Le piante grasse: il cactus, la pianta della fedeltà e del sentimento duraturo

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view post Posted on 31/5/2013, 17:53     +1   -1
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Le piante grasse

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Le piante grasse sono l’ideale per chi non ha il pollice verde, ma desidera avere belle scenografie floreali in casa. Esse infatti danno fiori vistosi, richiedono poche cure e durano anche molto; inoltre sono poco costose e occupano poco spazio. Tuttavia è bene sapere cosa occorre fare, anche se poco, per mantenerle sane e rigogliose.

Le piante grasse provengono da luoghi dove è difficile reperire l’acqua di cui abbeverarsi, quindi per lo più da climi aridi, con molta siccità, oppure da ambienti tropicali o di alta montagna oppure ancora da terreni paludosi e salmastri.

Le piante grasse riescono a sopravvivere alla mancanza d’acqua proprio grazie alla loro conformazione: esse infatti immagazzinano l’acqua di cui hanno bisogno, prendendola velocemente dall’esterno (dalla rugiada notturna e dall’acqua piovana) grazie al loro particolare apparato radicale. A seconda delle specie, le piante grasse possono immagazzinare l’acqua:

Nelle foglie, che diventano quindi carnose, come la Kalanchoe, la Crassula, il Sedum e l’Echeveria; tali piante rientrano nella categoria delle succulente

Nei fusti, perché privi di foglie, le quali sono invece trasformate in spine, come Cactus, Cereus, Grusonia, Mammillaria; tali pianti rientrano nella categoria delle cactacee.

A questo punto appare chiaro perché queste piante sono dette grasse: per l’acqua immagazzinata infatti, foglie o fusti si gonfiano e appaiono così “ingrossati”. Solitamente le piante grasse, nonostante il nome, hanno dimensioni ridotte e quindi sono coltivabili in vaso. Fanno eccezione l’Agave o il fico d’India, che possono raggiungere altezze oltre i 10 metri.

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Tipologie di piante grasse

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Esistono ovviamente molte specie di piante grasse, che possono essere classificate in vari modi. Oltre alla suddivisione già menzionata tra succulente e cactacee, le piante grasse possono anche essere classificate a seconda della loro forma, importante anche per stabilire dove sistemarle in casa:

◾Piante grasse colonnari

come il noto Cactus, l’Opuntia o l’Echinocereus: sono ideali per coprire gli angoli delle stanze o per riempire i vuoti davanti agli specchi

◾Piante grasse ricadenti

come l’Aporocactus e lo Zygocactus, sono da coltivare in ceste appese poiché appunto ricadono dall’alto; devono rimanere lontane da correnti d’aria ed essere esposte al sole dell’Ovest o del Sud, poiché con poca luce si potrebbe distorcere il fusto

◾Piante grasse sferiche

come la Rebutia, la Mammillaria, l’Astrofito, l’Echinocactus, sono ideali come centrotavola oppure per riempire gli spazi sulle mensole.

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Cure delle piante grasse

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Come detto le cure per queste piante sono poche, ma vanno eseguite precisamente per evitarne il deperimento: un eccesso di cure potrebbe farle morire, ma anche la mancanza di cure potrebbe essere fatale.

terreno

E’ vero che le piante grasse si adattano a condizioni difficili. Ma se scegliamo di averle in casa, cerchiamo di dare loro quel che serve perché siano comode.

Tra le altre cose quindi, bisogna evitare di scegliere un terriccio generico: esiste il terreno specifico per le piante grasse, altrimenti occorre mischiare insieme terra da giardino, ghiaia di fiume e torba in parti uguali. Il terreno specifico è invece ricco di sabbia, che serve a far filtrare l’acqua senza assorbirla.

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Vasi

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I vasi di piccole dimensioni possono bastare alle piante grasse. Tuttavia, anch’esse possono trovarsi meglio con vasi di dimensioni più grandi (ad esempio più grandi dei microvasi in cui solitamente vengono vendute).

Se la pianta è succulenta, quindi con le foglie grandi, ha bisogno di un vaso profondo, poiché le radici sono più grandi; se la pianta è cactacea, quindi con il fusto ingrossato, ha bisogno di un vaso più largo, per l’espansione orizzontale.

