|
Mara Maionchi: «Ecco perché farò il giudice a “Io canto”» «Signora Maionchi, posso farmi fare una foto con lei? Oh, quando mi ricapita un’occasione così?» azzarda un fan sui 45, smartphone in pugno, all’ingresso del palazzone Mondadori a Segrate, alle porte di Milano. «Eh sì, pensa che enorme c… hai avuto!» sdrammatizza ironica la sanguigna Mara Maionchi, in visita alla redazione di Sorrisi.
Amata trasversalmente e palpabilmente anche in questi corridoi per la schiettezza che è diventata il suo marchio di fabbrica. E che da ottobre la farà debuttare sul web come nuova testimonial di una nota marca di tecnologia, dopo essere stata volto Telecom. «Sto girando in questi giorni alcuni spot» spiega «nei quali do consigli alle nuore per fare senza troppa fatica i lavori domestici, suggerendo intanto alle madri dei loro figli, spesso troppo coccolati, di svagarsi un po’».
Mara, lei ormai è una star. E come tale, contesa. L’ultima notizia è che entrerà nel cast della quarta edizione di «Io canto» su Canale 5. Giudice, non concorrente…
«Più che giudice, stavolta, caposquadra. Saremo in tre: io, Flavia Cercato e una terza persona che ancora non conosco (sarà con ogni probabilità Claudio Cecchetto, ndr). Potrò dire la mia, ma il mio ruolo cambierà rispetto a come siete abituati a vedermi. E cambierà il programma, cosa che mi ha convinto».
In che modo cambierà?
«Avremo un vincitore, ma non enfatizzato come prima. Nessuna eliminazione fra i perdenti. E uno spazio anche per loro in un musical finale. È giusto così: alcuni ragazzini potevano vivere male l’esclusione».
Come ci si sente a essere il pepe della tv? Non è certo Sgarbi, ma la chiamano perché parla sempre senza peli sulla lingua.
«Sgarbi è a un altro livello culturale. Io sono sboccata, una casalinga che parla male, che a volte fa i gestacci. Ma quando quei fratelli ad “Amici” hanno fatto la gag sulle pompe funebri, chiudendola dicendomi: “Mara, poi passi a trovarci!”, un “Tiè!” non glielo vuoi fare?».
Prima «X Factor», poi «Amici», in autunno «Io canto». Tra i talent le manca solo «MasterChef»…
«Nooo… Lì non sarei in grado di giudicare. Però per mangiare, oh, chiamatemi pure senza problemi!».
Come mai ha lasciato anche il talent della De Filippi?
«Mi piace cambiare, anche se mi sono trovata benissimo. Prima o poi un ciclo si chiude, come è stato anche per “X Factor”. In genere escludo i ritorni, e magari sbaglio».
Oggi «X Factor» le piace ancora?
«Sì, è solido, ben fatto. Personalmente, eviterei di presentare questi ragazzi subito come star e di puntare troppo sul lato estetico. Invece si tende a farlo. Così come hanno fatto anche a “The Voice of Italy”, che pure viveva sull’idea geniale delle poltrone girate, dell’ascolto al buio. I talenti vanno costruiti pian piano, vanno aiutati a emergere».
Parlare male dei talent è uno sport molto praticato…
«Ed è sbagliato, perché prima di passare davanti ai riflettori, sette anni fa, sono stata dietro, nella discografia per 44 anni. Da “Sanremo giovani” a “Un disco per l’estate”, le passerelle di giovani ci sono sempre state. E con loro illusioni da coltivare. “L’eterna illusione”, diceva Frank Capra. Ma vale anche per me, sia chiaro».
In che senso?
«Se lanci qualcuno, ci credi, insisti e vedi che non incontra, ti spiace. Ho avuto più delusioni che sogni realizzati. E coltivo sempre il dubbio di non aver capito qualcuno, perché magari non ero pronta io».
Questa è falsa modestia. Lei, che giudica e seleziona cantanti da una vita, dice di non sentirsi pronta?
«Mi creda, è così. Vado a letto ogni sera con 300 dubbi. Il successo è un mix di tanti fattori, anche ambientali. Per questo mi dà fastidio quando sento parlare di “canzoni furbe”».
Perché?
«Non esiste la canzone “furba”. Se non piace a 50 persone, ma a 300 sì, non è una scaltrezza. Ci potrà anche essere qualche accorgimento nella costruzione, ma se funziona è solo merito di chi l’ha fatta. A meno che non si ritenga la gente stupida…».
Il suo essere così ruspante le avrà creato qualche problema…
«Do in escandescenze, ma solo per un fatto specifico. Poi non serbo rancore. E non ho antipatie preconcette».
Con Tiziano Ferro, per esempio, qualche incomprensione c’è stata.
«No, chiariamo: lanciai Tiziano con la mia etichetta quando cercava un’identità e pesava ancora 111 chili. Per arrivare a “Xdono” ha dovuto lavorare molto. Più avanti, visto che io ero licenziataria del marchio e non potevo garantirgli le stesse royalties di un contratto diretto fatto con la Emi, ha firmato con loro un nuovo contratto. È normale, chiunque l’avrebbe fatto».
C’è qualche talento degno di nota, sulla scena?
«Sto scommettendo su Gerardo Pulli, che viene da “Amici”. Ma è il momento dei rapper. Tempi duri per i cantautori, ma torneranno. Andavano bene negli Anni 70, quando nella società e in politica c’erano i buoni e i cattivi. Adesso è tutta un’unica, vergognosa melassa».
Il boom di Grillo come lo vede?
«L’ho votato, ma non lo rifarei: credo abbia sbagliato a non trovare un’alleanza col Pd. Il problema è che dopo Grillo, c’è Robespierre. In Francia c’è già aria di rivoluzione. E se scoppia in Francia, poi in un attimo è da noi. Sono molto preoccupata per il nostro Paese».
Fa ancora blitz per giocare compulsivamente al casinò?
«No, fatti due conti e visto che spendevo tutto quel che mi entrava, ho mandato una lettera autografa nella quale chiedo che mi si tenga fuori da tutti i casinò nel caso mi dovessi presentare. È una procedura poco nota, ma c’è. Ora sono nel loro schedario».
Caspita, Mara Maionchi che praticamente si autodichiara incapace di intendere e di volere?
«Eh sì, ma guardi che con il gioco è così… Se non lo fai, ti rovini».
Quindi ora non la fanno più entrare in nessun casinò del mondo?
«No, del mondo no. L’ho fatto per l’Italia e la Svizzera. Mi sono tenuta giusto una porticina aperta in Francia, ma del resto è così lontana…».
Franco BagnascoFonte: Edited by francesina63 - 7/8/2015, 13:21
|