Aspettando Sanremo 2014: cosa vedremo nelle 5 serate

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Sanremo 2014: Perturbazione con i brani
L’Unica e L’Italia vista dal bar



I Perturbazione sono un gruppo che suona musica pop-rock italiano, originario di Rivoli, in provincia di Torino. Attualmente i componenti sono Tommaso Cerasuolo (voce e mandolino), Elena Diana (violoncello), Gigi Giancursi (chitarra), Cristiano Lo Mele (chitarra e tastiere), Rossano Antonio Lo Mele (batteria) e Alex Baracco (basso); in precedenza e fino al 2008 ha fatto parte del gruppo, come bassista, anche Stefano Milano. Quando ha iniziato a suonare, invece, il gruppo era formato da Tommaso Cerasuolo (voce), Rossano Antonio Lo Mele (batteria) e due loro compagni di classe.
L’album d’esordio risale al 1998: intitolato Waiting to Happen, contiene brani tutti cantanti in inglese; due anni prima era stato pubblicato il loro primo singolo autoprodotto, Corridors/A Huge Mistake, confezionato e venduto ai concerti.
La svolta arriva nel 2002 con il discolo In circolo, che qualche anno dopo è stato inserito nella lista stilata da Rolling Stone Italia dei 100 dischi italiani più belli di sempre. In realtà i Perturbazione faticano a pubblicare l’album rifiutato in un primo momento da alcune etichette (poi pubblicato da Santeria).
L’affermazione nazionale arriva nel 2005 con il disco Canzoni allo specchio prodotto da Paolo Benvegnù.
In seguito il gruppo dà vita ad uno spettacolo itineranti Le città viste dal basso porta nel quale i concerti cambiano a seconda della città visitata.
Nel 2006 il gruppo firma un contratto con l’Emi ed esce l’album Pianissimo Fortissimo. L’idillio con la casa discografica dura poco.
Il nuovo lavoro arriva nel maggio 2010 con l’album doppio Del nostro tempo rubato, prodotto da Fabio Magistrali tutto incentrato sul tema del trasloco.

Tra le collaborazioni più prestigiose ci sono quelle con Rachele Bastreghi e Francesco Bianconi dei Baustelle, Jukka Reverberi dei Giardini di Mirò, Dente, Nada, Dargen D’Amico e Alessandro Raina.
Inoltre il conduttore radiofonico Linus ha ottenuto dai Perturbazione la rivisitazione del brano Sapore di sale di Gino Paoli per la sigla del suo programma Deejay chiama Italia.
Il gruppo il 26 settembre 2010 ha preso parte a Woodstock 5 Stelle l’evento musicale organizzato a Cesena dal blog di Beppe Grillo.

Il loro ultimo album, rilasciato il 6 maggio 2013 col titolo Musica X, edito dalla Mescal e prodotto da Max Casacci dei Subsonica, si avvale della collaborazione di Erica Mou (in Ossexione), de I Cani (in Questa è Sparta) e di Luca Carboni (ne I baci vietati). Recentemente hanno anche collaborato con il rapper e cantautore Dargen D’Amico nella traccia Con te.

Per il gruppo si tratta del debutto assoluto nella kermesse popolare.[/color]



Fonte:
soundsblog.it


Edited by francesina63 - 24/7/2023, 17:11
 
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Festival di Sanremo 2014, cast dei Big:
rassegna stampa su tutte le scelte



RASSEGNA STAMPA sul cast dei Big del 64° Festival di Sanremo, in onda su Rai1 dal 18 al 22 febbraio.

Mario Luzzatto Fegiz sul Corriere della Sera:
"Il cast è fortemente legato all'attualità musicale e cerca di assecondare i gusti più vari, operazione non facile in un panorama di offerta molto frastagliato. Certo rimane insoluta la questione di sempre: chi è un big? Chi ha una lunga storia? Chi ha venduto molti dischi? Chi ha firmato in passato canzoni di grande successo? Noemi e Giusy Ferreri in lotta per difendere posizioni di mercato assediate da nuove generazioni di artisti sfornati di continuo dalle varie gare canore. A Fabio Fazio e ai suoi collaboratori va riconosciuto il coraggio di mescolare generi assai diversi e puntare anche su meritevoli artisti di nicchia come i Perturbazione e in generale anche su nomi perfettamente ignoti alla sempre più anziana platea di Rai1".

Gino Castaldo su Repubblica: "Saranno scontenti i tradizionalisti, i teorici del tanto peggio tanto meglio, gli amanti del kitsch, ma questo Sanremo è davvero singolare. Parzialmente suona come un omaggio alla contemporaneità, c'è un netto rifiuto dell'universo dei talent (per la prima volta), ma sembra piuttosto un singolare e non del tutto comprensibile attraversamento della medietà della canzone italiana. Resurrezioni tipicamente sanremesi come Giusy Ferreri. Qualche classico come Noemi. Mancano sorprese clamorose, anzi mancano del tutto le sorprese".

Marinella Venegoni su La Stampa:
"Il menù è vario e pare esplicitamente confezionato per non deludere il pubblico più popolare che bontà sua starà ancora davanti alla tv per cinque lunghe sere. Due signore evocherannno immancabilmente X Factor e sono Noemi, che dal talent fuggì per cominciare una carriera rispettabile, e Giusy Ferreri, la prima esodata, a trent'anni, della formula di questi programmi, rimasta al palo per qualche tempo dopo aver sfruttato a iosa la potenzialità della sua voce strana ma finora ineducata".

Marco Molendini su Il Messaggero: "Lo sforzo è evidente: sottrarre il Festivalone alla maledizione di essere eterno carrozzone della musica, passerella fatta per svegliare dal letargo antichi dinosauri o riciclare gli eterni aspiranti a trovare un posto al sole, non importa se solo per una settimana l'anno. Il cast rimette in circolo chi ha bisogno di ossigeno come Giusy Ferreri, stella che dopo aver brillato si è rapidamente spenta. Niente X Factor se non Noemi che, però, da tempo si è allontanata da quel marchio d'origine".

Paolo Giordano su Il Giornale: "Non ci sono cantanti provenienti da Amici (autentica novità), non c'è il vincitore di X Factor (negli ultimi anni c'è stato) e gli unici provenienti da quel talent show (Noemi e Giusy Ferreri al grande rilancio dopo anni di oblio) hanno il marchio Rai e non Sky. A colpire, perché è un segnale in netta controtendenza rispetto alle classifiche degli ultimi due anni, è la mancanza dei nuovi rapper. Qualcuno, come Clementino o addirittura Fabri Fibra, sarebbe stato ben accetto ma non aveva i brani giusti oppure ha declinato l'invito. Rimane, last but not least, Frankie Hi Nrg, che è uno dei pionieri italiani del genere e che aspetta un (meritato) rilancio. Quelli che benpensano, per citare un suo classico, se lo augurano. Alla fine il cast del Festival di Sanremo sembra, probabilmente senza volerlo, una risposta all'altro teleshow musicale del momento, X Factor, che è molto più luccicante e up to date. Lo spirito musicale di questo Festival, selezionato dal grande Mauro Pagani e dalla sua squadra, è più vicino, se possibile, allo spirito del Club Tenco che a quello strepitosamente e deliziosamente nazionalpopolare dell'Ariston tradizionale. Così, visto sulla carta".

