Sant' Antonio da Padova

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 11/6/2013, 00:00     +1   -1
Avatar

Insieme in Armonia

Group:
Administrator
Posts:
185,042
Reputation:
+776

Status:


santantonio10

giglio

13 Giugno:

Sant' Antonio di Padova

Il piccolo Fernando


giglio



Dell'infanzia di Sant'Antonio di Padova si conoscono con certezza poche cose: il nome di battesimo Fernando (che significa "ardito nella pace") e la città natale Lisbona, che allora si diceva essere ai confini del mondo. Già sulla data di nascita non c'è accordo, anche se i più propendono per il 15 agosto 1195, giorno dell'Assunzione, deducendo tale data da quella della morte: 13 giugno 1231 e sottraendo ad essa gli anni della vita, trentasei, come si legge nel Liber miracolorum, scritto verso la metà del XIV sec. Appena nato, sua madre lo consacrò alla Vergine, quasi sapesse che sarebbe stato un prediletto di Maria, ne avrebbe predicato le glorie e con il nome di lei sulle labbra sarebbe spirato, e poco più che neonato gli insegnava ad amare Gesù e Maria. Così, già a cinque anni il piccolo Fernando cotò la sua castità a Dio e ben presto avrebbe abbandonato completamente la famiglia per il Santuario. A dieci anni entrò a far parte dei chierichetti della Cattedrale di Lisbona. Il demonio si rodeva della sua precoce santità, al punto che spesso lo tormentava con visioni spaventose, ma il fanciullo non si lasciava atterrire, anzi un giorno con un dito fece il segno di croce sopra un gradino dove stava pregando e nel gradino restò miracolosamente impresso, come scolpito, quel santo segno; baciò egli quella croce e il demonio restò confuso e vinto. Invano il mondo lo chiamava a sé con bugiarde promesse, illusorie visioni di onori e di gloria.

giglio

Canonico agostiniano

giglio



A quindici anni, Fernando fece il grande passo: entrò nel monastero agostiniano di San Vincenzo di Fora, dove i seguaci della regola di Sant'Agostino alternavano allo studio e al raccoglimento nel chiostro, la vita di parrocchia e l'apostolato tra la gente. La sua vocazione assume valore di scelta coraggiosa, perché egli ben sapeva quel che lasciava e quanto difficile fosse rinunciarvi senza l'aiuto di Dio. Così commentò egli stesso il suo ingresso in monastero nei suoi Sermoni: <<chi si ascrive a un ordine religioso per farvi penitenza, è simile alle pie donne che, la mattina di Pasqua, si recano al sepolcro di Cristo. Considerando la mole di pietra che ne richiudeva l'imboccatura, dicevano: chi rotolerà la pietra? Grande è la pietra, cioè l'asprezza della vita di convento: il difficile ingresso, le lunghe veglie, la frequenza dei digiuni, la parsimonia dei cibi, la rozzezza delle vesti, la disciplina dura, la povertà volontaria, l'obbedienza pronta... Chi ci rotolerà questa pietra all'entrata del sepolcro? Un angelo sceso dal cielo, narra l'evangelista, ha fatto rotolare la pietra e vi si è seduto sopra. Ecco l'angelo è la grazia dello Spirito Santo, che irrobustisce la fragilità, ogni aspderità ammorbidisce, ogni amarezza rende dolce con il suo amore>>.

giglio

Fernando diventa Antonio

giglio



Fernando rimase nel monastero per soli due anni, perché trovandosi troppo vicino alla casa paterna, riceveva spesso le visite di amici e parenti, attratti dall'amore e dalla venerazione che avevano per lui. Per liberarsi da queste cause di turbamento, decise di abbandonare la terra d'origine per servire il Signore in tranquillità, cambiando non ordine, ma residenza, spostandosi nel monastero di Santa Croce a Coimbra, dove rimase per otto anni al termine dei quali fu ordinato sacerdote. Aveva venticinque anni e già si andava diffondendo la fama della sua sapienza e della sua santità, alimentate anche dai primi fatti prodigiosi. Nel monastero di Coimbra aveva avuto una visione: un frate dal pallido volto di asceta gli era apparso e lo aveva invitato a vestire il saio francescano. Qualche anno dopo in visita ad Assisi, rivedrà quel volto magro: era il volto di Francesco, il santo fondatore. Intanto a migliaia di chilometri di distanza da Coimbra, viveva un altro grande santo, Francesco di Assisi, che proprio in quegli anni stava preparando una spedizione missionaria fra i musulmani d'Africa.

Nel 1219, passando per la Francia, la Spagna e il Portogallo, partirono alla volta del Marocco cinque suoi frati. Passarono anche a Coimbra, anticipati dalla fama del loro fondatore che aveva abbandonato la vita ricca e spensierata per dedicarsi completamente al Signore e ad essi aveva imposto di vivere in grande povertà, elemosinando per le strade e praticando alla lettera il Vangelo. Il loro sconfinato amore per Dio e per il prossimo conquistò immediatamente Fernando. Quando seppe, mesi dopo, del loro martirio in Marocco, ne rimase profondamente colpito e quando i loro corpi furono traslati a Coimbra ed esposti ai fedeli, lì, davanti a quei martiri prese una decisione che maturava da tempo: <<fratelli carissimi, con vivo desiderio vorrei indossare il saio del vostro Ordine...>>. Da Lisbona a Coimbra ed ora lungo le strade del mondo, la Provvidenza, seppur per gradi, lo aveva condotto alla scelta vocazionale definitiva. Lasciato il bianco saio agostiniano per quello grigio dei "poverelli" e volendo rimarcare con un gesto eclatante il radicale mutamento di vita, decise di cambiare il nome di battesimo: "muore" così Fernando e "risorge" Antonio, in omaggio al grande monaco orientale.

giglio

Verso il Marocco:

la malaria invece del martirio


giglio



Rivestito del ruvido saio di sacco dei seguaci di Francesco, il "rinato" Antonio si apprestava a lasciare il convento di Santa Croce, quand'ecco sulla soglia del monastero un monaco agostiniano gli urla: <<va', va' pure con loro che diventerai un santo!>>. E Antonio, di rimando: <<vorrà dire che quando sentirai che lo sono diventato ne loderai il Signore>>. Così se ne andò a piedi scalzi con un chiodo fisso: il martirio. Pochi mesi dopo, con i sandali ai piedi e con un compagno abbandonò l'Europa, alla volta del Marocco, ma ancora una volta i suoi piani, il poter convertire la terra d'Africa, erano destinati a scontrarsi con quelli di Dio! Appena sbarcato, per un mese fu costretto a letto da febbri malariche: non s'irritò, non si spaventò: pianse nel segreto del cuore lacrime di sangue e intense, però, la volontà di Dio lo chiamava altrove e si imbarcò di nuovo per tornare a Coimbra. Neanche stavolta il vento della Provvidenza soffiò per il verso giusto. Investita da una tremenda tempesta, la nave che lo riportava in patria ruppe le vele ed il timone. Smarrita la rotta e ormai alla deriva, lo scafo finì per arenarsi sulle coste di Messina. Soccorsi dai pescatori i due frati vennero portati in un vicino convento dei francescani.

