Storia del karaoke

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 3/8/2014, 21:37     +1   -1
Avatar

Insieme in Armonia

Group:
Administrator
Posts:
185,042
Reputation:
+776

Status:


5A7SaAy

La storia del Karaoke giapponese: intrattenimento e anti-stress.



Sotto la doccia, in macchina, passeggiando… Ammettiamolo: cantare piace a tutti e fa parte della quotidianità di ognuno. Certo, farlo quando si è soli e farlo in pubblico non è certo la stessa cosa, ma di certo cantare libera la mente, rilassa il corpo e fa dimenticare i problemi. Questo potere terapeutico è proprio alla base dell’enorme successo ottenuto dal Karaoke fin dai tempi della sua invenzione in Giappone negli anni’70.

La parola Karaoke deriva da Kara, abbreviazione di Karappo,“vuoto” (come karate: “a mani vuote”) e l’abbreviazione di Okesutura, che significa “orchestra”. Quindi una traccia di sola musica: le parole della canzone sono fornite da una persona in carne ed ossa – assolutamente NON un cantante di professione! – che munita di microfono segue il testo su uno schermo mentre il pubblico assiste alla performance e ogni tanto fa da coro.

Il termine è diventato di uso talmente comune nel mondo da essere incluso nel rinomato e forbitissimo The Oxford English Dictionary, elevandone lo status da moda del momento a definizione di forma di intrattenimento conosciuta in tutto il mondo. Le origini del Karaoke non sono perfettamente chiare, la leggenda vuole che sia nato a Kobe, città della regione del Kansai a Ovest del Giappone, detta essere la culla di tutti i trend del Paese, come ad esempio i primi supermercati, le saunee e i noodles istantanei.

Si dice che in uno snack-bar una sera si dovesse esibire un famoso cantante e chitarrista ma, avendo egli dovuto cancellare lo spettacolo, il padrone del bar si sia fatto registrare delle cassette dei suoi accompagnamenti melodici. Li fece suonare nel bar, lasciando che gli avventori cantassero le canzoni in versione live. Ed ecco che nacque il Karaoke, il cui boom dagli anni’90 avrebbe investito tutti i Paesi occidentali.

La teoria sulla sua evoluzione tecnologica vuole inoltre che un popolare musicista, Daisuke Inoue, essendo stato invitato a creare cassette da ascolatre in vacanza, abbia avuto l’idea di creare una macchina che per una moneta da 100 yen suonava una canzone. La macchina fu venduta a hotel e ristoranti, divulgandone il successo.

Stupidamente Inoue non la brevettò, cosa che invece fece nel 1975 un Filippino chiamato Roberto del Rosario con la sua macchina “Minus-One”, di simile uso. Ancora oggi egli detiene il brevetto di inventore della macchina del Karaoke . Da lì si è vista poi l’evoluzione in Karaoke set utilizzabili per il divertimento fai-da-te in casa. Chi non ricorda il mitico Fiorello ed il suo CantaTu? “Ciao mamma guarda come mi diverto…” mi viene subito voglia di cantare!

Il Karaoke in Giappone è talmete popolare che dopo una giornata in ufficio perfino i business man, così serii durante il giorno, amano ritrovarsi nei bar per liberarsi dello stress della giornata scatenandosi in evoluzioni canore. Essere timidi non è permesso in questi posti dove chiunque può salire sul palco e guadagnarsi 5 minuti di fama.

Avendo ovvi influssi positivi sull’umore e sull’unità di famiglie e colleghi in ambiti lavorativi, lo Stato promuove il Karaoke come un potente mezzo di interazione sociale. Per questo stanno fiorendo ad ogni angolo delle città giapponesi le Karoke Box: stanze provviste di isolamento acustico dove è possibile cantare a squarciagola senza preoccuparsi di disturbare il vicino di casa.

ZLBUWtV

Il karaoke in Italia



Il karaoke è diventato famoso in Italia nei primi anni '90, in particolar modo in seguito ad una trasmissione televisiva che lo ha reso celebre in tutto il Paese. Rappresenta da sempre uno dei momenti più attesi durante simpatiche feste tra amici o nelle serate nei locali, in cui i partecipanti assumono con trasporto ed allegria, sia il ruolo di protagonisti, sia di ascoltatori. Con il karaoke, tra voci a volte melodiose, a volte un po' meno, il divertimento non manca mai.