Leonardo Iannacci su Libero: "Sanremo low-profile. Non si ricorda un Festival così poco glamour e minimalista. L'Italia che smania per Amici è rimasta clamorosamente a secco dopo i saccheggi degli anni scorsi. Non lo consideriamo necessariamente una disgrazia questo veto, anzi: lo sdoganamento del format di Maria fa il paio con la voglia di Fazio di non considerare neppure X Factor oppure The Voice".

Stefano Mannucci su Il Tempo:
"Fazio ha sterminato la generazione delle pantere bianche sanremesi. Rivendicazione della prevalenza di Sanremo sui talent, che negli ultimi anni avevano preso possesso della competizione, grazie anche ai televoti dei giovanissimi. Da X Factor rispunta, come un fantasma che si reincarna, Giusy Ferreri. E la molto più consistente Noemi, a occhio tra i massimi favoriti, fresca del tirocinio soul e rhythm & blues a Londra".

Gigio Rancilio su Avvenire: "Il Sanremo di Fazio cerca di accontentare tutti. Giusy Ferreri in cerca di nuova visibilità. Noemi piace a pubblico tv".

Federico Vacalebre su Il Mattino:
"La scelta di evitare l'ennesima vittoria annunciata di un figlio dei talent show è sacrosanta. L'importanza del genere rap è sottostimata. Spicca, poi, l'assenza di artisti napoletani".

Marco Mangiarotti su Qn: "Festival che mostra coraggio, idee e muscoli: qui non comandano talent, radio, discografia e il solito (piccolo) mercato".

Renato Tortarolo su Il Secolo XIX: "Il 60% dei selezionati è in cerca di riscatto, qualcuno ha perso la band, qualcun altro ha un debito verso il genere che rappresenta, il rap su tutti, e c'è chi ha rinnegato il genere pop da talent per cercare una strada meno scontata".


Fonte:
realityshow.blogosfere.it


Edited by francesina63 - 24/7/2023, 17:12
 
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Sanremo giovani 2014: le 8 nuove proposte



Ecco gli otto cantanti che vedremo in gara dal 18 al 24 febbraio 2014 nella seconda edizione del Festival condotta dalla coppia Fabio Fazio e Luciana Littizzetto.

Tra i nomi, ritroviamo anche Veronica De Simone, ex concorrente di The Voice of Italy, arrivata alla finale nella squadra di Raffaella Carrà e che aveva debuttato con l’inedito Nati Liberi.


Diodato con il brano Babilonia

Filippo Graziani con il brano Le cose belle

Rocco Hunt con il brano Nu Juorno Buono

The Niro con il brano 1969

Veronica De Simone con il brano Nuvole che passano

Zibba con il brano Senza di te

Bianca con il brano Saprai

Vadim con il brano La modernità


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Fonte:
soundsblog.it


Edited by francesina63 - 24/7/2023, 17:13
 
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Sanremo Giovani 2014: Veronica De Simone

con il brano "Nuvole che passano"



Veronica De Simone è una 24enne di grande sensibilità e timidezza. Da sempre la musica è stata al centro del suo mondo ma solo nel 2008 si approccia al canto quando, dopo aver partecipato ad un concorso di musica all'Istituto d'arte, riceve la proposta del suo insegnante per cantare in un gruppo.

"Sono stata fin da piccola una grande ascoltatrice di musica... Il mondo unico in cui mi rifugiavo e sognavo ma non avevo mai pensato di cantare. I miei punti di riferimento che mi hanno ispirata e cresciuta musicalmente e umanamente sono da sempre Jeff Buckley, Ray Charles, Marvin Gaye, Bob Marley, Led Zeppelin, Mia Martini e Fabrizio De Andrè".



Quando canta riesce a trasmettere tutte le emozioni che lei stessa prova... la sua voce è una vera comunicatrice dell'anima...

"Le persone che ascoltano percepiscono queste mie emozioni. Quando comincio a cantare sento dentro la pancia un'esplosione atomica, poi mi lascio andare e tutto diventa magia"



Tra le sue esperienze importanti la partecipazione nel 2012 al Festival Blues di Rio De Janeiro e la vittoria nel 2010 del Festival della musica emergente Tour Music Fest.

Esordisce televisivamente a The Voice dove si classifica terza e incide il primo inedito Nati liberi, scritto sia nella musica che nelle parole interamente da lei.

"Avevo appena finito le prove in studio per la diretta e sono tornata in hotel stanca e piena di domande. Avevo tante decisioni da prendere e tra mille paranoie è nata questa canzone registrata sottovoce Nati liberi. Ci ho messo dentro la voglia di non sentirsi più imprigionati dalla paura di essere se stessi in ogni situazione".



A luglio 2013 la Universal pubblica il suo primo album Nati liberi.

La vetrina è utile per attirare l'attenzione di un produttore importante come Pietro Cantarelli (Fossati, Mannoia, Vecchioni, Gaber, Bersani e molti altri) che subito dopo il talent comincia a lavorare con lei alla stesura e produzione di nuovi brani originali.

A Sanremo 2014 sarà in gara nella categoria Giovani con il brano Nuvole che passano.

Intervista



Veronica De Simone a Sanremo 2014 sarà l'unica rappresentante di The Voice of Italy. Un'esperienza, quella, che la cantante toscana ricorda con il sorriso ("Mi ha formato ed insegnato..."). Ma ora è arrivato il momento di voltare pagina. Fra poco più di un mese salirà sul palco dell'Ariston per presentare Nuvole che passano. "Spero che i giovani apprezzino di più la musica italiana rispetto a quanto facciano oggi perché attirati dai diversi tormentoni passeggeri stranieri..." è l'augurio di Veronica. E ce lo auguriamo pure noi.

Quando hai scoperto di essere stata scelta per far parte dei Giovani di Sanremo? Come hai reagito?


"Ricordi la famosissima scena dell'urlo del piccolo Kevin nel film Mamma ho perso l'aereo? Ecco, quello è stato niente a confronto. Ho urlato a squarcia gola per tutto il giorno. Compresi i miei cinque cani che vanno dal chihuahua al lupo....".

Ti aspettavi di essere scelta?

"Nessun altro palco meglio di quello poteva incoronare il percorso che ho costruito dentro e fuori di me per tutto questo tempo. Ma mi sento di dire che quando si parla di sogni non si deve 'aspettare' ma andarseli a prendere. Così ho fatto io".


Cosa è piaciuto del tuo brano secondo te?


