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Le Meduse Le Meduse non sono pesci. Sono in realtà invertebrati, il che significa che non hanno una spina dorsale. La medusa è costituita dal 95% di acqua. Le Meduse sono invertebrati marini appartenenti alla classe Scifozoi, appartenente a sua volta il phylum Cnidari. Il corpo di una medusa adulta è composto da una una sostanza gelatinosa a forma a campana, che racchiude la sua struttura interna, da cui si estendono i tentacoli.
Le meduse sono presenti in tutti gli oceani del pianeta, vivono sia in superficie che nelle acque più profonde, alcune specie riescono addirittura a sopravvivere in laghi d'acqua dolce. Esistono circa 1.500 specie conosciute di medusa e ogni giorno ne vengono scoperte di nuove. Questi animali esistono sulla Terra da più di 650 milioni di anni, il che le rende più antiche dei dinosauri! Di tutte le specie di medusa esistenti, solo 70 sono davvero pericolose per l'uomo.
Le Meduse esistono in tutte le forme e in colori diversi e variano nel formato da 3 millimetri a 3 metri di diametro. Anche se spesso appaiono chiaro o pallido colore bluastro, le Meduse possono anche essere di colore giallo, azzurro, arancione, viola, lilla pallido, brillante, rosso scuro. Alcune Meduse, quando sono disturbate di notte, emettono una luce fredda brillante chiamata luminescenza.
Le Meduse sono costituite da uno strato di epidermide, gastroderma e uno spesso strato gelatinoso chiamato mesoglea che separa l'epidermide dal gastroderma.
Le Meduse vivono nell'oceano. Vanno alla deriva in balia delle correnti, e spesso si fermano nelle baie riparate e negli estuari. Le Meduse nuotano in un modo insolito, con un’azione di pompaggio. Contraggono i muscoli del loro corpo e li spingono attraverso l'acqua. Questo non fa altro che permettere loro di spostarsi verso l'alto o verso il basso in acqua. Tuttavia, le meduse a scatola sono grandi nuotatrici potenti con un buon controllo e velocità.
A seconda del numero e la lunghezza dei tentacoli, le meduse si nutrono in vari modi. La maggior parte di esse cattura il cibo con i loro tentacoli e quindi questo viene portato alla bocca, che si trova nel centro del corpo a forma di campana. Alcune meduse mangiano piccoli crostacei e pesci, piccoli organismi planctonici e alcune contengono alghe coralline che hanno nei loro tessuti, che producono cibo attraverso la fotosintesi.
Se non siete mai stati punti da una medusa, allora siete molto fortunati in quanto hanno una puntura dolorosa e alcuni possono anche essere mortali. I tentacoli di una medusa sono coperti da cellule urticanti (cnidocisti) che pungono e uccidono gli altri animali: la maggior parte delle meduse li utilizzano per stordire la preda o come meccanismo di difesa. Altre, come le Rizostoma, non hanno alcun tentacolo.
Incubo estivo per molti bagnanti. Il toto-medusa scatta puntuale ogni anno, tra maggio e giugno: questa volta ce ne saranno tante? E sono pericolose? La risposta è secca: le meduse nel Nord Adriatico stanno aumentando. Ma niente panico: nessuna di quelle che vanno a zonzo dalle nostre parti è neuro-tossica, cioè potenzialmente letale o molto pericolosa per l'uomo. La cosa peggiore che ci possa accadere è un'ustione alla pelle, da far medicare in ospedale.
Meduse in aumento
Questi organismi gelatinosi sono in aumento nel Mediterraneo. I motivi sono tanti, come l'innalzamento della temperatura del mare e la pesca eccessiva, che incide sullo sviluppo degli organismi marini. Ma ce ne sono anche altri, come spiega Paola Del Negro, ricercatrice del dipartimento di Oceanografia dell’Ogs: «Le meduse hanno una limitata autonomia di movimento e vengono trasportate dalle correnti. I loro spostamenti sono in parte dovuti alla casualità, e comunque esistono dei cicli». Per capirci, se la presenza delle meduse anche nel Nord Adriatico negli ultimi anni si è fatta più intensa, ciò non significa che l'aumento sarà costante.
