L' Orchidea simbolo di armonia perfetta tra bellezza, fascino, eleganza, classe e cultura

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view post Posted on 24/5/2013, 17:17     +1   -1
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CLASSIFICAZIONE BOTANICA



Famiglia: Orchidaceae

Regno: Plantae

Divisione: Magnoliophyta (ex Angiospermae)

Classe: Liliopsida (ex Monocotyledones)

Subclasse: Liliidae

Ordine: Orchidales (o Asparagales)

Per quanto riguarda il Genere ne esistono circa 650 mentre le Specie sono circa 25.000. Gli ibridi sono innumerevoli (circa 100.000).

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CARATTERISTICHE GENERALI



Pur appartenendo ad un'unica famiglia botanica, quella delle Orchidaceae, comprendono un elevato numero di specie, generi e varietà. sia spontanee che coltivate, che rende la loro classificazione estremamente complessa.

Sono diffuse un po' ovunque ma per la maggior parte sono originarie delle zone umide della fascia intertropicale. In Italia abbiamo circa 85 specie spontanee, distribuite nelle zone umide sia di montagna che in prossimità delle coste, molte delle quali estremamente rare e in via di estinzione e come tali protette dalla raccolta indiscriminata.

Le Orchidee hanno habitat molto differenti: la maggior parte sono epifite (posseggono solo radici aeree) o semi-epifite, per cui in genere vivono su rami e tronchi di altre piante o su rocce coperte da un sottile strato di frammenti vegetali, muschi e licheni; altre specie sono terrestri, come quelle diffuse nei climi temperati, mentre altre ancora sono sotterranee e semi-acquatiche.

Lo stelo in genere è eretto, anche se in alcuni casi, come nella Vanilla Planifolia, dai cui frutti si ricava la vaniglia, è strisciante o rampicante. In diverse specie si trovano dei particolari steli tuberizzati, detti pseudobulbi, che fungono da organi di riserva dell'acqua e delle sostanze nutritive; per un buon accrescimento è indispensabile che l'Orchidea ne abbia almeno due.

Anche le radici hanno degli organi di riserva, i tubercoli radicali, dal cui particolare aspetto le orchidee prendono il nome (infatti in greco "orchis" significa testicolo); dei due normalmente presenti uno è bianco e turgido e serve ad alimentare il germoglio del successivo anno, mentre l'altro, scuro e grinzoso, ha nutrito la vegetazione in corso.

Tutte le Orchidee, perlomeno negli stadi giovanili, stabiliscono una simbiosi con specifici funghi situati nelle radici, che le riforniscono di azoto e vitamine indispensabili per il loro sviluppo (nella pratica vivaistica vengono somministrate artificialmente).

Le foglie sono per lo più semplici, allungate e prive di picciolo e nelle forme epifite partono dagli pseudobulbi.

I fiori sono di forma, colori e dimensioni svariati, solitari o riuniti in infiorescenze, terminali o all'ascella delle foglie.

Le orchidee sono quasi tutte allogame (cioè ad impollinazione incrociata), per cui in natura mettono in atto tutta una serie di stratagemmi per favorire il contatto del polline con i pronubi (insetti, colibrì, pipistrelli, lumache), dal momento che la scarsa produzione di nettare dei loro fiori non consente di attirarli in altro modo; ad esempio in molte specie hanno un aspetto che ricorda le femmine di certi insetti, oppure altre emanano odori caratteristici che richiamano i maschi e hanno il polline ricoperto da una sostanza vischiosa cosicchè aderisca al loro corpo.

Le orchidee vengono coltivate per la spettacolare bellezza dei loro fiori; perdonerete l'espressione ma è ricorrente oramai chiamarle il Viagra delle piante. Vengono commercializzate principalmente come fiori recisi; tuttavia, diverse specie e varietà hanno nel complesso un notevole valore ornamentale per cui, allevate in appositi vasi o cestini sospesi, possono creare nei nostri appartamenti un angolo verde di particolare suggestione.

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TECNICA COLTURALE



Le esigenze climatiche delle diverse Orchidee variano notevolmente in relazione alla loro diversa origine geografica e per uno stesso individuo, a seconda della fase del ciclo biologico; in Italia la loro coltivazione avviene esclusivamente in ambienti protetti e accuratamente climatizzati.

