Quo Vado? - Il nuovo film di Checco Zalone - Nelle sale cinematografiche dal 01 Gennaio 2016

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view post Posted on 26/12/2015, 15:36     +1   -1
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Quo Vado?

Il nuovo film di Checco Zalone

Nelle sale cinematografiche

dal 01 Gennaio 2016


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Arriva nelle sale a Capodanno il nuovo film, prodotto da Taodue e distribuito da Medusa, di Checco Zalone. Il quarto film del comico pugliese è diretto ancora una volta da Gennaro Nunziante, si intitola “Quo vado?” e, oltre all’attore campione d’incassi con “Sole a catinelle” (con la cifra record di 52 milioni di euro)e “Che bella giornata”, vanta un cast di volti celeberrimi del cinema italiano, tra cui Lino Banfi, Maurizio Micheli, Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco e Ludovica Modugno.

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Trama di Quo Vado

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Quo Vado?, il nuovo film di Checco Zalone, racconta la storia di Checco, un ragazzo eterno Peter Pan che ha realizzato tutti i sogni della sua vita. Voleva vivere con i suoi genitori evitando così una costosa indipendenza e c'è riuscito, voleva essere eternamente fidanzato senza mai affrontare le responsabilità di un matrimonio con relativi figli e ce l'ha fatta, ma soprattutto, sognava da sempre un lavoro sicuro ed è riuscito a ottenere il massimo: un posto fisso nell'ufficio provinciale caccia e pesca. Con questa meravigliosa leggerezza Checco affronta una vita che fa invidia a tutti. Un giorno però tutto cambia. Il governo vara la riforma della pubblica amministrazione che decreta il taglio delle province. Convocato al ministero dalla spietata dirigente Sironi, Checco è messo di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o essere trasferito lontano da casa. Per Checco il posto fisso è sacro e pur di mantenerlo accetta il trasferimento. Per metterlo nelle condizioni di dimettersi, la dottoressa Sironi lo fa girovagare in diverse località italiane a ricoprire i ruoli più improbabili e pericolosi ma Checco resiste eroicamente a tutto. La Sironi esausta rincara la dose e lo trasferisce al Polo Nord, in una base scientifica italiana col compito di difendere i ricercatori dall'attacco degli orsi polari. Proprio quando è sul punto di abbandonare il suo amato posto fisso, Checco conosce Valeria, una ricercatrice che studia gli animali in via d'estinzione e s'innamora perdutamente di lei. Inizia così un'avventura fantastica nella quale Checco scoprirà un nuovo mondo, aprendo la sua piccola esistenza a orizzonti lontanissimi.

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La Prima Repubblica

Colonna Sonora

del film "Quo Vado"

Lanciata su Facebook

da Checco Zalone


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"La prima Repubblica" cantata alla Adriano Celentano. Checco Zalone svela con un video su Facebook la colonna sonora del nuovo film "Quo Vado?":

"Così me la cantate al cinema..",

scrive sul social network.

"Speriamo che Celentano non se la prenda,

ha detto il comico a 'Tv Sorrisi e Canzoni',

Non ho ancora avuto l'onore di conoscerlo.
E' il mio mito di sempre.
Ma c'è un problema: lui non lo sa.
Ha un ritornello orecchiabile...
E' una canzone apocrifa che esalta il posto fisso".

"Racconta con nostalgia quello che era
il modo di vivere in Italia negli anni 80,

ha detto il comico a 'Che tempo che fa',

Lo stile di vita di un Paese che durante
la Prima Repubblica viveva spensierato,
godendo di un modo di fare diffuso in tutta la penisola.
E' un coro di persone felici che cantano allegramente
la bellezza di quei momenti passati, non potendo
scordare le consuete modalità che per un ventennio
hanno caratterizzato l'Italia,
diventando così il Dna del nostro Paese.
Perché tutto cambia,
ma in realtà nulla cambia veramente".

Zalone ha composto le musiche e le canzoni del film:

"E' la parte più rilassante.
Dentro di me c'è un povero uomo che vorrebbe essere un jazzista.
Per la colonna sonora ci vuole proprio il musicista.
Poi ci sono le canzoni".



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Tre teaser per la promozione del

film Quo Vado?