Nell’Adriatico
Nel Mediterraneo le meduse appartengono alla famiglia delle Scifomeduse e non sono pericolose come quelle individuate in specifiche aree oceaniche. Nella peggiore delle ipotesi possono essere dermo-tossiche, ovvero ustionare la pelle, ma non neuro-tossiche. Di base nell'Adriatico troviamo tutte le meduse tipiche del Mare Nostrum, fatta eccezione per alcune nuove specie arrivate solo di recente nel Mediterraneo meridionale attraverso Suez e Gibilterra. Concentrando l'attenzione in particolare sull'Adriatico, le specie più presenti sono quattro. La Rhizostoma pulmo (la cosiddetta "bota marina"), inoffensiva. Si tratta di meduse non urticanti che pullulano anche nel golfo di Trieste, dove "risiedono" tutto l'anno. Tra le meduse da non temere c'è anche la Aurelia aurita, non urticante, con un "decoro" sull'ombrello che ricorda il numero otto. Predilige le acque fresche, quindi è tipica del periodo primaverile: quando la temperatura del mare comincia a salire, verso giugno, fa i bagagli e se ne va a cercare un po' di refrigerio altrove. Salendo nella scala della pericolosità troviamo la Chrysaora hysoscella, lievemente dermo-tossica. Meglio non imbattersi in una Pelagia noctiluca, decisamente dermo-tossica, che si può aggirare dalla nostre parti anche in estate, perché ama le acque calde.
La ricerca scientifica
Cogliere i segreti delle meduse non è per niente semplice. «Solo poche specie riescono a sopravvivere nelle vasche, seppure molto grandi - spiega ancora la ricercatrice Paola Del Negro -. Inoltre, la stessa raccolta risulta complessa: sono esseri fragili e tendono a rompersi. Quindi negli ultimi anni la ricerca si è spinta verso forme nuove di avvicinamento e studio di questi organismi. Molto innovative e interessanti, ad esempio, sono le tecniche che si basano sui prelievi genetici e quelle che partono dai rilevamenti acustici, basandosi cioè sull'emissione di onde elettromagnetiche. Sarà comunque sempre più importante studiare questi animali perché hanno un ruolo chiave nell'ecosistema marino: si nutrono di plancton e nella caccia fanno concorrenza ai piccoli pesci; il loro aumento può condizionare la catena alimentare».
Puntura medusa rimedi: tutte le informazioni utili
E' raccomandabile non fare il bagno, se le meduse (quelle di natura urticante) sono nei paraggi. Le meduse che pungono, infatti, hanno solitamente tentacoli molto lunghi e se questa sembra lontana non è detto che i suoi tentacoli non siano vicini.
Bisogna fare molta attenzione perché alcune meduse possono causare shock anafilattico. E comunque il dolore è tale da poter essere fatale in individui con problemi di cuore.
L'ospedale è d'obbligo quando si avvertono i seguenti sintomi: una reazione cutanea diffusa, difficoltà respiratorie, sudorazione, pallore e disorientamento.
Se si è punti, occorre mantenere la calma, uscire subito dall'acqua e lavarsi la parte colpita con acqua di mare e non con acqua dolce - precisa Mario Aricò, dermatologo presso l'Università di Palermo e primario della divisione di dermatologia all'ospedale Giaccone di Palermo sempre a Focus - perché questa favorirebbe la scarica del veleno delle cnidocisti; mentre l'acqua di mare - prosegue l'esperta - è fondamentale per pulire la pelle da parti di medusa rimaste attaccate alla pelle e per diluire la tossina non ancora penetrata.
Non si deve assolutamente applicare sulla parte colpita una pietra o acqua calda, o ancora strofinare con sabbia calda, lavare con ammoniaca o urina, aceto o alcool, tutti rimedi popolari considerati efficaci, ma che invece possono anche peggiorare la situazione infiammando ulteriormente la parte colpita! Per annullare le tossine del veleno della medusa bisognerebbe raggiungere 40-50 gradi.
Per lenire immediatamente il prurito lasciato dalla puntura e per bloccare la diffusione delle tossine occorre applicare un gel astringente al cloruro d'alluminio preparato appositamente dal farmacista che avrà sicuramente altri rimedi efficaci da proporci.
La parte esposta al sole va tenuta coperta, almeno finché non è finita l'infiammazione (potrebbe metterci anche 2 settimane a guarire completamente), che, in quanto sensibile alla luce solare, tende a scurirsi provocando antiestetiche cicatrici.
Alcune Specie di Meduse
Aequorea forskalea
Poco urticante
Piccola e innocua perché priva di cnidocisti pericolose per noi.
Habitat
Mai molto abbondante lungo le nostre coste, anche se localmente può presentarsi in grosse concentrazioni.
