Le Emozioni in Musica

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view post Posted on 6/7/2014, 16:59     +1   -1
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Insieme in Armonia

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Musica ed emozioni

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Per comprendere il rapporto musica-emozioni bisogna affrontare la tematica occupandosi di più aspetti.
Mentre nel linguaggio i suoni sono associati ad un significato preciso, ad esempio camminare indica l’azione di spostarsi a piedi da un posto all’altro con un’andatura moderata, nella musica questa operazione è impossibile, soprattutto se si tratta di una successione di suoni; al singolo suono può essere associato “qualcosa”, ad esempio un suono grave può essere associato a qualcosa di grosso, un suono acuto a qualcosa di leggero, ma una melodia può suscitare immagini, emozioni ricordi diversi in ciascun ascoltatore.

Hoffmann diceva:

“La musica dischiude all’uomo un regno sconosciuto;
un mondo che non ha nulla in comune con il mondo sensibile esterno
che lo circonda e in cui egli si lascia alle spalle
tutti i sentimenti definiti da concetti per affidarsi all’indicibile” .



Nell’ineffabilità e nell’indicibilità c’è la potenza emotiva e affettiva della musica.
Per spiegare con meno difficoltà questo concetto ci addentriamo in un episodio della vita di un grande compositore. Chopin innamorato di Maria Wodzinska scrive il Valzer Op. 69 n. 1 a lei dedicato quando, dopo un periodo abbastanza lungo ed intenso trascorso insieme, si devono separare e giunge il momento di salutarsi. Fryderyk avverte un’inspiegabile angoscia; inspiegabile perché sa che il tempo della separazione sarà breve, inoltre Maria è addolorata per la sua partenza, gli dona persino una rosa che vuole sia conservata per tutta la vita. Mentre Maria lo guarda senza parlare lui si siede al pianoforte e le “dice addio” a suo modo, componendo il Valzer che lei chiamerà il Valzer dell’addio. La musica è la tristezza desolante di un distacco che diventerà definitivo dopo tempo. Ascoltando il brano si può immaginare il loro addio, si può rivivere un “proprio personale addio” o, se non si conosce il contesto dell’opera si può ricordare un episodio struggente della propria vita.

Una musica può evocare emozioni diverse, ma anche significati diversi; oppure una musica già ascoltata può stimolare l’immaginazione di nuovi scenari. Quindi ciascuno attribuisce alla stessa musica un senso personale utilizzando prevalentemente il registro delle emozioni e degli affetti, meno quello linguistico. Accade che quella musica si impone alla mente e al cuore con forza emotivo-affettiva, evocando un ricordo con inimmaginabile accuratezza, avvolgendo un segreto privato; la musica può affondare nelle parti più profonde e intime del nostro essere, là dove sensazione, emozione, idea, pensiero ricercano la strada per emergere. È così che la musica ci offre il suo aiuto; Schumann diceva che l’artista ha il dovere di “mandar luce nel profondo del cuore umano”.

Il tutto può essere comunicato con le parole, ma si perde la fragranza; in effetti il “linguaggio musicale” tradotto in parole disperde qualcosa di sé. Ecco quindi che la musica è la strada maestra per il viaggio nelle emozioni, negli affetti e nell’immaginazione.

A questo proposito Leopardi nello Zibaldone assimila suoni e odori nel risveglio dell’immaginazione .
Come l’olfatto, il senso più arcaico, è l’unico che permette alla stimolazione esterna di giungere al cervello senza passaggi intermedi, così la musica può arrivare direttamente al cuore e alle profondità dell’inconscio, dove si conservano tracce che sembrano più antiche di noi, di quell’umanità che ancora non sapeva scrivere e impacciata cominciava a camminare in posizione eretta.

La musica può essere rappresentata come un contenitore ben definito, classica, jazz, triste, allegra, vigorosa, ma al tempo stesso versatile rispetto al contenuto, cioè ne può accogliere molti, come è il caso delle emozioni e dei ricordi, anche se differenti tra loro.

Le parole di Tolstoj ben sintetizzano il rapporto musica-emozioni:

“La musica è la stenografia dell’emozione. Emozioni che si lasciano descrivere
a parole con tante difficoltà
e invece sono direttamente trasmesse nella musica
ed in questo sta il suo potere e il suo significato”.