Se si scelgono vasi in cotto, che permettono una naturale traspirazione e mantengono una condizione di umidità ideale, non occorre bagnare le piante frequentemente, ma se si scelgono vasi in plastica, le innaffiature vanno ulteriormente diradate.

In ultimo è importantissimo che qualunque vaso si scelga, esso abbia i fori di drenaggio: l’acqua in eccesso infatti deve poter defluire, in quanto il maggior pericolo per una pianta grassa è il ristagno d’acqua nel terriccio, che fa marcire le radici.

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Irrigazione

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Date le loro caratteristiche, le piante grasse vanno innaffiate poco, ma questo poco deve essere preciso e differente a seconda della stagione in cui ci si trova. In estate le piante grasse vanno innaffiate 2 o 3 volte la settimana.

In inverno le piante grasse hanno naturalmente bisogno di un periodo di riposo: nel loro habitat naturale infatti rimangono come in letargo nei periodi invernali, solitamente asciutti. Per questo in inverno le piante grasse non vanno innaffiate, da dicembre fino alla seconda metà di febbraio.

Se però sono tenute in casa, il riscaldamento può far seccare il terriccio e le radici; per evitare ciò occorre innaffiarle una volta al mese, usando un innaffiatoio con il beccuccio sottile, in modo da evitare di bagnare anche i fusti.

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temperature ideali

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Le piante grasse hanno bisogno di temperature specifiche, che possono anche raggiungere soglie estreme, ma che non devono mai superare certi limiti. In estate le piante grasse possono tollerare anche i 40-45°C, ma devono essere ventilati.

In inverno la temperatura per le piante grasse deve essere superiore ai 3-5°C; con meno di 0° le piante grasse potrebbero gelare. La temperatura ideale per il riposo invernale delle piante grasse sarebbe di 5°C, con poca umidità.

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Esposizione

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In estate il consiglio è di porre le piante grasse all’esterno della casa, in giardino, sul balcone o sul terrazzo. La posizione ideale è in piena luce, ma senza l’esposizione diretta al sole e al riparo dalla pioggia.

In inverno, se le temperature fuori scendono sotto i 3°C, è bene spostare le piante grasse in casa, avendo cura di innaffiarle come consigliato per via del riscaldamento domestico. Il luogo di conservazione deve essere luminoso, con poca umidità e una temperatura intorno ai 5°C.

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concimazione

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Le piante grasse vanno concimate una volta al mese usando prodotti specifici solo in estate. In inverno astenersi anche dalla concimazione, rientra nel periodo di riposo naturale della pianta.

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rinvaso

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Le piante grasse crescono lentamente, 2 o 3 cm l’anno. Per questo è richiesto il rinvaso soltanto ogni 4 o 5 anni, alla ripresa vegetativa, quindi in estate. Se il terreno infatti, dopo la crescita in questo periodo di tempo, risulta troppo compatto, ostacola la penetrazione dell’acqua e anche dell’ossigeno.

Utilizzare poi un vaso più grande del precedente e un terriccio specifico, adatto alle piante grasse, come detto precedentemente: durante il rinvaso occorre però fare attenzione a non comprimere troppo il terreno, in quanto le radici delle piante grasse sono piuttosto superficiali.

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fioritura

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Se il periodo invernale di riposo è stato rispettato a dovere, in primavera le piante grasse possono produrre grandi fiori dai colori vivaci, che attirano molto gli insetti su di sé.

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Spolverare le piante grasse

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Essendo piante con grandi superfici, anche se di piccole dimensioni, le piante grasse possono attirare molta polvere.

◾Per pulire le piante grasse ci sono due modi:

◾Spolverarle attentamente con uno spazzolino vecchio

Coprire il terriccio con un foglio di plastica; poi irrorare foglie e fusto con una soluzione di detersivo neutro molto diluito; lasciare agire per 5-10 minuti la soluzione e poi risciacquare abbondantemente con acqua pulita.

Ogni operazione che ci porta a distanza ravvicinata con la pianta grassa, come questa appena descritta, va eseguita utilizzando i guanti da giardinaggio, poiché le spine delle piante grasse possono facilmente conficcarsi nella pelle. Se succede e la spina ha dimensioni troppo ridotte per essere rimossa con le pinzette disinfettate, coprire la zona con un nastro adesivo abbastanza resistente e poi strapparlo: la spina verrà via.