In ogni caso le Orchidee amano la luce ma non l'esposizione diretta ai raggi solari e le temperature dei nostri appartamenti d'inverno sono in genere soddisfacenti per le loro esigenze. Tuttavia temperature troppo diverse da quelle ottimali possono provocare delle deturpazioni nelle foglie e nei fiori.

Lo stesso discorso vale anche per l'umidità ambientale, che se è eccessiva provoca la comparsa di macchie sui fiori, mentre se è troppo bassa provoca ingiallimenti e raggrinzimenti della vegetazione. Soprattutto per le epifite è meglio umidificare l'ambiente che bagnare direttamente il substrato.

Leggi anche l'articolo "Luce per le Orchidee" e l'articolo "Temperatura e ventilazione delle Orchidee".

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ANNAFFIATURA ED UMIDITA'



In ambienti riscaldati e durante la stagione calda, l'irrigazione deve avvenire da 2 a 4 volte la settimana, mentre nella stagione fredda si può ridurre ad una volta la settimana, soprattutto per le epifite, a meno che non siano coltivate sospese per cui, essendo esposte all'aria, hanno bisogno di più interventi irrigui. Per le specie originarie di zone con periodi siccitosi, è bene sospendere le innaffiature in corrispondenza di questi periodi; inoltre le specie dotate di pseudobulbi possono immagazzinare acqua anche per lunghi periodi.

Molto dannosi sono gli eccessi idrici che provocano ingiallimenti e degradazioni dei pseudobulbi, con fuoriuscita delle radici dal vaso.

E' inoltre importantissimo evitare che l'acqua ristagni nelle foglie o nei fiori, provocando così dei marciumi; si consiglia di usare acqua piovana e non di rubinetto, che contiene cloro a cui le Orchidee sono particolarmente sensibili.

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TIPO DI TERRENO - RINVASO



In genere le Orchidee prediligono substrati tendenzialmente acidi, soffici e ben aerati, poveri di elementi minerali; i materiali tendenzialmente impiegati sono costituiti da miscugli di torba, sfagno (muschio che cresce nelle torbiere), foglie e corteccia di conifere, radici di felci, terra di bosco.

Mentre per le specie epifite il substrato ha principalmente una funzione di sostegno, per le specie terrestri ha una funzione trofica (nutritiva).

Molto spesso le specie epifite o semiepifite vengono coltivate sospese in cestini di legno o filo metallico, su "zattere" di corteccia miste a materiali spugnosi, che mantengono ottimali i livelli di umidità intorno alle radici.

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CONCIMAZIONE



In genere le orchidee sono poco esigenti in elementi nutritivi; la soluzione nutritiva ottimale deve contenere il doppio dell'azoto rispetto al fosforo e al potassio e va sostituita con una frequenza variabile da 7-15 giorni a 3-4 settimane, a seconda delle esigenze della specie e del periodo stagionale.

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MOLTIPLICAZIONE



Nella pratica floricola le Orchidee vengono riprodotte per seme o propagate vegetativamente per divisione delle piante adulte o per coltura di apici meristematici. Data la complessità di queste operazioni e la necessità che queste si svolgano in ambienti particolari, non è possibile effettuarle nella propria casa.

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PARASSITI E MALATTIE



Poiché la maggior parte delle Orchidee coltivate in serra e vendute come piante d'appartamento sono originarie di zone tropicali o subtropicali, oppure sono ibridi ottenuti in vivaio con particolari tecniche di fecondazione incrociata tra specie e generi diversi, non trovano nei nostri ambienti i loro naturali parassiti e i vettori di specifiche malattie. Per questo motivo sono quindi soggette per lo più a fisiopatie, cioè ad alterazioni provocate da condizioni di temperatura, luce ed umidità non favorevoli al loro armonico sviluppo.