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In attesa del 1° gennaio 2016, la promozione di “Quo vado” non è stata affidata a trailer tradizionali che sono estratti della pellicola. Zalone ha infatti preferito creare 3 pillole di meno di due minuti che riproducono altrettante situazioni: in farmacia, dallo psicologo e dal papa. Una scelta per rilanciare a più riprese l’ormai imminente sbarco in sala, ma anche per distribuire frammenti di quella comicità che ha reso famoso l’attore d’origine barese.



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Scheda del film "Quo Vado?"

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DATA USCITA: 01 gennaio 2016

GENERE: Commedia

ANNO: 2016

REGIA: Gennaro Nunziante

ATTORI: Checco Zalone, Maurizio Micheli, Lino Banfi,
Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Ludovica Modugno

SCENEGGIATURA: Checco Zalone, Gennaro Nunziante

PRODUZIONE: Taodue Film

DISTRIBUZIONE: Medusa Film

PAESE: Italia



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Intervista a Maurizio Micheli

Papà di Checco nel film "Quo Vado?"


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«Il comico per natura è un perdente. Piace per questo. Checco Zalone è un personaggio a parte: lui piace anche perché alla fine riesce a vincere».

Così Maurizio Micheli, «nuovo papà» di Checco in Quo Vado, parla del comico fenomeno italiano, che l'1 gennaio 2016 esce con il suo quarto, attesissimo film.

Non ci potrebbero essere due attori più diversi di Micheli e Zalone (Luca Medici): se Checco spara battute a colpi di bazooka, provocando grandi risate di pancia, Micheli colpisce con sottili stilettate, ma che vanno nel profondo. E se nelle sue storie Checco alla fine trionfa sulle avversità, Micheli invece ne resta vittima, vi si arrende ma senza disperazione, piuttosto con rassegnata accettazione del fato. Eppure di successo, più in sordina, perché in ambito teatrale, Micheli ne riscuote tantissimo: soprattutto con lo spettacolo Mi voleva Strehler che porta in scena dal 1978, una vera pièce cult, a tratti autobiografica, specialmente in certe sue elucubrazioni (è stata scritta da lui con Umberto Simonetta e quindi gli calza alla perfezione): veste i panni di un piccolo attore dai grandi sogni che ogni sera si esibisce in un cabaret dove viene sempre umiliato da un pubblico cafone che gli preferisce il gruppo dei «topi di Foggia».

Livornese, ma cresciuto a Bari (molti lo credono pugliese), Maurizio Micheli, ora in tourné proprio con questo spettacolo sempre molto richiesto, prossimamente tornerà in scena anche con lo spettacolo Signori… Le paté de la Maison! con Sabrina Ferilli e Pino Quartullo. Ha lavorato molto in televisione, ha partecipato a numerosi film, ma il suo grande amore resta il teatro. Micheli incarna il vero uomo da palcoscenico: sempre in viaggio, con la valigia in mano, pronto a recitare anche con 40 di febbre o una commozione cerebrale (gli accadde da giovane attore cadendo dal palcoscenico, dove risalì fingendo indifferenza per poi stare malissimo a fine spettacolo) e con quelle piccole irrinunciabili abitudini, che scandiscono le giornate: l'aperitivo, ma leggero, un'ora prima di andare in scena e la gratificante sicurezza di sapere dove si andrà a cena dopo.

Come è avvenuto l'incontro con Checco Zalone?

«Non ci conoscevamo, ma in comune abbiamo la Puglia: lui è di Capurso, io sono cresciuto a Bari. Ha pensato a me, mi ha detto, perché da bambino mi vedeva in televisione, dove ho spesso interpretato ruoli in dialetto pugliese. Sia lui sia il regista, Gennaro Nunziante, sostenevano che sarei stato molto credibile nel ruolo di padre».

Che rapporto padre e figlio si è instaurato nel film?