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Curiosità sulle piante grasse

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Le piante grasse sono sempre state utili all’uomo. Nelle zone aride, come il deserto, i Cactus ad esempio indicano con grande precisione il Sud: se infatti nelle zone temperate la comparsa del muschio su un albero indica inequivocabilmente il Nord, cioè la parte dell’albero che rimane sempre in ombra, il Cactus si inclina nella direzione in cui il sole lo fa disidratare, poiché batte per più tempo.

È chiaro che per gli abitanti di un luogo così ostile come il deserto, un’indicazione per l’orientamento fosse e sia tuttora molto importante.

Per quanto riguarda le popolazioni indigene che abitavano un tempo le terre d’origine delle piante grasse, (quindi precolombiani, aztechi, inca) ricavavano dalle piante grasse numerosi motivi di sostentamento: ne mangiavano la polpa, i frutti e le gemme; costruivano ami da pesca con le loro spine; ricavavano tessuti dalle loro fibre.

Tuttora, dalla pianta grassa agave, si ricava invece la tequila, il liquore messicano, ottenuto facendo bollire e fermentare la polpa della pianta.

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Consigli per l’acquisto

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Quando si acquista una pianta occorre fare attenzione a diversi fattori:

◾Innanzitutto le cure che richiederà sono importanti per capire se le nostre abitudini ci permetteranno di crescerla bene;

◾Le dimensioni della pianta in relazione allo spazio che abbiamo a disposizione;

◾L’esposizione che la pianta deve avere, in relazione a dove avevamo intenzione di sistemarla in casa.

In particolare poi dobbiamo fare attenzione ad alcune caratteristiche specifiche per ogni pianta. Per le piante grasse:

◾Controllare che non abbiano macchie scure, sulla base e sulla cima, poiché sono sintomo di marciumi o infezioni già in atto

◾Se l’apice è più piccolo del fusto o si constata che le spine sono deboli, significa che sono state coltivate con poca luce e quindi possono ammalarsi più facilmente

Le piante grasse variano il prezzo a seconda delle dimensioni, dell’età ( se sono giovani costano meno), del vaso in cui sono inserite e del luogo dove le si acquista (piante grasse piccole si possono trovare anche nei supermercati, solitamente a un costo più basso di quelle che si trovano nei vivai).

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Vantaggi delle piante grasse

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I motivi per cui acquistare una pianta grassa, sono molteplici:

◾sono longeve, possono durare decenni e in alcuni casi anche secoli

◾crescono lentamente quindi possono stare anche in spazi ristretti

◾sono abituate a condizioni difficili e quindi necessitano di poche cure

producono fiori grandi, vistosi, con varie forme e colori che vanno dal bianco a gamme accese e piene di sfumature: viola, rosso, giallo, rosa, etc; sono quindi piante molto adatte a ornare esteticamente i luoghi domestici.

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Malattie delle piante grasse

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◾EZIOLAMENTO

se la pianta grassa è posta in condizioni di luce scarsa e le concimazioni non sono corrette, essa perde colore e i suoi fusti si allungano; occorre semplicemente riprendere le cure adatte e la pianta riprende a crescere normalmente; bisogna però anche potare i fusti malati, fino al tessuto sano.

◾MARCIUME ALLA BASE

si può verificare quando la pianta viene coltivata in luoghi freddi e umidi, oppure a piante caratterizzate da radici poco sviluppate; in questo caso la pianta è da buttare, dopo aver tagliato i fusti sani per ricavarne talee.

◾BRUCIATURE

possono comparire nelle piante in esposizione al sole diretto, soprattutto se sono anche bagnate della rugiada. Le piante grasse vanno comunque irrobustite all’ombra, prima di esporle eventualmente al sole esterno.

◾COCCINIGLIE A SCUDETTO

si riconoscono perché si tratta di macchie marroni, che possono compromettere la crescita della pianta; occorre spruzzare un insetticida adatto.