"Non lo so, ma posso dirti quello che è piaciuto a me: Nuvole che passano è il racconto di un amore nato tra due persone in un momento disperato e che, passando per le stagioni di un anno, si rivela un sentimento puro e immutabile dal tempo e dallo spazio. Credo sinceramente che questa canzone abbia il potere di farti ricordare qualcosa che fin da piccoli ci accompagnava... Il sogno di un amore vero e incondizionabile dagli eventi che fanno parte della vita".

Dopo Nati liberi stai lavorando al tuo secondo album?


"Certamente. E sono ancora più emozionata della prima volta poiché questo sarà un album a tutti gli effetti che racconterà attraverso ogni canzone un pezzo di me, di ciò che sono davvero e della mia vita, della serie 'canta una canzone e capirò chi sei'. Una fotografia del mio mondo interiore e una della realtà che ci circonda hanno creato questo album di cui ancora non vi svelo il titolo. Dopo The Voice Pietro Cantarelli si è offerto come produttore 'spontaneo' e ci siamo subito messi a lavorare nel suo studio a Parma sulle canzoni che avevo appena finito di scrivere. Quindi da settembre a dicembre abbiamo registrato diversi pezzi costruendo un progetto che abbiamo presentato alla Universal che lo ha approvato e condiviso. Nati liberi fa sempre parte della tracklist ma nella versione originale, acustica".

Cosa ne pensi dei brani degli altri Giovani in gara?

"Non li conosco ancora. Voglio ascoltarli dal vivo la sera stessa del Festival e lo stesso vale per i Big di cui sceglierò il mio preferito quando anche io sarò su quel palco".

Come ricordi la tua partecipazione a The Voice?


"La ricordo con il sorriso a duecento denti. Non è stato per nulla facile stare davanti alle telecamere per sei mesi cercando di raccontarmi attraverso la musica e rimanendo sempre me stessa. Ma posso davvero dire di esserci riuscita e che, come tutte le esperienze nella vita, mi ha formato e insegnato più di come stare su un palco".

La tua vita è cambiata?


"La vita cambia in continuazione e io con lei a prescindere da ciò che mi accade. Cerco solo di non far cambiare il mio cuore che da sempre ha saputo consigliarmi bene la strada giusta. Sono sempre più consapevole che ognuno abbia la sua personale e unica leggenda che lo aspetta e io non sto facendo altro che corrergli in contro con gioia non scordandomi mai di vivere nel presente e che tutto il resto, oltre a ciò che costruiamo dentro, 'sono solo attimi, stelle che poi cadono, stagioni che si inseguono tra nuvole che passano'".

Ora cosa ti aspetti da Sanremo? Qual è il tuo sogno?

"Il mio sogno per Sanremo sarà godermi ogni singolo istante a rallentatore come nel film Matrix. Salirò su quel palco con tutto il rispetto che porto dentro per la musica italiana e per tutti i grandi che hanno calpestato quello storico palco. Spero che i giovani apprezzino di più la musica italiana rispetto a quanto oggi facciano perché attirati dai diversi tormentoni passeggeri stranieri...".

E' in radio e in vendita in tutti gli store digitali Nuvole che passano, il nuovo singolo di Veronica De Simone.

Il brano è il racconto di un sentimento struggente e inatteso nato tra due persone in un momento disperato. Una profonda amicizia nel segno dell'accoglienza e della gratuità che, attraverso le stagioni di un anno, si trasforma e si rivela per ciò che veramente è stata fin dall'inizio. Amore, unico, puro ed eterno. Una scheggia di infinito.

Il brano, in gara nella categoria Nuove Proposte del 64° Festival di Sanremo, anticipa l'uscita del suo primo album, Ti presento Maverick, in pubblicazione il prossimo 20 febbraio.

Un disco che, come dichiara Veronica, è

"una fotografia del mio mondo interiore e della realtà che ci circonda,
ogni canzone è una parte di me, di ciò che sono davvero e della mia vita".



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Fonti:
realityshow.blogosfere.it -


Edited by francesina63 - 24/7/2023, 17:17
 
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Sanremo Giovani 2014: Diodato

con il brano "Babilonia"



Tra le otto Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2014 – cui aspiravano molti ex talent – tutta particolare è la storia di Diodato, che sul palco dell’Ariston presenterà Babilonia: scoprite insieme con noi – grazie al sito della Rai – la storia di questo giovane artista e il testo della sua canzone.

Avvicinatosi al mondo della musica grazie allo studio del violino (abbandonato), Antonio Diodato comincia a suonare a tredici anni in una band composta da amici e vicini di casa; nel 2001 l’esperienza in terra straniera: il nostro vola a Stoccolma, dove collabora alla realizzazione di un brano per Beirut Café 2, una compilation lounge distribuita in tutto il mondo.

Tornato in Italia, Diodato si laurea in Cinema al DAMS di Roma, ma continua a ‘lavorare’ nel campo musicale esibendosi con diverse band in centinaia di live: nel 2007 registra un EP autoprodotto che presenta al MEI di Faenza, mentre nel 2010 incide un singolo dal titolo ‘Ancora Un Brivido‘ che riscuote un discreto successo entrando nella programmazione di alcune piccole radio italiane ed emittenti televisive.

Proprio grazie a questa canzone conosce Daniele Tortora, produttore romano e già collaboratore di- tra gli altri – Afterhours, Roberto Angelini e Niccolò Fabi; con lui lavorerà al disco, uscito nel 2013, ‘E forse sono pazzo‘, che lo farà conoscere a programmi radio di un certo peso (soprattutto del circuito Rai) anche grazie ad ‘Ubriaco‘, il primo singolo video che accompagna il disco.

Molte esibizioni live, il culmine con l’apertura del concerto Rock in Roma con Daniele Silvestri; la sua rivisitazione rock di ‘Amore che vieni, amore che vai‘ di Fabrizio De Andrè non solo riesce a sfondare su tutte le emittenti nazionali, ma è scelta da Daniele Luchetti per il suo Anni felici con Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti.

Ispirato dal pop rock inglese, a partire dai Beatles, fino ai Radiohead e all’hip hop degli anni Novanta – i cantautori italiani, come confessava in questa intervista, li ha scoperti più tardi – Diodato è stato scelto tra le Nuove Proposte di Sanremo 2014 con il singolo Babilonia.


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Fonte:
televisionando.it


Edited by francesina63 - 24/7/2023, 17:18
 
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Sanremo Giovani 2014: Filippo Graziani

con il brano "Le cose belle"



Nuova proposta per la carriera relativamente giovane, anche se il cognome che porta è indubbiamente da big, e non solo di questo Festival di Sanremo 2014: parliamo di Filippo Graziani, figlio del grande Ivan Graziani, straordinario cantautore morto nel 1997 a soli 51 anni. Sul palco dell’Ariston, Filippo porterà Le cose belle.

Grazie al sito della Rai scopriamo che Filippo è cresciuto in un ambiente di artisti, ma non si è impegnato nel settore se non a qualche anno dalla morte del padre, avvenuta quando lui era appena sedicenne; il nosto comincia a suonare la chitarra a 18 anni, mentre a 19 con il fratello Tommaso Tommy, batterista, comncia a fare serate dal vivo in club e locali di tutta Italia.