giglio

L'incontro con San Francesco

giglio



Dai confratelli di Messina, Antonio apprese che nel mese di maggio, nella ricorrenza della Pentecoste, San Francesco avrebbe radunato tutti i suoi frati per il Capitolo Generale. L'invito a parteciparvi era esteso a tutti e tutti l'accettarono di buon grado, compreso Antonio, che aveva qualche motivo in più per gioirne: finalmente avrebbe conosciuto l'uomo sul cui esempio aveva intrapreso la via della povertà; in più naufragando in Sicilia era rimasto senza casa e senza superiori. Andando pellegrino ad Assisi avrebbe reso omaggio a Francesco e ritrovato il suo provinciale. Così, nella primavera del 1221, a piedi, accompagnato dai frati di Messina, Antonio cominciò a risalire l'Italia. Dopo mesi di cammino, giunse ad Assisi dove più di tremila frati presero parte al Capitolo Generale. Da Assisi passò in Romagna dove rimase per un anno nascosto e penitente nell'eremo di Montepaolo, fino al Capitolo di Forlì; non conosceva nessuno dei suoi nuovi confratelli ed essi non conoscevano lui. Questa circostanza lo rallegrò molto perché, finalmente, nessuno più gli avrebbe potuto ricordare il suo passato illustre, la sua origine nobile e i suoi trascorsi di dotto studioso: era un frate qualunque, per lo più straniero, e, nel nascondimento, incominciava una nuova vita. Era l'unico sacerdote del convento, perciò esercitava il suo ministero a servizio dei confratelli. Tuttavia, per essere veramente uguale a loro, si dedicava anche ai lavori più umili: cucinava, lavava, spazzava la chiesa.

Appena libero, però, si recava in una grotta nel bosco vicino e lì restava in preghiera e meditazione per ore e ore. Uscì da questo eremitaggio nel 1222, invitato ad un'ordinazione sacerdotale nella cattedrale di Forlì, durante la quale tenne una conferenza spirituale, meravigliando tutti per la profondità della sua scienza e per la meravigliosa acutezza con la quale discorreva dei più sublimi misteri. Fu, allora, ad unanimità di voti eletto predicatore. Da quel giorno, egli passò predicando ed operando miracoli in quasi tutte le città d'Italia e di Francia.

giglio

Predicatore in Francia

e ritorno in Italia


giglio



Gli fu ordinato di lasciare l'eremo di Montepaolo e di dedicarsi alla predicazione. Cominciò da Rimini, dove gli eretici avevano fatto numerosi proseliti e dove Antonio stupì tutti, predicando ai pesci del mare. Le notizie delle sue strabilianti prediche, dei suoi miracoli e prodigi giunsero all'orecchio di San Francesco, che chiese al suo "frate Antonio, mio vescovo" di insegnare teologia ai frati Minori di Bologna.
Ma nel 1224 in obbedienza a papa Onorio III, Francesco decise d'inviare missionari nella Francia meridionale per convertire gli eretici e la scelta cadde subito su Antonio, per predicare contro l'eresia e insegnare teologia ai giovani francescani. In questa lotta contro l'errore, le armi della predicazione e dei miracoli ottennero grandi successi. La sua azione si sviluppò soprattutto in Linguadoca (Francia del Sud) fino che, divenuto padre custode dell'Aquitania, non fissò la sua residenza a Limoges, dove fondò un convento.

Intanto, la sera del 3 ottobre 1226, nella chiesetta della Porziuncola moriva San Francesco. La notizia della sua morte giunse ad Antonio, insieme all'invito di recarsi ad Assisi, dove si sarebbe svolto il Capitolo Generale per eleggere il successore. Nella città umbra, l'umile frate poté constatare la grande stima che ormai lo circondava e che si tradusse in un incarico di rilievo. Giovanni Parenti, il nuovo superiore, lo nominò Ministro Provinciale dell'Emilia, una delle più estese giurisdizioni dell'Ordine (comprendeva quasi tutta l'Italia settentrionale).

giglio

Padova, seconda patria

giglio



Antonio rivestì la carica di Ministro Provinciale tra il 1227 e il 1230. Furono anni di intenso lavoro, occupato come era a girare la sua vasta provincia, visitando i conventi, fondandone di nuovi e predicando alla popolazione. Il suo fisico già provato fu messo a dura prova, ma non di meno dovette lottare contro le difficoltà che la diffusione dell'eresia creavano alla sua opera di predicazione e di evangelizzazione.

Viaggiò molto: Rimini, Bologna, Conegliano, Venezia, Udine, Cividale, Gemona ed altri paesi del Friuli. Predicò molto: i Sermoni domenicali, scritti in questi anni, erano il frutto della sua attività di predicatore.
Nel suo intenso viaggiare, nel 1228 giunse per la prima volta a Padova. Questa era una grande città, ricca di splendidi monumenti e con una prestigiosa università. I frati francescani risiedevano nel convento di Arcella, fondato, secondo la leggenda, da San Francesco, di ritorno dal suo fallito tentativo di missione in Egitto. Antonio fu loro ospite per alcuni mesi. Presso il convento dei Frati Minori c'era il monastero delle monache di Santa Chiara, che vennero affidate alle sue cure spirituali.

Nella primavera del 1228, chiamato dal Ministro Generale, fra Giovanni Parenti, che voleva consultarlo su alcune questioni riguardanti il governo dell'Ordine, Antonio si reca a Roma. Esauriti i compiti di consulenza, già sul punto di ripartire per Padova, fu trattenuto da papa Gregorio IX, cui era giunta la voce della sua santità. Il pontefice gli ordinò di predicare gli esercizi spirituali a lui e al collegio cardinalizio.

Inutile dire che le sue parole, i commenti ai testi sacri, le esortazioni alla santità, incantarono anche il papa e tutti i cardinali. Fu invitato allora a rimanere, per predicare alle folle di pellegrini giunti a Roma in occasione della Pasqua.

Conclusa la predicazione, si recò ad Assisi, per la solenne canonizzazione di Francesco. Ritornò, infine, a Padova, da dove continuava a viaggiare per predicare e visitare i conventi della provincia dell'Emilia. E' di questo periodo l'impegno contro l'usura e lo straordinario episodio del cuore dell'usuraio.

Nel 1230 fu convocato un nuovo Capitolo ad Assisi durante il quale Antonio fu sollevato dall'incarico di Ministro Provinciale, nominato "Predicatore Generale" e inviato a Roma per una nuova missione. Sul finire dell'autunno del 1230 giunse definitivamente a Padova, dove rimarrà fino alla morte, amando, riamato, questa città come una sua seconda patria.