◾COCCINIGLIE LANOSE E ALEUROIDI

in questi casi la pianta si copre di zone biancastre e lanose; occorre un insetticida apposito, preferibilmente saponoso.

◾ACARI

ragnetti rossi o in vari colori, che lasciano cicatrici bianche sui fusti delle piante grasse. Spruzzare acaricidi.

◾OZIORRINCO

è un coleottero marrone, che non può essere ucciso con prodotti chimici. L’unico modo per evitarlo è prevenire, ossia controllare che la terra della pianta grassa non contenga le sue larve bianche, che oltretutto scavano tunnel e mangiano le radici della pianta.


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Fonte:
guidaortogiardino.com


Edited by francesina63 - 27/6/2016, 14:24
 
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cactus

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Il Cactus,

la pianta della fedeltà e

del sentimento duraturo


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Con il nome di cactus vengono comunemente chiamate tutte quelle piante che fanno parte della famiglia delle Cactaceae. I cactus si trovano in quasi tutte le parti del mondo anche se la loro origine è più americana.I cactus sono detti anche piante succulente, ovvero piante in grado di trattenere una buona quantità di acqua necessaria per sopravvivere anche nei lunghi periodi di siccità. Grazie a questa peculiarità, i cactus tendono a diventare particolarmente carnosi sia nel fusto che nelle foglie. I cactus sono piante xerofile, ovvero piante che si ambientano bene in luoghi aridi e desertici dove l'acqua non è quasi mai presente. Fanno parte della famiglia delle Cactaceae oltre 3000 specie. I cactus sono facilmente riconoscibili grazie alla presenza di spine che rappresentano le foglie. Molti tipi di cactus hanno spine uncinate, fastidiose e spesso dolorose anche solo se si sfiorano. Questo tipo di pianta può avere dimensioni minime di un centimetro ma raggiungere anche i venti metri di altezza. La loro forma può variare ed essere a crescita verticale con fusto a colonna, oppure globose, oppure piatte. I cactus vengono apprezzati per la loro particolarità ornamentale e per la loro facile coltivazione.

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Ambiente ed esposizione

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foto cactus I cactus vivono bene in ambienti ricchi di sole e particolarmente luminosi. Perché la pianta cresca uniformemente occorrerà far arrivare il sole su ogni lato del cactus; all'occorrenza è opportuno ricorrere alla rotazione della pianta. Se il cactus inizia ad avere una colorazione anomala che tende al rossiccio, va immediatamente spostato dalla sua posizione perché riceve troppo sole. Durante l'inverno, se l'ambiente in cui si trova il cactus viene eccessivamente riscaldato, è opportuno posizionare la pianta in un luogo meno caldo per evitare che passi al periodo vegetativo prima del tempo. Il cactus sopporta benissimo il caldo e anche le basse temperature, anche se è preferibile non scendere mai sotto i 10 gradi.

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Terreno

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foto cactus Il terreno ideale per la crescita dei cactus è un terreno leggero e drenante, composto principalmente da terra e sabbia. Spesso vengono aggiunte alla composta organica parti di pomice ed argilla espansa. Le proporzioni consigliate sono due parti di terriccio comune o torba, una parte di pomice e una parte di lava o argilla. Se siete alle prime armi, è consigliabile usare un terreno pronto che si trova facilmente nei vivai. Il terreno che ospita i cactus non dovrà mai essere pressato, perché questo causa inevitabilmente la morte o la marcitura della pianta.

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Messa a dimora e rinvaso

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I cactus vanno rinvasati almeno una volta l'anno perchè producono radici estese e per cambiare il terriccio e il substrato ormai poveri di elementi minerali. Il periodo dell'anno in cui è meglio cambiare vaso è la primavera quando inizia il periodo vegetativo, anche se alcune varietà possono essere rinvasate fino ad ottobre. Il vaso più adatto è sicuramente quello in terracotta e con fori di drenaggio, che lascia respirare la pianta e impedisce il ristagno d'acqua. Se la pianta è particolarmente piccola, è meglio usare, invece, i vasi di plastica che consentono una maggiore durata dell'acqua. La misura da scegliere varia in base alla pianta; per le piante grasse si consigliano vasi che abbiano una larghezza maggiore rispetto all'altezza. Quando si effettua il rinvaso, le radici che hanno assunto un'aria piuttosto intrigata, vanno separate con attenzione e delicatezza; spesso si dovrà ricorrere anche al taglio di alcune radici. Una volta effettuata questa operazione, la pianta andrà lasciata riposare qualche giorno senza metterla nella nuova terra. Ogni rinvaso comporta una lenta ripresa della crescita della pianta. Dopo ogni messa a dimora o rinvaso, non annaffiare la pianta per almeno un paio di giorni, così che possa abituarsi alla sua nuova collocazione.