Apripista per i concerti – tra gli altri – di Renato Zero, Vibrazioni, Morgan, Negramaro, Nicolò Fabi, Max Gazzè, nel 2008 Filippo forma il gruppo Stoner-rock Carnera. Dopo un’esperienza a New York, nel 2009 lavora a ‘Viaggi e intemperie‘ ed è protagonista di un tour in seguito al quale, nel 2011, pubblica un album live che gli permette di essere fra i 5 finalisti per la targa Tenco come miglior interprete. Ha curato anche la direzione artistica al disco ‘Tributo a Ivan Graziani‘, in cui ha partecipato con la cover ‘E sei così bella‘.

Due le partecipazioni del padre Ivan a Sanremo, nel 1985 con Franca ti amo (diciassettesimo posto su ventidue canzoni) e nel 1994 con Maledette Malelingue (settima posizione); all’Ariston, nel 2014, Filippo canterà invece il pezzo "Le cose belle".


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Fonte:
televisionando.it


Edited by francesina63 - 24/7/2023, 17:18
 
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Sanremo Giovani 2014: Rocco Hunt

con il brano "Nu Juorno Buono"



Il Festival di Sanremo del 2014 sarà all’insegna del rap anche grazie a Rocco Hunt, uno degli otto concorrenti della categoria Giovani. Rapper campano giovanissimo (è nato nel 1994) e decisamente talentuoso, Rocco Hunt proviene dalle case popolari della Zona Orientale di Salerno, e nel corso della sua pur breve carriera ha saputo costruirsi uno stile alquanto personale, quasi inconfondibile, evidentemente legato al contesto urbano e sociale che l’ha visto nascere e crescere. La sua prima auto-produzione risale al 2010 e si intitola, emblematicamente, A’ music’ è speranz, cioè La musica è speranza.

Carattere da scugnizzo ma acume da intellettuale, Rocco Hunt nelle sue canzoni è in grado di coniugare profondità e ironia, mescolando con sapienza la più antica saggezza popolare e l’attualità più stringente. Autodidatta e orgoglioso di esserlo, si è costruito i propri riferimenti culturali in maniera autonoma, grazie anche alla cultura di strada in cui è stato immerso, e ha sviluppato l’eccezionale capacità di scrivere rime non solo in dialetto ma anche in italiano.

Il suo primo street album, pubblicato a novembre del 2011, è stato completamente auto-prodotto, e si intitolava Spiraglio di periferia: si è immediatamente rivelato un eccellente successo sulla scena hip hop nazionale e non solo per merito dei singoli O’ mare ‘e o’ sole e Nun c’ sta paragon, che hanno ottenuto numerose visualizzazioni su Youtube.

In brevissimo tempo, dunque, Rocco Hunt è divenuto, insieme con Clementino, una voce importante del rap campano. Lo scrittore Roberto Saviano ha menzionato la sua canzone Quante cose su Twitter e Facebook (un duetto interpretato in coppia con ‘Nto dei Co’Sang), a testimonianza della fama raggiunta in pochissimo tempo. Don Joe dei Club Dogo, invece, ha prodotto la sua prima canzone totalmente in italiano, RH Positivo.

Rocco, il cui vero nome è Rocco Pagliarulo, sul palco dell’Ariston porterà il brano Nu juorno buono; sfiderà Veronica De Simone, Ivan Graziani, Zibba, Vadim, The Niro, Diodato e Bianca. Promosso dalla commissione costituita da Stefano Senardi, Massimo Martelli, Andrea Guerra, Claudio Fasulo e Mauro Pagani, ha battutto la concorrenza – tra gli altri – di Antonella Lo Coco, Alberto Bertoli, Timothy Cavicchini e Jessica Mazzoli.


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Fonte:
televisionando.it


Edited by francesina63 - 24/7/2023, 17:19
 
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Sanremo Giovani 2014: The Niro

con il brano 1969



Non è Robert, quello famosissimo, ma il Festival di Sanremo 2014 promette bene. Tra le giovani proposte di quest’anno, infatti, spazio al giovane artista The Niro che si esibirà con il brano che come titolo riporta una data ‘calda’: verso gli anni ’70, il brano infatti si intitola 1969.

Il vero nome dell’artista è Davide Combusti, ama la musica da concerto; ha condiviso il palco con numerosi e notevoli big del mondo della musica internazionale: dai Deep Purple, Amy Winehouse e l’artista italiana Carmen Consoli.

Un’esperienza non di poco conto e tutta italiana, quella al Festival di Sanremo, dopo il tour negli Stati Uniti; tour in cui viene chiamato per un tributo mondiale per Elliot Smith, organizzato dalla Radio dell’Università di Boston.

Percorso che lo porta a conoscere, nel 2007, la Universal Music, con cui pubblica prima l’EP An ordinary man e, pochi mesi dopo, l’album che ufficializza nei fatti il suo nome d’arte. Album e cantante portano lo stesso nome infatti: The Niro.

Non sdegna la tv, avvezzo a quella di “un certo tipo”; nel 2008 ha infatti partecipato al Concerto del Primo Maggio e poco dopo viene premiato come artista rivelazione al Meeting delle etichette indipendenti.


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Fonte:
televisionando.it


Edited by francesina63 - 24/7/2023, 17:19
 
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Sanremo Giovani 2014: Zibba

con il brano Senza di te



Zibba è in gara tra le Nuove Proposte a Sanremo 2014.

Musicalmente affascinato dal roots rock ed echi jazz, nel 1988 forma la band Zibba e Almalibre. Il primo album risale al 2003, L’ultimo Giorno” e vale a loro il palco del Primo Maggio di Roma. Tre anni dopo il nuovo disco “Senza Smettere di Far Rumore” con il singolo “Margherita” cantato insieme a Tonino Carotone.

Terzo disco per la band nel 2010 “Una cura per il freddo”. L’anno successivo collaborano con Federico Zampaglione nel pezzo “Una parte di te”. Nel 2012, il quarto lavoro, “Come il Suono dei Passi sulla Neve”, che vince la Targa Tenco come miglior album in assoluto, seguìto poi l’anno dopo da “E sottolineo se” finalista per la Targa Tenco 2013.

Nel novembre 2013 esce il primo libro di Zibba “Me l’ha detto Frank Zappa” e, ancora più recentemente, scrive con Tiziano Ferro, la canzone “La vita e la felicità” interpretata da Michele Bravi, vincitore della settima edizione di X Factor.


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Fonte:
soundsblog.it


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Sanremo Giovani 2014: Bianca

con il brano "Saprai"



Lei è Emma Fuggetta, in arte Bianca. Fa parte degli otto nomi delle Nuove Proposte di Sanremo 2014. Porta sul palco dell’Ariston il brano Saprai.

Scopriamo qualche informazioni su di lei. E’ nata a Torino il 17 ottobre 1993, ha iniziato a studiare canto jazz a 14 anni, nel 2012 incontra Alex Gaydou durante un corso di perfezionamento vocale e inizia a collaborare con lui. Partecipa ad alcuni concorsi regionali e ad alcuni concerti, iniziando a lavorare al suo primo disco d’esordio prodotto da ALMA.

