Cometa Ison: la cometa del secolo

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 11/11/2013, 09:25     +1   -1
Avatar

Insieme in Armonia

Group:
Administrator
Posts:
185,096
Reputation:
+776

Status:


Yb0PcyD



La cometa Ison, ovvero la cometa del secolo e dalla lunga e luminescente coda verde, sta per avvicinarsi sempre di più, regalando immagini spettacolari provenienti da ogni parte del mondo.

Le ultime immagini, inoltre, mostrano una nuova caratteristica, una sorta di curvatura bulbosa della coda. Per mesi, gli astronomi dilettanti e professionisti hanno osservato crescere lentamente la lunghezza della coda di polveri, che ora si estende per quasi l'intero diametro di una Luna piena, per avere un'idea.

Negli ultimi due giorni, le foto scattate dagli astronomi rivelano quello che sembra essere uno ione nascente o una coda di gas. Le code di ioni sono composte da gas come il monossido di carbonio e il biossido di carbonio soffiato in una coda dritta e stretta dal vento solare ed elettrificata dalla fluorescenza della luce ultravioletta del sole. Essendo composta di ioni (particelle cariche), questi interagiscono con il vento del Sole ricco di particelle cariche. Le variazioni di intensità e la direzione del campo magnetico torcono le code di ioni in forme strane. Le esplosioni di particelle possono anche balzare fuori una coda di ioni. Solo qualche giorno dopo, infatti, se ne formerebbe subito un'altra.

Una coda a due punte non è il solo nuovo abbellimento della cometa Ison. La sua chioma interna sta diventando sempre più compatta e l'entità complessiva della cometa sebbene sia stata lenta, ha avuto uno sviluppo costante.

Gli astronomi, dediti allo studio delle comete e di altri piccoli corpi del sistema solare, evidenziano un rapido aumento della velocità di produzione di gas della cometa, già avviata nei giorni scorsi. Il picco potrebbe essere collegato, appunto, allo sviluppo della coda di ioni. I tassi di produzione delle polveri però sono rimasti costanti.

Il passaggio più vicino al Sole avverrà il prossimo 28 novembre. Sarà, dunque, interessante conoscerne gli sviluppi. La cometa Ison, infatti, è un corpo celeste ghiacciato proveniente dalla nube di Oort e, presto, affronterà la furia del Sole. Per questo motivo, ci si interroga sul destino della sua nube di polveri. C'è chi avanza l'ipotesi che sia la coda sia la cometa stessa possano dissolversi. Alcuni precedenti casi, infatti, registrarono una simile sorte. Fu il caso della cometa C/1999 S4 LINEAR nel 2000, ad esempio, o di C/2010 X1 Elenin nel 2011. Queste comete si avvicinarono alla nostra stella di circa 120 milioni di chilometri e, vaporizzandosi, scomparirono.

Avrà, dunque, Ison la necessaria forza interna per superare la prova ed avventurarsi ulteriormente sempre più in prossimità del calore solare? Sia quest'ultimo sia lo stress gravitazionale sul nucleo della cometa potrebbero facilmente produrre l'implosione del sistema. Se questo dovesse accadere a pochi giorni dal perielio, avremmo ben poco a cui assistere. Il nucleo stesso della cometa potrebbe disintegrarsi e formare una lunga e spettacolare coda di polveri di ghiaccio. Questo è esattamente quel che accadde alla cometa C/2011 W3 Lovejoy, nel dicembre 2011. Dopo uno stretto avvicinamento con la stella, il suo nucleo si disintegrò, producendo una coda impressionante vista dagli osservatori di molte parti del pianeta.

Intorno alla metà di novembre dovrebbe essere ormai luminosa, al punto da poter essere osservata ad occhio nudo. Nei giorni che precedono il perielio, prima di sparire dietro al Sole, la cometa sarà sempre più bassa nel cielo e la sua coda dovrebbe diventare ancora più visibile prima di essere nascosta dalla luce abbagliante della nostra stella.

Dopo il 28 novembre se non sarà distrutta sarà visibile sia la sera dopo il tramonto verso ovest che nel cielo del mattino.

Il punto più vicino alla terrà sarà toccato il prossimo 26 dicembre. Quel giorno potrebbe essere splendida, piena di luce e distante neppure 88 milioni di chilometri da noi.