Qui Antonio esercita con assiduità il suo ministero sacerdotale: soprattutto nella confessione e nella predicazione. Da ogni parte giungono i fedeli per ascoltare le sue prediche, per confessarsi, per chiedere un consiglio. Sant'Antonio è sempre disponibile, nonostante la sua precaria salute. Anzi affronta la fatica dei viaggi e spostamenti per andare a predicare dove lo chiamano. Inoltre scrive: completa i Sermoni domenicali e incomincia a scrivere i Sermoni per le feste dei Santi.

giglio

La Quaresima del 1231

giglio



Nella primavera del 1231 Antonio decide di predicare per tutti i giorni della Quaresima. Questa famosa Quaresima costituì la rifondazione cristiana di Padova, grazie alla predicazione quotidiana, alla catechesi e alle confessioni di massa. Questa sua opera fu l'inizio di un'evangelizzazione imponente in città e nei dintorni.

Uno dei temi principali della predicazione fu ancora una volta l'usura, una calamità che si abbatteva soprattutto sui più deboli. I poveri, i diseredati, i sofferenti, gli ultimi erano i prediletti di Sant'Antonio che si adoperava in tutti i modi per aiutarli. Risale a questo periodo l'episodio dei suoi rapporti con Ezzelino III da Romano, feroce tiranno di Verona.

Tra maggio e giugno si reca a Camposampiero, una cittadina poco distante da Padova, presso il Convento dei Frati Minori dove si verificò l'episodio dell'apparizione di Gesù Bambino. Se di notte rimaneva nella sua cella, di giorno Antonio abitava una cella costruita sopra i rami di un grande noce immerso nel bosco.

Nonostante la pace e la tranquillità, era tormentato dalla malattia in modo irrimediabile. Sentendo ormai vicino il momento della morte chiese di poter tornare a Padova. Il 13 giugno 1231 Antonio fu condotto su di un carro al convento dell'Arcella. Vi giunse nel caldo pomeriggio e fu trasportato nella sua cella. Ebbe ancora la lucidità di rivolgere alcune preghiere a Maria e al suo Figlio Gesù. Quindi spirò quando ormai il sole stava tramontando.

Alla sua morte seguirono degli scontri tra i frati e le monache dell'Arcella, i frati del convento di Santa Maria e i popolani dei vari quartieri: tutti volevano il corpo del Santo per onorarlo con una degna sepoltura. Dovettero intervenire le autorità civili ed ecclesiastiche: il podestà, il vescovo, il ministro provinciale del Nord Italia. Finalmente ci si convinse che prima di tutto andava rispettata la volontà di Antonio, il quale desiderava essere seppellito nella chiesetta di Santa Maria. Cosa che avvenne il 17 giugno 1231.

giglio

La canonizzazione

giglio



Fin dal giorno dei suoi funerali l'arca di marmo con il corpo di Antonio divenne meta di incessanti pellegrinaggi e neppure un anno dopo il 30 maggio 1232, papa Gregorio IX proclama Santo frate Antonio di Padova e fissa la sua festa il 13 giugno (anniversario della sua nascita al cielo). Si racconta che in quello stesso momento le campane di tutte le chiese di Lisbona suonarono a festa, senza alcun intervento di uomo. Fu quasi un segno del cielo per dare inizio ai festeggiamenti.


giglio

I simboli Antoniani

giglio



L’iconografia di sant'Antonio comprende un complesso di simboli: la giovinezza, il saio, il libro, Gesù Bambino, il giglio, la fiamma, il cuore, il pane. Essi esprimono sia una caratteristica della sua personalità (funzione di memoria), sia i doni e le qualità che gli ha attribuito la devozione popolare (funzione simbolica).

L’immagine più diffusa rappresenta Antonio nelle sembianze di un giovane religioso, con Gesù Bambino fra le braccia e un giglio in mano.

La giovinezza si collega con il personaggio ideale, puro, buono, che accoglie tutti.

Il saio francescano (bruno o nero) ricorda la sua appartenenza all'ordine francescano, ma con caratteristiche particolari. Alcuni pensano – erroneamente - che abbia fondato un suo ordine e lo collegano con difficoltà a san Francesco.

Il Gesù Bambino ricorda la visione che Antonio avrebbe avuto a Camposampiero.

Esprime, inoltre, il suo attaccamento all'umanità del Cristo e la sua intimità con Dio.

V. Carpaccio, sant' Antonio con libro e giglio, part. della pala con Madonna col Bambino tra santi, 1518
Il giglio rappresenta la sua purezza e la lotta contro il demonio, fin dall'infanzia.

La fiamma indica il suo amore per Dio e per il prossimo.

Numerosi ex voto sono a forma di cuore e, ancora in tempi vicini a noi, il reliquiario per l'apparato vocale (faringe) ritrovato intatto fra le reliquie di Antonio è stato eseguito in forma di fiamma.

Il pane ricorda la sua carità verso i poveri. L’immagine si collega con l'opera "Pane dei poveri di sant'Antonio", sempre viva e attuale.

Come pure si collega alla Caritas antoniana, che porta la solidarietà di sant'Antonio in tutto il mondo.

Infine, l'immagine più antica e più vicina alla realtà, è rappresentata dal libro, simbolo della sua scienza, della sua dottrina, della sua predicazione e del suo insegnamento sempre ispirato al Libro per eccellenza: la Bibbia.

giglio

L’amore espresso nella devozione

giglio



Oltre che nella preghiera personale, la devozione a sant'Antonio si è manifestata attraverso i secoli in alcune espressioni particolari che durano tuttora.

giglio

La mano sulla Tomba

giglio



Il gesto più caratteristico che i pellegrini compiono nella Basilica antoniana. Oltre ad esprimere il bisogno di un contatto concreto con il Santo, esso è un gesto di fiducia e di affidamento, accompagnato dalla preghiera silenziosa del cuore.

A focalizzare l'attenzione sul Santo non è tanto una statua o un'immagine, che pure non mancano, ma la sua stessa Tomba.

giglio

La Tredicina

giglio



Con questo termine si intendono innanzitutto i tredici giorni di preparazione alla festa di sant'Antonio che ha luogo il 13 giugno. La Tredicina si ripete ancora oggi nella Basilica e in altri santuari antoniani o chiese francescane, come pure privatamente in tante famiglie.

Ma con lo stesso termine si intende anche una preghiera articolata in tredici punti, che ripercorre a mo' d'invocazione gli aspetti più significativi della vita e della santità di Antonio, intercalandoli con le preghiere più comuni della pietà cristiana.

giglio

Il Transito

giglio



Celebrato un tempo con molte e varie preghiere e canti, il transito continua ad essere una cerimonia suggestiva. Esso ricorda gli ultimi momenti di vita terrena di sant'Antonio: avvertendo prossima la morte, egli s'era fatto portare su un carro trainato da buoi da Camposampiero a Padova, dove desiderava morire. Giunto all'Arcella fu però costretto a fermarsi e lì spirò serenamente, confortato dalla visione di Gesù.