Bianca è stata selezionata per il Festival di Sanremo 2014 tramite il concorso Area Sanremo.


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soundsblog.it


Edited by francesina63 - 24/7/2023, 17:20
 
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Sanremo Giovani 2014: Vadim

con il brano "La modernità"



Vadim è il secondo concorrente, insieme a Bianca, in arrivo dall’Area Sanremo e tra le Nuove Proposte di Sanremo 2014. Scopriamo qualche informazioni in più su di lui.

Nasce a Roma il 1 novembre 1979 e fin da piccolo è appassionato di musica.

La sua prima canzone la scrive quando ha solo 12 anni e partecipa al concorso “Cantando sulle ali del cuore” al Palaeur di Roma. Ha studiato canto e composizione classica presso una importante scuola di jazz della Capitale, suona la chitarra e le tastiere. Sul palco di Sanremo porta il brano "La modernità".


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Fonte:
soundsblog.it


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Sanremo 2014, i Big più amati su Facebook:

sul podio Gualazzi & Bloody Beetroots, Renga e Noemi



Anche quest’anno a Sanremo il televoto sarà meno determinante che in passato per la definizione della classifica finale ma non c’è dubbio che gli artisti più popolari che saliranno sul palco dell’Ariston il 18 febbraio partiranno in vantaggio rispetto agli altri. Tutto poi dipenderà dalla qualità delle canzoni e da come queste saranno accolte dal pubblico non tifoso e dai giurati dell’Ariston.

Per determinare il peso di ogni singola tifoseria abbiamo deciso di classificare i 13 Campioni presenti su Facebook con una pagina ufficiale (manca solo Cristiano De André) in base al numero di «Mi piace». Le cifre sono aggiornate alle 8 del mattino di lunedì 13 gennaio. Nel 2013, un mese prima del Festival, la classifica era guidata dai Modà, che poi si piazzarono al terzo posto dietro Marco Mengoni ed Elio e le Storie Tese.

Tredicesimo posto per Riccardo Sinigallia: 948 fan.
Il musicista romano, al suo primo Festival da solista dopo la partecipazione del 2000 con i Tiromancino, non sembra direttamente coinvolto nella gestione della sua pagina. All’Ariston presenta «Prima di andare via» e «Una rigenerazione».

Dodicesimo posto per Ron: 8.341 fan. Il vincitore del Festival 1996 con «Vorrei incontrarti fra cent’anni» è anche il veterano di questa edizione visto che la sua prima partecipazione risale al 1970. Si presenta su Facebook con il suo vero nome, Rosalino Cellamare e ogni tanto interviene direttamente sulla pagina. L’ultimo post firmato da lui è del 31 dicembre. Di ritorno all’Ariston dopo sette anni di assenza, Ron canterà «Un abbraccio unico» e «Sing in the rain».

Undicesimo posto per Antonella Ruggiero: 9.585 fan. L’ex cantante dei Matia Bazar, con i quali vinse il Festival dell’edizione 1978, si riaffaccia all’Ariston con i brani «Quando balliamo» e «Da lontano». La sua pagina Facebook aggiorna i fan su concerti e articolo di giornali. Gli interventi firmati da Antonella sono rari.

Decimo posto per Renzo Rubino: 12.733 fan. Il vincitore del Premio della Critica tra i Giovani nel 2013, Rubino è molto presente sulla sua pagina. Domenica 12 gennaio ha pubblicato una foto degli abiti per il servizio fotografico di Sorrisi. Partecipa con«Ora» e «Per sempre e poi basta»

Nono posto per Francesco Sàrcina: 18.604 fan. Nove anni dopo il suo esordio all’Ariston con Le Vibrazioni (secondo posto tra i Gruppi), il cantautore milanese si presenta da solista, forte del successo radiofonico del singolo «Odio le stelle». Su Facebook è presente con un vero e proprio diario, con tanto di foto e vignette Bitstrips. Anche lui, come Rubino, ha accennato al servizio fotografico per la copertina di Sorrisi. Al Festival canterà«Nel tuo sorriso» e «In questa città»

Ottavo posto per Perturbazione: 19.675 fan. Per il grande pubblico sono l’oggetto misterioso di questa edizione ma in realtà la fanbase della band piemontese è già consistente. Su Facebook sono molto presenti con aggiornamenti e inviti all’ascolto delle loro canzoni vecchie e nuove. A Sanremo portano le canzoni«L’unica» e «L’Italia vista dal bar».

Settimo posto per Frankie Hi NRG MC: 20.110 fan. L’unico rapper in gara quest’anno tra i Big torna al Festival sei anni dopo il debutto con «Rivoluzione». Sulla sua pagina Facebook, Francesco Di Gesù posta video, foto e pensieri da condividere coi fan. Sabato 11 gennaio, per esempio, ha salutato Arnoldo Foà, scomparso poche ore prima, con queste parole: «Amico Arnoldo, starai già cantando». All’Ariston porta i brani «Pedala» e «Un uomo è vivo».

Sesto posto per Giuliano Palma: 72.164 fan. L’ex cantante dei Casino Royale aggiorna i fan con notizie e foto dalla sala d’incisione. Scorrendo i post più recenti abbiamo scoperto che «Così lontano», una delle sue due canzoni in gara (l’altra è «Un bacio crudele») è stata scritta da Nina Zilli, con cui aveva inciso «50mila».

Quinto posto per Arisa:83.143 fan. Su Facebook Arisa, una delle favorite di questa edizione, si firma Ros, come il suo vero nome Rosalba. L’ex giudice di «X Factor» torna a Sanremo (due anni dopo l’exploit di «La notte») con gli inediti «Lentamente», scritto da Cristina Donà, e «Controvento».

Quarto posto per Giusy Ferreri: 87.040 fan. Il ritorno più atteso di Sanremo 2014 è quello della cantante di «Non ti scordar mai di me». La sua fanbase, pur non essendo la più consistente, è di certo una delle più attive sui social network. All’Ariston canterà «Ti porto a cena con me» e «L’amore possiede il bene», brano scritto da Roberto Casalino, autore dei più grandi successi di Giusy nonché di «L’essenziale» di Marco Mengoni.

Terzo posto per Francesco Renga: 173.306 fan.
Giorno dopo giorno, il vincitore del Festival 2005 ha aggiornato i suoi fan di Facebook sulla lavorazione del nuovo album. Renga torna al Festival a due anni dal successo di «La tua bellezza». Canterà «A un isolato da te» e «Vivendo adesso».

Secondo posto per Noemi: 354.075 fan. Da Londra, dove ha inciso il nuovo album col produttore Charlie Rapino, la rossa cantante di «Sono solo parole» ha documentato la lavorazione del disco. Subito prima di Sanremo, Noemi registrerà le blind audition della seconda edizione di «The Voice of Italy». All’Ariston porta i brani «Bagnati dal sole» e «L’uomo è un albero».

