Il Papavero - Papaver rhoeas: Il fiore del sonno e della consolazione

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view post Posted on 4/6/2017, 17:33     +1   -1
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Il Papavero - Papaver rhoeas:

Il fiore del sonno

e della consolazione


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Siamo a Giugno e in questo periodo dell' anno i nostri prati si colorano di un rosso intenso, colore di un noto fiore il papavero rosso o rosolaccio (Papaver rhoeas) che appartiene alla famiglia delle papaveraceae, originario dell’Europa e dell’Asia. Lo possiamo ammirare nei campi coltivati soprattutto in mezzo al grano e in quelli incolti, sugli argini delle strade e delle ferrovie ma vengono utilizzati anche per abbellire i giardini fino ad un’altitudine massima di 1.700 metri ed è considerato una pianta infestante. Questi fiori non temono la siccità.

Il papavero è un fiore fragile e delicato che raggiunge l' altezza tra i sessanta e gli ottanta centimetri, ha un fusto eretto, sottile e ricoperto da una sottile peluria. Le foglie dentate di colore verde, ricoperte come il fusto da peluria, sono suddivise in segmenti lanceolati. I fiori, che sbocciano da maggio a settembre, sono di colore rosso porpora con all’interno una macchia violacea così scura da sembrare nera. I quattro petali nascono avvolti in sepali verdi, sbocciano e infine cadono lasciando una piccola capsula glabra (frutto).

I papaveri sono ermafroditi, sprovvisti di nettare (caratteristica di tutte le Papaveraceae) di conseguenza l'impollinazione avviene tramite gli insetti che sono attirati dai colori vivaci dei fiori e non dal nettare.

Tutta la pianta emette un forte odore e produce un succo lattiginoso bianco, acre.

il papavar somniferum (papavero da oppio), il papaver rhoeas (papavero rosso) ed il papaver nudicaule (papavero d’Islanda) sono le specie più conosciute.

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Il papavero da oppio

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E' famoso per il suo contenuto di morfina, codeina, papaverina, noscapina e tebaina dei sui pericarpi alcaloidi che insieme ad altri formano quello che è comunemente conosciuto come oppio, uno stupefacente dall’effetto fortemente sedativo. A differenza del papavero comune (papaver rhoeas) i suoi fiori possono essere di colore bianco, rosa, viola e rossi.

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Il papavero rosolaccio

o selvatico


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E' il papavero comune, la specie più diffusa. Il suo nome comune rosolaccio, ovvero rosa dei campi, è dovuto alla sua presenza costante nei campi, in particolare in quelli dove sono coltivati cereali come il grano.

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Il papaver nudicaule

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E' il papavero d’Islanda, una specie dalla elevata tossicità dai petali che possono essere di svariati colori: bianchi, gialli, arancioni ecc.

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Il papavero nella mitologia

leggende


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Il Papavero è un fiore abbastanza semplice ed è stato da sempre oggetto di leggende e credenze popolari. Nella mitologia si narra che il Papavero fosse il fiore della consolazione. Questo significato deriva da un'episodio legato alla figura di Demetra, la Dea dei campi e dei raccolti.

Un giorno del mese di giugno, Proserpina, la bellissima figlia di Giove e della dea della Terra, mentre coglieva fiori in un prato di Sicilia, fu rapita da Plutone, dio degli inferi, che volle farla sua sposa.
Quando la madre di Proserpina, Demetra, venne a sapere che la figlia avrebbe trascorso il resto dell’esistenza nel mondo sotterraneo su cui regnava Plutone, si disperò e corse a chiedere a Giove di intervenire.
Giove, tuttavia, non fece nulla. Anzi, tentò di convincere Demetra della felice sorte che aveva avuto la loro figlia, divenuta regina. Ma Demetra non si lasciò lusingare e, presa dal suo dolore, cessò di occuparsi della Terra, tanto che presto ogni cosa avvizzì.

Giove, allora, cominciò a temere per la vita delle creature e pregò Demetra di tornare a compiere il suo dovere. In cambio avrebbe convinto Plutone a lasciare tornare sulla terra Proserpina per almeno sei mesi ogni anno.
Così fu e quando a primavera Proserpina tornò alla luce del sole, i prati si coprirono di erbe e fiori e tra le spighe di grano sbocciarono i papaveri, il cui caldo colore doveva ricordare a Proserpina la passione dello sposo che l’aspettava.

Il termine “papavero” è utilizzato come sinonimo di persone potenti, tale significato è dovuto alla leggenda secondo la quale il Re di Roma Tarquinio il Superbo volendo insegnare al figlio il modo più rapido per conquistare la città di Gabi, andò in giardino e con un colpo di bastone recise le teste di tutti i papaveri, volendo, con quel gesto, far capire al figlio che bisognava eliminare tutti i personaggi più potenti della città avversa.