La morte avvenne di venerdì, il 13 giugno 1231, sul far della sera. Per questo i frati della Basilica ogni venerdì sera, con una semplice ma toccante funzione, rievocano il momento del transito.

giglio

Il "Si quaeris"

giglio



Sono le prime parole latine con cui inizia la preghiera forse più nota in onore di sant'Antonio, quindi ricercata da tanti devoti che vengono al Santo e che è contenuta in vari opuscoli o libretti di preghiere, questo compreso.

Musicato da celebri compositori della Cappella Musicale dei Santo, il testo risale a fra Giuliano da Spira che lo compose nel 1235, come responsorio dell'Officio ritmico (oggi detto Liturgia delle ore) per la festa di sant'Antonio. Si chiama "responsorio" (dal latino respondère, cioè rispondere) in quanto a un solista, che proclama o canta un testo, risponde il coro con espressioni uguali o di analogo contenuto.

giglio

Benedizione degli oggetti

giglio



Nella Cappella delle benedizioni, i fedeli amano far benedire anche oggetti personali. Al di là delle inevitabili esagerazioni, non si può sottovalutare il bisogno di concretezza proprio della religiosità popolare e le dolorose esperienze che portano tanti fedeli a chiedere queste benedizioni. Spesso si tratta di oggetti religiosi che si vogliono portare a casa come ricordo duraturo e visibile dell'incontro di grazia avvenuto in Basilica; oppure da regalare ai propri cari per estendere anche a loro la protezione del Santo. Altre volte si tratta di foto di familiari drammaticamente colpiti da malattie o da disordine di vita; oppure di qualche indumento, cibo o bevanda da portare a chi lotta tra la vita e la morte.

I motivi che accompagnano questi umili gesti d’invocazione non sono rivelati completamente neppure al sacerdote. Certo che il valore della fede è fin troppo vivo e pressante da indurre a trascurare le numerose forme di leggerezza e la ripetitività.

giglio

IL PROTETTORE DEI BAMBINI:

Il Pane di Sant'Antonio


giglio



E’ una delle devozioni più diffuse. La sua origine è dovuta alla risurrezione di un bambino operata dal Santo.

Un giorno una mamma intenta alle faccende domestiche, non si era accorta che il figlio, di nome Tommasino, era caduto in una tinozza d’acqua. Quando la poveretta se ne accorse oramai era troppo tardi. A niente valsero gli aiuti delle persone sopraggiunte per tentare di salvare il bambino, oramai non c’era più niente da fare.

Allora la mamma di Tommasino fece un voto al Santo: di distribuire ai poveri tanto pane quanto pesava suo figlio, se glielo avesse riconsegnato sano e salvo. Questa devozione verrà in seguito chiamata “Pondus Pueri” = peso del bambino.

Mentre la donna non perdeva la fede e rinnovava con tutte le forze spirituali il voto a S. Antonio, il bambino improvvisamente gridò: aveva ripreso a vivere!… Il Miracolo era avvenuto!

Specialmente nelle regioni meridionali del nostro Paese, è tuttora ben viva l’antica tradizione di far benedire i pezzi di pane per poi regalarli a parenti e amici o consumarli in famiglia, avendo cura di non perderne una sola briciola.

Era anche molto in uso, il voto di far indossare per 5 anni il saio francescano (come quello che indossava il Santo padovano), ai bambini che erano scampati ad un pericolo mortale: malattie, febbri, incidenti, ecc.

Il Santo da Padova è anche il protettore degli orfani e dei bambini poveri; anche in alcune ninne-nanne, il Santo viene nominato più volte.

giglio

I messaggi:

supplica a sant'Antonio


giglio



Moltissimi devoti scrivono a sant'Antonio. "Quando vai alla Tomba di Sant’Antonio avresti molte cose da dire. Non riesci a dirle perché nemmeno lì c’è il tempo. C’è tanta gente che come te ha tantissime cose da confidargli. Vorresti lasciar lì qualcosa di tuo. Che stesse lì, al posto tuo. Per esser ricordato. Per prolungare un dialogo che il tempo, la fretta interrompono troppo presto."

È una delle confidenze dei devoti che lasciano un loro scritto, una preghiera, una supplica, un messaggio, rivolti a sant'Antonio. Sono messaggi che evocano una confidenza enorme, spontanea, che non conosce confini di lingua o di nazione.

In fondo alla Basilica i devoti trovano una speciale cartolina, che possono scrivere per affidare a sant'Antonio quanto sta loro più a cuore. Una volta scritta, essi la lasciano sotto la Tomba di S. Antonio. È un segno estremamente personale, che sta lì, insieme con sant’Antonio. Quasi a custodire e a prolungare i pensieri dei devoti, che comunque essi portano a casa. Dopo averli condivisi e affidati.


santantonio12



Fonte:
santantonioviareggio.it - santantonio.org - imperialclub.net


Edited by francesina63 - 25/4/2023, 22:09
 
WWW  Top
view post Posted on 12/6/2013, 08:11     +1   -1
Avatar

Insieme in Armonia

Group:
Administrator
Posts:
185,042
Reputation:
+776

Status:


santantonio_di_padova

giglio

13 GIUGNO

SANT'ANTONIO DA PADOVA


giglio

BREVE TREDICINA A SANT' ANTONIO



Si tratta di una delle devozioni caratteristiche al Santo di Padova alla cui festa ci si prepara per ben tredici giorni (invece dei soliti nove giorni della novena). La devozione ha origine dalla convinzione popolare che il Santo conceda ogni giorno ai suoi devoti ben tredici grazie e anche dal fatto che la sua festa ricorre proprio il 13 del mese; così per suo merito il tredici è diventato un numero che porta fortuna.

1. O glorioso sant'Antonio, che hai avuto da Dio il potere di risuscitare i morti, risveglia l'anima mia dalla tiepidezza e ottienimi una vita fervorosa e santa.

Gloria al Padre...

2. O sapiente sant'Antonio, che con la tua dottrina sei stato luce per la santa Chiesa e per il mondo, illumina l'anima mia aprendola alla divina verità.

Gloria al Padre...

3. O pietoso Santo, sempre pronto a soccorrere i tuoi devoti, soccorri anche l'anima mia nelle attuali necessità.

Gloria al Padre...

4. O generoso Santo, che accogliendo la divina ispirazione, hai consacrato la tua vita al servizio di Dio, fa' che io ascolti docilità la voce del Signore.

Gloria al Padre...

5. O sant'Antonio, vero giglio di purità, non permettere che la mia anima resti macchiata dal peccato, e fa' che viva nell'innocenza della vita.

Gloria al Padre...

6. O caro Santo, per la cui intercessione tanti infermi ritrovano la salute, aiuta la mia anima a guarire dalla colpa e dalle inclinazioni cattive.

Gloria al Padre...

7. O S. Antonio, che ti sei prodigato per salvare i fratelli, guidami nel mare della vita e dammi il tuo aiuto perché possa giungere al porto della salvezza eterna.