Primo posto per Raphael Gualazzi e The Bloody Beetroots: 68.495 + 1.627.321 fan. Sommando i fan del cantante-pianista marchigiano e quelli del progetto del misterioso Sir Bob Cornelius Rifo (dj italiano che ha conquistato anche Paul McCartney) si ottiene la più alta fanbase di Sanremo 2014. Va detto che non è possibile sapere quanti siano i fan italiani di The Bloody Beetroots ma è probabile che il loro numero sia nettamente inferiore a quello dei fan stranieri. All’Ariston l’inedita coppia interpreterà «Liberi o no» e «Tanto ci sei».


Scritto da: antonio mustara

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Fonte:
sorrisi.com


Edited by francesina63 - 24/7/2023, 17:22
 
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Sanremo 2014:
Anticipazioni scaletta da Martedì 18 febbraio a Sabato 22 febbraio 2014



Martedì 18 febbraio: si esibiranno i primi sette cantanti della categoria Campioni proponendo due canzoni.

Il pubblico tramite il televoto e la Giuria della Sala Stampa deciderà poi con quale brano ogni artista potrà continuare la gara verso la finale .

La serata terminerà con la presentazione delle otto Nuove proposte che però non si esibiranno fino alla sera successiva.

Mercoledì 19 febbraio: saliranno sul palco gli altri sette cantanti della categoria Campioni e presenteranno sempre due brani a testa.

Verranno applicate le stesse modalità della serata precedente per le votazioni, e a fine serata si completerà l’elenco delle quattordici canzoni in gara.

Al termine della serata si esibiranno quattro partecipanti delle otto nuove proposte e i due più votati si qualificheranno per la finale dei giovani.

Giovedì 20 febbraio: canteranno tutti gli artisti della categoria Campioni, la classifica finale di fine serata peserà per il 25% sul risultato finale della serata di sabato.

Oltre alla categoria Campioni si esibiranno altri quattro partecipanti delle otto Nuove Proposte, e i due più votati potranno continuare il loro percorso verso la finale.

Venerdì 21 febbraio: la serata Sanremo Club, dedicata ai grandi cantautori genovesi.

I cantanti della categoria Campioni si esibiranno sui grandi classici della canzone italiana in duetto con altre star.

Le nuove proposte eleggeranno il vincitore, che scaturirà dallo scontro tra i quattro finalisti.

Sabato 22 febbraio: serata che terminerà la stagione 2014 del Festival, verrà dedicata alla finale con i quattordici cantanti della categoria Campioni in gara.

Al termine di tutte le esibizioni la classifica verrà calcolata per il 25% dai voti di giovedì, per il 25% da quelli assegnati dal pubblico, per il 50% dalla Giuria di Qualità.

I primi tre classificati canteranno nuovamente il proprio brano e si procederà a un’ulteriore votazione (50% pubblico, 50% Giuria di Qualità), dopo la quale verrà proclamato il vincitore del Festival.

Gli ospiti previsti sul palco sanremese sono stati quasi tutti confermati, Laura Pausini, Nek, Alicia Keys che stupirà il pubblico duettando con Giorgia, si vedrà anche il giudice della passata stagione di Ballando con le stelle, Rafael Amargo, e sarà immancabile la presenza dell’amatissima Raffaella Carrà. (s.s)


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Fonte:
daringtodo.com


Edited by francesina63 - 24/7/2023, 17:23
 
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Sanremo 2014,
il primo promo con un gregge di pecore al Teatro Ariston



Ecco il video del primo promo (ma anche il suo backstage) del 64° Festival di Sanremo, in onda su Rai1 da martedì 18 a sabato 22 febbraio e condotto da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto.

Il filmato in trenta secondi conduce gli spettatori all'interno del Teatro Ariston, mostrando però un'immagine sorprendente: un gregge di pecore ha invaso il palco. Si tratta di una citazione dello storico Intervallo Rai, che negli anni Sessanta mostrava, appunto, l'immagine un gregge di pecore. Naturalmente, sulle note della celebre sigla xilofonica, ripresa anche nel promo 2014 e formata dall'unione dell'Allegro dalla Sonata VI in la maggiore di Pietro Domenico Paradisi, dall'Aria n.26 di François Couperin dalla Passacaglia dalla suite n.7 di Georg Friedrich Händel.

Nelle trasmissioni televisive con intervallo si indica un vuoto nel palinsesto, in passato riempito con musica e immagini, oggi con spot pubblicitari.

In Italia il vecchio Intervallo della Rai era utilizzato nei vuoti di programmazione o in presenza di problemi tecnici di trasmissione quali collegamenti via satellite particolarmente problematici o di improvvise interruzioni di programmi in diretta.

Inizialmente mostrava la parola "intervallo" in corsivo sulle immagini di un gregge di pecore con un sottofondo musicale xilofonico. Successivamente negli anni Settanta in bianco e nero, poi negli anni Ottanta a colori con una successione di immagini di scorci paesaggistici e di monumenti delle città grandi e piccole d'Italia commentate dal nome del luogo e del particolare visualizzato. Di tanto in tanto compariva anche la parola "intervallo" a carattere maiuscolo sulle immagini con e senza didascalia. Da fine marzo 2013 la Rai ha riproposto l'intervallo, stavolta adibito a spazio pubblicitario, intitolato Intervallo 2.0, con un'unica composizione classica per arpa.


Fonte:
realityshow.blogosfere.it


Edited by francesina63 - 24/7/2023, 17:23
 
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Sanremo 2014, abbiamo ascoltato tutte le canzoni dei Campioni.
La recensione brano per brano



Contemporaneità: è ancora questa la parola d’ordine di Fabio Fazio, che con il suo team di autori, oggi a Milano, ha presentato alla stampa le 28 canzoni dei «Campioni» in gara a Sanremo. Dopo il successo dello scorso anno, Fazio ha deciso di continuare con coerenza a proporre la sua idea di Festival: «Abbiamo preso in considerazione le canzoni, non il cast» ci racconta il conduttore. «Le canzoni del Festival devono essere “immediatamente scaricabili”». Una continuità con l’edizione 2013 ma, secondo le stesse parole di Fazio, «stavolta ci siamo spinti un po’ più in là. I cantanti porteranno la musica, allo spettacolo ci penseremo noi».

Ma come sono queste 28 canzoni? Abbiamo avuto la possibilità di ascoltarle una sola volta. Unica eccezione, Giusy Ferreri, che non ha potuto presentare i due brani alla stampa per gravi ragioni familiari.

Un singolo ascolto, ovviamente, non è sufficiente a giudicare appieno le potenzialità di un brano. Nel frattempo, però, ci siamo già fatti qualche idea. Ecco cosa abbiamo sentito nelle canzoni dei Campioni in gara a Sanremo.

