostenuria

Alterazioni del riassorbimento, della secrezione e dell’escrezione tubulare

Iperazotemia


Fonte:
genzyme.it


Edited by francesina63 - 27/4/2018, 15:45
 
WWW  Top
view post Posted on 27/2/2013, 18:47     +1   -1
Avatar

Insieme in Armonia

Group:
Administrator
Posts:
185,042
Reputation:
+776

Status:


malattiadifabry2

Sindrome di Fabry, passo verso la cura
grazie a ingegneria genetica e staminali


Il gene difettoso che impedisce l'eliminazione dei grassi viene 'curato' e reinserito nelle staminali circolanti attraverso un virus modificato. Lo studio dell'Università di Calgary ha ottenuto ottimi risultati sui topi e ora potrà essere testato sull'uomo



Dopo gli ottimi risultati ottenuti sui topi, sta per partire la prima sperimentazione sull'uomo di una terapia a base di ingegneria genetica e cellule staminali per una malattia ereditaria del metabolismo, la sindrome di Fabry. Questa malattia, che accorcia la vita in media di 40 anni, è causata da un difetto del gene che produce un enzima indispensabile per la distruzione di alcuni grassi prodotti dal corpo stesso.

L'enzima difettoso non riesce più a eliminare i grassi che si accumulano negli organi, danneggiandoli irrimediabilmente. Se la sperimentazione avrà successo su questa patologia rara, correggendo il difetto genetico e le sue conseguenze letali, la nuova strategia terapeutica potrà essere utilizzata anche per altre malattie molto più diffuse in cui è noto il gene difettoso, che sia ereditario o acquisito.

L'invio dei risultati ottenuti sui topi con la richiesta di autorizzare il passaggio alla sperimentazione umana alle autorità sanitarie del Canada è stata resa nota in questi giorni dall'Alberta Children's Hospital Research Institute dell'Università di Calgary. In sintesi, i ricercatori si apprestano ad applicare su un malato la stessa procedura che ha curato definitivamente gli animali in cui era stata causata la malattia di Fabry.

Il primo passo sarà di prelevare dal sangue di un paziente le sue cellule staminali circolanti. In queste verrà inserita la versione sana del gene alterato che causa la malattia ereditaria. L'impianto del gene sano sarà

eseguito da un virus di tipo "lento" (come quello dell'Aids).
Le staminali umane "guarite" saranno impiantate prima nei topi e poi, se non si rilevano problemi, nel malato.

I punti di forza di questa strategia terapeutica, spiegano i ricercatori, sono due. Il virus "lento" che impianta il gene sano è stato progettato e poi modificato in modo da conservare la sua capacità di infettare cellule non in fase di replicazione, come fanno gli altri tipi di virus. Entrato nella staminale, il virus inserisce i suoi geni e quello umano funzionante che è stato aggiunto nel genoma della cellula. Ma senza poi indurre danni, come farebbe senza le opportune manipolazioni genetiche.

Il secondo punto di forza è il nuovo sistema di selezione delle staminali da quelle del sangue circolante che ha permesso di estrarre ben un miliardo di cellule "bambine" in poco tempo. Maggiore è la quantità di staminali su cui si opera l'inserimento del gene e poi si ri-iniettano e maggiori sono probabilità di successo.

"Ci auguriamo che questa strategia terapeutica possa un giorno diventare non solo la cura della malattia di Fabry - ha detto uno dei coordinatori del trial clinico, Aneal Khan, genetista dell'Alberta Children's Hospital - ma che diventi anche una metodica per terapie geniche per altre malattie".

Protagonista della ricerca è Christopher Armstrong, 34 anni, di Calgary, affetto da malattia di Fabry. Suo è il sangue su cui si sta lavorando e su di lui sarà eseguito il trasferimento delle sue staminali portatrici del gene sano. Attualmente è sotto terapia enzimatica sostitutiva, che richiede una infusione ogni due settimane, trattamento che riesce solo a rallentare la malattia. L'impianto della staminali "corrette" è previsto, se tutto andrà bene, entro due anni e dovrebbe dare ad Amstrong una vita normale.

ARNALDO D'AMICO


malattiadifabry3



Fonte:
repubblica.it


Edited by francesina63 - 13/7/2015, 14:57
 
WWW  Top
1 replies since 27/2/2013, 17:31   250 views
  Share