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Annaffiatura

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I cactus non hanno bisogno di grandi quantità di acqua. Nella stagione calda la pianta va annaffiata ogni qualvolta il terreno risulti asciutto in superficie. In linea di massima, i cactus andranno bagnati una volta a settimana. A seconda della grandezza del vaso, varierà anche la tempistica dell'annaffiatura. La pianta va annaffiata uniformemente cercando di far penetrare l'acqua fino al fondo; l'acqua, in un terreno con giusto drenaggio, tenderà a fuoriuscire dal vaso e sarà sufficiente svuotare il sottovaso per non avere ristagni. Il momento migliore per annaffiare è la sera e l'acqua dovrà essere a temperatura ambiente. Nel periodo invernale, i cactus non vanno quasi mai annaffiati perché l'acqua non favorirebbe la giusta crescita della pianta. Se si tengono i cactus in appartamento, il riscaldamento usato d'inverno tende ad asciugare eccessivamente il terreno; per questo motivo, in questo caso, occorrerà annaffiare occasionalmente.

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Concimazione

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I cactus non richiedono grandi interventi ma concimando si otterranno ottimi risultati. Il periodo migliore per concimare è da aprile a fine agosto, possibilmente almeno una volta al mese. Evitare assolutamente la concimazione dopo un rinvaso. Il concime ideale possiede al suo interno, calcio, fosforo, ferro, magnesio, azoto e potassio
Riproduzione

La riproduzione più comune per i cactus è per talea, ovvero attraverso il rinvaso di un pezzo di pianta. Innanzitutto occorre tagliare una parte della pianta, che potrebbe essere una pala o un pollone; bisogna fare attenzione ad usare lame sterilizzate che non intacchino la pianta con malattie esterne ad essa. Quando si taglia una parte della pianta, bisogna lasciare asciugare il taglio per qualche giorno e solo dopo, procedere all'impianto nel terreno adeguato.Si può decidere di adoperare la riproduzione attraverso il seme che può essere acquistato o prodotto dai fiori della nostra pianta. Questa soluzione è sicuramente lentissima all'inizio, ma nel giro di un paio di anni, le piante inizieranno a crescere con maggiore rapidità.I semi vanno sparsi sul terreno, composto per lo più da materiale drenante e il contenitore va ricoperto con una pellicola di plastica per favorire l'ambiente ideale. Quando la pianta inizia a crescere, la plastica va tolta e per invasare bisogna aspettare che sia cresciuta un altro po'.

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Potatura

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I cactus non hanno bisogno di potature per crescere. Si ricorre a questa operazione solo per eliminare eventuali fioriture secche o parti marce.Fioritura e fruttiI cactus producono dei fiori abbastanza grandi, anche 20 centimetri, che nascono dalle areole, ovvero delle zone di colore diverso e circondate di spine e peluria. I fiori sono la caratteristica che rende interessanti queste piante; la fioritura è un vero spettacolo naturale. I colori dei fiori dei cactus vanno dal giallo al rosso intenso.Alcune varietà di cactus vengono impollinati anche dai pipistrelli che vengono attratti dal profumo dei fiori che si diffonde nella notte e questi fioriscono sempre di notte. Molti frutti dei cactus sono commestibili come quello dell'Opuntia, ovvero il fico d'India.