Arisa

Due brani piuttosto diversi per Rosalba Pippa in arte Arisa, soprattutto da un punto di vista esecutivo e vocale. «Lentamente», scritto dalla cantautrice Cristina Donà, è attraversato da un ritmo di marcia che ricorda il «Bolero» ed è una ballad originale in cui ritroviamo immagini di ispirazione surrealista («Quell’orologio fermo da un po’ / si è sciolto sopra il letto»).

Il secondo, «Controvento», è più ritmato e si configura come una canzone pop a tutti gli effetti, con un arrangiamento particolare in cui spicca l’uso dell’oboe a introdurre le strofe; in generale è un brano più «aperto» anche da un punto di vista vocale.

Cristiano De André

A fare da collante ai pezzi di De André c’è la presenza del parlato e, ovviamente, il tono baritonale del cantautore genovese. Che proprio alla sua città dedica «Invisibili», il cui ritornello è proprio in dialetto, e dove si recita il verso «A Genova si moriva a vent’anni / ma senza diventare mai degli eroi». Il brano è ritmato, con sonorità acustiche caratterizzate dall’uso degli archi e del pianoforte.

Più vicino alla canzone sanremese «Il cielo è vuoto», che porta tra le altre la firma di Dario Faini: è uno dei tre pezzi da lui co-firmati in questo Festival. Il brano parte da una marcia lenta con un beat leggermente elettronico e porta a un coinvolgende crescendo orchestrale nel ritornello. Suggestivo il testo, secondo cui il cielo è vuoto «perché l’immaginazione ha bisogno di spazio».

Raphael Gualazzi e Bloody Beetroots

L’incontro tra il pianista urbinate e il dj, uno dei più richiesti al mondo, ha portato una ventata di modernità nel suono di Gualazzi. Il primo brano, «Tanto ci sei», è una trascinante ballad elettronica segnata dall’utilizzo del piano elettrico Rhodes: il ritornello si avvicina quasi al gospel, alla fine ritroviamo anche un inciso di jazz suonato al pianoforte. Il testo è firmato da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro.

Anche «Liberi o no» ha decise venature gospel (è un coro spiritual ad aprirlo e chiuderlo) ed è sempre accompagnato da un importante presenza del beat «electro». Ma stavolta si balla: il brano ha un ritmo vicino alla disco e Gualazzi lo accompagna con il falsetto, cantando «Come un brivido che cambia e si trasforma / un mondo libero splende in noi».

Frankie Hi-nrg Mc

Il rapper torinese promette (e mantiene) una svolta: non ci sono più la politica o il sociale al centro dei pezzi presentati al Festival. «Pedala» è un rap con sonorità reggae il cui testo sfoggia un completo e ricchissimo armamentario ciclistico: la vita è attraversata dalle nostre biciclette, metafora delle fasi della nostra esistenza.

«Un uomo è vivo» è il secondo brano, dove Frankie canta a tutti gli effetti, non limitandosi a rappare, e dove riflette sul rapporto con i propri genitori: «C’è un istante nel quale ogni uomo diventa la madre» recita il ritornello. E se l’attacco può ricordare lo stile di certi brani di Tiziano Ferro, l’artista che viene in mente ascoltando il resto della canzone è Jovanotti.

Noemi

I due brani portati a Sanremo da Noemi portano l’influenza della loro realizzazione londinese, soprattutto «Bagnati dal sole», un pezzo nello stile della cantante ma accompagnato da un tappeto sonoro macchiato di elettronica e, verso la fine, da un coro.

Caratteristica, questa, più evidente in «L’uomo è un albero», in cui è proprio un coro a suggerire, accanto al testo («Per me è un uomo è un albero / per me un uomo è un’idea» l’ispirazione africana del brano, interpretato con una vocalità più vicina al soul.

Giuliano Palma

Non smentendo lo stile che l’ha reso famoso, Palma porta a Sanremo due pezzi decisamente rétro. Il primo, «Così lontano», è un brano reggae tutto in levare dove si distingue perfettamente lo stile della co-autrice Nina Zilli. C’è tutto il corredo Anni 60, dagli ottoni alle chitarre surf, in un pezzo che potrebbe diventare la canzone dell’estate 2014.

Molto rétro anche la seconda canzone, «Un bacio crudele», con un ritornello che rimane in mente («Non posso spiegare / un bacio crudele») e un ritmo molto più veloce e movimentato: un pezzo da ballare.

Perturbazione

La band di Rivoli esordisce a Sanremo con due brani che si rifanno alle sue due anime. «L’unica» è un brano dal ritmo veloce e dalle sonorità elettropop che ricorda lo stile del loro ultimo disco «Musica X»: il testo, originale e ironico, presenta strofe introdotte da nomi femminili, e il ritornello recita «Muoio già dalla voglia / di ricordarti a memoria».

Si ispira al luogo di ritrovo italiano per eccellenza «L’Italia vista dal bar»: il secondo pezzo dei Perturbazione a Sanremo ci descrive così, «poeti, santi ed avventori / e mediamente eroi». La canzone ha uno stile più vicino a vecchi brani della band, un pop rock in cui è decisivo l’intervento del violoncello e degli archi. La frase più azzeccata del testo: «Ci dev’essere un nesso / tra la felicità e l’espresso».

Francesco Renga

Renga torna a Sanremo con due brani scritti da altrettanti pezzi grossi della canzone. Elisa Toffoli è l’autrice di «Vivendo adesso», canzone in cui si ritrova lo stile compositivo della cantante friulana, che Renga fa sua nell’attacco dei ritornelli, dove si lascia per qualche secondo la sua voce senza accompagnamento, prima di aprire a un ritornello molto orchestrale.

Con il secondo brano «A un isolato da te», invece, l’autore Roberto Casalino cerca di fare il bis dopo la vittoria di «L’essenziale» di Marco Mengoni. E potrebbe farcela: è una canzone sanremese da manuale, con tanto di vocalizzo da canticchiare sul ritornello e un testo scritto con grande cura. «Hai mai sentito dire che l’amore vive a un isolato da te?».

Ron

Diciotto anni dopo la sua vittoria con «Vorrei incontrarti tra cent’anni», Ron propone al Festival due brani molto diversi tra loro. «Un abbraccio unico» ha uno stile più vicino alla melodia sanremese, con l’intro di piano e un continuo crescendo fino al finale. È una canzone d’amore in cui si suggerisce l’immagine di uno «sguardo complice che non trova mai le parole».

Ha un titolo inglese, invece, il secondo pezzo, e non a caso: «Sing in the rain», con il suo ritmo più movimentato, il suo fischiettio che lo accompagna e l’uso del banjo, sembra rifarsi al folk pop anglossassone, tra Mumford & Sons e James Blunt.

Renzo Rubino

L’unico giovane dello scorso anno «promosso» nei Campioni porta ancora una volta a Sanremo l’originalità un po’ teatrale del suo stile canoro. Il primo pezzo si intitola «Ora», è ritmato e ironico come quello di un giovane Renato Zero («Ora che stai pensando / fermati e datti un voto») e nel ritornello troviamo anche l’intervento un po’ «vecchio stile» di voci femminili.