Gloria al Padre...

8. O compassionevole S. Antonio, che durante la vita hai liberato tanti condannati, ottienimi la grazia di essere sciolto dai legami del peccato per non essere riprovato da Dio nell'eternità. Gloria al Padre...

9. O santo Taumaturgo, che hai avuto il dono di ricongiungere ai corpi le membra recise, non permettere che io mi separi mai dall'amore di Dio e dall'unità della Chiesa. Gloria al Padre..

10. O soccorritore dei poveri, che ascolti quanti ricorrono a te, accogli la mia supplica e presentala a Dio affinché egli mi doni il suo aiuto.

Gloria al Padre...

11. O carissimo Santo, che ascolti tutti quelli che ricorrono a te, accogli con bontà anche la mia preghiera, e presentala a Dio affinché io sia esaudito.

Gloria al Padre...

12. O sant' Antonio, che sei stato apostolo instancabile della parola di Dio, fa' che io possa dare testimonianza della mia fede con la parola e con l'esempio.

Gloria al Padre...

13. O amatissimo sant'Antonio, che a Padova hai la tua tomba benedetta, guarda alle mie necessità; parli a Dio per me la tua lingua miracolosa affinché io possa essere consolato ed esaudito.

Gloria al Padre...

Prega per noi, Sant'Antonio di Padova
E saremo fatti degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo

Dio onnipotente ed eterno, che in sant'Antonio di Padova hai dato al tuo popolo un insigne predicatore del Vangelo e un patrono dei poveri e dei sofferenti, concedi a noi, per sua intercessione, di seguire i suoi insegnamenti di vita cristiana e di sperimentare, nella prova, il soccorso della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen.


giglio

LITANIE A SANT' ANTONIO DA PADOVA

Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, pietà Cristo pietà
Signore, pietà Signore pietà
Cristo, ascoltaci Cristo ascoltaci
Cristo, esaudiscici Cristo esaudiscici
Padre celeste, Dio abbi pietà di noi
Figlio redentore del mondo,Dio abbi pietà di noi
Spirito Santo, Dio abbi pietà di noi
Santa Trinità, unico Dio abbi pietà di noi

Santa Maria prega per noi
S. Madre di Dio prega per noi
Santa Vergine delle vergini prega per noi
Sant'Antonio: martire di desiderio prega per noi
Sant'Antonio: sublime per contemplazione prega per noi
Sant'Antonio: esempio di semplicità prega per noi
Sant'Antonio: esempio di castità prega per noi
Sant'Antonio: esempio di mitezza prega per noi
Sant'Antonio: ricco di prudenza prega per noi
Sant'Antonio: ricco di temperanza prega per noi
Sant'Antonio: ricco di fortezza prega per noi
Sant'Antonio: fervido nella carità prega per noi
Sant'Antonio: generoso nell'amore prega per noi
Sant'Antonio: amante della pace prega per noi
Sant'Antonio: nemico dei vizi prega per noi
Sant'Antonio: disprezzatore della vanità prega per noi
Sant'Antonio: modello di ogni virtù prega per noi
Sant'Antonio: gemma dei confessori prega per noi
Sant'Antonio: predicatore insigne del Vangelo prega per noi
Sant'Antonio: predicatore della grazia prega per noi
Sant'Antonio: apostolo di ogni virtù prega per noi
Sant'Antonio: dottore evangelico prega per noi
Sant'Antonio: dottore della verità prega per noi
Sant'Antonio: arca del testamento prega per noi
Sant'Antonio: vincitore del demonio prega per noi

Sant'Antonio: mirabile operatore di miracoli prega per noi
Sant'Antonio: protettore delle cose perdute prega per noi
Sant'Antonio: potente contro la lebbra prega per noi
Sant'Antonio: potente contro ogni infermità prega per noi
Sant'Antonio: potente contro la morte prega per noi
Sant'Antonio: consolatore degli afflitti prega per noi
Sant'Antonio: emulo del Padre S. Francesco prega per noi
Sant'Antonio: immagine di Gesù Cristo prega per noi
Sant'Antonio: gloria del Portogallo prega per noi
Sant'Antonio: letizia dell'Italia prega per noi
Sant'Antonio: onore della Chiesa prega per noi

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
perdonaci, o Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
esaudiscici, o Signore
Agnello dì Dio, che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi

giglio

INVOCAZIONE A SANT' ANTONIO

(di san Bonaventura)

Ricordati, o caro sant'Antonio,
che tu hai sempre aiutato e consolato
chiunque è ricorso a te nelle sue necessità.

Animato da grande confidenza e
dalla certezza di non pregare invano,
anch'io ricorro a te,
che sei così ricco di meriti davanti al Signore.
Non rifiutare la mia preghiera,
ma fa' che essa giunga,
con la tua intercessione, al trono di Dio.

Vieni in mio soccorso nella presente angustia e necessità,
e ottienimi la grazia che ardentemente imploro,
se è per il bene dell'anima mia...

Benedici il mio lavoro e la mia famiglia:
tieni lontane da essa le malattie
e i pericoli dell'anima e dei corpo.
Fa' che nell'ora del dolore e della prova
io possa rimanere forte
nella fede e nell'amore di Dio.
Amen.

giglio

PREGHIERA A SANT' ANTONIO DA PADOVA

O gran Santo,
chiamato comunemente il Santo di Padova
ma degno di essere nominato il Santo del mondo,
perché in ogni terra si onora il vostro merito,
e tanti altari s'alzano al vostro nome,
quanti sono i cuori degli uomini,
deh! non sdegnate di ricevere anche
i piccoli tributi della mia devozione
e d'accogliermi sotto il vostro patrocinio.
Voi che di frequente stringeste nelle braccia
il Celeste Bambino, e ve l'accostaste al seno,
riconducetelo in questo mio cuore,
donde più volte l'ho scacciato peccando;
ma che non parta mai più
dandomi perseveranza in servirlo,
e gratitudine in riamarlo.

giglio

PREGHIERA A SANT' ANTONIO PER QUALUNQUE BISOGNO

Indegno per le colpe commesse di comparire davanti a Dio
Vengo ai tuoi piedi, amorosissimo Sant’Antonio,
per implorare la tua intercessione nella necessità in cui verso.
Siimi propizio del tuo possente patrocinio,
liberami da ogni male, specie dal peccato,
e impetrami la grazia di……………
Caro Santo, sono anch’io nel numero dei tribolati

che Dio ha commesso alle tue cure, e alla tua provvidente bontà.
Sono certo che anche io per mezzo tuo avrò quanto chiedo
e così vedrò calmati i miei dolori, confortate le mie angustie,
asciugate le mie lacrime, ritornato alla calma il mio povero cuore.
Consolatore dei tribolati
non negarmi il conforto della tua intercessione presso Dio.
Così sia!

giglio

PREGHIERE A SANT' ANTONIO PER LA FAMIGLIA

O caro sant'Antonio,
a te ci rivolgiamo per chiedere la tua protezione
su tutta la nostra famiglia.