Il papavero è frequentemente rappresentato nelle raffigurazioni mitologiche insieme a spighe di grano tra le braccia della dea Demetra, Cecere ed Afrodite, il papavero veniva spesso utilizzato anche in riti propiziatori nei campi per favorirne la fertilità. Anche Morfeo è rappresentato con un fascio di papaveri in braccio.

Se si considera la cultura romana, il fiore rosso resta centro misterioso dell'oscuro oblio sognante. Ovidio, ad esempio, descrive la Notte con una corona di papaveri.

Durante il medioevo il papavero fu invece associato, per via del suo colore, al sacrificio di Cristo e alla sua morte, per questa ragione si trova spesso raffigurato in affreschi di chiese risalenti all’epoca medievale.

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Significato del papavero

nel linguaggio dei fiori


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Nel linguaggio dei fiori il papavero è simbolo dell’orgoglio sopito, della consolazione, ma anche della semplicità. Per via delle sue proprietà sedative e antispasmodiche, soggetto all'influenza di Saturno, è stato considerato il simbolo della pigrizia, della misantropia e della mollezza di carattere. Per il suo colore rosso vivo lo descrive così John Ruskin (scrittore, pittore, poeta e critico d'arte inglese, 1819-1900):

«(...) non è possibile immaginare un tipo di fiore più completo,
più genuino e assolutamente puro;
dentro e fuori tutto fiore.
Nessuna limitazione di colore dappertutto,
nessuna esteriore volgarità,
nessun segreto interiore;
aperto al sole che l'ha creato,
finemente rifinito sopra e sotto,
fin giù al più estremo punto di innesto».



Il papavero è anche associato al simbolo del potere. Infatti chi di noi non ha mai detto "gli alti papaveri della politica" oppure "è stato qualche grosso papavero a procurargli quella carica".

In tempi passati il fiore di papavero veniva anche usato per rappresentare la fedeltà: si prendeva un suo petalo e si posava sul palmo della mano e si colpiva con un pugno, se si sentiva un rumore come di schiocco voleva dire che l'amato/a era fedele.

Come per gli altri fiori il significato del papavero cambia a seconda del colore dei suoi petali:

Papavero Bianco: consolazione, sonno, sventura.

Papavero Giallo: ricchezza, successo.

Papavero Rosa: serenità, vivacità.

Papavero Rosso: È il simbolo dell’oblio, del sonno dei sensi e del cuore. Già nell’antichità rappresentava il sonno. Non per caso Morfeo veniva raffigurato con un mazzo di papaveri tra le braccia. Può simboleggiare anche orgoglio, piacere ed eccentricità.

E' un fiore da regalare a qualcuno in crisi d'amore: un bell'incitamento a reagire! Da evitare, invece, come omaggio floreale a persone troppo stravaganti: sembrerà un mal celato invito alla sobrietà.

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Remembrance Poppy

Il papavero del ricordo


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Durante la prima guerra mondiale, in Gran Bretagna, si producevano ghirlande di papaveri che venivano usate per celebrare e ricordare i soldati caduti per la patria.

E' usanza della famiglia reale britannica appuntare sui revers delle giacche o sugli abiti una spilla a forma di papavero rosso. Si tratta del Remembrance Poppy (papavero del ricordo) che viene utilizzato, oltre che nel Regno Unito, anche in Canada, Stati Uniti e paesi del Commonwealth, simbolo del ricordo dei caduti in battaglia. Piccoli papaveri artificiali vengono generalmente indossati nel Remembrance Day l’11 novembre e nelle settimane che lo precedono, ma sono anche impiegati per comporre ghirlande celebrative. Ma qual è l’origine di questa particolare usanza? Nientemeno che una poesia scritta nel 1915 composta da John McCrae, tenente colonnello medico e poeta canadese, per ricordare un amico ucciso in battaglia, la poesia ‘In Flanders Fields’ è tuttora conosciutissima nei paesi di cultura anglosassone. Proprio nelle prime righe della poesia, si fa riferimento ai papaveri, i primi fiori a sbocciare nei campi di battaglia. Sono state però due donne, l’americana Moina Bell Michael e la francese Anna Guerin, a trasformare questo fiore in un simbolo nazionale denso di significato e a tutt’oggi molto diffuso. Ispirandosi alla poesia di McCrae, con la vendita di papaveri artificiali, raccolsero fondi a favore dei veterani delle guerre e riuscirono a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema molto doloroso, convincendo anche organizzazioni come la National American Legion e la Royal British Legion ad adottare il papavero come simbolo.