«Di contrasto, perché vediamo la vita in modo diverso, anche per motivi di generazione. Soprattutto quando lo raggiungo in Norvegia, dove Checco si è dovuto trasferire per lavoro (Colpito dalla riforma della Pubblica amministrazione deve scegliere tra buonuscita e trasferimento accetta di spostarsi in tutto il mondo, ndr) lo trovo molto cambiato e non lo comprendo. Sono un padre con il mito del posto di lavoro fisso, con idee molto rigide e poco disposto a scendere a compromessi, con una visione decisamente ristretta e un po' piccina della vita: penso solo a riuscire ad andare in pensione approfittando anche di un mio problema fisico invalidante come il tunnel carpale…»

Un film che si basa su un problema reale di oggi: parliamo di «Realismo comico»?

«Sì, è una storia basata su uno spaccato di realtà molto attuale e sentito dai giovani, non troppo distante da certi film commedia degli anni Settanta. Certo non si tratta di un cinepanettone: qui la storia è garbata, ben scritta, ricca di rapporti interpersonali, dove non si ride per le parolacce ma per la vera comicità».

Siete entrambi attori comici, ma molto diversi...


«A differenza del comico perdente, Checco ha una comicità che coglie un aspetto caratteriale tipico dei pugliesi: è sicuro di sé, non aggressivo ma caustico. Non abbassa la testa davanti alle difficoltà, le affronta e le vince. Io come comico appartengo invece alla categoria dello sfigato che subisce. Qui non emerge la mia solita ironia, pungente e sottile, che non sempre viene capita dal grande pubblico. Se sei ironico, in Italia a volte vieni persino guardato con sospetto».

Zalone a chi potrebbe essere paragonato?


«Checco è un personaggio più che un attore, quindi è unico, difficile da paragonare. Alberto Sordi, il più grande attore comico italiano in assoluto, portava in scena gran parte di sé, ma i personaggi potevano essere assai diversi, dal romanaccio furbo di certi film alla tragicità di ruoli come quelli in Detenuto in attesa di giudizio o un Un borghese piccolo piccolo. E poi mi viene poi in mente Woody Allen, che non assomiglia certo a Checco ma, come lui, nei suoi film, è più personaggio che attore: intellettuale, ebreo, un po' sfigato con le donne, ipocondriaco».

Avete cambiato molti set: è stato anche al Polo Nord?


«Io no, ho girato a Roma, a Conversano e a Bergen, in Norvegia. Un posto molto bello, tra i fiordi, dove d'estate ci sono solo 4 ore di buio e d'inverno il contrario. Ma non c'è un grande clima: un attimo prima c'è un pallido sole e subito dopo comincia a piovere».

I suoi personaggi più popolari sono spesso di estrazione pugliese come il «pazzo» Nicola di Mola innamorato della Brunetta dei Ricchi e Poveri e l'Avvocato Rocco Tarocco del foro di Trani. Però ha recitato anche in milanese e in piemontese. È appassionato di dialetti?


«Sono molto attento anche agli accenti dialettali. L'Italia è ancora molto legata ai suoi dialetti, fino all'avvento della televisione l'italiano lo parlavano in pochi. Ma bisogna fare delle distinzioni: il napoletano, il veneto e il siciliano sono vere e proprie lingue, Goldoni ha scritto opere in veneto, Pirandello in siciliano, De Filippo e Scarpetta in napoletano. Il romano invece è un vernacolo, tutti lo capiscono. Io ne conosco bene tre: il milanese, il livornese e il barese, ma parlo anche il torinese. Il dialetto è fondamentale per far ridere: di comici che non lo utilizzano nei loro spettacoli non ce ne sono. E quello che forse più si presta di più alla comicità è proprio il pugliese».

C'è un personaggio che vorrebbe interpretare?

«Lavorerei volentieri in altri film ma con ruoli diversi da quelli già fatti. Mi piacerebbe interpretare un ispettore o un commissario, però comico, che non ne azzecca una, un po' come l'ispettore Clouseau di Peter Sellers nella Pantera rosa».

Il teatro resta sempre la sua grande passione?


«Io amo il teatro, è una magia unica, pure se purtroppo ogni sera, anche se lo spettacolo è stato straordinario, tutto svanisce, non ne resta traccia se non nel ricordo di poche persone. Ma come diceva Marlon Brando: “Il film lo fa il regista, il teatro lo fa l'attore, la tv la fanno gli altri"».


Fonti:
mymovies.it - tgcom24.mediaset.it - consumatrici.it - vanityfair.it


Edited by francesina63 - 17/3/2018, 00:23
 
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