Innanzitutto è importante seguire alcune piccole regole come prevenzione alle malattie:

1.stare molto attenti a non danneggiare alcuna parte della pianta, siano esse foglie, fiori o radici;

2.evitare di lasciare bagnate le parti aeree della pianta durante la notte;

3.controllare che vi sia una buona ventilazione per la nostra orchidea;

4.eliminare parti di substrato che risultano evidentemente marce, foglie morte, ecc.;

5.sterilizzare sempre gli attrezzi che si usano, in particolare le forbici vanno sterilizzate preferibilmente alla fiamma ed anche i nuovi vasi utilizzati al momento del rinvaso vanno lavati per bene e quindi sterilizzati con alcool o varechina ed abbiate cura di avere le mani perfettamente pulite;

6.evitare di spruzzare la pianta durante le ore più calde della giornata in quanto i pori sono molto dilatati e l'acqua rappresenta un veicolo preferenziale per i microorganismi patogeni;

7.dotare i termosifoni di casa di umidificatori per evitare l'eccessiva secchezza dell'aria;

8.se si è effettuato il rinvaso e si sono eliminate le radici morte, aspettare almeno una settimana prima di procedere all'annaffiatura per consentire alle ferite di cicatrizzarsi;

9.se a casa avete diverse orchidee abbiate cura di non tenerle a contatto tra loro per evitare il diffondersi di eventuali malattie;

10.se si acquista una nuova orchidea abbiate cura di tenerla per un certo periodo in quarantena, vale a dire lontana dalle altre fino a quando non siete certi della sua sanità;

11.se incidentalmente avete provocato delle ferite nella pianta, abbiate cura di spolverarle con cannella (che contiene fenoli che hanno proprietà microbiche) o con il comune cicatrene;

12.dedicate ogni giorno qualche minuto della vostra giornata ad osservare la vostra orchidea per verificare il suo stato e capire quindi se ci sono delle sofferenze in corso.


Il fattore luce, se non adeguato, manifesta i seguenti danni nelle piante:

- formazione di germogli deboli e sottili

- mancata formazione della gemma fiorale

- accartocciamento delle foglie

sono sintomi di illuminazione insufficiente, a cui si può rimediare con l'illuminazione artificiale. Nei mesi invernali si dovrebbero alternare 12 ore di luce con 12 ore di buio

Viceversa:

- ingiallimento e appassimento delle foglie

- comparsa di anomala colorazione rossa nelle foglie

- decolorazione e deformazione dei fiori

sono sintomi dovuti ad eccessiva illuminazione, accompagnata da elevate temperature ed umidità ambientale scarsa.

Fattore umidità,

- ingiallimento delle foglie

- degradazione dei pseudobulbi

- fuoriuscita delle radici dal vaso

dipendono in genere da eccessiva innaffiatura, anche con acqua non a temperatura ambiente o ricca di cloro o anche da un'eccessiva umidità ambientale

Fattore temperatura

- comparsa di colorazione rossastra nel fogliame più giovane

- imbrunimento alla base dei fiori

- maculature brunastre sui fiori (specie su Phalaenopsis dove le macchie si formano irreversibilmente dopo solo 4 ore a temperature molto basse, inferiori ai 4°C)

dovute a Temperature troppo basse.

Tuttavia la maggior parte delle orchidee attualmente coltivate è sotto forma di ibridi che si adattano a condizioni di temperatura diverse, ma non troppo da quella originaria.

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STORIA DELLE ORCHIDEE



Le orchidee tra le specie floricole sono sicuramente da considerarsi fra le più vecchie in quanto la loro comparsa sulla terra si fa risalire a circa 65 milioni di anni fa. I resti più antichi sono stati trovati nel Monte Bolca presso Verona.

Il nome orchidea fu usato per la prima volta da Teofrasto, filosofo dell'antica Grecia che visse tra il VI ed il V secolo a.C. che scrisse il primo trattato sistematico di botanica farmaceutica "De historia plantarum" dove parla di alcune piante che presentavano due tubercoli rotondeggianti alla base delle radici. Dalla somiglianza con i testicoli dell'uomo, Teofrasto le chiamò "Orchis" che in greco significa appunto "testicoli" da cui il nome "orchidee".

Dioscoride, nel I secolo d.C. cita le orchidee nei suoi libri di erboristeria e botanica.

Si deve però arrivare al XI secolo, per trovare il primo vero e proprio trattato di coltivazione delle orchidee pubblicato in Cina. I cinesi amavano ed amano molto questo fiore e le orchidee erano associate alle loro feste di primavera e venivano usate per allontanare le influenze maligne ed in modo particolare venivano usate contro la sterilità.