Tu, chiamato da Dio,
lasciasti la tua casa per consacrare
la vita al bene del prossimo,
e a tante famiglie venisti in aiuto,
anche con interventi prodigiosi,
per riportare ovunque serenità e pace.

O nostro Patrono,
intervieni in nostro favore:
ottienici da Dio la salute del corpo e dello spirito,
donaci un'autentica comunione
che sappia aprirsi all'amore verso gli altri;
fa' che la nostra famiglia sia,
sull'esempio della santa Famiglia di Nazareth,
una piccola chiesa domestica,
e che ogni famiglia nel mondo
diventi un santuario della vita e dell'amore.
Amen.

Glorioso Sant’Antonio
Invitto propugnatore delle verità cattoliche
e della fede di Gesù Cristo,
tesoriere e distributore di grazie e di portenti,
con tutta umiltà e fiducia
vengo ad implorare il tuo patrocinio
in vantaggio della mia famiglia.
Io la metto oggi nelle tua mani, accanto a Gesù Bambino.
Tu assistila nelle sue temporali necessità;
Tu tieni lungi da essa il calice dei dolori e delle amarezze.
Che se non le potesse sempre e del tutto evitare,
almeno ottienile il merito della pazienza
e della rassegnazione cristiana.
Soprattutto poi, salvala dall’errore e dal peccato!
Tu sai, o caro Santo, che i tempi che corrono
Sono avvelenati dall’indifferenza e dalla incredulità,
che gli scandali e le bestemmie insolentiscono per ogni dove;
deh! che non ne resti contaminata la mia famiglia;
ma vivendo sempre fedele alla legge di Gesù Cristo,
e ai dettami della Chiesa Cattolica,
meriti un giorno di ritrovarsi tutta riunita
a godere il premio dei giusti in Paradiso.
Così sia!

giglio

AFFIDAMENTO DEI BAMBINI A SANT' ANTONIO

O sant'Antonio,
ci rivolgiamo a te per mettere sotto la tua protezione
ciò che abbiamo di più caro e prezioso: i nostri figli.

A te, immerso nella preghiera,
apparve Gesù Bambino, e,
mentre lasciavi questo mondo
confortato dalla visione dei Signore,
i bambini diffondevano l'annuncio della tua morte beata:
rivolgi il tuo sguardo a questi fanciulli
che ti affidiamo perché tu li aiuti a crescere,
come cresceva Gesù, in età, sapienza e grazia.

Fa' che essi conservino l'innocenza
e la semplicità di cuore;
concedi che abbiano sempre accanto
l'affetto premuroso e la guida saggia dei genitori.
Vigila su di loro perché, progredendo negli anni,
arrivino alla completa maturità e,
come cristiani, diano testimonianza di una fede esemplare.

O sant'Antonio nostro patrono,
sii vicino a tutti i bambini
e conforta anche noi con la tua continua protezione.
Amen.

giglio

PREGHIERA DELLO STUDENTE
A SANT’ANTONIO DI PADOVA


O amabile S. Antonio,
che in premio della tua profonda umiltà
e angelica purezza
meritasti da Dio il dono della sapienza,
con cui approfondisti i più reconditi misteri
e li svelasti alle moltitudini
con la tua meravigliosa predicazione.
Volgi uno sguardo benigno su di me
e sopra i miei studi,
fa che io conosca il mio nulla
e mi conservi casto di mente e di corpo
per ottenere dal Signore la benedizione
necessaria
per il buon esito dei miei studi e dei miei esami,
a gloria Sua e a bene dell’anima mia.
Amen!

giglio

PER LA CONVERSIONE DI UN FIGLIO

O mio tenerissimo protettore Sant’Antonio,
che durante la tua vita mortale
tanto zelo avesti per la salvezza delle anime,
ti muova a pietà l’angoscioso cuore di una madre (di un padre),
straziato alla vista dell’indifferenza religiosa del proprio figlio.
Tu sei il ritrovatore delle cose perdute, fa trovare al figlio mio
quel retto sentiero religioso che io gli insegnai,
e per il quale egli, prima che le ree massime del mondo
ammorbassero la sua esistenza, camminava con tanta mia consolazione.
Deh! caro Santo, tu che tante volte dissipasti le tempestose nubi del cielo
e svelasti gli inganni del demonio, fa che torni il sereno in quell’anima.
Svela le insidie del maligno Perché conosca la sua miseria spirituale,
e, qual figlio prodigo rinsavito, ritorni fra le braccia del Padre Celeste,
per non dipartirsene mai più.
Questa la grazia che da Te aspetto! Tu me la devi ottenere!

giglio

PER LA CONVERSIONE DI UNA PERSONA CARA

Amabile Sant’Antonio,
che fosti pieno di santa carità per i poveri peccatori
e non risparmiasti fatiche,
orazioni e penitenze per richiamarli a Dio,
vieni in mio soccorso,
aiutami a convertire quella persona cara al mio cuore,
ma non cara a Dio per la sua vita disordinata.
Tu sai che essa non è del tutto cattiva.
Ha cuore, sente compassione dei miserabili e procura di aiutarli,
ama la propria famiglia e ne cerca tutto il bene.
Ma, infelice, mentre si interessa degli altri, trascura se stessa;
mentre si intenerisce alle altrui miserie temporali,
non cura le sue spirituali.
E’ una povera cieca, e tocca a te,
o tenerissimo Santo,

a impetrarle lume da Dio.
E’ una pecorella smarrita!
Deh! riconducila tu all’ovile del buon Pastore.
Deh! falle sentire tutta l’abiezione in cui è caduta, toccale il cuore,
così che domandi a Dio e ottenga perdono e pace.
O caro Santo, ti prego!
Non negarmi questa importantissima grazia!

giglio

PER UNA PERSONA INFERMA

Mi prostro ai tuoi piedi, o mio protettore Sant’Antonio,
e ti presento un’umile ma fervida preghiera
per quella persona, pur tua devota,
che giace oppressa da fiero malore
che ne minaccia la vita.
Tu che hai un cuore benefico,
tu che sei il Taumaturgo di tutti i tempi,
deh! volgi uno sguardo di compassione a quell’infelice,
ascolta le sue lacrimevoli voci,
e con la tua potente intercessione
sollevala dal suo male e guariscila.
Parla a Gesù, parla a Maria, per lei.
Dalla loro bontà, per tua intercessione, si aspetta
la perduta sanità del corpo, e altre grazie spirituali.
Se le otterrà, non se ne servirà a scopo di male,
ma se ne gioverà per attendere con maggiore proposito
alla santificazione dell’anima sua.

