È morto Nelson Mandela

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view post Posted on 6/12/2013, 10:01     +1   -1
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Insieme in Armonia

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Nelson Mandela, la leggenda che ha sconfitto l’apartheid , è morto a 95 anni per entrare dritto nella storia. Il presidente sudafricano Jacob Zuma, vestito di nero, il volto tirato, ha annunciato in un discorso televisivo la scomparsa di “Madiba” per il quale «il mondo intero avrà grande gratitudine per sempre».

Il lutto nazionale, le bandiere a mezz’asta, i funerali di Stato, gli onori che i sudafricani si apprestano a tributare a Mandela, le parole addolorate dei leader del mondo vanno, una volta tanto, oltre i riti di circostanza per l’uomo che dopo ventisette anni passati nelle galere del regime segregazionista bianco non ha mai pronunciato la parola vendetta. E ha fatto della riconciliazione, forse non riuscita fino in fondo ma caparbiamente voluta e cercata, il filo rosso della sua vita.

Era da tempo che non si vedeva più, che l’uomo stimato anche dai nemici non parlava nelle manifestazioni pubbliche e dagli schermi Tv. Ma per i molti nati dopo la fine del razzismo di stato e per quelli che ricordano i tempi dei ghetti, del massacro a Soweto nel 1976, delle lotte dell’African National Congress,l’immagine di Mandela è impossibile da cancellare. Con il peso della sua grandezza, ma anche con la sua ironia e quel filo di civetteria delle camicie disegnate per lui dallo stilista ivoriano Pathè O.

Icona di un intero popolo - che ha seguito con il fiato sospeso i suoi ultimi mesi, punteggiati da quattro ricoveri in ospedale dovuti a infezioni polmonari (video), conseguenze della turbercolosi contratta nei lunghi anni di prigione a Robben Island - Madiba ha subito raccolto stanotte l’omaggio della gente. Una folla - fra cui tanti giovani - di persone si è radunata dopo l’annuncio di Zuma dinanzi alla sua casa: molti in lacrime, qualcuno sorridendo nel ricordo di un uomo venerato ormai nel continente africano quasi come un santo.

Poco dopo l’annuncio della morte ha parlato Barack Obama, turbato anche lui, in Tv (video e foto). «Abbiamo perso uno degli uomini più coraggiosi e influenti dell’umanità», ha detto il primo presidente nero degli Stati Uniti, forse pensando che la sua prima volta è stata resa possibile anche dalla lotta di Mandela. «Oggi è tornato a casa», ha concluso.

«Una grande luce si è spenta nel mondo, è stato un eroe del nostro tempo», sono state le parole del premier britannico David Cameron, tra i primi a inchinarsi di fronte alla morte del leader antiapartheid. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon lo ha definito «un gigante per la giustizia e fonte di ispirazione per l’umanità». Il presidente francese Francois Hollande lo ha salutato come un «magnifico combattente» e un «eccezionale protagonista della resistenza contro l’aprtheid».

«Tutti noi viviamo in un mondo migliore grazie alla vita che Madiba ha vissuto», ha riassunto Bill Clinton, che negli anni della sua presidenza gli fu amico e alleato. E in Sudafrica ha parlato l’ultimo presidente bianco, Frederik De Klerk, che a Mandela restituì la libertà e che poi con lui ha diviso il Nobel per la Pace. «Grazie a Mandela la riconciliazione in Sudafrica è stata possibile», gli ha reso onore in un’intervista telefonica alla Cnn.

I vecchi compagni dell’African National Congress - il suo partito - lo hanno a loro volta ricordato così: «Un colosso, un esempio di umiltà, uguaglianza, giustizia, pace e speranza per milioni» di uomini e donne. «Abbiamo imparato a vivere insieme e a credere in noi stessi», ha fatto eco un altro Nobel per la pace sudafricano, il vescovo anglicano nero Desmond Tutu. Si è spento «serenamente» nella sua casa di Johannesburg, ha raccontato Zuma in Tv. Si dice spesso di chi se ne va, ma per Madiba, oggi, appare vero sul serio.

Le reazioni



La commozione di Obama

Un Barack Obama turbato fino quasi alle lacrime si presenta davanti alle telecamere per onorare Nelson Mandela. E lo fa aprendo il suo intervento con una citazione: Obama ripete le parole pronunciate dallo stesso Mandela durante il suo processo nel 1964 davanti alla Corte Suprema di Pretoria. «Ho combattuto contro il dominio dei bianchi e ho combattuto contro il dominio dei neri. Ho amato l’ideale di una società democratica e libera in cui tutti possono vivere in armonia e con pari opportunità. È un ideale per il quale spero di vivere e che spero di raggiungere. E se necessario è un ideale per cui sono pronto a morire».