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Malattie e parassiti

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La cocciniglia è sicuramente il nemico numero uno per quanto riguarda i parassiti che attaccano i cactus. La cocciniglia può attaccare anche le radici e questo comporta un rallentamento della crescita della pianta. Se la presenza della cocciniglia è limitata, si può togliere manualmente con cotone imbevuto di alcol; se il parassita si è diffuso si dovrà usare un antiparassitario adeguato. Anche il ragnetto rosso è piuttosto frequente, soprattutto se l'ambiente è troppo secco.Si consiglia l'applicazione di insetticidi sistemici che vengono assorbiti dal terreno, uccidendo gli eventuali parassiti presenti.
Se la pianta è stata sottoposta ad eccessiva annaffiatura oppure è stata posta in un luogo troppo buio, rischia di vedersi attaccare da una serie di parassiti e malattie.

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Vendita

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Nei vivai si trovano cactus di svariate misure. Ne esistono di piccolissimi e graziosissimi posti in minuscoli vasetti che però necessitano di un rinvaso immediato. La bellezza di possedere un cactus è vederne la sua crescita. Il consiglio è quello di acquistare una pianta di pochi anni, così da goderne appieno la sua spettacolare bellezza. Alcuni cactus crescono prima degli altri arrivando a notevoli altezze; verificare con il vivaio quale è la crescita e di quali cure e ambiente necessita.

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Specie più diffuse

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Opuntia è sicuramente il cactus più noto, specialmente nel genere del Fico d'India, con le sue pale così piatte a grandi e i suoi buonissimi frutti. Si adatta bene ad ogni clima, anche se ovviamente predilige ambienti secchi e caldi.

Cleistocactus è una varietà piuttosto diffusa del cactus; si caratterizza dal fusto colonnare e la crescita veloce. Originaria dell'America meridionale è considerata una pianta robusta che arriva a reggere anche le temperatura al di sotto dello zero.

Cereus o Cereo
che si riconosce dal suo fusto cilindrico, costolato e dal colore verde bluastro. I suoi fiori, a forma di imbuto, hanno un colore bianco e lunghi stami gialli.

Ferocactus è quella varietà di cactus nota a tutti e che spesso si vede rappresentata nei fumetti e che ricorda un candelabro. Questa pianta, tipica del deserto, si sviluppa verticalmente e lentamente. I suoi fiori spuntano sulla cima e ci stupiscono con i loro colori rossi, viola o gialli.

Mammillaria è un tipo di cactus dalle svariate forme e dai vari colori che i suoi fiori assumono. Caratteristica è la quantità e varietà di spine presenti.

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Curiosità

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I cactus appartengono all'ordine delle Caryophyllales; a questo ordine appartengono anche gli spinaci, i garofani e le barbabietole. I cactus vengono adoperati in molte situazioni; molti popoli li usano per creare recinzioni naturali, oppure vengono seccati ed adoperati come legna da ardere; alcuni cactus hanno proprietà curative o allucinogene. Alcuni cactus hanno fiori che emanano un profumo di carne avariata che attira insetti necrofili che feconderanno successivamente la pianta.

Già gli Aztechi sfruttavano il cactus per le sue proprietà psicoattive ed allucinogene, nonostante alcune di queste non siano ancora state identificate con certezza.
La Chiesa cattolica attribuì l'accezione “dono del demonio” alle piante come il cactus, per dare un'idea dei poteri che potrebbero derivare da piante simili.

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Proprietà del cactus

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Proprietà allucinogene

Proprietà del CactusPiù in particolare, queste proprietà allucinogene sono attribuite a Trichocereus pachanoi, al Peyote, al Cactus di San Pedro, e ad altre piante grasse del genere Carnegiea e Coryphantha.

Sono circa 40 i cactus appartenenti al genere Trichocereus: vantano proprietà psicoattive per la presenza di mescalina, alcaloide noto più precisamente come fenetilammina: nonostante i meccanismi d'azione che provocano l'effetto allucinogeno della mescalina non siano ancora del tutto chiari, sembra che questa sostanza esplichi la propria azione stimolando alcuni recettori del sistema nervoso centrale, i quali hanno la capacità di provocare effetti comportamentali e stupefacenti: la mescalina, infatti, potrebbe agire come agonista dei recettori serotoninergici e dopaminergici.