giglio

PREGHIERA A SANT' ANTONIO NELL'AFFLIZIONE

Amorosissimo Sant’Antonio,
tenero protettore delle anime afflitte,
io mi prostro umilmente davanti alla tua immagine
con il cuore straziato.
Nella piena dei mali che mi opprimono
a chi posso rivolgermi per avere tranquillità e pace,
se non a te che sei lo speciale ritrovatore delle cose perdute?
E qual motivo di confidenza e di speranza
non devo avere in te che tutti invocano il Santo dei miracoli?
Nello splendore della gloria,
ove Dio volle premiare le tue eroiche virtù,
non puoi dimenticare chi soffre.
Mentre sulla terra fosti tutto carità per il prossimo,
e per accorrere in suo aiuto
rompesti spessissimo le leggi della natura
e operasti i più insigni prodigi,
è possibile che ora, e solamente per me,
tu abbia a negare la tua intercessione?
Il mondo abbandona i suoi amici nel tempo della sventura!
Per te, tenerissimo amico di Dio, è questo il tempo

in cui concedi più spesso i tuoi soccorsi.
Ebbene, caro Santo, tu vedi quali pene io soffra
e quali angustie mi opprimono.
Sii, te ne prego, il mio amoroso e potente protettore:
sollevami da tanti affanni, perché io non ne posso più!
Vedi che sono in procinto di soccombere
sotto il peso di tante sventure che mi tormentano
e di tanti nemici che mi assediano.
Intorno a me non veggo che tenebre, desolazione e tempeste:
un raggio di speranza lo trovo solo nel tuo valevole patrocinio.
Potresti lasciarmi deluso?
Se Dio, per i suoi imperscrutabili fini,
non vuol togliermi da sì fiero travaglio,
ottienimi almeno la forza necessaria e la grazia
di accettare tali pene con rassegnazione,
di sopportarle con pazienza,
di soffrirle in espiazione dei miei peccati,
per soddisfare la divina giustizia,
e per meritare un giorno
la ricompensa e la gloria dei Santi
Così sia!

giglio

PREGHIERA PER LA SCELTA DELLO STATO

O sapientissimo Sant’Antonio,
tu sai quanto importi al bene temporale
ed eterno di un’anima,
la savia e prudente scelta dello stato.
Ecco io mi trovo dinanzi
a questo interessantissimo affare,
e comprendo bene che, se mi mettessi per altra via
da quella segnatami dalla Provvidenza,
avrei a pentirmene in questo mondo e,
forse, nell’altro.
Ho bisogno di lume e di grazia!
E che meglio di te potrà ottenermene,
o mio tenerissimo Protettore?
No, io non voglio fare di mio capriccio;
ma mentre dipenderò da coloro
che hanno da Dio il compito di dirigermi,
porgo umile e calda preghiera a te,
perché illumini essi e me,
così che lo stato che abbraccerò,
sia quello a cui il Signore mi chiama!
Non l’interesse, l’amor proprio,
lo spirito del mondo,
abbiano alcuna parte nella mia scelta;
ma fa che io cerchi in essa
soltanto la gloria di Dio
e il bene dell’anima mia.
Amen!

giglio

PREGHIERA A SANT' ANTONIO PER DOMANDARE LA PURITA'

O purissimo Sant’Antonio,
se tutti gli uomini portano il prezioso tesoro della purità
in fragilissimo vaso che corre ad ogni istante pericolo di rompersi,
o di essere rubato da scaltri nemici,
quanto non devo temere io,
che da una parte conosco la mia debolezza e,
dall’altra, i pericoli a cui spesso,
anche senza volerlo, mi trovo esposto!
Caro Santo, tu che fanciullo mettesti la tua verginità
sotto la tutela di Maria Immacolata,

e fosti poi sì geloso custode di quest’angelica virtù.
da essere ognora assomigliato ad un candidissimo giglio,
e stimato un vero angelo,
abbi pietà di me che sono in continue lotte col senso ribelle,
e impetrami che non abbia giammai a macchiare così bella virtù!
Tieni lontano da me tutti i cattivi pensieri,
tutti i desideri sensuali,

tutte le affezioni sregolate.
Dammi la purità della mente e del cuore;
santificami così nell’anima e nel corpo.
E se il tuo solo alito ottenne ad un’anima
che era moltissimo travagliata da impuri fantasmi
e da fiere tentazioni,
la tranquillità e la calma di spirito,
deh!, te ne prego,
ottieni anche a me una somigliante grazia;
non lasciarmi più a lungo esposto a fiera lotta,
perché io sono debole.
Questa grazia la voglio da te, purissimo Santo,

e, per tua intercessione, di Maria Immacolata.
Fammela per carità, perché è troppo giusto il desiderio e
la ferma volontà mia di non offendere mai più il Signore,
e di venire un giorno a godere il premio promesso
ai puri di cuore.

giglio

PREGHIERA DOPO AVER OTTENUTO LA GRAZIA

Glorioso Taumaturgo, Padre dei poveri,
per il gran dono ottenuto di avere il Cuor Vostro
attento alle miserie degli infelici,
Voi che, prodigiosamente,
avete scoperto il cuore di un avaro immerso nell’oro,
Voi che offriste al Signore le nostre suppliche
e ne impetraste l’esaudimento,
gradite in segno della nostra riconoscenza
l’obolo che deponiamo ai Vostri piedi
in soccorso alla sventura.
Torni a vantaggio dei sofferenti,
come a nostro vantaggio;
agli uni e agli altri soccorrete,
con l’usata benevolenza,
aiutandoci nelle necessità temporali,
ma più ancora provvedete
alle nostre necessità spirituali,
adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen!

giglio

SI QUAERIS MIRACULA

Si quaeris miracula
mors, error, calamitas,
demon, lepra fugiunt
aegri surgunt sani.

Cedunt mare, vincula
membra, resque perditas,
petunt et accipiunt
juvenes et cani.

Pereunt pericula,
cessat et necessitas,
narrent hi qui sentiunt,
dicant Paduani.

Cedunt mare, vincula, ect.

Gloria Padri et Filio et Spiritui Sancto.

Cedunt mare, vincula ecc.

V. Ora pro nobis, beate Antoni,
R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

Oremus:
Ecclesiam tuam, Deus,
beati Antonii Confessoris tui commemoratio
votiva laetificet,
ut spiritualibus semper muniatur auxiliis
et gaudiis perfrui mereatur aeternis.
Per Christum Dominum nostrum.
Amen

giglio

SE CERCHI I MIRACOLI

(traduzione del "Si quaeris")

Se cerchi i miracoli, ecco messi in fuga la morte,

l'errore, la calamità e il demonio;

ecco gli ammalati divenir sani.

Il mare si calma, le catene si spezzano;

i giovani e i vecchi chiedono e ritrovano

la sanità e le cose perdute.

S'allontanano i pericoli e scompaiono le necessità:

lo attesti chi ha sperimentato

la protezione del Santo di Padova.

Il mare si calma, le catene si spezzano;

i giovani e i vecchi chiedono

e ritrovano la sanità e le cose perdute.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Il mare si calma, le catene si spezzano;

i giovani e i vecchi chiedono e ritrovano

la sanità e le cose perdute.

Sant'Antonio, prega per noi.