Anche gli Aztechi conoscevano l'Orchidea in particolare la specie "Vanilla" che veniva usata per creare fragranti bevande a base di caffè, cacao e vaniglia utilizzando il bacello.

Nel XVI secolo, L. Fuchs, botanico tedesco, descrisse l'orchidea in un ampio trattato "Historia stirpium". Nello stesso periodo la prima orchidea tropicale arrivava in Europa dalle Indie occidentali grazie a Hernandez Francisco, sacerdote gesuita.

Bisognerà aspettare però il XVIII per avere la classificazione botanica grazie a Carlo Linneo , grande botanico svedese e padre dell'attuale classificazione botanica delle piante nel suo "Species plantarum".

Ma solo un secolo più tardi scoppia la vera passione per le orchidee grazie anche a C. Darwin che ne studia le specie e le tecniche di riproduzione. Da allora in poi inizia la caccia alle orchidee, alla ricerca di nuove specie. Sono famose le lezioni tenute presso la Royal Horticultural Society inglese, allora ed oggi, principale istituzione attiva nella ricerca di nuove specie vegetali.

Le prime specie di orchidee introdotte nelle serre europee furono i Cymbidium, gli Epidendrum, i Phaius, la Vanilla.

Furono principalmente l'Inghilterra e a seguire l'Olanda che contribuirono maggiormente a scoprire e a diffondere queste straordinarie piante in tutto il mondo. Infatti, molte delle principali orchidee tuttora conosciute portano il nome di ricercatori ed appassionati di allora come James Veitch da cui deriva il nome dell'Epiphronitis Veitchii o William Cattley da cui deriva il nome della Cattleya, solo per citarne alcuni.

Da allora l'orchidea è diffusa in tutto il mondo e si spera che il peggior nemico di questa pianta, l'uomo, non continui a distruggere il suo ambiente naturale, le foreste tropicali.

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Simbolismo



L’orchidea si presenta come un fiore dal profumo dolcemente seducente, dal fascino misterioso dettato da una rara bellezza, davvero unico per eleganza e senso di regalità, simbolo di armonia perfetta per la sua simmetria con lo stelo e le foglie. Ineguagliabile per l’ampia gamma di varietà (mille generi e oltre 22 mila specie) esistenti, è studiata e coltivata da centinaia di associazioni e club in tutto il mondo. Mentre in Cina simboleggia raffinatezza, cultura, ma anche purezza come l'innocenza dei bambini, in Occidente è sempre stata considerata un messaggio universale destinato alla persona più preziosa nella propria vita a testimonianza di un sentimento duraturo nel tempo. Per tradizione, infatti, l'orchidea di colore rosa, che significa affetto e amore, viene designata come il fiore adatto al 14° anniversario di matrimonio, simbolo di affetto e di amore mentre, per la ricorrenza del 28°, l’opzione preferita è la Cymbidium, nelle tonalità pastello giallo, crema, rosa. Con la loro aurea romantica, rappresenta comunque un regalo perfetto per la donna che ha conquistato il cuore di un uomo innamorato. Le bellissime e profumate Cattleya – scelta popolare tra le spose occidentali durante anni '40 e '50 – sono invece per lo più considerate adatte al fascino che si acquista con l’avanzare dell’età e, quindi, spesso sono portate in bouquet in occasione della ‘Festa della mamma’. E’ eletta a simbolo d’amore per le sue sorprendenti capacità di crescere quasi ovunque – in tutti i continenti, eccetto che in Antartide, pressoché in ogni clima – riuscendo fiorire in qualsiasi condizione. Nella teologia cristiana, le macchie su questo fiore rappresentano il sangue di Cristo, motivo per cui addobbano l'altare come decorazione nelle chiese a Pasqua e a Natale. Le misteriose orchidee nere, in realtà marrone scuro – dai poteri magici nella stregoneria, nelle leggende e nei miti spettrali – simboleggianti potere e autorità assoluta, sono perfette sia per complimentarsi con un uomo per il suo lavoro, sia come centrotavola di classe insieme a rose o gigli bianchi, magari aggiungendo anche una sfumatura in lavanda e rosa pallido. Ma, quale presente di gran classe da scegliere tra un’infinità incredibile di forme e di colori simili agli schizzi dei colori di un arcobaleno, al giorno d’oggi sono preferite in svariate occasioni – matrimoni, feste, eventi di alto livello – in segno di augurio, di saluto, di ringraziamento, di congratulazioni.