Sintomi post-assunzione

Le alterazioni provocate hanno conseguenze nel campo cognitivo e percettivo: subito dopo un'assunzione per os di 350 mg di questa sostanza ricavata dal cactus, si possono verificare effetti come nausea, vomito, diarrea, palpitazioni, tachicardia, ipertensione, ansia e visione offuscata. Dopo un'ora dalla somministrazione, si altera la percezione tattile e psicomotoria, accompagnata da visioni (bagliori, percezione di forme ondulate), flashback, brividi, tremori e debolezza.

Peyote

Il Peyote (detto anche Cactus button) è un piccolo cactus messicano che per millenni fu il protagonista di riti magici e religiosi, sfruttato anche a fini terapeutici; era utilizzato per svariate finalità come, per esempio, comunicare con la natura e con gli dei, per invocare la pioggia, per la localizzazione degli animali da caccia, per dipingere, per benedire. Ovviamente, queste tradizioni non hanno un fondamento scientifico, ma le proprietà allucinogene sono state per molto tempo oggetto di studio da parte dei ricercatori.

La prima testimonianza delle proprietà allucinanti del cactus Peyote deriva dal Codex Florentinus, del frate francescano Bernardino di Sahagún, che descrive la pianta con le seguenti parole: «C'è un'altra erba... chiamata peiot... si trova nel nord. Coloro che la mangiano o la bevono hanno visioni sia spaventose ed esilaranti; questa ebbrezza dura due o tre giorni e poi scompare. È una specie di prelibatezza […] dicono che protegge da ogni pericolo».

Altre proprietà

È bene mettere in evidenza che le piante grasse non presentano solamente proprietà stupefacenti. Un esempio è il Cactus grandiflorus, ricordato per le sue proprietà cardiache, stimolanti e diuretiche, esplicate da un mix di principi attivi noti come cactina e ordenina.
La cactina è utilizzata nel trattamento dell'insufficienza cardiaca derivata da un eccesso di caffeina o tabacco o causata da disturbi nervosi; l'ordenina è un tonico cardiaco e ha capacità ipotensive. Inoltre, è utilizzata anche nel trattamento della diarrea.
L'uso di questi principi attivi è accolto anche dall'omeopatia: si usa la tintura madre di sommità fiorite e dei rami come coadiuvante per dismenorree e disturbi a livelo vescicale.

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Significato del cactus

nel linguaggio dei fiori


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Questa pianta, il cactus, esprime fedeltà e sentimento duraturo e tutto ciò è correlato alla sua durata, molto lunga nel tempo se opportunamente gestita.

Vi è una leggenda d’oltreoceano legata al cactus. E racconta dell’esistenza di Quehualliu, un indiano particolarmente bello e apprezzato. Il giovane non aveva occhi che per Pasancana, la figlia del suo capotribù. I due giovani erano praticamente nati insieme e fatto tutto insieme nel corso della loro vita: imparare a camminare, giocare. Crescendo era scontato che si innamorassero. Peccato che il capo volesse per sua figlia un altro sposo, un eccellente cacciatore.

Vedendo il loro sogno d’amore sfumare, i due giovani decisero di scappare. Accortosi della fuga, il capo indiano si arrabbiò molto e decise di mandare parte dei guerrieri a cercare i due amanti. Dopo essere fuggiti a lungo, i due giovani erano molto stanchi e decisero, nonostante tutto di sedersi per qualche minuto. Vennero scorsi da alcuni uomini ma si accorsero in tempo del loro arrivo e chiesero alla dea della terra, Pachamama, di nasconderli. Lo fece attraverso un buco nella montagna. I loro inseguitori li aspettarono tutta la notte, insieme al padre della ragazza. La dea, per dare modo loro di stare insieme senza che nessuno li separasse, li trasformò in cactus.


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Fonti:
giardinaggio.net - my-personaltrainer.it - pollicegreen.com


Edited by francesina63 - 5/6/2023, 14:00
 
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chamaecereus_cactus

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Echinopsis Chamaecereus

Cactacea

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Scheda Botanica:


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Nome botanico: Echinopsis chamaecereus

Nome comune: 'vermicelli'

SINONIMI:


- Cereus silvestrii

- Chamaecereus silvestrii

- Lobivia silvestrii

Famiglia: Cactaceae

Genere: Echinopsis

Divisione: Magnoliophyta

Ordine: Caryophyllales

Origine: originario delle zone montuose che precedono le Ande del Tucumàn (Argentina)




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Morfologia

della pianta


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E' una pianta che non raggiunge grandi dimensioni ma forma raggruppamenti che vanno nel tempo ampliandosi nel numero con individui di forma allungata con piccole spine che talvolta tendono leggermente ad avvolgersi a spirale lungo il fusto.