Come riconoscerla:
E' un’idromedusa che gemma da forme polipoidi che vivono sul fondo marino. Non ha grandi dimensioni: raggiunge al massimo 10 cm di diametro. Si distingue facilmente dalle altre meduse per i tantissimi canali radiali che congiungono il centro e il margine dell’ombrello appiattito. La bocca e il manubrio sono inseriti in un bulbo gelatinoso che parte dal centro dell’ombrello e si proietta verso il basso. Ha permesso l’isolamento della proteina verde fluorescente (GFP), una sostanza alla base della fluorescenza di molte meduse. La scoperta di questa proteina ha permesso di sviluppare nuove tecniche per la diagnosi di malattie e la ricerca nel campo della biologia molecolare. Questa scoperta ha portato ad applicazioni in campo diagnostico, permettendo di marcare specifiche linee cellulari. La scoperta della GFP è valsa ai ricercatori americani Osamu Shimomura, Martin Chalfie e Roger Tsien il premio Nobel per la chimica nel 2008.
Aurelia aurita
Poco urticante
Il veleno di Aurelia è innocuo per l’uomo e questa medusa può essere toccata (in Cina è persino un piatto molto popolare (Guarda i piatti etnici più strani del mondo)) anche se come tutte le meduse è molto delicata e i contatti possono danneggiarla.
Habitat
Aurelia vive in tutti gli oceani dell’emisfero settentrionale, dove può essere molto abbondante.
Come riconoscerla:
L’ombrello misura 30-40 cm, ha tentacoli sul margine, il corpo è discoidale, biancastro, con gonadi disposte in quattro cerchi visibili in trasparenza. Il manubrio ha quattro lunghe braccia orali. Molti canali radiali collegano il centro e la periferia dell’ombrello. A differenza di altre specie, molto più delicate, questa medusa vive bene in acquario e quindi può essere osservata negli acquari marini di tutto il mondo.
Carybdea marsupialis
Urticante
Carybdea marsupialis è un cubozoo, come le meduse mortali per l’uomo che abitano lungo le coste australiane. Fortunatamente il suo non è un veleno mortale: le sue punture sono molto dolorose, ma gli intensi effetti sono brevi.
Habitat
Presente nelle aree più settentrionali dei mari italiani, sempre più frequente lungo le nostre coste. Carybdea è attratta dalla luce e si avvicina alla costa durante la notte
Come riconoscerla:
Molto piccola, trasparente, con l’ombrello cubico che misura dai 4 ai 5 cm circa, è armata da 4 lunghi tentacoli. Nuota in modo molto vigoroso e si sposta facilmente. Come Pelagia è tipicamente mediterranea e tra le meduse più urticanti dei nostri mari.
Cassiopea andromeda
Urticante
Non è pericolosissima, ma è meglio non toccarla perché produce muco nel quale sono presenti le cellule urticanti, e se si entra in contatto con quest'ultimo, si possono avere irritazioni.
Habitat
Entrata in Mediterraneo dal Canale di Suez, sta risalendolungo le coste turche. All’inizio del 2010 è stata segnalata a Malta, e quindi è arrivata alle porte di casa nostra. Di solito si trova su fondi sabbiosi, ma può essere presente anche su quelli rocciosi.
Come riconoscerla:
Piccola, massimo 30 cm, sta posata sul fondo marino. L'ombrello è rivolto verso il basso, mentre bocca e tentacoli verso l’alto: per questo Cassiopea viene chiamata in inglese "medusa al contrario". Sta rivolta verso l’alto perché possiede alghe unicellulari come quelle dei coralli delle formazioni coralline che vivono in simbiosi con la medusa e che quest'ultima deve esporre alla luce che filtra nell'acqua.
Catostylus tagi
Urticante
Non punge molto, ma è meglio comunque non toccarla.
Habitat
È comune lungo le coste del Portogallo e in genre in tutt l'Atlantico, ma in Mediterraneo non era mai stata avvistata. Maria Ghelia l'ha fotografata nelle acque di Pantelleria nel 2010.
Come riconoscerla:
Simile alla Rhyzostoma pulmo ma non ha il tipico bordo violetto. È molto bella e, in alcuni paesi, viene usata per scopi alimentari.
Chrysaora hysoscella
Urticante
Simile alla Pelagia ma molto meno urticante.
Habitat
Vive in Atlantico e si spinge molto a Nord, per esempio nei fiordi norvegesi, dove può raggiungere grandissime densità. In Mediterraneo non è abbondante ma frequente.
Come riconoscerla:
L’ombrello può raggiungere i 30 cm di diametro, il manubrio (la parte centrale dove c'è la bocca della medusa) presenta quattro braccia orali che possono raggiungere anche un metro di lunghezza. La faccia superiore dell’ombrello è decorata con 16 bande a forma di V che partono dal centro dell’ombrello e raggiungono il margine, dove sono presenti 24 tentacoli, in gruppi di tre. Si tratta di un animale molto elegante, un soggetto perfetto per la fotografia subacquea.
Fonti: it.reeflex.net - ilpiccolo.gelocal.it - scienzaesalute.blogosfere.it Edited by francesina63 - 19/4/2018, 17:15
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