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Miti e storia



Giapponesi e cinesi scrissero sul significato delle orchidee e le raffigurarono all’incirca già nel 700 a.C., mentre Confucio ne esaltò bellezza e profumi tra il VI a.C. e il V secolo a.C., ma sono sempre state apprezzate e presenti nelle tradizioni di numerosi popoli come simbolo della bellezza e dell’amore. Miti e leggende derivarono in gran parte dalla denominazione stessa del genere della pianta – ‘orchis’ in greco significa ‘testicolo’, in riferimento alle radici a tubero rotondeggiante delle specie terrestri – a partire dagli antichi Greci con la trasformazione pietosa in orchidea, per intervento degli dei dell’Olimpo, della salma del bellissimo e passionale Orchis, figlio di un satiro e una ninfa, dato in pasto a belve feroci quale punizione per aver osato corteggiare una sacerdotessa. Da qui si moltiplicarono le credenze popolari sui poteri afrodisiaci dell’orchidea, a proposito della quale per la prima volta scrisse il filosofo e botanico greco Teofrasto (371 a.C.-287 a.C.) nell’opera di botanica ‘De Historia Plantarum’. Lo confermò il medico farmacista greco Dioscoride (40-90 circa) nel trattato ‘De Materia Medica’ precisando che un uomo, cibandosi di grossi rizomi di orchidea, avrebbe generato un maschio, mentre quelle piccole avrebbero indotto una donna a concepire una femmina. Nel Medioevo, a livello popolare si continuò a preparare bevande e cibi afrodisiaci, filtri ed elisir d’amore e di giovinezza. Ingrediente secondario per pozioni di magia nera e di stregoneria, è invece ancora commercializzato, in Oriente, sottoforma di polvere essiccata (‘salep’) come ricostituente ed energizzante generale.
Tra il XIV e il XVI secolo, la Vanilla Orchid – in seguito diventata una delle più famose – che cresceva selvaggia nella parte del Messico dove erano stanziati gli antichi Aztechi, era considerata come simbolo di forza e, quindi, bevuta mescolata con la cioccolata per accrescere il potere.

In epoca vittoriana, i britannici adottarono l'orchidea come segno di classe, di lusso e di prestigio riservato ai più abbienti, in gran parte perché rappresentavano l'esotico Oriente, erano di difficile reperibilità – provenivano da climi tropicali umidi – e la loro coltivazione richiedeva cure particolari in serre, ma ne favorirono la diffusione e la popolarità in tutto il mondo. E quando, nel 1818, il collezionista di orchidee William Cattley ottenne la fioritura di una delle sue piante – la Cattleya o orchidea brasiliana in suo onore – in Inghilterra, iniziò la diffusione collettiva. Ma la moda di coltivare orchidee come hobby iniziò da quando William George Spencer Cavendish (1790-1858), il duca di Devonshire sesto, si appassionò a tal punto da rendere i suoi giardini di risonanza mondiale. Fece costruire serre riscaldate per accumulare costantemente piante tropicali e orchidee rare portate dall’estero dalle spedizioni inviate e, nel giro di dieci anni, la sua collezione diventò la più famosa in Inghilterra. Assumendo questo modello, l'orchidea diventò lo status symbol dei ricchi e dei proprietari terrieri.

Cultura



Un'orchidea tra i capelli di ‘Olympia’, la prostituta rappresentata dal pittore francese Edouard Manet nel 1863, rafforzava la sessualità (per via dei poteri afrodisiaci) in questa nudità impudica, sicura di sé, sdraiata su un letto come una dea. Un’orchidea esotica era raffigurata, in primo piano, nell’olio ‘Cattleya Orchid and Three Brazilian Hummingbirds’ dipinto da Martin Johnson Heade (1819-1904), pittore americano famoso per ritratti di uccelli tropicali, nature morte, paesaggi palustri e marine. I disegni del fiore più sofisticato contraddistinguono invece vasi e lampade in vetro colorato di Emile Gallé (1846-1904), uno tra i più importanti artefici dell’art nouveau nell’arte applicata.