E saremo fatti degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo
O Dio, il ricordo di sant'Antonio,
dottore evangelico della Chiesa,
allieti la tua famiglia,
affinché, forte del suo spirito,
meriti di godere un giorno la felicità eterna del cielo.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.


santantonio_da_padova



Fonte:
preghiereperlafamiglia.it


Edited by francesina63 - 25/4/2023, 22:15
 
WWW  Top
view post Posted on 11/6/2017, 15:38     +1   -1
Avatar

Insieme in Armonia

Group:
Administrator
Posts:
185,042
Reputation:
+776

Status:


Santantonio_da_padova_13_giugno

giglio

I Miracoli e prodigi di

Sant'Antonio da Padova

giglio

La Predica ai Pesci


divisore_santantonio

Come San Francesco predicava agli uccelli, è successo
che anche Sant'Antonio si è ritrovato a predicare ai pesci. Al suo arrivo
nella città in cui si era recato per diffondere la Parola di Dio, che era
in mano agli eretici i quali convinsero i numerosi fedeli accorsi per
ascoltare il Santo a non partecipare e a chiudere il Santo in un muro
di silenzio, si ritrovò da solo e si incamminò verso il mare. Lì iniziò
a dire:

"Dal momento che voi dimostrate di essere indegni della parola di Dio,
ecco, mi rivolgo ai pesci,
per confondere più apertamente la vostra incredulità".

E i pesci affiorano a centinaia, a migliaia, ordinati e palpitanti,
ad ascoltare la parola di esortazione e di lode. Con la parte superiore
del corpo fuori dall'acqua erano attenti a quello che diceva Antonio,
con la bocca aperta e il capo chino in segno di riverenza.

Gli abitanti del villaggio accorsero in tanti per vedere il prodigio
compreso gli eretici che si inginocchiarono anche loro ascoltando
le parole di Antonio. Quando avvenne la conversione degli eretici
il Santo benedì i pesci e li lasciò andare.


divisore_santantonio

Il giumento

divisore_santantonio

A Rimini Antonio cercava di convertire un eretico
e la disputa si era incentrata intorno al sacramento
dell'Eucarestia ossia sulla reale presenza di Gesù.

L'eretico, di nome Bonfillo, lancia la sfida ad Antonio affermando:

"Se tu, Antonio, riuscirai a provare con un miracolo
che nella Comunione dei credenti c'è,
per quanto velato, il vero corpo di Cristo,
io abiurata ogni eresia,
sottometterò senza indugio la mia testa alla fede cattolica."

Antonio accetta la sfida perché convinto di ottenere
dal Signore ogni cosa per la conversione dell'eretico.

Allora Bonfillo, invitando con la mano a far silenzio disse:

"Io terrò chiuso il mio giumento per tre giorni privandolo del cibo.
Passati i tre giorni, lo tirerò fuori alla presenza del popolo,
gli mostrerò la biada pronta. Tu intanto gli starai di contro
con quello che affermi essere il corpo di Cristo.
Se l'animale pur affamato rifiuterà la biada e adorerà il tuo Dio
io crederò sinceramente alla fede della Chiesa."

Antonio pregò e digiunò per tutti i tre giorni.
Arrivato il giorno stabilito la piazza è piena di gente
tutti attendono di vedere come va a finire.

Antonio celebrò la messa davanti alla folla numerosa
e poi con somma riverenza porta il corpo del Signore
davanti alla giumenta affamata che era stata portata nella piazza.
Contemporaneamente Bonfillo gli mostrava la biada.

Antonio impose il silenzio e comandò all'animale:

"In virtù e in nome del Creatore, che io,
per quanto ne sia indegno, tengo tra le mani,
ti dico, o animale e ti ordino di avvicinarti prontamente
con umiltà e prestargli la dovuta venerazione,
affinché i malvagi eretici apprendano chiaramente
da tale gesto che ogni creatura è soggetta al suo Creatore."

La giumenta rifiutò il foraggio, chinando e abbassando la testa
fino ai garretti, si accostò inginocchiandosi
davanti al sacramento del corpo di Cristo
in segno di adorazione.

Vedendo l'accaduto, tutti i presenti compresi gli eretici
e Bonvillo si inginocchiarono adoranti.


divisore_santantonio

La Visione

divisore_santantonio

Nel 1229 Antonio fissò la sua sede a Padova,
che diventerà famosa per la sua presenza,
divenuta ben presto leggendaria.
Qui vedrà il Bambino Gesù e qui morirà, nel 1231,
famoso ormai come “sant’Antonio di Padova”.

Il primo testimone dell’apparizione fu l’ignaro
conte di Camposampiero, di nome Tiso,
che ospitò il Santo per qualche tempo;
un giorno rientrando da caccia sorprese Antonio in sacra conversazione
con un bimbo apparentemente in carne ed ossa, bellissimo e gioioso.
Il Santo lo abbracciava e baciava,
contemplandone il viso con lena incessante.
Quel cittadino, stupefatto ed estasiato
per la bellezza di quel bambino,
andava pensando fra sé donde fosse venuto
un pargolo così leggiadro.
Quel bimbo era il Signore Gesù.
Quando Antonio si accorse di essere osservato
il Bambino scomparve ed egli fu colto da un profondo turbamento,
tanto che fece promettere al conte di non rivelare a nessuno la cosa.

Per accontentarlo il signore di Camposampiero fece costruire
per Antonio una celletta su un noce,
in cui il frate poteva vivere in assoluto isolamento.


divisore_santantonio

Il piede riattaccato

divisore_santantonio

Un giovane padovano, di nome Leonardo,
andò a confessarsi da Antonio.
Tra gli altri peccati, confessò anche di aver dato un calcio
così forte a sua madre da farla cadere a terra in uno scatto d' ira.
Antonio bisbigliò tra sé:

“Il piede che colpisce il padre o la madre dovrebbe essere amputato”,

ma vedendolo pentito lo assolse dai suoi peccati.

Naturalmente il santo non intendeva che le sue parole fossero prese alla lettera.
Ad ogni modo, il giovane tornato a casa prese un’ascia e si mutilò il piede.
Ben presto la notizia raggiunse Antonio che sconcertato più che mai
corse immediatamente alla casa del giovane. Entrato nella sua stanza,
si inginocchiò e dopo aver pregato con fervore il Signore,
fece un segno della croce, e accostò il piede amputato alla gamba.
E qui si compie lo straordinario miracolo:
il piede rimane attaccato alla gamba,
tanto che l’uomo si alza in piedi,
inizia a camminare e saltare allegramente,
lodando Dio e ringraziando Antonio.


divisore_santantonio



Edited by francesina63 - 25/4/2023, 22:16
 
WWW  Top
anthony0
view post Posted on 15/6/2017, 22:27     +1   -1




Non so davvero come ringraziarti mio Sant'Antonio. Mi ascolti sempre. Grazie dal profondo del cuore.
 
Top
3 replies since 11/6/2013, 00:00   1419 views
  Share