«Non posso immaginare la mia vita senza l’esempio di Nelson Mandela. Abbiamo perso uno degli uomini più coraggiosi e influenti dell’umanità»: lo ha detto il presiedente Usa, Barack Obama, visibilmente commosso. «Sono stato una delle milioni di persone che è stata ispirata da Mandela. Il giorno in cui Mandela è uscito dalla prigione mi ha dato l’idea di cosa si può raggiungere quando si è guidati dalla speranza». Mandela ha «raggiunto più di quanto ci si possa aspettare da ogni uomo. E oggi è tornato a casa. Fermiamoci e ringraziamo del fatto che sia vissuto».

De Klerk: «Grazie a lui possibile la riconciliazione»

«Grazie a Mandela la riconciliazione in Sudafrica è stata possibile»: lo ha detto in un’intervista telefonica alla Cnn Frederik De Klerk, ultimo presidente sudafricano dell’epoca dell’aparthied, protagonista della fine di un’epoca con Nelson Mandela e con lui premio Nobel per la pace.

Minuto di silenzio alle Nazioni Unite

I membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno osservato un minuto di silenzio per onorare la morte dell’ex presidente sudafricano Nelson Mandela. Il segretario generale ha sottolineato come la forza morale di Madiba sia stata decisiva nello smantellamento dell’apartheid. «Mandela ha mostrato ciò che è possibile fare per il mondo e all’interno di ciascuno di noi se crediamo, sogniamo e lavoriamo insieme per la giustizia e per l’umanità», ha detto Ban. Il segretario generale ha spiegato di essere stato profondamente ispirato dall’incontro con Madiba: «Quando l’ho elogiato per il suo contributo per la lotta contro l’apartheid, lui mi ha risposto: “non sono stato solo io, ma centinaia e centinaia di persone, note o sconosciute hanno permesso che questo accadesse”». «Dobbiamo continuare ad essere ispirati ogni giorno dal suo esempio, e lavorare per un mondo migliore e più giusto» - ha aggiunto il segretario generale - Nessuno più di lui ha lottato per portare avanti i valori e le aspirazioni delle Nazioni Unite».

Renzi: «Conoscendolo ho toccato la storia»

«Nelson Mandela è stato in assoluto uno dei più importanti protagonisti del ventesimo secolo. Quando gli ho dato la mano, consegnandogli il Fiorino d’oro di Firenze, mi è sembrato di toccare la storia. Nelle sue mani c’erano il peso e la grandezza di una vita combattuta in difesa di un’ideale». Lo ha detto il sindaco di Firenze Matteo Renzi, appresa la notizia della morte del grande leader sudafricano e premio nobel per la pace. A Mandela fu conferita la cittadinanza onoraria di Firenze nel 1985. Il 16 aprile 2012 Renzi fu ricevuto a Johannesburg da Mandela e in quell’occasione gli consegnò il Fiorino d’oro.

Cameron: «Una grande luce si è spenta»

«Una grande luce si è spenta nel mondo». Così il premier britannico David Cameron, fra i primi leader al mondo a inchinarsi di fronte alla morte di Nelson Mandela, si è espresso oggi sulla figura dell’ex presidente sudafricano scomparso. «Nelson Mandela è stato un eroe del nostro tempo», ha scritto Cameron attraverso Twitter, annunciando che anche la bandiera dinanzi alla sua residenza, al numero 10 di Dowining street, è da stasera a mezz’asta in segno di lutto e di omaggio.

Mohamed Alì: «Ora è libero per sempre»

«Ora è libero per sempre»: così Mohamed Alì, il più grande pugile di tutti i tempi e grande combattente contro la discriminazione dei neri nel mondo, ricorda Nelson Mandela. «Ha ispirato gli altri per raggiungere anche quello che appariva impossibile - afferma Alì - e li ha spinti a demolire le barriere che li tenevano in ostaggio mentalmente, fisicamente ed economicamente». «Quello che ricorderò di Mandela - aggiunge - è che è stato un uomo il cui cuore, la cui anima e il cui spirito non possono essere limitati alla lotta contro le ingiustzie razziali ed economiche. Ha insegnato a tutti noi il perdono, invece dell’odio e della vendetta».

Kyenge: «Addio Madiba»

«Addio Madiba»: con questa parole scritte in caratteri cubitali, il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge rende omaggio, in un tweet, al leader sudafricano Nelson Mandela deceduto stasera.

William apprende la notizia alla “prima” del film su Mandela

È stato proprio dopo aver assistito a Londra alla “prima” di «Mandela: un lungo cammino verso la libertà», un film sulla vita di Nelson Mandela, che il principe William e sua moglie Kate Middleton hanno appreso la notizia della morte del leader anti-apartheid. «Abbiamo appena visto quanto Mandela sia stato straordinario e fonte d’ispirazione, le mie preghiere e i miei pensieri sono per lui e per la sua famiglia», ha detto William, la moglie al suo fianco, in una rara dichiarazione improvvisata da parte di un componente della famiglia reale.