Pastelli delicati di gigantesche orchidee in primo piano, eccezionali e coinvolgenti, contraddistinsero il lavoro artistico dell’americana Georgia O'Keeffe (1887-1986), cresciuta nelle zone rurali del Wisconsin. Non erano illustrazioni botaniche ma emozioni personali espresse con un particolarissimo stile visionario. Pittrice rivoluzionaria, è annoverata tra gli artisti più influenti e innovativi del XX secolo ed è stata la prima artista donna ad essere invitata per una mostra personale al Museum d'Arte Moderna di New York. Indimenticabili rimangono anche le fotografie in bianco e nero e a colori scattate dal fotografo statunitense Robert Mapplethorpe (1946-1889) – famoso per i nudi statuari maschili e femminili, le nature morte dei fiori, i ritratti di artisti e celebrità – icone che suggeriscono delicatezza e dignità, evocando la qualità vellutata e palpabile del fiore.

L’orchidea – come metafora e simbolo di sensualità ed erotismo – ricorre in più pagine del romanzo ‘Alla ricerca del tempo perduto’ scritto tra il 1908 e il 1922 dallo scrittore francese Marcel Proust (1871-1922) e pubblicato tra il 1908 e il 1922. E’ il simbolo della passione di Swann per Odette e la raffinata specie Cattleya, da lei preferita, diventa un codice segreto a preludio di un rapporto intimo tra i due amanti mentre, in un altro episodio, l’orchidea diventa una metafora erotica omosessuale.

Gabriele D’Annunzio – nel romanzo ‘Il Piacere’ (1889) – descrisse un’orchidea ‘che sembrava tutta macchiata di sangue’, che provocò la ‘repulsione’ quale fiore ‘diabolico’ da parte dell’amante del dandy Andrea Sperelli, che invece sottolineò quanto diventasse 'simbolico’ tra le mani di lei per la bellezza sensuale. Nel ‘Manifesto futurista’ (1917), Marinetti immaginò la ‘danza mitragliatrice’ di ‘una grande orchidea bianca e rossa tra le labbra’ di una ballerina in movimento come la canna di un’arma che sta sparando. Rare orchidee venivano invece coltivate con passione meticolosa a New York, nella serra sul giardino pensile della propria abitazione elegante, dall’investigatore privato Nero Wolfe. Il raffinato omone buongustaio inventato nel 1934 dallo statunitense Rex Stout (1886-1975) – scrittore di polizieschi adattati in versioni di successo per la radio, la televisione e il cinema – fu il protagonista di 33 romanzi e 39 romanzi brevi tra gli anni ’30 e il ’70. Uno di questi fu intitolato ‘Orchidee nere’ (1941). Il ‘fiore mostruoso’ veniva lasciato come quale biglietto da visita accanto ai cadaveri di tre donne assassinate nel romanzo noir ‘Il mistero delle tre orchidee’ (1942) scritto da Augusto De Angelis (1888-1934).

Le orchidee ispirarono anche una folta schiera di pellicole cinematografiche a partire dal melodramma intitolato ‘Orchidea Nera’ (1958, regia di Martin Ritt) in cui la protagonista era una fioraia (Sofia Loren, che vinse il premio come migliore attrice al Festival di Venezia), giovane vedova di un gangster della quale si innamorò un anziano vedovo italo-americano (Anthony Quinn).

Storie di bande si intrecciavano nel film ‘L’enigma dell’orchidea rossa’ (1962, regia di Helmut Ashley), tratto dal romanzo ‘When the gangs came to London’ (1932), pubblicato con il titolo ‘Spavento sulla metropoli’ (1935), scritto dal prolifico giallista inglese Edgar Wallace (1875-1932). Gangster, tra un rapimento e l’amore, erano al centro della trama della bellissima pellicola ‘Niente Orchidee per miss Blandish’(‘Grissom Gang’, 1971, regia di Robert Aldrich), tratto dal romanzo di grande successo (1939) scritto da James Hadley Chase (1906-1985), pseudonimo di Renè Brabazon Raymond.