In Gran Bretagna e più precisamente a Richmond nel Surrey esiste poi dal 1922 la Poppy Factory, una ditta-charity che produce questi papaveri artificiali e che, pensate un po’, ogni anno realizza ben 36 milioni di fiori e 80.000 corone e che fornisce i papaveri indossati da tutta la Famiglia Reale. La Poppy Factory iniziò la sua attività dando lavoro ai veterani di guerra e ancora oggi i suoi dipendenti sono uomini e donne che, durante il loro lavoro al servizio della nazione, hanno subito danni fisici disabilitanti.

Ogni anno nel Regno Unito un papavero-gioiello, creato dai più prestigiosi orafi d’oltremanica, viene messo all’asta durante il Poppy Ball ed il ricavato viene destinato alla Royal British Legion.

In occasione del centenario della prima guerra mondiale, nel 2014, il Governo guidato dal Primo Ministro Cameron ha deciso di fare le cose in grande.

Sono 900 mila, infatti, i papaveri rossi di ceramica che vanno a formare l'installazione artistica sotto la Torre di Londra, 'Blood Swept Lands And Seas Of Red', a commemorazione dei caduti durante la prima guerra mondiale.

L' opera d'arte ha avuto così tanto successo - con code chilometriche e visitatori incuranti di freddo e pioggia - da fare intervenire Cameron per estenderla fino alla fine di Novembre. Successivamente, una versione ridotta, andrà in tour nelle principali città inglesi per poi tornare in forma permanente a Londra, all'interno dell'Imperial War Museum.

Una parte dei 'poppies' che compongono l' installazione, inoltre, è stata messa in vendita (25 sterline l'una) per raccogliere fondi in favore delle associazioni che si occupano dei veterani di guerra.

Associare il papavero al ricordo di chi ha perso la vita in guerra non è però solo storia recente. Secondo una leggenda, l’imperatore mongolo Gengis Khan teneva in tasca semi di papavero che spargeva sui campi di battaglia per onorare i caduti, anche quelli avversari. E, tornando ai giorni nostri, non possiamo dimenticare Fabrizio De André e la sua ‘Canzone di Piero’: “Dormi sepolto in un campo di grano/non è la rosa non è il tulipano/che ti fan veglia dall’ombra dei fossi/ma sono mille papaveri rossi...”

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Proprietà del papavero

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Nel papavero selvatico (rosolaccio) ritroviamo diversi principi attivi: alcaloidi quali la readina, la reagiina, la rearubina I e II; tannini; mucillaggini; coloranti; antociani.

Queste sostanze sono contenute nel latice che la pianta secerna se si intaglia la capsula: la stessa cosa succede nel papaver somniferum (papavero da oppio) solo che il latice del rosolaccio non ha la stessa pericolosità anche se occorre usarlo con grande cautela.

Dal papavero da oppio si ottiene l'OPPIO che si ricava dalle capsule ancora verdi, non ancora mature tramite una leggera incisione dalla quale si ottengono diversi alcaloidi i cui principali, da un punto di vista terapeutico sono: la morfina utilizzata nella terapia del dolore, la papaverina viene usata come sedativo della muscolatura liscia: delle arterie, dei visceri e dell'utero. Viene anche usata nei casi di coliche nefritiche ed epatiche, come vasodilatatore nei casi di insufficienza circolatoria cerebrale e la codeina che viene usata come sedativo della tosse.

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Poesia e canzone

dedicate al papavero


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Papavero

Senti,
i baci ardenti dell’estate appena giunta,
tra l’oro di spighe ondeggianti,
che sibilano la loro pacata preghiera di vento
al turchino del cielo.

Io ti ammiro, papavero,
mentre ti pavoneggi in una morbida danza di rosso rubino,
bellezza di una vita da poco destata di cui
nessuno conosce il destino.

Il gelido torpore dell’inverno non è che un freddo ricordo,
è tempo di visioni vibranti,
di frutti acerbi.

di albe dorate e frementi.

Tra le dita tremanti di chi coglie il tuo povero gambo
tu sussurri la tua poesia di luce
e racconti la breve storia vissuta su quel fertile campo.

Fu il sole a donarti la vita,
unico imperatore,
maestoso erogatore di calore ed oro,
fu il sole ad ordinartelo,
e tu arrossisti obbediente,
promettendo di ornare a lungo
il suo tempio splendente.

Autrice anonima dal web


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Papaveri e papere





Nilla Pizzi (1952)

Papavero




Fonti:
favolefantasia.com - fioriefoglie.tgcom24.it - ilgiardinodegliilluminati.it - elicriso.it - giardinaggio.it - meltingpot-ilpiccolo.blogautore.repubblica.it


Edited by francesina63 - 9/7/2022, 16:39
 
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