Una scalata lunga quasi un chilometro su una ripida parete rocciosa, con indosso gli zaini per andare a scuola. Ogni due settimane oltre una dozzina di bambini di età compresa tra i 6 e i 15 anni torna dal collegio al villaggio Atuler, nella Cina sud-occidentale. Un ritorno a casa che costa ai ragazzi un'arrampicata di quasi due ore su una scala fatta di bambù, fissata a una parete rocciosa.
Da quando le immagini sono iniziate a circolare si è diffusa la preoccupazione per l'incolumità di questi bambini. Nel tentativo di scalare la parete, infatti, circa una decina di persone ha perso la vita e molti sono rimasti feriti. Il tragitto, visibilmente, non è dei più sicuri, ma non è solo la ripidità a creare problemi: il bambù marcisce, i pioli della scala si spezzano e anche se gli abitanti del villaggio garantiscono un'attenta manutenzione e una rapida sostituzione, per le 72 famiglie che abitano ad Atuler fare su e giù è ogni volta rischioso.
Per loro adesso sembra si stia pensando a delle soluzioni. Quella temporanea comporterà la sostituzione della scala di bambù con una d'acciaio. Per il futuro, invece, l'obiettivo è di realizzare una via secondaria. Un progetto che però potrebbe rimanere tale: troppo costoso da attuare per una regione estremamente povera, per un villaggio dove la maggior parte delle persone vive in case fatte di fango, paglia e legno.
Il governo, scrive Ap, sta pensando di ammortizzare la spesa migliorando il trasporto e puntando sul turismo, ma per il momento la scala d'acciaio sarà l'unica svolta per gli abitanti del villaggio, abituati a trasportare sulle loro spalle, per quella ripida parete, chi è troppo malato per farlo da solo.
Non era ugualmente preparato e abituato il fotografo Chen Jie, che ha percorso con i bambini la discesa per la parete, documentando con i suoi scatti la vertiginosa scalata: "Sono rimasto scioccato dalla scena che avevo di fronte a me", dice Jie, come racconta il Guardian, "Una minima disattenzione può costare la caduta nel baratro.
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