Nel film francese ‘Un'Orchidea Rosso Sangue’ (1975, regia di Patrice Chereau), una serie di vicende drammatiche toccavano a Claire, figlia di Miss Blandish (l'Orchidea), erede controversa di una fortuna favolosa. Nella commedia erotica ‘Orchidea Selvaggia’ (1990, regia di Zalman King), un potente uomo d'affari sudamericano (Mickey Rourke) era catturato dal fascino della bellissima assistente (Carrè Otis) di una manager con cui era in trattative per un prestigioso contratto d’affari. Charlie Kaufman, sceneggiatore del fim ‘Il Ladro di Orchidee’ (2002, regia di Sike Jonze), adattò il libro dal titolo omonimo scritto da Susan Orlean (2000) per sviluppare una vicenda drammatica attorno a un collezionista che rubava i fiori in questione. Tra scene di avventura e di horror, in ‘Anaconda: Alla ricerca dell'orchidea maledetta (Anaconda 2, 2004, regia di Dwight H. Little), una spedizione scientifica raggiungeva la giungla del Borneo per trovare l'Orchidea maledetta', un rarissimo esemplare prodigioso per garantire eterna giovinezza.


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Fonti:
elicriso.it - giardinaggio.net


Edited by francesina63 - 8/4/2018, 15:58
 
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view post Posted on 26/3/2014, 22:53     +1   -1
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Dracula Simia , orchidea dal volto di scimmia

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Si potrebbe pensare che siano foto ritoccate e invece no, si tratta di una varietà molto rara di orchidea, la Dracula Simia. Questa specie vive nella foresta pluviale dell’Ecuador e del Perù, a circa 1000-2000 m sopra il livello del mare.

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Tutte le orchidee sono belle, ma queste sono speciali: guardandole, si può notare al loro interno il volto ben riconoscibile di una scimmia. Il botanico che scoprì questo fiore, Luer Crlyle, ci vide invece il volto di un drago, per questo, e per i lunghi petali affusolati che rimandano a canini del famoso vampiro, decise di chiamarlo Dracula Simia, Piccolo Drago.

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È un orchidea che fiorisce tutto l’anno, ma se state pensando di coltivarla in casa, mettete da parte l’idea perché è pressoché impossibile riuscire nell’intento. Questa particolare varietà ha infatti bisogno di un clima molto umido, di zone ombreggiate, isolate e ventilate. Le temperature ideali per la sua sopravvivenza vanno dai 18-20° di giorno ai 10-12° di notte.

Il profumo che emanano è molto forte, simile a quello delle arance acerbe.


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Fonte:
wdonna.it


Edited by francesina63 - 2/7/2015, 12:47
 
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Un' orchidea per tatuaggio



L’orchidea rappresenta il fiore più elegante e raffinato.Uno di quei fiori che regaliamo in occasioni speciali e a persone che amiamo molto.Come tutti i fiori anche l’orchidea diventa spesso protagonista di un tatuaggio e passa dal decorare il nostro appartamento a diventare espressione di noi attraverso il nostro corpo.

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L’orchidea e il suo significato



L‘orchidea simboleggia raffinatezza, cultura, sensualità, erotismo. Chi sceglie un tattoo con l’orchidea vuole esprimere il suo fascino ed il suo potere di seduzione. L’orchidea più rara e preziosa è quella nera che simboleggia il mistero, la magia e la segretezza delle passioni. L’orchidea arancio simboleggia in particolare il fascino di una persona mentre quella rosa esprime senso di affetto e di amicizia. Quando una donna sceglie di farsi tatuare una orchidea bianca è la sua sensualità che vuole esaltare. In generale l’orchidea rappresenta la rara bellezza, il senso di regolarità e l’armonia perfetta.

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I tattoo con l’orchidea



Dopo aver conosciuto i tanti bellissimi significati di questo fiore, non ci si stupisce del perché molte donne scelgano di decorare il loro corpo con la sensualità delle orchidee. La loro forma e i colori si prestano ad esaltare diverse parti del corpo femminile rappresentando un piccolo vezzo o una cascata di fascino che profuma di classe e raffinatezza. L’orchidea è davvero un fiore che disegnato sulla pelle esprime tutta la forza e l’intensità del suo significato.


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Fonte:
chedonna.it


Edited by francesina63 - 3/6/2015, 13:40
 
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