Le fotografie riprese il 9 ottobre dal telescopio spaziale Hubble e altre misurazioni suggeriscono che la cometa sia ancora intatta e che si stia illuminando. La notizia ha rincuorato quanti sperano che possa offrire un bello spettacolo anche a occhio nudo dopo il suo massimo avvicinamento al Sole, cioè al perielio. "Si sta illuminando, ma non così rapidamente come avremmo sperato", spiega Knight. Attualmente l'oggetto è circa dieci volte più debole di quanto sia possibile vedere a occhio nudo, e al limite della visibilità con un normale binocolo.

Quanto diverrà brillante dipende in gran parte da quanto resisterà all'incontro con il Sole senza frantumarsi sotto l'azione dell'intenso calore solare e delle forze di marea. Se sopravvive, ISON potrebbe diventare molto più luminosa di quanto è ora, considerato che la traiettoria di ritorno la porterà in una regione del cielo molto favorevole alla sua osservazione. “Le prossime settimane saranno molto interessanti", spiega Carey Lisse del Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory.

[Clicca e scopri il significato del termine: Parte dell�imprevedibilità di ISON è dovuta al fatto che è la prima del suo genere. ] Parte dell'imprevedibilità di ISON è dovuta al fatto che è la prima del suo genere. "E' una combinazione unica: un oggetto che proviene dalla Nube di Oort, e che finora non ha mai sperimentato un simile calore, sta per entrare in un ambiente estremo in cui la variazione di temperatura e di attrazione gravitazionale rende difficile prevedere che cosa succederà", dice Knight.

Che ISON diventi la “cometa del secolo”, come alcuni hanno previsto, o no, sarà comunque quasi certamente utile alla scienza. La Nube di Oort è formata dai residui del sistema solare. "Avere a disposizione questi corpi, significa sapere come costruire i pianeti", dice Lisse. Alcuni scienziati sospettano che quando ISON sarà vicina al Sole, il suo strato superiore si sarà sciolto, rivelando una finestra sul nucleo della cometa.

L'incontro con il Sole potrebbe anche servire da sonda dell'atmosfera solare, offrendo l'opportunità di testare la forza del suo campo magnetico e del vento solare. “E' un aspetto unico anche se dovesse deludere dal punto di vista della spettacolarità”, dice Knight: “Credo che per la scienza sarà davvero interessante.”

Ma la cometa suscita anche allarme tra i membri dell’agenzia spaziale americana (NASA), per i numerosi detriti che potrebbe lasciare nel caso in cui dovesse disintegrarsi nel momento in cui sfiorerà il Sole il prossimo 28 Novembre. Anche se in caso di distruzione, la percentuale di disintegrazione della cometa dovrebbe aggirarsi intorno al 100%. Ma la sua distruzione provocherebbe detriti (sotto forma di comete molto più piccole e asteroidi) e la NASA sarebbe in grado di individuarne circa il 90% tra quelli con un diametro maggiore di un chilometro.

Diversa è la questione per quei detriti non di molto più piccoli (e non facilmente rilevabili) che, entrando nella nostra atmosfera potrebbero giungere fino al suolo causando danni molto seri.
Per questo le Nazioni Unite si sono riunite cercando di ratificare, a stretto giro, una serie di contromisure atte a contrastare i pericolosi impatti. Si tratta di un piano diviso in due parti: con la prima verrà istituita l’International Asteroid Warning Network, una rete di informazioni con la quale tutti i Paesi potranno studiare e condividere le notizie relative alla cometa di Natale; con la seconda parte, verrà formato un team di scienziati provenienti dalle diverse agenzie spaziali incaricati di individuare gli asteroidi più piccoli e trovare una soluzione per far cambiare loro rotta.

Ad ogni modo, lo scenario finale vede la cometa Ison spingersi intatta oltre ogni barriera e pronta a dare di sé uno splendido spettacolo. Qualunque cosa accada, però, sembra che la sorpresa sia assicurata.


qudPyDG



Fonti:
nextme.it - finanzautile.org - lescienze.it - urbanpost.it


Edited by francesina63 - 9/8/2015, 22:34
 
WWW  Top
0 replies since 11/11/2013, 09:25   18 views
  Share