BjkMzRn

Il Karaoke di Fiorello



Il programma che ha fatto conoscere il karaoke in Italia è un programma cult di Italia 1, andato in onda dal 1992 al 1995 e condotta da un Fiorello agli esordi in tv: il Karaoke.

E dire che il debutto del programma, trasmesso per la prima volta il 28 Settembre 1992, non fu dei più fortunati; un’audience decisamente bassina aveva messo a serio rischio chiusura la neonata trasmissione.

Rosario Fiorello in una vecchia intervista ricorda così l’inzio del suo Karaoke:

“la prima puntata viene registrata ad Alba; il palco era montato, ma c’erano solo quattro persone, allora con la macchina girai per Alba e col megafono annunciai: ‘questa sera in piazza registreremo un programma per Italia1, si chiama Karaoke.’

La prima puntata registrò il 6% di share, la seconda il 7%, dopo dieci puntate mi chiamarono i dirigenti di Italia 1 e mi comunicarono la loro decisione di chiudere il programma perché non funzionava visto che a quell’ora c’era la concorrenza dei tg. Io ringraziai e me ne andai.

Siccome erano rimaste alcune puntate già registrate che furono mandate in onda, ad un certo punto, inspiegabilmente il Karaoke raggiunse il 25% di share all’orario dei telegiornali. I dirigenti di Italia1 mi chiamarono al telefono e mi dissero di riprendere a registrare, la prima tappa fu a Pescara: dalle pochissime persone di Alba passai alle oltre 15.000 di Pescara, senza alcuna protezione, una transenna, niente...Ci furono alcuni feriti, fortunatamente in maniera lieve”.

Il programma di fatto rappresentava davvero un’intuizione geniale: portare in Italia una moda che all’epoca nel nostro paese non era assolutamente diffusa, ma che all’estero invece aveva preso piede praticamente ovunque.

Esperimento che quindi dopo un breve rodaggio non solo si rivelò vincente in termini televisivi, ma che lanciò un vero e proprio fenomeno di costume in tutta l’Italia, fenomeno tra le altre talmente radicato nella nostra società da resistere ancora oggi (quante serate karaoke ci sono in qualsiasi paesino o città d’Italia?).

Il programma beneficiò anche di una temporanea promozione in prima serata, chiamata SuperKaraoke, che per un periodo ha affiancato la versione quotidiana. Il programma ha avuto nel tempo, tra le migliaia di ugole che si sono esibite sul palco, anche illustri sconosciuti (all’epoca) che negli anni successivi sono diventate star della musica italiana, come ad esempio Elisa e Tiziano Ferro.

Per darvi un’idea (o rinrescarvi la memoria) sullo straordinario successo che ha avuto il Karaoke in quegli anni, può essere utile uno stralcio tratto da un articolo del 1994 del Corriere della Sera, che commentava così le registrazioni avvenute nei primi di Marzo di quell’anno a Tivoli, in provincia di Roma:

“…e poi fa il suo ingresso trionfale la coda di cavallo piu’ famosa d’ Italia. Le grida di entusiasmo preludono a cinquanta minuti buoni durante i quali Fiorello, a tratti canticchiando su una base che diffonde la voce di Freddie Mercury, organizza gli stacchi pubblicitari.

“Beato chi e’ stato scelto per salire sul palco a cantare”, dice Marta, quindicenne dai lunghi capelli castani, mentre la sua amica Cinzia, blue jeans e giubbotto di pelle, dichiara rapita: “Fiorello e’ l’ uomo dei miei sogni”.

Per Mario, ventitreenne di Tivoli, “il Karaoke offre l’ occasione di mettersi in mostra, di essere per un minuto sotto gli occhi di tutti. Puoi sentirti come un grande cantante, uno di quelli veri.