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Musica:

il linguaggio delle emozioni


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La musica è entrata ormai a far parte della nostra quotidianità. Ci accompagna in tantissimi momenti della nostra vita, ci emoziona e ci resta dentro per sempre. Ma cosa accade per cui semplici note musicali riescono a dare così senso al nostro mondo emotivo?

La nostra vita è piena di ricordi e sensazioni legate alla musica: un incontro, un evento, un sentimento, un momento speciale…molte delle esperienze della nostra vita trascorsa non sono andate perdute, ma sono rimaste perché legate a una canzone capace di evocarle. La musica ci emoziona sin dalla prima volta e continua a emozionarci tutte le volte che la riascoltiamo perché in qualche modo evoca una parte di noi. Accade di continuo e accade a tutti: la musica diventa un linguaggio che non usa parole e perciò non ha barriere di culture, di nazioni, di grammatiche differenti; la musica ci rende simili perché parla attraverso le emozioni e le emozioni sono universali.

Ognuno di noi vive le emozioni in maniera personale, ma anche le manifestazioni “fisiche” sono le stesse in tutti gli esseri umani: rossore, batticuore, sudorazione. Ciò si spiega grazie all’amigdala, che è una parte del cervello all’interno del sistema libico. L’amigdala è l’organo delle emozioni e funziona come una sorta di archivio della memoria emozionale diventando così depositaria del significato personale che ogni individuo attribuisce agli eventi della propria vita. Senza l’amigdala, la nostra vita sarebbe priva di colore e perderebbe di significato.

Molto spesso, chi ha cercato di sapere di più sul nesso tra la musica e il mondo delle emozioni, si è focalizzato sui processi cognitivi dell’elaborazione musicale a un livello superiore, molto più complesso. Questo tipo di approccio indaga un processo corticale che però è indipendente dal vissuto dell’ascoltatore e così facendo rischia di perdere la vera essenza di un fenomeno puramente soggettivo.
Emozione, dal latino “emovus”, participio passato del verbo “emovere”, in italiano muovere, smuovere, trasportar fuori. Per definizione, le emozioni sono reazioni affettive brevi ma intense e emergono all’improvviso in risposta a degli stimoli esterni che in qualche modo ci toccano.

Quindi, la musica diventa quello stimolo esterno, quella vibrazione proveniente dall’ambiente che va a smuovere, a tirar fuori una vibrazione interna insita dentro di noi di cui la nostra amigdala è fedele testimone. E’ come se si creasse un’assonanza tra una struttura esterna (canzone) e una interna (sensazione); un’assonanza di ritmo, di melodia, di frequenza, di tempo e di modo. Un’unione che sembra legarci a chi quella musica l’ha creata… Quante volte, ascoltando un brano musicale, abbiamo pensato che questo dava voce a pensieri e a sentimenti nostri che non avremmo mai saputo esprimere altrimenti? Quante volte abbiamo fantasticato dicendo: “questa canzone è stata scritta per me!”? Probabilmente, l’autore provava i medesimi stati d’animo, al momento della creazione, e quegli stessi vengono riprodotti in tutti coloro che desiderano ascoltare proprio perché sono veri e autentici.

Non ci sono prove certe che accada esattamente questo, ma è indubbio che la musica abbia il potere di farci sentire che “apparteniamo”, che siamo tutti parte del genere umano. E allora in una canzone gioiosa, scopriamo la nostra gioia, in una triste scopriamo la nostra tristezza, in una energica ci troviamo la nostra rabbia o qualsiasi altra emozione unica e universale allo stesso tempo. Questo processo resta vero anche nel tempo; ci ricorderemo sempre, infatti, di una certa canzone, significativa in un dato periodo della nostra vita o di una giornata particolare o di un momento speciale.

La musica ha un po’ la capacità di rendere eterni degli istanti e di evocare in un attimo delle sensazioni antiche. E’ un po’ quello che lo stesso maestro Giovanni Allevi definisce:

“La musica non è una questione di numeri,
ma di emozioni vissute da individui,
e ogni persona è unica e irripetibile,
a suo modo infinita.”



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Fonti:
riflessioni.it - pinkroma.asp.softecspa.it


Edited by francesina63 - 6/5/2023, 16:21
 
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