Alla proiezione erano presenti anche le due figlie più giovani di Mandela, Zindzi e Zenani. La 55/enne Zindzi aveva espresso al suo arrivo in sala la speranza di vedere più spesso suo padre, non essendo ancora a conoscenza della notizia della morte. Le due sorelle, informate della scomparsa per telefono, hanno «immediatamente lasciato la sala», ha detto la Fondazione Mandela. In particolare Zindzi, secondo la stampa britannica, è sembrata «devastata».

L’Ue: «Una figura tra le più grandi»

Nelson Mandela è stato un simbolo nella lotta al razzismo e «una delle più grandi figure politiche dei nostri tempi». Sono le parole che l’Unione Europea dedica nella notte, per bocca del presidente dell’Ue Herman Van Rompuy e del presidente della Commissione Jose Manuel Barroso, alla memoria dell’ex leader sudafricano scomparso. «Egli ha donato a tutti una lezione essenziale in materia di riconciliazione, di transizione politica, di trasformazione sociale», scrivono i due, ricordando come Mandela abbia fatto del Sudafrica «la nazione democratica che è oggi», rappresentando al contempo un modello per il mondo nella «lotta al razzismo, alla violenza politica e all’intolleranza». «L’Africa perde suo padre, il mondo un eroe», commenta a sua volta il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz.

Cinesi divisi

La morte di Mandela ha poi messo in luce le contraddizioni della Cina: se il regime comunista ha espresso in un breve comunicato dell’agenzia Xinhua le condoglianze per il «vecchio amico del popolo cinese», alcuni cittadini, scrivendo su Internet, hanno paragonato lo statista sudafricano ai dissidenti che si battono nel loro paese per i diritti umani, tra cui il premio Nobel per la pace Liu Xiaobo, che sta scontando una condanna ad 11 anni per «sovversione». «Stiamo ricordando una persona che ha rispettato e si è battuta per i diritti umani, la libertà e l’uguaglianza ma il Mandela della Cina, che faceva esattamente le stesse cose, è stato messo in prigione», ha scritto uno di loro. «Davvero ironico», ha scritto un altro, «se Mandela fosse stato cinese, l’avrebbero picchiato a morte».

Pochi giorni fa la figlia Makaziwe: “È un combattente”.

Pochi giorni fa la figlia Makaziwe aveva detto di suo padre è “un combattente”, anche se deve lottare per sopravvivere. “Papà è sempre con noi, tanto forte, tanto coraggioso, anche sul suo letto di morte – aveva detto Makaziwe -. Credo che ci dia sempre delle lezioni: lezioni di pazienza, lezioni d’amore, lezioni di tolleranza. Ogni momento, ogni minuto con papà mi stupisce – ha aggiunto Makaziwe -. Ci sono dei momenti in cui devo darmi un pizzicotto per essere sicura di discendere da quest’uomo così forte, un combattente… Ci sono dei momenti dove si può vedere che lotta contro la morte, ma ha sempre lo spirito battagliero... Il suo spirito è ancora tanto, tanto forte, anche se è malato e costretto a letto”.

LA MALATTIA - Dopo essere stato ricoverato dall’8 giugno per il ripresentarsi di una infezione polmonare, Mandela era stato per tre mesi in clinica, e a settembre scorso era stato dimesso. Da allora si trovava nella sua casa vicino Johannesburg, dove riceveva cure mediche e assistenza, circondato dai familiari.

Al suo ricovero a giugno a Pretoria era la quarta volta che entrava in clinica da dicembre 2012, quando era rimasto in clinica per 18 giorni a causa di una infezione polmonare e per sottoporsi a un’operazione per rimuovere dei calcoli biliari; a inizio marzo fu ricoverato un giorno a Pretoria per controlli medici programmati; poi il 28 marzo fu nuovamente ammesso in ospedale per problemi ai polmoni, e fu dimesso 10 giorni dopo. Mandela soffriva in particolar modo di difficoltà respiratorie perché contrasse la tubercolosi durante la lunga prigionia a Robben Island. Soffriva inoltre di fastidi alla vista, causati dagli anni di lavori forzati in una cava di calcare. Da giugno la presidenza sudafricana descriveva la sua condizione come «critica ma stabile» e solo mercoledì la figlia, Makaziwe, aveva detto che Mandela «non sta bene» ma continua a combattere coraggiosamente «dal suo letto di morte».


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Fonti:
ilsecoloxix.it


corriere.it


ilfattoquotidiano.it


Edited by francesina63 - 8/8/2015, 18:52
 
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