Più intimo il secondo brano «Per sempre e poi basta», una ballad a tutti gli effetti, costruita sul pianoforte, su un testo ricco di metafore, e una struttura scomposta davvero inusuale. «Solo un’altra canzone / poi cancellerò il tuo nome».

Antonella Ruggiero

È una sorta di lento tango il primo brano dell’ex cantante dei Matia Bazar, aperto dal suono di una fisarmonica a cui, a metà, si aggiunge un’orchestra di violini. «Quando balliamo», però, fa spazio anche a un sottofondo elettronico. Il testo è firmato da Simone Lenzi dei Virginiana Miller: «Mi innamorerò di te / tutti i santi giorni» recita.

Il secondo pezzo «Da lontano» permette alla Ruggiero, più che il precedente, di tirare fuori tutta la sua (leggendaria) voce, ispirata allo stile vocale del passato; ancora una volta, i suoi virtuosismi sono accompagnati, senza troppo ingombro, da un tappeto elettronico.

Francesco Sarcina

Impossibile non riconoscere in «Nel tuo sorriso» il cantante della band Le Vibrazioni: dedicato a suo figlio («Torna il sorriso sul mio volto ad ogni tuo respiro»), è un brano rock orchestrale e contiene l’unico autentico assolo di chitarra elettrica di questo Sanremo.

La chitarra è presente e centrale anche nel pop rock (di ispirazione Anni 90) del suo secondo pezzo «In questa città», dove Sarcina canta «voglio vivere e contraddistinguermi / come fosse il primo giorno insieme a te».

Riccardo Sinigallia

Infine, il cantautore ed ex autore dei Tiromancino presenta in primis «Prima di andare via», pezzo acustico e ritmato, che ricorda molto lo stile della band di Federico Zampaglione e con cui Sinigallia porta con grande personalità a Sanremo la bandiera e la nuova tradizione del cantautorato romano. È sostenuto da un beat più elettronico, invece, il secondo brano, introdotto dalla centralità del basso, intitolato «Una rigenerazione», parola ripetuta con efficace insistenza alla fine del pezzo.


20 gennaio 2014 Scritto da: Francesco Chignola

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Nelle melodie trionfa solo l'amore



TANTA melodia, perfino troppa, e almeno in questo l’effetto talent si sente, e pochissimi riferimenti al mondo che ci circonda. Le canzoni del 64mo festival di Sanremo prossimo venturo (dal 18 al 22 febbraio) non brillano per attualità, almeno nelle tematiche. A meno che non prendiamo come tale l’amore vissuto all’ombra della desolazione esterna, così come lo canta in Prima di andar via Riccardo Sinigallia, uno degli outisider di questo strano cast festivaliero, o più direttamente L’Italia vista dal bar cantata dai Perturbazione (“e questi siamo noi, poeti santi avventori, e mediamente eroi”) anche se il loro bar potrebbe essere comodamente un bar di trent’anni fa, o ancora l’ossessiva pedalata di Frankie Hi Nrg, l’unico rapper in rappresentanza storica del genere che ormai furoreggia ovunque, che nella incalzante Pedala, macina metafore a ripetizione e racconta il paese come una kermesse paranoica di gente che corre, non si sa bene verso dove.

Se proprio volessimo cogliere uno Zeitgeist, uno spirito del tempo, da questa manciata di canzoni, come ha chiosato il direttore artistico Mauro Pagani, dovremmo estorcerlo da una certa propensione a voler vedere un che di positivo a tutti i costi, in un sorriso, in un uomo-albero (così canta Noemi), alla fin fine nell’amore, che tanto lì si arriva comunque, a dispetto dell’evidenza del paesaggio circostante. Questo sì le canzoni del festival lo raccontano, di striscio, di sghimbescio, ma certo pare un po’ pochino in un periodo storico che dal mondo della canzone meriterebbe ben altre intuizioni. Di eleganza ce ne sarà, certo, vedi i gorgheggi fatati della Ruggiero che ammalia soprattutto in Quando balliamo, con un tocco di fisarmonica su suoni elettronici, o nel bolero firmato Cristina Donà che canta Arisa, e perfino nell’uomo-albero di Noemi.

E questo vale per una canzone su due, comunque, perché, non dimentichiamolo, ogni cantante in gara di canzoni ne porta due, idea che seppur nata con intenzioni più che meritevoli, si sta rivelando decisamente dissennata, per almeno un paio di ragioni. Primo perché di questi tempi trovare una canzone decente sembra già un’impresa, e quindi con due la fatica è doppia, secondo perché la tipica umoralità del voto, com’è successo l’anno passato, può penalizzare le migliori e premiare le peggiori, danneggiando artisti, il festival e alla lunga lo stesso pubblico. Anche la Ruggiero si allinea a questa visione indiretta quando canta: “Il sereno si intravede già, i temporali si allontanano”, a cui fa eco Ron che in Un abbraccio unico,
con tono squisitamente dalliano (nel senso di Lucio Dalla) canta: “so che prima o poi le cose cambiano, e troveremo il modo per uscire, ci abitueremo presto a un’altra situazione”.

Un po’ di vivacità la porta Giuliano Palma, altro outsider di lusso, e una certa quota di rock sanguigno, per il resto del tutto assente, la porta Francesco Sarcina, ex Vibrazioni, che brilla per intensità e slancio (“il mio cuore è quello di un guerriero che difende il mondo intero”), per non dire di Renga il cui slancio interpretativo è proverbiale e lo conferma soprattutto su un buon pezzo di Elisa intitolato Vivendo adesso.

Tante donne, questo è vero, tra autrici e cantanti, e la quota rosa si arricchisce ulteriormente con Giusy Ferreri, i cui pezzi però non sono pervenuti causa problemi familiari che le hanno impedito di terminare il lavoro. Ma la vera sorpresa, l’unica del resto, è Raphael Gualazzi, che in vena di dissennata follia ha deciso di mettersi insieme ai Bloody Beetroots, alias “l’uomo mascherato” Bob Cornelius Rifo, e propone il soul graffiante e tecnologico di Tanto ci sei (testo di Giuliano Sangiorgi) e la travolgente dance di Liberi o no, roba da saltare tutti per aria a ballare, e che questo debba accadere
con Gualazzi è uno dei misteri, ma in questo caso piacevole, del festival.

Menzione a parte la merita Cristiano De André, pupillo di Fazio e Pagani che con Invisibili ha costruito un inquietante dialogo con un personaggio nel quale in parte si potrebbe intravedere il padre (“tu abitavi in via dell’amore vicendevole, e io qualche volta passeggiavo da quelle parti lì, tu camminavi nell’inquietudine, e la mia incudine era un cognome inesorabile, un deserto di incomunicabilità, tu eri fortissimo a inventarti la realtà, io liberissimo di crederla o non crederla”). Almeno qui, qualche parole d’autore, nel nome del padre.


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Fonte:
sorrisi.com - repubblica.it


Edited by francesina63 - 24/7/2023, 17:25
 
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