E quando ti ricapita piu’ “? Aggiunge Antonio, che è venuto dalla vicina Bagni: “Ci sono un mucchio di ragazzi con una bella voce. Se sei fortunato, qualcuno ti puo’ anche notare”. “Meno cinque, meno quattro, meno tre…”.

A giudicare dall’ intensita’ degli strilli, l’ attesa sembra aver rinvigorito gli astanti. Un giovanotto di ventidue anni impugna il microfono, sulle note di una canzone di Jovanotti. [...] Nella piazza qualcuna grida: “Sei grande! Sei bello!”. Qualcuna, sopraffatta dall’ emozione, si sbilancia con un “Fiorello nudo!”.

Il regista ha promesso che nessuno sara’ escluso dalle inquadrature: è la serata giusta per sentirsi protagonisti.”

Karaoke funzionava proprio perché era un programma semplice che prevedeva nel suo meccanismo una forte partecipazione sia del pubblico presente nelle varie piazze, sia da casa. Un’atmosfera unica e spensierata che è rimasta un unicum nel suo genere.

W92uy4m

Il Midi: origini, storia e significato.



Con il boom dei pc, il karaoke trova la sua massima applicazione e diffusione anche grazie alla nascita, negli anni ottanta, del Musical Instrument Digital Interface, il protocollo midi.

Il midi è, da una parte, un linguaggio informatico, ossia una serie di specifiche che danno vita al protocollo, dall'altra, un'interfaccia hardware che consente il collegamento fisico tra i vari strumenti. Entrambi questi aspetti sarebbero probabilmente sostituibili da sistemi più performanti, nonostante ciò, il midi è rimasto pressoché inalterato ed è intensamente utilizzato nella produzione di musica digitale.

Il midi nacque dall'esigenza di far comunicare diversi strumenti elettronici tra loro, e per garantire la loro piena compatibilità ogni costruttore fu invitato a partecipare alla stesura definitiva delle prime specifiche midi. Nell'agosto del 1983 le specifiche midi furono presentate al pubblico alla fiera del National Association of Music Merchants - NAMM, tenutasi a Los Angeles. L'immediata popolarità dello standard creò divisioni all'interno del comitato fondatore: i produttori americani si unirono nella MMA (Midi Manufactures Association) mentre quelli giapponesi fondarono la JMA (Japan MIDI Association). I due consorzi svilupparono delle caratteristiche non sempre pienamente compatibili tra loro. Queste divergenze furono risolte nel 1985, quando la IMA (International MIDI Association) pubblicò la versione 1.0 delle specifiche midi, istituendo di fatto lo standard del protocollo.

Una delle caratteristiche fondamentali del midi è l'essere un'interfaccia multicanale.

Grazie a delle applicazioni software chiamate sequencer, installabili sia in unità hardware specifiche, sia in normali personal computer, si possono registrare performance musicali sotto forma di messaggi midi, per poterle successivamente modificare e ri-ascoltare.

Il compito di sincronizzare le varie sequenze midi è delegato al "codice temporale midi", standard mondiale per la sincronizzazione della musica digitale, che costituisce un'implementazione del codice temporale SMPTE.

Un file midi è un file che contiene dati comunicabili tramite il protocollo midi. Il midi supporta fino 16 canali (1-16) ("midi channel"), con la possibilità di suonare fino a 16 suoni diversi contemporaneamente (ossia multitimbrico a 16 parti).

Le modalità per ottenere tutto ciò variano a seconda della tipologia degli strumenti utilizzati.

Tramite il formato .kar (abbreviazione di karaoke), estensione del midi, è anche possibile sincronizzare il testo di una canzone con la musica.

Il file midi, o più formalmente Standard midi File (SMF), è un archivio contenente dati, informazioni espresse in uno o più byte. Tali informazioni organizzano, pertanto, un sistema compiuto di regole: il protocollo (o codice) midi . Esse sono comprensibili dai programmi-lettori midi (sequencer), che le riconoscono e le interpretano come istruzioni da eseguire.


QEZQujq



Fonte:
japancoolture.com


dimitri.tv


clopedia.net


Edited by francesina63 - 20/7/2015, 22:41
 
WWW  Top
0 replies since 3/8/2014, 21:37   573 views
  Share