Cactacea cespitosa o strisciante, che forma cespuglietti compatti di circa 10 cm di altezza e 30-60 di larghezza, con fusti ramificati di lunghezza variabile spessi 9-15 mm. Il fusto presenta circa otto costolature e le areole possiedono spine corte e ricoperte dai peli. Il colore della pianta varia a seconda dell'esposizione al sole. La colorazione normale è verde pallido e al sole diventa color giallo/rosso.

Ogni stagione la pianta si espande notevolmente ed esponenzialmente man mano che passano gli anni.

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[size=14]Fiori e periodo di fioritura

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Dai primi di maggio alla fine di giugno alla sommità dell'areola nascono brillanti fiori diurni rosso/arancio, ad imbuto lunghi circa 7 cm e durano ciascuno alcuni giorni. Il fiore della pianta originale è arancione-rosso, ma in vendita se ne trovano con fiori di diverso colore, dovuti probabilmente ad incroci con Lobivia. Ne esistono anche ibridi con fiore giallo e ibridi con fiore di vario colore e sfumature dal giallo al rosso al fucsia al rosa all'arancione e particolari ibridi con fiori sfumati multicolore. Ne esiste anche una curiosa forma priva di clorofilla di colore giallo limone che frequentemente si incontra in vendita (innestata) nei supermercati.

Foglie/Spine: I tubercoli sono poco pronunciati e i rami presentano spine molto piccole variabili dalle dodici alle quindici. Le costolature invece variano dalle sette alle dieci per ramo.

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Esposizione

e tecniche colturali


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È necessario, come per tutte le succulente, garantire un terreno aerato e poroso. Il terreno deve essere inoltre povero di sostanza organica e ricco di materiale inerte e minerale.

Le annaffiature devono avvenire ogni 15 giorni circa in primavera ed in estate, mentre in inverno, durante il periodo freddo necessario al riposo, la pianta non deve essere per nulla annaffiata. Una volta che si inizia a coltivarlo si capisce velocemente di cosa ha bisogno in quanto risponde velocemente alle cure o mancanze, ad esempio i lunghi fusti pendenti si gonfiano e sollevano poche ore dopo aver fornito acqua se questa mancava da molto.

L'esposizione al sole pieno o in ombra leggera deve avvenire gradualmente per evitare scottature. E' necessario però almeno qualche ora al giorno di pieno sole anche in inverno; condizione necessaria per avere una buona fioritura.

Le concimazioni devono essere sporadiche con concimi poveri di azoto e ricchi di potassio e fosforo.

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Temperature

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Temperature minime sopportate: temperatura minima 5°, se tenuta all'asciutto in inverno può resistere anche ad alcuni gradi sottozero.

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Resistenza alle malattie

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È molto sensibile all'attacco di cocciniglia cotonosa delle radici, di cocciniglia a scudetto e al ragnetto rosso. l’Echinopsis chamaecereus è molto sensibile al ragnetto rosso che nell'arco di pochi giorni può deturparne pesantemente l'epidermide rendendola grigio argento e rigida, invece che verde chiara e molto elastica. Il ragnetto rosso deve essere eliminato quindi prontamente con appositi prodotti acaricidi.

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Riproduzione

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Si moltiplica per semina nel periodo primaverile, facendo in modo che le nuove piantine crescano in un luogo caldo e riparato prima della messa a dimora; molto più facile è la radicazione dei numerosi polloni prodotti. La moltiplicazione dell’Echinopsis chamaecereus è semplicissima da talea, si ha praticamente una nuova pianta nel 100% dei casi. Facile ottenere tale semplicemente ruotandolo su sé stesso uno dei polloni laterali che spesso se la pianta viene lasciata a secco troppo a lungo si staccano al minimo sfioramento.

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Fonti:
luniversoeluomo.org-stranepiante.blogspot.it


Edited by francesina63 - 5/6/2023, 14:03
 
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